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Avere la consapevolezza di poter vivere per anni, decenni, secoli, senza mai invecchiare o sentire il peso degli anni per alcune persone potrebbe essere un sogno che si avvera, per altri un incubo che fa breccia nella propria esistenza. Non c'è una risposta certa alla domanda "vorresti essere immortale?", perché è una cosa talmente personale da essere indecifrabile: solo chi ci è passato può saperlo, ma allo stesso tempo non potrebbe tornare indietro per paragonale la mortalità all'immortalità. C'è chi lo diventa, come le creature della notte per eccellenza, i vampiri, e chi ci nasce, come gli stregoni; si trovano in questa situazione fin dalla nascita, perciò non conoscono minimamente l'altro lato della medaglia. Non sempre essere potenti o consapevoli è una cosa immediata, positiva, spesso tutto ciò arriva con il tempo, o può benissimo non arrivare mai. Per quanto Isaac, soprattutto in giovane età, sia stato contenuto -per evitargli una vita nell'ombra, da solo, tra i nascosti- alla fine le sue abilità magiche erano destinate a fuoriuscire in qualche modo, destando gli sguardi increduli o spaventati di tutta la sua comunità. È una dote inevitabile, è questione di sangue, di discendenza, e come le proprie caratteristiche nemmeno i genitori si scelgono, è una questione di fortuna. Nel suo caso poteva anche andargli peggio, almeno uno dei due sembrava essere una persona per bene, l'unico che ha conosciuto per lo meno, sua madre.

Ironico il fatto che il suo nome derivi da un antico manufatto mondano, quale la Bibbia, pur essendo lui la progenie di uno dei Demoni Superiori di Edom. Isaac, infatti, Γ¨ la variante inglese del nome biblico Isacco, il quale deriva a sua volta dall'ebraico Yitzchaq o Yitzhaq (Χ™Φ΄Χ¦Φ°Χ—ΦΈΧ§). Nell'Antico Testamento questo nome fu portato dal patriarca Isacco, figlio di Abramo e Sara e padre di EsaΓΉ e Giacobbe. Secondo la tradizione avrebbe il significato di "colui che ride", "egli gioirΓ ", "risata" oppure "possa Dio sorridere" (dall'ebraico "tsakhΓ‘k/Χ¦ΦΈΧ—Φ·Χ§" = ridere).

In realtà questo non è stato scelto a caso, da un giorno all'altro, ma è stato attentamente studiato dalla madre, affinchè potesse sembrare un nome più mondano possibile, dato che prima o poi -data la sua natura demoniaca- sarebbe stato costretto a lasciare l'Istituto di Londra, dove in realtà visse anche più del previsto. Anche il cognome non è stata una scelta casuale, perché sì, nel suo caso è stata una vera e propria scelta; come già detto, la famiglia di Isaac non era del tutto convenzionale, non poteva di certo prendere il cognome del padre, dato che egli non ne aveva uno, e la madre apparentemente non aveva un compagno. Essendo i primi anni del '900, da donna autoritaria qual era, non poteva di certo lasciar pensare il fatto che suo figlio fosse il frutto di un'unica notte, non poteva di certo dargli il suo cognome. Fare un figlio doveva essere un atto d'amore importante e dato che gli Shadowhunters si innamorano una sola volta, per la vita, sarebbe stato troppo disonorevole. La scelta più ovvia fu concedere al figlio il cognome di uno dei suoi alleati più fidati, caduto in battaglia solo poche settimane prima; sui due giravano parecchie voci, tutte false ovviamente, ma la situazione avrebbe giocato di certo a suo favore e nessuno avrebbe potuto testimoniare il contrario. Così fu Isaac Coleman, figlio di Leonore e Felix Coleman.

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𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒. 𝗋𝖾𝗉𝖾𝖺𝗍, 𝗋𝖾𝗉𝖾𝖺𝗍, 𝗋𝖾𝗉𝖾𝖺𝗍. 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝖺𝗅𝗅 𝖽𝖺𝗒, 𝗋𝖾𝗉𝖾𝖺𝗍.

ΰΌ„ π—Œπ–Όπ—ˆπ—‹π—‰π—‚π—ˆ ΰΌ„ lo si trova in un periodo freddo, umido e in pieno autunno, quando ormai tutto Γ¨ a risposo: le foglie stanno macerando in terra e le piante si stagliano nude e scheletriche sullo sfondo nebbioso del cielo. Questo segno d'acqua non Γ¨ come gli altri, freschi e vivaci: l'acqua rappresentata da questo segno Γ¨ ferma, ma nasconde sotto la superficie turbini e fremiti; un'acqua palustre che dagli antichi veniva considerata sacra, ricca di vita e poteri magici.
Il buio, in questo periodo dell'anno, si fa piΓΉ presente rispetto alle ore di luce.

I giorni si accorciano e la natura si addormenta lasciando che le piogge e le foglie ormai cadute gli donino nuovo nutrimento. Il segno dello Scorpione, quindi, sebbene accostato alle tenebre e alla morte, assume anche il significato di nutrimento e vita per una futura rinascita. Un nato sotto questo segno Γ¨ sempre al centro dell'attenzione, con un fascino che attira le persone come la Luna attira le maree. Riesce con arguzia e intelligenza a mantenere vivo l'interesse nei suoi confronti, anche se ogni tanto sa ferire con la sua lingua tagliente.

