Io, Angelica

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Mi ero ritrovata iscritta alla caccia al tesoro.

Avevano fatto una selezione di giochi piuttosto complessa, ma   l'avevo  trovata una sfida avvincente: in effetti Raul e Giorgio mi avevano guardata  spesso sbalorditi, mentre spiegavo loro, con malcelata soddisfazione, i rebus, le crittografie, le frasi palindrome con cui li guidavo passo passo agli indizi successivi.

I ragazzi avevano  fatto   il   lavoro fisico, scalando gli ostacoli piazzati in spiaggia e movimentando la domenica d'agosto secondo gli intenti della pro-loco, mentre io ero  rimasta  tranquilla nella postazione "cervelli-al-lavoro", come era stata battezzata, una serie di cabine in cui avevano condotto il terzo membro di ogni squadra.

Nessuno tranne i due compagni poteva avvicinarsi alla cabina, avevano perfino preteso ci presentassimo in costume per scongiurare la possibilità che tramite cellulari attingessimo ad Internet.

Controlli così seri che altri concorrenti  avevano   sbandato, sorpresi. Ma per me  era  stata  una manna.

Sedici anni passati a leggere e studiare per passione, affascinata dagli scacchi e da qualsiasi cosa celasse una serratura da aprire solo con la forza della mente...

Tutto questo aveva forse fatto di me un'asociale, ma quel giorno avevo il mio riscatto: i miei campioni facevano il vuoto alle loro spalle.

Fu un piacere per gli occhi, ammirare due fusti come Raul e Giorgio scalare l'ultima parete preparata e collocare nella giusta rientranza l'oggetto chiave richiesto. Vidi il giudice ai piedi dell'ostacolo applaudire consegnando loro l'ennesimo indizio.

Me lo portarono, indicai loro l'ultima mossa: non appena aggiunto quell'ultimo elemento, il cronometro si sarebbe arrestato, con un tempo strepitoso.

Partirono a razzo, io uscii dalla cabina per andare un attimo in bagno, avendo concluso la mia parte. Tornai sotto il palco con un grazioso prendisole, pronta per le foto che avrebbero immortalato i vincitori.

I giudici erano schierati in attesa del ritorno dei due che tenevano alto, trionfanti, il cesto di arance che mancava alla conclusione del gioco.

Accanto ai giudici c'era Anita, la tipa che filava Giorgio, pronta a festeggiarlo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro