𝑪𝒂𝒑 34: 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂

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𝑺𝑨𝑹𝑨 𝑳𝑨𝑵𝑪𝑬
Mi ero appena risvegliata da un sonno autoindotto, avevo avuto la meglio, nonostante tutto.
Mi trovavo nella Waverider, essa era rimasta tale e quale al solito, forse era giusto più disordinata del consueto, ma, nell'aria, c'era qualcosa che non andava.

"Gideon, è in atto qualche anomalia temporale?" chiesi delucidazioni.

"Affermativo!"

Perfetto, quello che ci mancava.

"Volevo informarla che a bordo ci sono degli ospiti, si trovano in sala medica." mi informò.

Li raggiunsi, trovai River Song e i suoi genitori.
Erano stati disposti su tre sedie, in maniera circolare, accanto ad essi erano stati allestiti altrettanti monitor, collegati a loro volta alle tre persone.
Sui piccoli schermi, si potevano leggere i loro parametri vitali, purtroppo i valori erano troppo elevati e stavano rischiando grosso.

"Non dirmi che Rip ha messo in stasi persino loro."

"No, si sbaglia! Tutti e tre sono all'interno della mia matrice. Era essenziale per dare a loro la possibilità di tenere vivo il ricordo di Caitlin Pond Williams." mi illuminò.

"Quanto ancora potranno resistere?" il fatto iniziava a preoccuparmi.

Non potevano rimanere lì se ne andava per la loro incolumità.
Il mio sesto senso diceva che più fossero rimasti lì, più sarebbe stato pericoloso e difficile estrarli dalla matrice.

"Direi una decina di minuti."

"Dannazione! Io non sono specializzata in questo. Cosa dovrei fare?" domandai.

"Risvegliarli!"

"E fin qui c'ero arrivata persino io. Gideon ho bisogno di te. Che devo fare, non voglio arrecargli dei danni."

"Non accadrà se seguirà passo a passo quanto le spiegherò." rispose prontamente.

"Ottimo, procediamo!"

Mi esplicò il procedimento e mi lasciai sfuggire un commento sarcastico.

"Non scherzi con queste questioni, sono delicate! Devono essere prese sul serio." mi rimproverò l'Intelligenza Artificiale.

Mi giustificai, rendendole noto che non era mio intento agire in modo frivolo.
Successivamente, eseguii come da indicazione.
La prima, su cui sperimentai la procedura, fu River Song.
Essendo una Time Lady era quella che rischiava meno, il suo spirito di sopravvivenza era maggiore rispetto a noi comuni mortali.
Inoltre, lo facevo perché mi avrebbe aiutato ad effettuare la medesima cosa ai due coniugi.

Si ridestò di soprassalto e con il fiato corto.
Grazie a ciò, i suoi valori iniziarono a rientrare nella norma.
Tirai un sospiro di sollievo, ero felice per la riuscita dell'impresa.
La osservai per bene: aveva ancora la fronte imperlata di sudore, dove qualche riccio ribelle si era appiccicato, la sua pelle era liscia e senza alcuna imperfezione.
Le sue labbra carnose, erano leggermente schiuse, in un'espressione sorpresa.
I suoi occhi ceruli vagavano in qua e in là, alla ricerca di qualche dettaglio utile per comprendere il luogo esatto in cui si trovava.
Era meravigliosa, mi piaceva molto quella donna così provocante, vigorosa e dolce al tempo stesso, era cazzutissima, sapeva tenere testa a chiunque.
Ero molto attratta dalla sua persona e, semmai si fosse fatta avanti, non l'avrei rifiutata. Nonostante questo, sapevo bene che ciò era solo un'utopia, lei amava alla follia suo marito e io dovevo farmene una ragione.
Comunque, pose la sua attenzione verso gli elettrodi, i quali la univano ai monitor, e se li staccò con fare deciso.

"Oh, River. Che bello vederti!" corsi ad abbracciarla, lei ricambiò volentieri la stretta.