Molto possessivo e poco altruista, non da consigli se non sono espressamente richiesti. Grazie alla sua memoria quasi da record riesce sempre a perseguire i suoi scopi, ma purtroppo, a volte, non riesce a dimenticare i torti e il rancore lo puΓ² portare ad azioni poco corrette. Inoltre, questo suo rimuginare lo puΓ² trascinare in problemi di natura psicosomatica. Non si puΓ² mettere uno Scorpione nell'angolo, deve essere il protagonista.

I nati sotto il segno dello Scorpione soffrono di una gelosia quasi morbosa per il proprio partner, tanto da far sfociare le proprie paure in vere e proprie crisi di ansia. L'emotività di questo segno si traduce in un amore affettuoso che riesce a far tirar fuori il meglio per donarlo al partner. È piuttosto facile, ripercorrendo la vita dello Scorpione, trovare relazioni non andate a buon fine che lo hanno segnato profondamente. Forse, però, proprio grazie a queste riesce a far provare emozioni forti tra una scenata di gelosia e l'altra.

"𝖲𝖾 𝗏𝖺𝗂 𝖺 π—Œπ–»π–Ίπ—π—π–Ύπ—‹π–Ύ 𝗂𝗅 π—†π—Žπ—Œπ—ˆ π–Όπ—ˆπ—‡π—π—‹π—ˆ π—Žπ—‡ π—†π—Žπ—‹π—ˆ π—‰π—Œπ—‚π–Όπ—π—‚π–Όπ—ˆ 𝗍𝗂 π—‹π—‚π—π—‹π—ˆπ—π—‚ 𝖽𝖾𝗂 𝗅𝗂𝗏𝗂𝖽𝗂 π—‰π—Œπ—‚π–Όπ—π—‚π–Όπ—‚ π—ˆ π—Žπ—‡ π—‡π–Ίπ—Œπ—ˆ π—‹π—ˆπ—π—π—ˆ π—‰π—Œπ—‚π–Όπ—π—‚π–Όπ—ˆ?"

Sicuramente la pressione di essere "il figlio del Capo di uno degli Istituti piΓΉ influenti al mondo" ha pesato sulle spalle del giovane, anche dal punto di vista delle apparenze. Un bravo shadowhunter deve provvedere in tutto e per tutto, deve sottostare a delle regole, nel suo caso anche per quanto riguardava l'aspetto fisico. Era il suo corpo che gli consentiva di fare ciΓ² che faceva, seppur per un periodo limitato nel suo caso; perciΓ², doveva essere impeccabile dal punto di vista prestazionale. Inutile dire che per un po' divenne una vera e propria fissa, giΓ  da poco piΓΉ che bambino passava piΓΉ ore nel salone di allenamento che altrove; questo non solo non gli ha giovato come ragazzino, ma ha anche influito sullo sviluppo dei propri poteri, i quali non hanno avuto il tempo necessario e le risorse per essere allenati anch'essi gradualmente.

Solo più avanti con l'età questa sua forma fisica gli fu utile e non solo per ammaliare qualche mondano; forse sua madre aveva ragione, non poteva contare solamente sulle sue abilità magiche, sono un qualcosa di troppo labile -seppur potente- aveva bisogno anche di una grande consapevolezza del proprio corpo. E così è stato. Si può dire che una conseguenza di questa sua tendenza sia un fisico ben piazzato, seppur non troppo scolpito, nei limiti. Alla fine, gli è utile fino ad un certo punto, più che altro ormai l'allenamento non è più un'ossessione come prima, alla ricerca della perfezione, ora è semplicemente una valvola di sfogo, la quale non può essere ricercata nella potenza magica, ma nel suo caso solo in quella fisica. Sicuramente il suo corpo è stato temprato anche dalla guerra, seppur non troppo fisicamente, piuttosto per quanto riguarda la resistenza; sì, era abituato a lavorare in quel modo, ma nei conflitti -soprattutto in uno come quello in cui ha combattuto- è tutto diverso, imprevedibile, e non si può far sempre e solo conto sulla magia, soprattutto circondato da mondani.

Per il resto, fisicamente parlando, appare come un giovane adulto nella media, alto poco più di un metro e ottanta. Da questo punto di vista ha preso ben poco dalla madre, se non il taglio degli occhi; questi, grigio-azzurri, sono molto fini e taglienti, proprio come quelli della donna. Essi tendono ad essere particolarmente espressivi, soprattutto nei momenti meno opportuni; spesso rimangono socchiusi, in cerca di domande, ma quando si spalancano generano quasi timore. Si dice che "gli occhi siano il riflesso dell'anima" e in un certo senso è così, prima lo stato d'animo di qualcuno lo si percepisce dallo sguardo; eppure, guardandosi allo specchio il moro non riesce a vedere niente, è come se questa sua anima fosse offuscata da un velo, un velo che non gli lasciasse intravedere davvero dentro di sé. Il viso, squadrato, è ornato anche da una folta chioma di capelli castani, tenuti appositamente un po' più lunghi rispetto a quando era un ragazzo; infatti, anche se all'apparenza Isaac sembra poco meno che un adulto, non pare superare i 25 anni di età, in realtà è un essere molto più longevo. Come già visto, per gli stregoni come lui il concetto di età è molto labile e malleabile.

