29.

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L'uomo, che non poteva superare i trent'anni, guardò Sasuke da capo a piedi: "Che bel bocconcino si è scelto".

Il minore roteò gli occhi: "Sei tu l'altro molestatore?" chiese, ricordando quello che gli aveva detto Orochimaru tempo prima.

"Sì, ma non ti preoccupare, sono etero. Mi intrighi, ma non in quel senso. Sembri interessante".

Sasuke: "Chi sei?".

"Kabuto Yakushi, piacere".

Sasuke: "Per me non è un piacere conoscerti. Dov'è l'altro?".

Kabuto: "Che acido..." disse facendogli spazio per farlo entrare. "È di cattivo umore".

Sasuke: "Me ne sono accorto".

Kabuto: "Non gli riesce un esperimento".

Entrambi entrarono nella suddetta stanza degli esperimenti e di sicuro il più piccolo non si aspettava minimamente di trovare Orochimaru alle prese nell'ispezionare un corpo morto, di cui però il viso era coperto.
Non era il tipo di persona che si scandalizzava per questo genere di cose, ma in quel momento non poté fare nulla se non restare scioccato.

Orochimaru si accorse della loro presenza e fece un ghigno malizioso: "Impaziente, Sasuke?".

L'Uchiha si riprese subito: "No, ma dovevo studiare e so che qua c'è sempre silenzio".

Orochiamaru: "Kabuto, portalo nella mia stanza. Dopo... Ci penso io".

Kabuto: "Certo".

Sasuke quei due proprio non li capiva. Ma decise di smettere di farsi domande sullo strano comportamento di entrambi e si limitò a seguire Kabuto.

"Stai qua e non toccare nulla, il maestro potrebbe arrabbiarsi".

Sasuke: "Maestro?".

Kabuto: "Eh sì" disse mettendosi una mano dietro la testa sorridendo. "Sto ampliando le mie conoscenze nell'ambito della medicina e della chirurgia con lui".

Sasuke: "È così tanto bravo?".

Kabuto annuì: "Studia questo da quando aveva dodici anni. È il migliore. A volte penso proprio che sia lui il killer, sai... Sostanze chimiche".

Sasuke: "Eppure non è lui".

Kabuto alzò un sopracciglio, notando la sicurezza con il quale disse quella frase: "Come fai a dirlo?".

Sasuke: "Era con me, a meno che non si sappia sdoppiare".

Kabuto sorrise impercettibilmente, lo avrebbe tenuto sotto controllo. Lo salutò raccomandandogli un'ultima volta di lasciare tutto al suo posto e uscì dalla stanza lasciandolo da solo.

Sasuke si accertò che si fosse allontanato e subito dopo si mise a cercare qualcosa che potesse servirgli.

In un cassetto trovò un foglio con su scritto il nome di Naruto. Di nuovo. Anche nel pezzo di carta ritrovato alla villa c'era il nome del dobe. Che fosse il prossimo bersaglio lo aveva capito, ma perché?

Un riscatto, aveva detto il padre. Ma non doveva succedere.

Sospirò e mise il foglietto nel suo zaino. Non avrebbe dovuto prenderlo, ma poco importava. Quando avvertì dei passi più vicini finse di ripetere un argomento di storia.

La porta si aprì e notò Orochimaru con indosso solo dei boxer. Quest'ultimo lo squadrò per bene prima di dirgli di fare uno spogliarello.

L'Uchiha, indignato da quella proposta, sbottò: "Non sono uno spogliarellista, è già tanto se vado a letto con te. Non mi sottoporrò anche a questa umiliazione".

Orochimaru gli si avvicinò, lo prese per il braccio e lo buttò malamente sul letto. Lo sovrastò con il suo peso e gli si avvicinò tanto da restargli a pochi centimetri dal volto: "Forse non hai capito che qui comando io e tu obbedisci. Ho propria voglia di vederti spogliare per me".

Sasuke: "Scordatelo".

Il più grande lo rigirò, premendogli il viso contro il materasso. Poi lo afferrò dalla vita sbottonandogli i pantaloni. Con un gesto rapido e secco glieli tolse, facendo lo stesso anche con i boxer.

Orochimaru: "Quindi non mi vuoi accontentare?" chiese mentre con una mano gli tastava il fondoschiena sodo, che da lì a poco avrebbe preso ad arrossarsi. Infatti, dopo l'ennesimo rifiuto da parte dell'Uchiha, iniziò a sculacciarlo con forza.