Era sposata, questo lo sapevo, ma non toglieva l'attrazione provata per lei.
Da quando tutto ciò era iniziato, ambivo nel voler spendere un po' di minuti da sola con lei... e ora eccoci qui, eravamo assieme.
Era logorante essere così vicine e dovermene stare buonina, in quanto, lei era vincolata da un'unione tanto sacro quanto il matrimonio.
Avevo quindi le mani legate e non mi sarei comportata da sfascia famiglie per un capriccio.
Potevo e volevo avere qualcuno al mio fianco, ed ero certa che prima o poi avrei avuto il mio lieto fine.

"Ciao Dolcezza! Come stanno andando le cose? Se mi sono svegliata, vuol dire che tutto è stato assestato. Dimmi dov'è quel Piccolo Dalek, voglio riabbracciare mia figlia."

"Non ancora... sono certa che tutto andrà per il meglio, confido in Rip, sistemerà tutto." la confortai, "Come ti senti?"

"Un po' frastornata, questo viaggio introspettivo è stato intenso e assolutamente magnifico, mi ha rissucchiato un po' di energie. Tuttavia, mi riprendo velocemente. Le mie cellule sono già a lavoro, affinché il mio corpo si assesti. Un vantaggio nell'essere una Time Lady. Tu mi sembri a pezzi, vuoi rendermi partecipe? Sono un'ottima spalla su cui piangere."

"Sto rivivendo un evento orribile e non so quale sia la decisione giusta da prendere. Ho una sorella, si chiama Laurel e mi sto mangiando le mani, in questi precisi istanti, potrei salvarle la vita... seppure lei non vorrebbe!"

"Ricordati: molti momenti sono fissi nel tempo e nello spazio. Non possono essere mutati, questo è uno di essi." mi rincuorò, stringendomi saldamente a lei, "Laurel ti ha voluto bene, il vostro legame è unico, è indissolubile e, anche se lei non ci sarà più, sarà sempre con te. Non lascerà mai questa persona fantastica e tenace che ho davanti!"

"Grazie mille! Avevo la necessità di sentire parole rincuoranti come le tue! Persino tuo fratello mi aveva detto lo stesso, siete proprio sangue dello stesso sangue."

"Credo che qualcuno abbia bisogno di un altro abbraccio!" mi propose.

Mi lasciai trasportare, era meraviglioso, il suo profumo floreale mi inebriò i sensi, mentre i suoi boccoli, mi solleticarono l'epidermide.
Era come trovarsi in paradiso, purtroppo il tutto, fu interrotto da un insistente pigolare di un allarme.

Ci voltammo di scatto, e finalmente, prestammo l'attenzione dovuta alla coppietta.

"È un nostro compito svegliarli." proferii, "Con te è stato facile, spero che con loro non ci saranno differenze."

"Con me lo è stato, perché io sono una Time Lady. Con loro non sarà così, cioè, prima di farlo, ci servono dei neuro-bilanciatori. Il bello che in una navicella super rifornita, come la medesima, potrei benissimo fabbricarne due in circa un quarto d'ora. Quindi, mi servono..."

"È qui che ti sbagli, mia cara! Perché la Waverider è fornita di un falsificatore, te lo ricordi? Tutto quello che chiederai, ti verrà fornito. Seguimi, ho intenzione di stupirti!"

Sentii, nella mia mente, la voce di Ray dirmi di non doverlo fare, era sposata e io non dovevo flirtare con la riccia, nemmeno immischiarmi nella coppia.
Tuttavia, era più forte di me, e né il mio amico, né il marito della donna, erano presenti, di conseguenza: occhi non vede, cuore non duole.

"Vai, sorprendimi!" mi fece l'occhiolino, stando al gioco.

La condussi nell'area in cui era stato locato, era posizionato vicino alla sala dove sistemavamo le nostre armi.
Era molto comodo, all'occorrenza, avevamo armi, proiettili o costumi d'epoca, alla portata di mano e, solitamente, accadeva poco prima di approdare nella nuova epoca di destinazione.