L'unica cosa che negli anni non è mutata minimamente è il suo gusto nel vestire; infatti sembrare impeccabile in tutto e per tutto, in ogni occasione, è sempre stata una prerogativa, anche dopo aver abbandonato l'Istituto di Londra. L'eleganza è necessaria, sia per farsi rispettare, sia per incutere una certa autorità. Uscire di casa con i capelli in disordine o con il completo sgualcito è un atto indicibile, dal suo modesto punto di vista. I colori che preferisce indossare sono il borgogna e il nero, il colore dell'eleganza per eccellenza, ma anche l'oro è ben gradito, soprattutto per quanto riguarda gli accessori. Se c'è una cosa da cui non si separa mai è un orologio; lo tiene sempre al polso, un po' per ricordarsi di essere puntuale, ma più che altro è importante per lui essendo un cimelio di famiglia: lo aiuta a mantenere i piedi per terra, a tenersi a contatto con la sua parte più "umana". In realtà in origine era un orologio da taschino, semplicemente ha fatto sì di adattarlo ai tempi, facendolo incastonare in un cinturino un po' più moderno.

Per quanto teoricamente sia un essere immortale, Isaac non Γ¨ invulnerabile, o meglio, non ha sempre avuto la facoltΓ  di auto-curarsi con la magia, Γ¨ stato un processo graduale che ha imparato negli anni; essendo sua madre una shadowhunter non aveva la minima idea di come la magia funzionasse; quindi non poteva di certo aiutarlo, e d'altra parte temeva di fargli del male disegnandogli una runa di guarigione. Pertanto, quel lato della sua vita, soprattutto nell'infanzia, fu uno dei piΓΉ normali: poteva cadere e farsi male come tutti i bambini mondani, sbucciarsi un ginocchio, graffiarsi, avere cicatrici. Proprio una di queste se l'Γ¨ procurata durante uno dei suoi viaggi, alla ricerca del controllo della propria magia e di qualcuno che lo aiutasse con quest'ultima: durante lo scontro improvviso con un demone, in Baviera, si Γ¨ procurato una cicatrice piuttosto considerevole, che gli percorre tutto il fianco destro. Per fortuna Γ¨ poi riuscito a trovare riparo e a farsi curare, in un normale ospedale mondano. Volendo, tramite un incantesimo, potrebbe togliersela, oppure oscurarla, ma preferisce vederla ogni giorno, per ricordarsi che nonostante la longevitΓ , puΓ² ferirsi e anche andare oltre.

Ha persino una voglia molto particolare, di colore quasi violaceo, dietro l'orecchio sinistro; sembrerebbe quasi una mezzaluna. Nonostante ciò, però, non pare avere nessun marchio distintivo, il quale di solito è sempre presente negli stregoni, li identifica e li lega al loro genitore demoniaco. La sua situazione però è un po' particolare, ha il sangue sì di un demone, ma nel suo corpo scorre anche quello di uno shadowhunter: la cosa ironica è che nonostante ciò, o proprio per questo, non possiede né rune né il marchio. Parrebbe appartenere a tutti e due i mondi, ma allo stesso tempo non far parte di nessuno di essi. Ciò lo porterà ad un'enorme crisi esistenziale, in particolare durante il periodo dell'adolescenza, che in realtà probabilmente non avrà mai una vera e propria fine.

Se c'è una qualità caratteriale che Isaac ha ereditato e acquisito durante la sua permanenza all'Istituto di Londra, sicuramente è l'essere ligio al dovere e alle regole; dopotutto l'educazione che ha avuto, fin da piccolo, è stata come quella di tutti gli altri shadowhunters, senza eccezioni o  aggiunte. Inoltre, essendo il figlio del capo dell'Istituto, la sua situazione fu ancora più dura e pressante. Niente viene accettato al di fuori della perfezione. Tutto ciò si rispecchia inevitabilmente anche sul suo carattere: aver avuto tutte quelle responsabilità, e non averle potute soddisfare, l'ha reso sempre più paranoico e fisso sui propri obbiettivi, lasciando da parte ogni altro aspetto della propria vita. È sì una persona estremamente leale, ma quando si tratta di rispettare le leggi o la parola data, è sempre una tortura.

Si sa, gli stregoni sono creature solitarie, non girano in branchi come i lupi mannari, o in clan come vampiri e le fate, molto spesso se ne stanno per conto loro, tranne in rari casi. Ecco, Isaac non Γ¨ assolutamente una delle eccezioni a questa regola, infatti una volta staccatosi dalla propria casa ha iniziato ad allontanarsi ancora di piΓΉ da quel tipo di affetti, privandosene quasi totalmente. Probabilmente l'unico vero amico che ritenesse tale lo vide per l'ultima volta proprio all'interno dell'Istituto; l'allontanamento era inevitabile, nonostante fosse l'unico lΓ  dentro che non lo ritenesse un mostro, l'unico che se ne avesse avuto la possibilitΓ  sarebbe potuto diventare il suo parabatai. Ma il destino aveva altri piani per Isaac.

