31. ꜰᴇꜱᴛᴀ ᴇᴘɪᴄᴀ ꜰɪɴɪᴛᴀ ᴍᴀʟᴇ

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Capirete quando metterla da soli 😘
-Kathe

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𝘛𝘩𝘪𝘳𝘥 𝘧𝘭𝘰𝘰𝘳, 18𝘵𝘩 𝘖𝘤𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 1992

Finito di ballare, Newt si riaccomodò su una sedia.

Stava osservando orgoglioso la sua bambina che cercava un nuovo compagno per danzare, quando qualcuno si sedette di fianco a lui.

Tina aveva finito il suo ballo con Theseus.

-Non pensavo che sapesse ballare così bene...tuo fratello.- disse lei.

Li aveva visti ballare insieme mentre era con Alison: lei sorrideva e Theseus la ricambiava con il suo tipico sorriso a trentadue denti. Sembravano così felici.

-Neanche io lo pensavo, in realtà.-

Scopriva sempre così le cose su suo fratello. Quando meno se lo aspettava.

-Pensa che per me è impossibile nascondere qualcosa a mia sorella, anche volendo.- disse lei, come per rassicurarlo.

Aveva notato che si era un po' rattristato. Era raro vederlo così, almeno per lei.

-Nel mio caso è diverso.- continuò lui - Non ci vediamo spesso, più che altro a causa mia. Non passo mai da lui o dai miei.-

Per Newt era difficile affrontare quel discorso: quello che aveva detto a Tina era una mezza verità; in realtà si sentiva sempre inferiore quando si parlava di suo fratello, e sapeva di aver ragione perché Theseus l'aveva superato in qualsiasi situazione: a scuola, al lavoro,...nella vita.

A Newt non dava fastidio Theseus, come persona, ma il fatto di avere un modello da seguire. Un modello che, tra l'altro, non riusciva a seguire.

Era sempre stato dell'idea che ognuno deve seguire la sua strada, ma gli altri sembravano essere di un'altra opinione, quando confrontavano il grande eroe con il tipo strano fissato con i mostri. Poi, quando aveva deciso di intraprendere la carriera da Magizoologo, tutti lo avevano preso in giro. Tutti tranne una: sua madre.

L'unica che lo aveva sostenuto in questa sua scelta da subito, e non perché era il suo stesso lavoro, ma perché voleva che suo figlio fosse felice e realizzasse i propri obiettivi, non quelli che gli altri gli ponevano. Spesso Newt si sentiva in colpa anche per lei. Non la vedeva quasi mai. Lo aveva aiutato tanto e lui cosa stava facendo in cambio?

Guardò Tina e si rese conto di quanto si sbagliava a dare sua madre per scontata. "E pensare che lei ha perso i suoi genitori in tenera età."

La guardò quasi con dolcezza, come se fosse un cucciolo indifeso.

Tina notò il suo sguardo e si preoccupa, se si può, ancora di più.

Non l'aveva mai guardata così. In realtà adesso che ci pensava, nessuno l'aveva mai guardata così. Durante la serata aveva posato più volte lo sguardo su di lei, ma fino a quel momento non l'aveva fatto con quegli occhi quasi...quasi...quasi sognanti. Non era da Newt. Ma se una parte di lei era seriamente preoccupata per lui, un'altra piccolissima parte non voleva che le togliesse gli occhi di dosso, perché, anche se faticava ad ammetterlo a se stessa, le piaceva che lui la guardasse così. Eccome se le piaceva.

Si riscosse immediatamente da quei pensieri, non solo perché era già la seconda volta in quel tardo pomeriggio che fantasticava su Newt, ma anche perché Queenie, che stava ballando con il suo amato Jacob, le aveva rivolto un'occhiata complice.

-Come mai sembri così giù quando parli di tuo fratello? Ho detto qualcosa che ti ha rattristato? Se è così...- tentò lei, cercando di fare una normale conversazione con il magizoologo .

-No, no, tu non hai fatto nulla.- rispose lui in fretta, distogliendo lo sguardo. "Addio occhi sognanti" pensò lei, per poi mordersi la lingua.

-Allora cosa ti turba?- disse. - Appena ho iniziato a parlare di Theseus ti sei come irrigidito.-

Newt era improvvisamente interessato al pavimento.

-No, non è niente- provò a minimizzare. Ma già sapeva che non ci avrebbe mai creduto.

Infatti andò proprio così. -Signor Scamander, quando lei inizia a guardare altrove e a toccarsi freneticamente i capelli significa o che sta tentando di nascondermi qualcosa oppure che è nervoso e sa, credo di sapere quale delle due sia la risposta alla mia domanda- disse lei sorridendo, mentre Newt guardava con sorpresa comica la mano che non si era accorto di aver fatto passare tra i capelli.

-E lei come fa a saperlo?- chiese stupito. Non gli sembrava di averle mai detto questo suo tic.

-Esperienza- rispose lei sorridendogli.

Newt ci pensò. Forse lei poteva capire. O forse avrebbe trovato insignificante quel suo piccolo problema, in confronto ai dolori che aveva affrontato lei. In quel momento si accorse però che, se avesse mai dovuto raccontare a qualcuno di suo fratello, l'unica persona con cui avrebbe parlato di questo suo malessere era Tina. E comunque, si disse, tanto prima o poi l'avrebbe detto a qualcuno. Si teneva queste domande chiuse nella testa da troppo tempo. Sì, poteva farcela.