"Visto? Cosa ti avevo detto? Toglimi una curiosità, li avresti fabbricati con le tue stesse mani?"

"Sì, non mi sarebbe stato difficile, a maggiore ragione se possiedo i materiali appropriati. Tu non ne saresti capace?"

"Sarò sincera, con le arti marziali sono un vero asso. Ma non darmi in carico costruzioni o manutenzioni di oggetti, sono un vero disastro." confessai.

"Se invece avessi qualcuno che ti facesse da guida? Cosa ne pensi di un insegnante come me?"

"Sei perfetta... cioè... sarebbe perfetto!" le sorrisi.
Non ero ben certa del motivo, per il quale mi stava riservando tali attenzioni.
Forse, era solo per distrarmi e non dare luogo ai pensieri tristi inerenti a Laurel.
Per evitare che prendessi la Waverider e cercassi di salvarla da Damien Darhk.
Oppure, con più semplicità, era solo il suo modo di fare.
Fatto sta, che mi fece stare meglio, meno in colpa per le sorti della mia consanguinea, più in pace con me.

"Ti do la mia parola: apprenderai tanto, Dolcezza! Ora andiamo! Abbiamo ancora molto da fare e, soprattutto, non dimentichiamoci del Maestro, lo dobbiamo fermare!"

"Io sarò al tuo fianco a spalleggiarti!" esclamai, guardandola intensamente negli occhi.

"Io farò la medesima cosa con te!" lei, dal canto suo, sostenne il mio e percepii una sensazione di calore attraversarmi il corpo.


Dopo aver posizionato sulle tempie dei suoi genitori, i due articoli fabbricati, procedette con il loro risveglio.
Optò per qualcosa di meno repentino, per evitare l'insorgere di danni e mi spiegò il perché del loro utilizzo e la loro funzione.
Con il disagio in corso, avviato dal Maestro, tutto il passato, stava per essere cancellato e mutato permanentemente, per ovviare a quest'eventualità, Rip li aveva fatti giungere sino alla matrice dell'Intelligenza Artificiale.
Sperava che la rimembranza potesse tenerla in vita.
E, mentre lui e il Dottore, si sarebbero fronteggiati con l'artefice di quella malefatta, il compito di Amy, Rory e River, era di rimanere privi della memoria della loro cara.

I neuro-bilanciatori, avrebbero evitato che i progressi compiuti, sarebbero andati persi.
Gli oggetti in questione, anche se piccoli quanto un fagiolo, erano di grande utilità, soprattutto per questioni come l'attuale.


"Ciao Dolcezze!" esclamò quando si accorse che i suoi genitori stavano per riprendere conoscenza, donando loro un "dolce" risveglio.

"Caty! Dov'è la nostra bambina?" sobbalzò il castano.
Il piano della mia collega era andato a buon fine, mi complimentai con lei, se si rammentavano della loro cara, allora significava che il viaggio introspettivo era valsa la pena intraprenderlo.

Sorrisi felice dell'esito ottenuto e, io e la mia compare, ci battemmo il cinque soddisfatte.

"Rory, aspetta un attimo! Vieni un po' qui!" lo richiamò sua moglie.
Lui non obbiettò, trovatosi a pochi passi da lei, la ramata indicò il piccolo affare tondo attaccato sulla fronte del suo uomo.

"È opera del Dottore, vero?" sospettò, "A cosa servono?"

"A dire il vero, no! È stata una mia iniziativa. Non potevate trattenervi oltre in quel limbo, e questi arnesi, fungeranno da supplemento, affinché non vi dimentichiate di lei. Vedo, che ne è valsa la pena, ha funzionato. Non lo dovete togliere per alcuna ragione!" si assicurò la loro figlia.