Come ha imparato con il tempo, i legami affettivi la maggior parte delle volte sono una distrazione dai propri doveri, un intralcio, una debolezza; ciΓ² gli Γ¨ stato dimostrato il giorno stesso in cui ha dovuto abbandonare l'Istituto, in seguito alla rivelazione del suo segreto e alla derunizzazione della madre. Ecco, per quanto la prima situazione fosse anche accettabile, la seconda per Isaac non lo era affatto: quella donna aveva lottato tutta la sua vita per la loro comunitΓ , per combattere l'oscuritΓ , era una delle persone piΓΉ influenti del mondo nascosto, e loro l'avevano punita a causa dell'amore che provava nei confronti del figlio. Non era giusto. Era la prima regola che ritenesse stupida in tutta la sua breve esistenza; anzi, di solito spesso e volentieri metteva le leggi al di sopra della propria moralitΓ .

Questo suo essere solitario gli ha sì fatto bene, per un certo periodo gli ha permesso di imparare a conoscere sé stesso, ma è anche uno dei suoi più grandi difetti: ciò lo ha reso sempre più diffidente nei confronti del prossimo. A causa di tutti questi fattori Isaac a livello emotivo e relazionale ha tanta esperienza quanta ne avrebbe un bambino di cinque anni; finché si tratta di trattenere le emozioni, di mantenere la calma, è un prodigio, mentre nel lasciarsi andare il moro lascia abbastanza a desiderare. Non dico che non abbia avuto delle prime esperienze, come tutti i ragazzi alcune cose sono accadute, però non si è mai legato veramente a qualcuno da quel punto di vista, emotivamente parlando.

Inoltre, il suo precludere la fuoriuscita delle proprie emozioni, proprio come nel caso di sua madre, non gli ha mai giovato troppo e, unito alla sua poca esperienza nel dimostrarle...tutto ciΓ² lo rende una vera e propria bomba ad orologeria, pronta ad esplodere da un momento all'altro, senza preavviso. Questa sua tendenza non Γ¨ sempre un male, gli permette di non essere sopraffatto dai sentimenti, di seguire la logica e di non essere impulsivo, cose che nella vita di uno stregone sono estremamente importanti, fondamentali; lasciarsi andare troppo gli mette un po' di timore: Γ¨ relativamente giovane, chissΓ  cosa potrebbe succedere ai suoi poteri nel mentre...- perdere il controllo non Γ¨ mai stata un'opzione per Isaac, anche quando non aveva scelta.

Nonostante tutto, non vuol dire che lui non provi niente per nessuno o non abbia sentimenti, anzi, non li dimostra spesso -soprattutto quelli negativi- ma ne possiede un mare, tutto da esplorare. Ha in primis un grande senso del dovere e del sacrificio verso la sua comunità; alla fine ha un grande cuore, sempre in espansione. Questa sua qualità di mantenere dentro tutto ciò che prova può essergli molto utile, soprattutto durante le liti o le discussioni: esprime sì ogni cosa che pensa, ma utilizzando i toni giusti, con la dovuta calma, senza fare sfuriate inutili. Anche se apparentemente non ne sembra turbato, tutti i rancori però se li lega al dito, li nasconde in un cassetto, per poi tirarli fuori e lasciarli liberi a tempo debito. Gli piace vincere le discussioni, aver ragione -altrimenti non avrebbe scelto di diventare avvocato- sempre però mantenendo la sua caratteristica fermezza; da qui si può notare la tremenda testardaggine dello stregone, che alle volte può essergli utile e mentre altre finisce per ostacolarlo.
La sua dialettica, il suo modo di parlare, sono tutti tasselli che lo rendono parecchio persuasivo: come dicono alcuni "riuscirebbe a far credere ai pesci di non essere fatti per nuotare".

Come ben visto, Isaac ha più qualità da essere umano o da shadowhunter rispetto che da stregone, o almeno così crede. Nonostante abbia viaggiato in lungo e in largo per incrementare le proprie doti magiche, non si è dimenticato le proprie origini. Per quanto sia dotato di grandi poteri, ancora oggi preferisce la lotta corpo a corpo come difesa, gli è sempre piaciuta. Sentire di avere il controllo sul corpo di un'altra persona, solo toccandola, è qualcosa di indescrivibile; con la magia è tutto diverso, è quasi come se fosse una guerra di posizione, un arciere nascosto nella boscaglia pronto a scoccare la sua freccia avvelenata...non c'è il brivido del pericolo. Venire cresciuto da sua madre, sotto questo punto di vista, è stata una vera e propria fortuna: non è solo uno stregone, non può fare affidamento solo sul proprio lato oscuro, nel suo sangue scorre anche una piccola parte di materia angelica, non può ignorarlo.

Viaggiando tanto, soprattutto negli anni della prima età adulta, ha visitato innumerevoli posti in tutto il mondo, passando di nazione in nazione, senza mai però fermarsi troppo a lungo. Questo fatto, assieme alla sua diffidenza, ha fatto sì che Isaac spesso si presentasse con nomi diversi, doveva avere molta inventiva; tanto quelle persone probabilmente non le avrebbe mai più incontrate, quindi tanto valeva, almeno non avrebbe rischiato di far conoscere in giro la sua vera identità di stregone. Quello che gli piaceva utilizzare di più era "Sebastian", aveva un qualcosa di...non lo sapeva...cavalleresco forse?

