Eragon entrò nella stanza.
<<Stai meglio?>> chiese all'elfa dai capelli neri seduta sul letto.
Arya annuì.
<<Se ha bisogno di qualcosa io sono nella stanza di fianco, ok?>>
Lei annuì ancora.
<<Sei sicura di star bene?>>
<<Si, scusa sto solo... pensando>> si giustificò l'elfa.
Eragon allora si avvicinò e si sedette sul letto di fianco a lei.
<<Posso sapere a cosa?>>
<<Alla pace. Se mai arriverà, io, cosa farò? Certo, sistemerò le cose ad Ellesmera e nel resto del mio regno, consoliderò il mio potere, ma poi?>>
Eragon la guardò, cercando di capiro dove volesse andare a parare.
L'elfa abbassò lo sguardo.
<<Io ho ucciso milioni di persone, ho scossato migliaia di frecce, sguainato la spada migliardi di volte, ho ferito interi eserciti... a volte mi chiedo come farò ad andare avanti dopo che verrà ristabilita la pace... bah, sto iniziando a pensare quasi come avrebbero fatto gli imperiali tempo fa!>>
Eragon sorrise.
<<Vedrai che troverai il modo di passare il tempo, una volta che tutto questo sarà finito. Tu lo trovi sempre il modo>>

Era notte fonda, ma Arya non riusciva a dormire.
Sarebbe andata da Firnien ma dormiva.
Così fece per andare in salotto.
Trovò la porta socchiusa.
"Strano" pensò.
All'improvviso sentì delle voci.
<<O ce la consegnate ora, o dovremmo ricorrere alla forza. Il mio signore aspetta solo un mio segnale per armare l'esercito>> sentì dire da un a voce sconosciuta.
<<Mai. E ora vattene!>> sentì esclamare la voce di Eragon.
<<Lo avete voluto voi, Cavaliere. Avete fatto mele, molto male a non consegnarci Arya Dröttning>>
L'elfa irrigidì sentendo il suo nome.
Maledisse la camicia da notte di pizzo, che la rendeva impacciata, impedendole di entrare in azione.
<<Ho. Detto. Vattene. SUBITO!>>.
Sentì il rumore di passi, la porta che si apriva e si richiedeva.
Aspettò qualche secondo poi, aprì la porta.
<<Chi era?>> chiese rigida l'elfa.
Eragon la guardò stupito poi rispose: <<Non lo so, ma di certo non vuole aiutarci!>>