"Quindi... da ora in avanti, dovremmo vivere con questi cosi attaccati?" l'uomo assunse un'espressione preoccupata, al solo pensiero di dover rimanere così a vita.
Non sarebbe stato semplice convivere con quegli elettrodi, e già mi immaginavo gli umani, i quali, si sarebbero tutti fermati a chiedere spiegazioni, non capendone comunque il nocciolo.

"Cosa vai a pensare! Lo dovremmo tenere finché ci troveremo qui, quando la questione verrà risolta, allora non esiteremo a liberarcene, dico bene?"

Noi annuimmo.

"Mi sento già meglio. Fossimo rientrati con essi, diverremo gli zimbelli dei nostri amici. Come mai tu non ne hai uno? Eri con noi e Gideon, ma tu non lo indossi."

"No padre. Io ho già tutto ben impresso qui, non potrò mai dimenticarmi di lei. Sappiamo tutti che non è una persona come tutti, lei è speciale, lo è ancora di più per me!" lo corresse la loro primogenita.

"Dove siamo?" la donna dai capelli rossi, volle sapere.

"Siamo nel passato, proprio nel momento in cui tutto ebbe inizio. Vi avviso che non sarà uno spettacolo piacevole, tenete comunque conto di cosa avete in ballo e l'importanza della riuscita della missione. Il resto è marginale: sono avvenimenti già passati e, se vogliamo che tutto fili per il verso esatto, abbiamo l'obbligo di accettare quanto accaduto e perseguire con lo scopo per il quale ci troviamo qui. Intesi?" mi assicurai.

Avendo visto il video, dove l'ex capo delle Leggende veniva torturato, sapevo a cosa sarebbero andati incontro, non sarebbe stato né entusiasmante, né facile da digerire, nonostante questo non potevamo fare altrimenti.
Erano costretti a scegliere la ragazza, se volevano consolidare la realtà conosciuta fino ad ora.
Tutto si sarebbe sistemato, senza danni collaterali, tutto sarebbe tornato alla normalità.
Dovevano essere forti e ingoiare il rospo.
Nel caso in cui avessero scelto loro figlio, tutto sarebbe cambiato e la nostra operazione sarebbe stata vana.

"Perché ci dici questo? Cos'hai scoperto?"

"Spoiler!" esclamò la bionda.

"Purtroppo non posso dirvelo. Comunque siamo qui per salvare la ragazza, allora concentratevi su di lei. Solo su di lei." rincalzai con maggiore determinazione, mentre loro annuirono con poca convinzione, nello stesso frangente, la preoccupazione si impossessò di loro.

"Dobbiamo localizzare mio marito..." puntualizzò la riccia, estraendo da una tasca del suo vestiario un oggetto simile a un Gameboy.

"Non sarà facile, suppongo. Però, se può consolare, la struttura non è grande."

"Ti sbagli, sarà un gioco da ragazzi! Posso connettermi telepaticamente sia con il mio consorte, sia con Caty. Quindi vi indicherò con precisione la loro ubicazione. Perché non andate a scegliere le armi adatte al combattimento?" la coniuge del Signore del Tempo, si stava rivelando una vera leader, sapeva cosa doveva essere svolto e quando con minuzia.
Con probabilità se avesse sbagliato un qualunque calcolo, le conseguenze da dover pagare, sarebbero state alte.

Feci strada ai miei nuovi amici, possedevamo qualsiasi artiglieria, avevo persino scoperto l'esistenza di munizioni anti velocista, e purtroppo l'effetto di immobilizzazione era solo di qualche minuto.
Tornando al discorso principale, stavo per fare rifornimento di coltelli, alla fine dei conti, più erano, meglio erano.
River mi bloccò per un braccio, aveva approfittato della momentanea distrazione della sua famiglia.

"Dove credi di andare? Hai sganciato una bomba, ora non puoi lavartene le mani."