Il suo continuo spostamento non era causato dal voler conoscere persone nuove, o meglio sì, ma solo se queste avessero una certa padronanza della magia; infatti, era intento a ritrovare sé stesso, a conoscere di più sulla propria natura e di quello che doveva essere suo padre. A quanto pare era conosciuto con il nome di Belial; fece tante ricerche su di lui, più inutili che altro, soprattutto quando provava a cercare tra le fonti mondane. La sua continua ricerca, inizialmente, lo ha fatto avvicinare alle arti dell'occulto, un mondo che personalmente avrebbe preferito non conoscere mai. Fu un periodo abbastanza breve quello, in seguito ad alcuni avvenimenti; non bisognerebbe giocare con ciò che non si conosce, con entità che non dovrebbero nemmeno mai essere conosciute.

Il suo viaggio nella conoscenza per ora sembra essersi arrestato -quasi cinquant'anni devono essergli bastati ad imparare qualcosa- dato che negli anni '80 ha deciso di trasferirsi stabilmente nell'unica cittΓ  che gli pareva esser degna di tale onore, New York. Nonostante la sua ritrovata sedentarietΓ , Isaac non ha mai messo fine alle vecchie abitudini, tanto che ogni sera si reca ancora sul tetto di casa per osservare il cielo notturno; per quanto questo possa spostarsi, mutare, essere falsato dalla distanza tra i pianeti, Γ¨ l'unica cosa ad essere rimasta fissa nella sua vita. Non puΓ² sparire, non puΓ² morire, non puΓ² abbandonarlo nemmeno quando sale la nebbia. Coricato sulle tegole, appena di lato alla propria terrazza, sta ore e ore ad ammirare le stelle; ogni tanto utilizza anche un cannocchiale, ma di solito preferisce fare da sΓ©. Essendo un vizio che ha da tanto tempo, un gesto che faceva anche tutte le notti in ogni suo viaggio, conosce praticamente a memoria qualsiasi cosa che riguardi l'ambito dell'astronomia. Quello Γ¨ un momento tutto suo, di intimitΓ , in cui puΓ² finalmente lasciare andare tutte le ansie e le tensioni della giornata.

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Il 21 novembre 1916, pochi anni dopo il naufragio del Titanic, un'altra tragedia simile avvenne nel mar Mediterraneo; ancora una volta coinvolse una nave inglese, di tipo ospedaliero, affondandola completamente, il Britannic. Il tutto fu causato da una mina, piazzata durante la Prima guerra mondiale, che portΓ² il naviglio ad arenarsi sul fondale marino. In corrispondenza a questo drammatico evento, su suolo inglese nasceva Isaac, proprio nelle ore mattutine; sui giornali nei giorni successivi non si parlava d'altro che dell'accaduto, il timore che un evento come quello del 1912 fosse di nuovo possibile era ancora molto radicato nell'aria. E mentre un giovane donna dava l'ultima spinta per far nascere il suo bambino, finendo di patire, dall'altra parte del continente la sofferenza era solo all'inizio. Certo, le vittime erano in numero nettamente inferiore rispetto a quelle del Titanic, ma la paura di sicuro non cessava. Tante vite si spensero, mentre un piccolo miracolo si stava accendendo.

Per quanto sia una pura coincidenza, il tutto Γ¨ dolorosamente poetico. Quello del piccolo Coleman fu perΓ² davvero un qualcosa di molto simile ad un miracolo, il suo era un caso piΓΉ unico che raro: di esemplari come lui ce n'erano talmente pochi nella storia da non poterli nemmeno contare su tutte le dita di una mano, ma Leonore se ne sarebbe accorta solamente troppo tardi. Era rimasta incinta proprio durante il boom della sua carriera lavorativa -era salita a capo dell'Istituto di Londra a malapena da un paio d'anni- e per di piΓΉ l'identitΓ  del padre era quasi del tutto ignota. Non poteva di certo permettersi che uno scandalo del genere divampasse e le distruggesse l'onore; giΓ  farsi strada nel mondo in quanto donna era abbastanza arduo, sfigurare non era un'opzione. Pertanto, come giΓ  accennato, la falsa identitΓ  del padre di questo bambino fu assegnata ad un suo caro collega, Felix Coleman, il quale era venuto a mancare proprio poco tempo prima, con onore, a causa di un'imboscata; sui due giravano giΓ  molte voci, chiaramente infondate; pertanto, fu abbastanza semplice per la donna macchinare questo suo piccolo ingegno.

Ne andava anche della dignità di suo figlio, che ne sarebbe stato della sua vita se fosse cresciuto con una reputazione del genere, di figlio di nessuno, con una madre che pareva essere andata a letto, fuori dal matrimonio, con il primo che aveva trovato? Di certo non era il primo, ma sarebbe stato l'ultimo. Nemmeno lei sapeva come avesse fatto a cacciarsi in un simile guaio, le sembrava quasi un qualcosa di impossibile, a cui non avrebbe potuto resistere, di inevitabile. Solo pochi anni dopo avrebbe scoperto che quella notte, per certi versi, quel suo sentore aveva ragione: resistere alla persuasione di un demone così potente sarebbe risultato difficile per chiunque. Crescere con un esempio relazionale praticamente nullo al piccolo Isaac non giovò né aggiunse valore al suo bagaglio emozionale. Una sola notte di passione portò all'inizio della rovina della giovane Leonore, ai tempi appena venticinquenne, la quale si ritrovò sopraffatta da tutta la situazione, ma mai se ne pentì; per quanto la sua nascita fosse inizialmente del tutto indesiderata e avesse portato tanto scompiglio, lo amava.