Era una punizione a dir poco umiliante, forse più dello spogliarello, ma in quel momento il dolore sovrastava tutto. In un secondo Sasuke si ritrovò a pensare che il dolore era aumentato notevolmente: il giusto tempo e capì che aveva smesso con le mani e stava usando una cintura. Strinse i pugni, questo era decisamente troppo.

Sasuke: "Sadico bastardo..." disse a denti stretti.

Orochimaru smise e si abbassò sul suo corpo: "Lo so" gli sussurrò, per poi baciargli il collo.

Venne bruscamente interrotto da una chiamata in arrivo. Ma non era per lui. Quello che suonava era infatti il telefono di Sasuke. Senza nemmeno il permesso del più piccolo rifiutò e lo spense.

Sasuke: "E se era importante?".

Orochimaru: "Basta parlare, Sasuke. Ora voglio sentirti urlare... Ma".

Il moro alzò un sopracciglio: "Ma?".

Orochimaru: "Fammi eccitare prima".

Sasuke: "Sei già eccitato" gli fece notare, sentendo la sua erezione aderire proprio sul fondoschiena.

Orochimaru: "Ottima osservazione" disse alzandosi con il busto, giusto per poter far girare Sasuke in posizione supina. "Togliti la maglietta".

L'altro fece come gli era stato detto e ora si trovava completamente nudo, sotto di lui. Non era la prima volta, questo era vero, ma non si era mai preso così tanto tempo prima di scoparselo. Sembrava quasi che se lo stesse gustando.

Gli occhi verdi del maggiore scrutavano attentamente quel corpo ben allenato. Si soffermò sul membro, era molto dotato e questo lo eccitava ancor di più. "Girati".

L'Uchiha lo assecondò. Era imbarazzato, ma voleva che tutto finisse in fretta, se avrebbe opposto resistenza non osava immaginare cos'altro potesse fare.

Orochimaru fece scivolare lo sguardo sul quel bel culo ancora arrossato. Lo prese tra le mani per poi allargargli l'apertura e penetrarlo subito dopo con forza. Sasuke non riuscì a trattere il gemito di dolore e si ritrovò ad imprecare con il viso rivolto su un cuscino.

Orochimaru iniziò a muoversi seguendo un ritmo. Ritmo che non accennava ad essere lento né ad andare piano. Si abbassò sul collo, mordendolo e lasciandogli un succhiotto. I fianchi erano segnati da graffi che gli lasciava con le unghie.

Sasuke si stava agitando e cercò istintivamente di dimenarsi. Orochimaru, capendo le intenzioni del più piccolo, lo fece alzare per farlo scontrare poi al muro più vicino; nel frattempo continuava a sbatterlo con molta più foga di prima.

Si riversò dentro di lui e il corpo tremante dell'Uchiha fu la ciliegina sulla torta. Ghignò soddisfatto e quando uscì il membro con ancora alcune gocce di sperma, lo guardò cadere a terra.

Orochimaru: "Vuoi una mano a rialzarti?" gli domandò ridendo, sorriso che scomparì nel vederlo alzarsi e vestirsi in silenzio. Lo richiamò più volte, ma il minore proprio non ne voleva sapere di rispondere. Gli si avvicinò e gli tirò uno schiaffo. "Sasuke caro... Devi rispondermi quando ti chiamo. O te ne farò pentire... Amaramente".

Sasuke: "Vado a casa".

Orochimaru gli lasciò libero accesso e il moro proseguì tutto il corridoio in silenzio. Notò Kabuto guardarlo con attenzione, come se volesse capire cosa gli avesse fatto il suo maestro.

Kabuto: "Ci rivediamo allora" disse sorridendo.

"Fottiti".

Fu questo l'unico commento dell'Uchiha.

~~

"Cazzo, dov'è? Dovevo stare attento e non ci sono stato. Mi ero ripromesso di farlo stare bene!".

Era passata ormai mezz'ora da quando Suigetsu aveva chiamato Sasuke e quest'ultimo aveva spento il telefono rifiutando la chiamata. Era chiaro che il comportamento non era da lui.

Jugo: "Suigetsu... Calmati. Magari gli si è spento il telefono oppure non gli prende".

Suigetsu: "No, cazzo, no! Stamattina è venuto da me e si è messo a piangere! Capisci? A piangere! Sasuke non piange mai così tanto, lo fa solo quando arriva al limite!".