Così svuotai il sacco, rivelandole del video nella cassetta di sicurezza di Zurigo e del contenuto.
Non tralasciai le torture cui il loro caro si sorbì e del suo abbandono vicino al rifugio di Mary.
Seppure il passato, fosse stato cosi crudo e spietato con loro, era d'obbligo seguire il buon senso, di conseguenza agire senza lasciarsi offuscare dai sentimenti.


𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹

Una volta sistemata mia moglie dalla mia madre adottiva, Mary, e aver tratto in salvo Sara, mi recai persino io nel passato, con più precisione, nel giorno del mio rapimento.
Il Dottore e io, ci eravamo accordati di vederci lì e così fu.
Ciò che non mi aspettai fu di vederlo essere preso in ostaggio da Wilt, l'Ibrido.
Mi avvicinai di soppiatto, e, quando meno se lo aspettarono, li invitai a fermarsi, minacciando il nostro nemico di lasciare libero il mio alleato.
Solo dopo la loro spiegazione, capii che il loro era solo un espediente per raggiungere indisturbati il piano superiore, era dove il Maestro teneva prigioniera la mia consanguinea.
Il loro inganno durò ben poco e un Thanagariano dubbioso tentò un agguato, lo fermai ancora prima che ci potesse fare del male.
Purtroppo, la nostra copertura saltò e prese forma una nuova battaglia.
Io avevo la situazione sottocontrollo, sarei stato all' altezza di fronteggiarmi con dei pennutti un po' troppo cresciuti e iracondi, tanto da convincere il mio socio nello svolgere quanto dovuto: distruggere la macchina paradosso.
Questo strumento presentava due facciate: la positiva, permetteva al passato e al presente di coesistere, evitando così la rottura del tempo.
Quella negativa, consisteva che se attivata, non avrebbe dato la possibilità alla mia consanguinea di fuggire.

Per fronteggiare tutto questo, lui aveva deciso di inserire un timer, dando così la fattibilità a sua figlia di giungere a destinazione senza problemi, e regalare a noi la tempistica necessaria per sistemare la faccenda.

Ebbi la meglio su tutti i miei assalitori, percorsi qualche scalino, fino ad arrivare alla meta.
Mi arrestai al sopraggiungere dei passi, sapevo a chi appartenessero, quindi mi nascosi per dare poco nell'occhio.
Essi appartenevano alla versione bambina di Caty e me, loro non dovevano accorgersi di me.
Nel passato il nostro incontro non era avvenuto, la medesima cosa, doveva ripetersi, tentai quindi di non interferire.
Erano inseguiti da un gran numero di Thanagariani e, per avvantaggiare i primi, ostacolai i nostri gli Alati.
Sconfitta anche la seconda squadra di alieni, raggiunsi il luogo in questione e attesi il momento propizio.
Le voci all' interno della stanza erano fin troppo chiare e quanto udii mi preoccupò.
Il discorso, tra rapitore e rapito, si era fatto leggermente strano.
Il primo, tra l'altro, sembrava addolcito e addolorato, ma quello che più mi colpii, fu venire a conoscere che lei avesse accettato la pretesa di lui: lasciarmi vivere con i miei genitori, mentre lei, si sarebbe sacrificata per salvare tutti.

Io ne ero del tutto contrariato, io ero felice di quanto costruito.
Ovviamente, c'erano stati periodi di luce e altri di ombra, nonostante questo, non li avrei sostituiti per nessuna ragione al mondo.
Ora avevo la mia seconda occasione per stare con la mia donna amata e il nostro meraviglioso figlio.
Avevo ritrovato una famiglia amorevole, un cognato strambo, una sorella, che era quasi una mia fotocopia e, per finire lei, Caty.

Ciau miei cari Piccoli Daleks.. finalmente sono riuscita ad aggiornare, felici? 😁
Comunque... ormai mancano pochissimi capitoli per il finale.
Che accadrà ora? Che succederà al Maestro, otterrà quello che vorrà?
Fatemi sapere cosa ne pensate 🤗
A presto❣︎

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