Crescere un figlio da sola per lei non fu affatto facile, ma ciΓ² che avvenne in seguito non se lo sarebbe mai potuto immaginare; Isaac, infatti, contrariamente ad altri bambini, non iniziΓ² a presentare segni delle sue doti magiche precocemente, anzi, i suoi poteri iniziarono a manifestarsi non prima degli otto anni, pertanto, la sua infanzia fu del tutto tranquilla e serena, per quanto possa esserlo quella di un futuro shadowhunter. Passava sempre troppo poco tempo con la madre, a detta sua, costantemente impegnata a svolgere il proprio dovere. Ma non la biasimava. Certo, nel primo anno di vita aveva logicamente dovuto abbandonare l'ufficio, in modo temporaneo, giusto per ambientarsi; ma con il passare dei giorni, quell'unico compito le stava troppo stretto; perciΓ² il bambino venne per lo piΓΉ affidato ad una tata o piΓΉ saltuariamente ad altri shadowhunter fuori servizio. Alla fine, a detta di tutti, era il figlio di due dei piΓΉ valorosi shadowhunter dell'ultimo periodo, chiunque avrebbe fatto a Leonore questo favore, con gioia.

Tutto sommato passare le giornate a scorrazzare per l'Istituto era un bel passatempo, ancora prima di iniziare a camminare in autonomia; lì di bambini non ce n'erano praticamente; quindi, diciamo che fosse anche un po' viziato, da tutti eccetto che dalla madre. Crescendo, col tempo, iniziarono ad arrivare anche nuovi ragazzi come lui, più o meno, intenti a continuare il loro percorso per diventare shadowhunters a tutti gli effetti. Nel frattempo, anche i poteri di Isaac avevano iniziato a prendere piede, anche se sia lui che Leonore cercassero di nasconderli, di camuffarli, per evitare di essere scoperti. Per un po' di anni lo stratagemma funzionò, a discapito del ragazzino, riuscì a reprimerli il più possibile: ne era conscio, la donna glielo aveva detto, era una questione vitale.

Per quanto ne fosse inizialmente meravigliato, il moro iniziΓ² presto a disinteressarsi delle proprie abilitΓ  magiche, concentrandosi sull'addestramento. Era la prima volta che aveva contatti con il mondo esterno, con altri ragazzi piΓΉ o meno della sua etΓ , la maggior parte di loro proveniva direttamente da Alicante. Durante quel periodo imparΓ² molte cose, non solo la storia del suo popolo, ma anche diverse tecniche di combattimento; Γ¨ sempre stato particolarmente bravo nella lotta corpo a corpo, era la sua preferita per via dell'estremo contatto con l'avversario. E poi gli riusciva abbastanza facilmente, certo, dopo un duro allenamento. Nello specifico ha iniziato ad affinare il combattimento con i pugnali; non Γ¨ mai riuscito ad ottenerne di suoi, non avendo mai raggiunto la fine di quel percorso, ma... ciΓ² non ha importanza, crescendo se ne Γ¨ fatti di suoi. Infatti, ancora dopo tanto tempo, pratica quest'arte, si allena giornalmente per evitare di perdere la sua tecnica, sempre utile nel caso in cui i suoi poteri decidessero di lasciarlo a piedi per chissΓ  quale mistico motivo.

Il suo addestramento durΓ² piΓΉ del previsto, ma meno di quanto richiesto; questo, infatti, terminΓ² abbastanza velocemente a causa di un evento improvviso, quando Isaac aveva all'incirca quindici anni. Un segreto di tale importanza non puΓ² rimanere nell'oscuritΓ  per sempre, soprattutto se riguarda un ragazzino curioso, con quasi nessun controllo dei propri poteri. Nonostante si cercasse di tenerli a bada, nascosti, piΓΉ di tanto lui e la madre, da soli non avrebbero potuto fare, e chiedere aiuto ad uno stregone piΓΉ esperto...nessuno avrebbe mai accettato una cosa simile. In circostanze storicamente misteriose, perciΓ², lo stratagemma venne svelato e le doti del giovane si mostrarono agli occhi di tutta la comunitΓ . Un tale oltraggio non poteva di certo rimanere impunito, quindici anni di menzogne. Ad Isaac non venne fatto nulla, dopotutto era solo un ragazzino, troppo piccolo per avere qualsiasi facoltΓ  di scelta, dicevano; anzi, gli proposero di rimanere a vivere nell'Istituto, solo perΓ² per il breve tempo in cui sarebbe cresciuto e diventato economicamente indipendente. Fu piΓΉ che altro una questione di dovere, oltre ad essere stato cresciuto in mezzo a quelle persone, era per metΓ  shadowhunter, per lo meno di sangue e discendenza. Con Leonore invece non furono tanto clementi, fu accusata di tradimento e costretta ad un processo di derunizzazione, dopo essere stata cacciata dalla sua stessa casa, per la quale aveva combattuto sin da ragazza.

