♧Capitolo 21♧

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"... e quindi, la regina mi ha sempre detto che non potevo andare in città. Ora... penso di capire il perché"
Martine sospirò, facendo un sorrisino un po' storto mentre Flora, Rosie e Margot assunsero un'espressione simile alla sua. Quest'ultima sospirò, passandosi una mano nei lunghi capelli verdi e facendo, di conseguenza, tintinnare le lucide e fredde manette che le tenevano i polsi. Abbassando lo sguardo su quei maledetti oggetti, Rosie per poco non perse il suo classico sorriso: per quanto cercasse di rimanere positiva, farlo in una situazione simile era davvero difficile, ma non poteva certo lasciarsi prendere dalla disperazione...! Rivolse alle tre compagne un sorriso dolce, accompagnato da una risatina un po' nervosa.
"Non è detto che ti sarebbe successo qualcosa del genere... abbiamo solo avuto sfortuna..."
Mormorò quindi, e Margot annuì, abbassando le braccia ed appoggiando le mani sulle cosce, essendo seduta in ginocchio.
"Sicuramente non tutti gli umani ci avrebbero rinchiusi così..." La ragazza si voltò prima verso la porta della cella e poi verso Florence, che, praticamente nascosta nei propri, lunghi capelli, si era appoggiata al muro su un lato "... nemmeno al laboratorio erano così rigidi..."
Continuò, guardando le proprie manette. Martine e Flora annuirono, mentre Rosie inclinò un po' la testa.
"Com'era... stare lì dento?"
Domandò con uno sguardo innocente, e Margot si strinse nelle spalle. Davvero, com'era stato vivere nel laboratorio? Era stati... normale? Ormai, il Laurier-Rose era diventato la sua quotidianità, stare lì era... normale, nonostante dentro di lei avesse sempre sentito che quella non sarebbe dovuta essere la sua unica realtà. Ed ora ne aveva la certezza.
"... era sicuramente meglio di questo posto. Certo, comunque non vivevamo bene..."
Fece un sorrisino storto, e la Creator annuì, torturandosi un po' le mani. Forse non aveva fatto la migliore delle domande in una situazione simile, ma era davvero curiosa... chissà quanto tempo avevano passato rinchiusi in quel laboratorio...
Si sporse leggermente, osservando la Magical. Margot sembrava aver percepito il suo sguardo, ma non aveva battuto ciglio: a quanto pare, non ne era infastidita. O almeno, non lo era troppo. Rosie continuò ad osservarne i delicati tratti del volto, soffermandosi sui grandi occhi verdi che, se di solito non trasmettevano quasi la minima emozione, apparivano quasi stanchi. E come biasimare la ragazza? Rosie tornò ai propri pensieri, cercando con lo sguardo Martine e Flora, non vedendole subito. La seconda si era seduta su una delle brandine sistemate nella cella, mentre la seconda aveva iniziato a vagare in giro.
'Chissà quanto tempo passeremo qui...'
Pensò quindi Rosie, voltandosi nuovamente verso Margot e sorridendole. Lei accennò un sorrisino, per poi alzarsi ed iniziare a vagare per la cella, avvicinandosi poi alla grossa porta, provando invano a scorgere qualcosa dalla piccola, minuscola finestra. Non vide nulla se non il solito, triste 'paesaggio' che le si parava davanti. Non c'era nemmeno la minima traccia di Leper, Camille, Vadim e Lèna... e la ragazza non ci mise poco a fare due più due e collegare ciò con il fatto che quei quattro fossero le Vege-People più potenti di quelle che erano state catturate. Insomma, era a conoscenza delle incredibili abilità di Leper, della particolare predisposizione di Vadim per i veleni ed era senza dubbio a conoscenza della potenza degli esplosivi di Lèna. Anche Camille sembrava avere poteri piuttosto peculiari ed il ragionamento della Magical iniziò ad avere sempre più senso. Che volesse utilizzarli per fare qualcosa di particolare? Margot non riusciva ancora a capire cosa diamine volesse quello scienziato da loro... ma una cosa era certa, non si trattava di qualcosa di buono.

'... se solo Lorenne fosse qui...'
Flora si stava guardando attorno, seduta per terra e con le gambe strette al petto. Giocherellava nervosamente con la propria cintura, assolutamente vuota essendo tutte le sue pozioni state confiscate dagli scienziati. Non c'era nulla di troppo potente, per fortuna... la borsa con le pozioni 'serie' era infatti custodita da Lorenne e, a pensarlo, Flora sorrise: almeno, erano al sicuro tra le mani dell'amica. Si voltò a guardare le compagne di cella, sospirando avvilita.