Jugo: "Se ti agiti non concluderemo nulla".

Suigetsu: "Non puoi capirlo! È come se fosse il mio fratellino, non so cosa stia passando e non posso obbligarlo a parlare!".

Jugo: "Suigetsu, ascoltami. Ora noi aspettiamo e vediamo se lui ti richiama, in caso andiamo a casa sua".

L'albino sembrò calmarsi e annuì. Si buttò sul letto a peso morto: "Comunque scusami per averti fatto staccare prima dal lavoro solo per venire qua".

Jugo: "Nessun problema, se si tratta di Sasuke ora riguarda anche me".

Suigetsu sorrise: "Sono contento che si sia affezionato a te".

Jugo: "Tu credi?".

Suigetsu: "Ne sono certo. Per ora non ti parlerà apertamente, ma fidati che con il tempo si aprirà di più".

Entrambi rimasero in silenzio, nell'attesa di una chiamata da parte del più piccolo.

~~

Sasuke era seduto per terra, nel suo vecchio quartiere. Si portò le ginocchia al petto, sprofondando la testa su esse. In un secondo si ricordò della chiamata e cercò immediatamente una scusa.

Accese il telefono e i suoi dubbi furono confermati: proprio come pensava, gli aveva chiamato Suigetsu.

Sasuke: «Hey... Dimmi».

Suigetsu: «Sasuke! Dov'eri? Mi sono spaventato a morte!».

L'Uchiha strinse gli occhi e sentì le lacrime rigargli le guance: «Mi si era spento il telefono... Scusa». Non seppe bene il perché si scusò. O forse lo sapeva. Sentiva solo che stava sbagliando nei suoi confronti e questo non se lo sarebbe mai perdonato.

Suigetsu: «Stai bene?».

Con il dorso della mano si asciugò le lacrime: «Sì, sì... Sono solo stanco».

Suigetsu: «Sei a casa? Ti vengo a trovare».

Sasuke: «No... Sto andando nel vecchio quartiere...».

Suigetsu: «Perché? È successo qualcosa?».

Sasuke: «No, non preoccuparti. Voglio solo stare da solo».

Suigetsu: «Sicuro? Vengo e stiamo in silenzio se vuoi».

Sasuke: «Non scomodarti... Ci vediamo domani, va bene?».

Suigetsu: «Mh... A domani. Per qualsiasi cosa chiamami».

Sasuke: «Va bene, buonanotte...».

Suigetsu: «Notte, Sasuke».

Si alzò riattaccando la telefonata e si diresse verso casa sua. Non avrebbe avuto la forza di discutere anche con i genitori e il fratello e sperò con tutto sé stesso che non gli facessero domande.

Vide Itachi davanti la porta di casa, seduto su un gradino. Il maggiore alzò lo sguardo e si soffermò sui lineamenti del fratello. Era evidente fosse successo qualcosa. Aprì la bocca come se volesse dire qualcosa, ma non appena incontrò gli occhi del minore, la richiuse.

Sasuke: "Come mai fuori?".

Itachi: "Ti stavo venendo a cercare" rispose abbassando nuovamente lo sguardo, guardando un punto fisso.

Sasuke: "Ti ha chiamato Suigetsu?".

Itachi: "Sì".

Sasuke: "Scusa".

Il maggiore lo riguardò di nuovo. Ma Sasuke non aggiunse altro ed entrò dentro. Si trascinò con forza verso il bagno; non si volle nemmeno guardare allo specchio, l'unica cosa che voleva era togliersi di dosso l'odore e il tocco di Orochimaru.

~~

"Ha preso il foglietto?".

Orochimaru, con un sorriso divertito, annuì: "Kabuto, di quel ragazzo mi piace proprio il suo lato ribelle".

Kabuto: "Pensi che abbia già capito chi è l'assassino?".

Orochimaru: "No, non ancora. Ma ha capito la prossima mossa".

Kabuto sorrise: "Di quel tuo vecchio insegnante che mi dici? Ho saputo che a volte si vedono".

Orochimaru: "Non è un problema mio. L'importante è che Sasuke stia in silenzio, ha capito quello che succede quando mi disobbedisce" disse facendo un sorriso malizioso.

Kabuto scrollò le spalle e si diresse verso l'uscita: "Non voglio proprio essere nei panni di Sasuke".

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Continua

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