Questa decisione per Isaac fu troppo, non era giusta, non aveva fatto nulla di male, aveva solo protetto suo figlio...e solo in seguito si accorse da chi lo stesse proteggendo, da loro. Non fu solo quella notizia a destabilizzare il ragazzo e di conseguenza i propri poteri: dopo la notizia qualcosa era cambiato. Ogni volta che si ritrovava a vagare per l'Istituto, nella quotidianità, si sentiva fissato, osservato, quasi come se non fosse vissuto lì per i precedenti quindici anni, come se fosse un estraneo, un mostro. Lo vedeva negli occhi di tutti, lo percepiva, tranne che in una persona, ma il pensiero positivo di un singolo non poteva di certo cancellare tutti gli altri. E quando arrivò la sentenza della madre, fu quello il vero momento in cui perse le staffe e non ci vide più. Anche se apparentemente gli avevano permesso l'alloggio, non ce la faceva più, doveva andarsene, gli aveva visti per quelli che erano; ma non fu una fuga indolore, tutt'altro. Non avendo il pieno controllo dei propri poteri, solo in seguito venne a sapere della scia che aveva lasciato dietro di sé; ad oggi è a conoscenza solo dei feriti di quella notte. La vita di Isaac si stravolse nel giro di una settimana. Prendendo quella scelta fu costretto anche ad abbandonare la madre, per un po' di tempo: prima di poter tornare a guardarla in faccia, voleva imparare a gestire la sua magia, averla sotto controllo. Si sentiva parecchio in colpa per tutto quello che le era successo, si riteneva responsabile.

Così iniziò il suo lungo viaggio verso l'ignoto, un salto nel buio. Leonore non prese bene nessuna delle due notizie, anche se l'allontanamento del figlio forse era quella più accettabile, nonostante fosse poco più che un ragazzino. Inizialmente lei perse un po' la testa, anche le speranze, non era di certo qualcosa di facile da processare: anni di lavoro andati persi, essere ritenuta una traditrice nonostante tutto. Ma con il tempo accettò la sua sorte, anche grazie ad un piccolo trucco di Isaac, mai rivelatole. Egli però non tornò mai più sotto il suo stesso tetto, anzi, si rividero solo altre due volte: quando il giovane la "aiutò" per l'appunto con il suo problema di accettazione e sul letto di morte, venuta a prendere la donna in tarda età. Quello non fu un periodo facile per Isaac, anzi, fu uno dei più bui, ma d'altra parte comprese che forse ciò fosse il meglio per lei.

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Tra questi due eventi cardine della vita di Isaac sono passati tanti anni, quasi mezzo secolo, decenni di scoperta, di viaggi, di misteri. Nel mentre di cose ne sono successe, posti nuovi da visitare, esperienze diverse e nuove conoscenze; queste ultime sono state in particolar modo fondamentali, per farlo crescere sia come persona, sia come stregone. È stato preso sotto l'ala di molte persone, soprattutto in giovane età, che l'hanno condotto man mano verso il suo futuro. Visitando molti paesi diversi, non stando mai fermo per troppo tempo, ha inoltre conosciuto tante culture diverse, masticandone i tratti più disparati. Di esperienze di vita ne ha fatte, nonostante sia abbastanza giovane per gli standard di uno stregone, ma ancora non ha intenzione di fermarsi. Ha inoltre imparato a non rinnegare i propri poteri, sopprimendoli otterrebbe solamente l'effetto contrario; il primo passo per poterli tenere sotto controllo è l'accettazione. Il suo percorso di vagabondaggio è continuato senza sosta per una cinquantina d'anni, anche se ha avuto nel mentre qualche intoppo. Tra questi uno dei più importanti fu certamente lo scoppio della Seconda guerra mondiale, verso la fine del 1939; ai tempi erano passati già diversi anni dall'allontanamento di Isaac dal suo paese natale e vi ci sarebbe ritornato proprio in quell'occasione. Decise di arruolarsi nell'esercito britannico, per lottare fianco a fianco con il suo popolo. Principalmente però era adibito alle retrovie, non volendo dare spettacolo nel caso avesse avuto intenzione di usare le proprie abilità; infatti, sul fronte, oltre ad essere più rischioso -per gli altri si intende- era anche molto facile che potesse perdere il controllo...e a nessuno sarebbe piaciuto assistere ad una scena simile. Perciò, nonostante le sue abili qualità da combattente, passava le giornate a curare i compagni negli ospedali da campo. Non era un medico militare, né alcun tipo di sanitario, ma si era spacciato per tale; voleva fare qualcosa di buono con la propria magia e quello era l'unico modo in cui potesse aiutare senza abusarne.

Furono degli anni molto duri, ne riporta ancora alcuni strascichi, ma con gli anni ha imparato la loro utilitΓ , quella di temprarlo e prepararlo per ciΓ² che sarebbe potuto arrivare in futuro. Vedere tutto quel male con i propri occhi l'ha anche aiutato a ritrovare quella morale ormai quasi del tutto perduta: forse qualche volta infrangere le regole Γ¨ la cosa giusta da fare. Probabilmente ne farΓ  tesoro. Un'altra cosa che ha imparato grazie a quell'esperienza, non sempre a suo favore perΓ², Γ¨ il non affezionarsi troppo alle persone, trattarle come tali, umanamente e niente di piΓΉ; ciΓ² sicuramente Γ¨ andato ad alimentare il suo naturale essere solitario e l'ha fatto chiudere ancora di piΓΉ in sΓ© stesso. Questo non vuol dire che non sia capace di creare affetti attorno a sΓ©, anzi, questi saranno ancora piΓΉ rari e importanti per Isaac; semplicemente, prima di potersi ritenere anche solo suo amico, bisogna aspettare tanto tempo e non abusare di certe parole. Capita alle volte che possa essere considerato qualcosa in piΓΉ da qualcuno, quando invece lui reputa quel qualcuno poco piΓΉ che un conoscente. Certi fraintendimenti con il moro sono quasi all'ordine del giorno.