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Martine alzò lo sguardo ed i suoi occhi si illuminarono. Fece per dire qualcosa, voltandosi verso le altre con un gran sorriso, ma, notando una delle telecamere poco sopra di lei, si bloccò. Non le sembrava si fosse mossa come, invece, facevano tutte quando seguivano i loro movimenti. Provò a muoversi leggermente verso il muro difronte a lei con qualche passetto in avanti... nulla. Trattenne il respiro con il cuore in gola, continuando a camminare lentamente, fino a quando non fu certa di trovarsi fuori dal campo visivo della telecamera. Solo allora si lasciò sfuggire un respiro, schiudendo leggermente le labbra pallide e sottili, per poi guardarsi attorno e provare ad attirare l'attenzione di Florence, seduta nella parte opposta della cella. La ragazza, però, non parve notarla e Martine decise di lasciar perdere. Notò con la coda dell'occhio qualcosa di grigio che stonava con il muro lucido e bianco, quindi si accucciò per esaminare l'oggetto tondo che aveva catturato la sua attenzione. Sembrava essere un semplice cerchio dipinto sul muro, ma la curiosità dell'Healer la spinse a toccarlo, avvertendo così un leggero rilievo e realizzando che il cerchio, dal diametro di forse dieci centimetri, non era altro se non un... pulsante? Inclinò la testa, un po' confusa: perché in una cella simile ci sarebbe dovuto essere un pulsante? Notò poi, sotto una brandina poco lontana, quello che pareva essere un solco circolare nel pavimento. Si chiese se fosse collegato al pulsante e soprattutto cosa sarebbe successo se l'avesse premuto. Aggrottò le sopracciglia: e se fosse stato un allarme? Forse, avrebbero punito lei e le sue compagne di cella... oppure, avrebbe aperto una botola verso la salvezza? Sarebbe stato un po' stupido lasciare qualcosa di simile in una cella, aveva pensato la Vege-People, però... valeva la pena tentare, no? Allungò la mano verso il misterioso e piccolo pulsante, quando dei passi la fecero trasalire.
"Martine...? Che stai facendo?" Domandò Rosie, sempre più incuriosita dal segno di abbassare la voce che l'amica le fece velocemente. La Creator le si avvicinò comunque, accucciandosi accanto a lei ed indicando il pulsante "Cos'è?"
Chiese ancora, un po' confusa ma a bassa voce come le aveva chiesto poco prima la giovane esploratrice, che si strinse nelle spalle.
"Non lo so... sembra un pulsante, ma non ne sono sicura..."
Mormorò quindi Martine, chinando leggermente il capo ed allontanando un po' il dito dal pulsante, perplessa. Rosie si prese il mento tra le dita, assottigliando leggermente gli occhi.
"Se non ne sei sicura perché non provi a premerlo? Insomma, se è qui non dovrebbe essere pericoloso...no?"
Osservò la maggiore, mentre l'altra si fermò a riflettere. In effetti, se era così in bella vista, forse era davvero innocuo. Le sue labbra si curvarono in un sorrisino, per poi voltarsi ed incontrare gli occhi dell'altra, che tradiva ancora una leggera confusione.
"Hai ragione... se lo premo non potrebbe succedere nulla di male..." Martine riavvicinò il dito, mentre Rosie annuì energicamente: forse sarebbe stato davvero utile! O, al massimo, non sarebbe successo nulla. Martine fece per premerlo, per poi deglutire "... giusto?"
Guardò nuovamente Rosie, che le sorrise dolcemente.
"Tranquilla, premilo!"
Esclamò, improvvisamente allegra ed alzando involontariamente il tono di voce, e allora anche Martine annuì.
"Okay..."
E così, premette il pulsante e, subito dopo, le due udirono un rumore meccanico.