Una volta terminata la guerra, quando fu finalmente congedato dal servizio, Isaac riprese a viaggiare, inseguendo mete sempre più lontane, con obbiettivi ancora più remoti. Forse uno dei suoi posti preferiti fu la Romania, non solo per l'ambientazione, ma in particolare lì incontrò uno dei suoi più grandi mentori, il quale gli insegnò moltissime cose a riguardo della propria magia e al Mondo delle Ombre. In quel paese rimase più tempo rispetto agli altri, ma mai quanto in america; infatti, terminato il suo lungo viaggio di ricerca, decise di stabilirsi negli Stati Uniti, circa nel periodo degli anni '80 del ventesimo secolo.

New York gli aveva letteralmente catturato il cuore, sin dalla prima volta che vi aveva pernottato, già tempo prima; lì aveva alcune conoscenze, che in qualche modo lo avrebbero aiutato anche sul lungo termine. La decisione di trasferirsi in modo stabile in un unico posto, dopo tutti quei decenni, non era una scelta facile, ma anche il più arduo dei ricercatori prima o poi deve riprendere fiato. New York gli sembrò il posto perfetto per ricominciare. Ormai, abitandoci sì e no da trent'anni, è diventata come la sua seconda casa. A proposito di casa, Isaac non ha badato molto a spese a riguardo, facendola costruire in uno dei quartieri più vistosi della città. Per quanto non gli piaccia troppo essere al centro dell'attenzione, si era fatto un nome anche lì, nascondersi non avrebbe giovato a nessuno, e poi lo sanno tutti: il posto migliore per nascondersi da occhi indiscreti è alla luce del sole. La sua villa, collocata su due piani e ornata da un ricco giardino, è abbastanza sfarzosa e ornamentale; come ho già detto non ha badato a spese, letteralmente. Ha cercato di distaccarsi dal classico skyline della città, sormontato da grattacieli. Dall'esterno sembra una qualsiasi abitazione di lusso, ma in realtà è più ampia di quanto si possa vedere, sia all'interno con i corridoi sotterranei, sia all'esterno, dove addirittura -tra le altre cose- chiunque abbia accesso al Downworld potrà imbattersi in un labirinto. Al suo interno si possono ritrovare tantissimi cimeli e artefatti magici, raccolti durante i viaggi di tutta una vita in giro per il mondo; queste antichità gli stanno parecchio a cuore, non sono solo oggetti, sono come amuleti per lui, delle sue esperienze di vita, ognuno serve a ricordargli qualcosa.

Tutto questo sfarzo non è stato possibile solo grazie alla magia, nonostante lo sia in gran parte, ma lì a New York Isaac si è costruito una vera e propria vita, contando anche il fatto che le sue origini non le conosce quasi nessuno, sembra vivere quasi nell'anonimato. La prima cosa che ha rivoluzionato di sé dopo essersi ambientato nel nuovo paese è stata la routine: passare da essere un viaggiatore, un vagabondo, a vivere le proprie giornate sempre nella stessa città...è un forte cambiamento. Questo non vuol dire che non viaggi, sia attraverso i portali sia sui mezzi mondani, ma stabilirsi, avere un posto da chiamare "casa", è tutta un'altra cosa. Per permettersi di fare ciò ha deciso di reinventarsi anche nel lavoro, dato che prima praticamente non ne aveva uno vero e proprio; frequentando un'università mondana ha intrapreso il percorso legale, finendo poi per diventare un avvocato a tutti gli effetti. Il fatto che fisicamente non sia cambiato di una virgola negli ultimi anni per ora non ha ancora destato scalpore e non lo farà, o meglio, il moro non lo permetterebbe.

La sua carriera ha subito spiccato il volo, facendolo entrare nella lista degli avvocati piΓΉ rinomati della cittΓ . Preferisce perΓ² soffermarsi per lo piΓΉ, quasi totalmente, sui casi dei Nascosti, della sua gente, dΓ  loro prioritΓ .; questa piccola clausola Γ¨ dettata soprattutto dal fatto di non voler dar troppo nell'occhio tra i mondani, pertanto, la posizione del suo studio legale Γ¨ nascosta agli occhi di questi.
Essendo un avvocato, per natura si definisce neutrale e anche nello scontro ideologico che sta avvenendo in questo ultimo periodo, tra il Circolo e alcuni gruppi di Nascosti, rimane tale.
CiΓ² non Γ¨ dipeso solo dalla morale di Isaac, ma anche dal fatto che si senta con un piede da tutti e due i lati della fossa; infatti, essendo per metΓ  shadowhunter e per metΓ  demone, un qualsiasi schieramento sarebbe secondo il suo giudizio una scelta sbagliata.
Incolpare i Nascosti ad ogni minimo accenno di malvagità, di morte o di disastro...questo sì, lo ritiene sbagliato; negli anni ha imparato a perdonare, in parte, la sua vecchia comunità, ma è convinto che nonostante l'apparente tolleranza non siano cambiati più di tanto. Per ora l'unica cosa che potrà fare sarà aspettare e vedere l'evolversi degli eventi, sperando che il tutto non si tramuti in un qualcosa di più grande.

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