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"Non credo voglia far saltare in aria il posto, quindi se ha i nostri poteri dovremmo essere al sicuro... almeno per ora, insomma"
Osservò con disinvoltura Vadim, seduto su una delle brandine e giocherellando distrattamente con una ciocca di capelli, come se lui e gli altri stessero discutendo davanti un bel caffè in un bar in centro città. Erano, invece, rinchiusi in una cella ed ammanettati come se fossero pericolosi criminali o mostri incontrollabili che andavano rinchiusi, nascosti all'intero mondo e poi sterminati. Secondo Camille, era proprio così che gli umani li vedevano: avevano senza dubbio paura di loro, li ritenevano una minaccia... e dire che erano in realtà i più pacifici. A Camille sarebbe piaciuto, non lo nascondeva, ma non avrebbe mai fatto cose simili a degli umani; loro erano anche i più deboli.
E, forse proprio per questo, si rifugiavano dietro ad alte, fredde mura in ferro e dietro alla loro tecnologia ed al loro potere, che sfruttavano per sterminare chi ritenevano un pericolo solo perché 'diverso'. Li avessero mai attaccati, Camille li avrebbe anche capiti... ma nella storia delle Vege-People, nessun popolo aveva mai attaccato gli umani, era sempre stato il contrario. Infatti, i Brawler in origine non erano nemmeno degli 'attaccanti', bensì dei 'difensori' e creavano perlopiù scudi o campi di forza con una magia d'attacco che, nei secoli, è andata perduta. Però, la brutalità degli umani aveva reso un'evoluzione di quelle scarse difese assolutamente necessaria.
Sistemandosi gli occhiali, Camille si voltò a guardare Leper, aspettando una risposta dall'altro Magical, che sospirò.
"Lo so che probabilmente non li utilizzerà immediatamente e, in realtà, non so nemmeno come potrebbe farlo... ma non è detto che adesso siamo fuori pericolo. Potrebbe farci altro, o... fare qualcosa alle ragazze nell'altra cella..."
Leper, al pensiero di ciò, si scurì in volto. Non poteva sapere se Drew avesse già fatto qualcosa alle altre o se, per il momento, si fosse interessato solamente a loro: entrambe le opzioni erano plausibili, ma se il suo obiettivo erano i poteri più potenti forse le avrebbe lasciate in pace. Oppure, avrebbe potuto decidere di sfruttarle per esperimenti.
"... già, è possibile..."
Aveva ammesso quindi Camille, mentre Lèna osservava la situazione: se solo avesse avuto ancora i suoi poteri, anche solo un goccino... le mancavano le sue esplosioni! A quanto pareva, però, il siero utilizzato da Drew era più potente di quello usato al Laurier-Rose.
E più aggressivo.
Seduta per terra e a gambe incrociate, Lèna si stiracchiò sotto lo sguardo di Vadim prima di iniziare a parlare.
"In ogni caso, siamo ancora vivi... e questo a parer mio è un passo avanti. Drew non mi piace, non è come gli altri scienziati"
Tutti, persino Vadim, si trovarono a convenire con la ragazza: Drew era decisamente diverso, e ciò se spaventava gli altri aveva inizialmente intrigato l'Healer... certo, questo quando non aveva ancora provato il piccolo e tremendo bagno della cella. Le sue condizioni di vita sarebbero state sicuramente peggiori e, per come vedeva la situazione, Drew non sembrava interessato alla tortura.
Ma all'uccidere, invece?
Nei suoi occhi dorati, avevano notato tutti, brillava una strana scintilla, che non avevano mai percepito in quelli degli altri scienziati che, anzi, rispetto ai suoi apparivano quasi... spenti. Specialmente quelli di Thomas, aveva notato Leper, che erano senza dubbio i più diversi dagli occhi di Drew.
Drew aveva qualcosa di diverso... e anche gli scienziati l'avevano notato.

"Il suo sguardo..." Aveva mormorato Thomas la sera prima, prendendo un sospiro tremante "... mi ricorda quello... di mio padre..."

cIau AmIcI
non aggiorno tipo da fine luglio ma sUcCeDe Oh-
adesso sono qui uwu ✨✨
e volevo aggiornare ieri in verità, ma poi mi sono dimenticata e ops
comunque, come vi va la vita? ewe
io adesso dovrei essere in videolezione con filosofia perchè a scuola stanno sanificando che qualcuno (proprio sul mio piano uee) s'è beccato il coviddi 😔👊 (e la situa in campania non è nemmeno delle migliori it's because we're built different 🤫) e mentre i miei compagni di classe giocano ad Among Us io mi sono ricordata del capitolo eD eCcOmI qUi YeS
e buh, spero che il capitolo vi sia piaciuto qvq se trovate errori gOmEn, ma non ho revisionato ops
e se riuscirò a seguire i miei piani (?) dovremmo vederci tra due settimane... quindi boh, spero di riuscirci ywy
adieu~ 💞

×Flame×

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