-Sai, quando si parla di Theseus mi viene sempre addosso una gran tristezza perché lui è diverso. Migliore. Praticamente perfetto.- Tina non lo interruppe. Lo stava ascoltando.

Spinto da questa nuova consapevolezza, Newt continuò con tono più disinvolto, nei limiti che quell'argomento gli consentiva.

-All'inizio non mi importava. Io e Theseus siamo diversi e non ne facevo una tragedia. Lavoravo su quello che mi piaceva, dandomi da fare per proteggere il mio sogno dagli insulti. E mi sono isolato sempre di più, me ne rendo conto. Il problema è che sono comunque un essere umano e...Diciamo che le persone sono animali sociali. L'opinione dei loro simili conta, per cui anche se cercano di non lasciarsi influenzare è biologicamente impossibile farlo davvero.-

Tina rimase in silenzio qualche secondo. Newt si stava già pentendo di averle fatto una confessione così profonda, forse non era la persona giusta a cui dire queste cose...In fondo cosa ne poteva sapere Tina, una donna così sicura di sé, di farsi influenzare dagli altri? Stava per ritrattare tutto ed andarsene, quando lei iniziò a parlare.

-Il problema- disse piano -Non è tuo fratello. Sei tu.-

Newt abbassò gli occhi, sentendo un'orribile sensazione che lo prendeva allo stomaco. Ecco, adesso pure lei glielo diceva. Non valeva davvero nulla? Forse lei non l'aveva mai capito? Aveva fatto un errore a confidarsi con lei.

-Aspetta, mi sono espressa male.- disse Tina vedendo il suo disagio. D'istinto posò una mano su quella di lui, come faceva con lei Queenie quando la consolava, per confortarlo e scusarsi.

-Il problema non è che non ti piace cosa pensano di te rispetto a tuo fratello, il problema è che non ti piace cosa pensano di te e basta. Ma il punto è -lo guardò fisso negli occhi- che le persone che ti stanno attorno non sono un'unica massa. Ci sono molte persone famose e stimate, ma cosa credi, che non abbiano anche loro qualche nemico? Credi che i più grandi cantanti non abbiano nessuno che trova patetica la loro voce? Che i più grandi scienziati non abbiano nessuno che deride le loro teorie? Che i più grandi eroi non abbiano nessuno che li ritiene solo degli approfittatori che si sentono salvatori del mondo?-

-Le persone non sono tutte uguali e questo è un bene. Io credo nelle persone diverse, quelle che combattono per avere il loro spazio nel mondo con le loro ingegnose quanto folli idee, per dare un senso alla loro vita. Perché alla fine siamo tutti un po' pazzi. Ci sono quelli che ti odiano, Newt. Ma ci sono anche quelli che ti amano. Ti amano per quello che sei. E ti giuro che non combattono a vuoto.-

Il suo sguardo si fece più intenso. Newt avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non ci riuscì. Rimase lì come un idiota a guardarla e ad un certo punto gli parve quasi che fosse arrossita.

Davvero pensava quelle cose? Davvero era stato così cieco e aveva immaginato una Tina completamente opposta a come era realmente?

Lasciò da parte quelle domande, magari un giorno avrebbero avuto una risposta.

Le strinse la mano. Lei alzò lo sguardo e sorrise. In realtà non avrebbe voluto dire quelle cose, ma ormai l'aveva fatto e in un certo senso non se ne dispiaceva, perché aveva fatto tornare il sorriso a Newt e tutto ciò la feceva sentire soddisfatta.

Newt guardava altrove. Alison stava ballando con Credence e si stava divertendo come una pazza. Si girò (per la milionesima volta quella sera) verso Tina. Prima che potesse ripensarci, si alzò, sempre tenendole la mano, e le indicò la sala con un chiaro gesto di invito.

L'imbarazzo di Tina svanì quasi subito per essere sostituito da un sorriso giocoso. "Idiota" pensò

Newt lo ricambiò. Si conoscevano da così poco eppure si capivano alla perfezione. E poi, anche se continuava a negarlo a se stesso, era così bella quando sorrideva.

-Con immenso piacere, Signor Scamander-.

***

Kathe e Sofia erano in Sala Comune a fare i compiti.

Posando la sua penna d'oca, Katherine chiese -Ma quindi dove hanno detto che sono andate?-

-In biblioteca, Kathe. Loro cercano sui libri quando trovano qualcosa che non conoscono, non chiedono a me.-

-Oh, non ti lamentare, oggi non ti ho chiesto niente, per esempio.- la rimproverò la gemella.

-Vero. Sei migliorata.-

Kathe sbuffò sonoramente, ma non ribatté come era suo solito fare quando la gemella la provocava. Provò a riprendere dal punto in cui si era fermata sapendo perfettamente che non ci sarebbe riuscita. Così rimase per un bel quarto d'ora a giocherellare con la sua piuma color smeraldo, che tanto aveva desiderato. Poi non resse più. Era tutto così monotono e la mora odiava la monotonia.

-Andiamo a cercare Audrey e Madison?- disse allora in tono leggero. Sofy annuì, anche a lei non venivano più in mente idee per il tema. Chiuse il suo rotolo di pergamena e seguì la sorella.

In biblioteca le loro amiche non c'erano. -Qui la cosa si fa strana- disse Katherine con fare investigativo.

-Già- disse la bionda con sguardo complice. Se c'era una cosa che le gemelle amavano fare insieme era quello di indagare situazioni sospette.

Mentre cercavano Audrey e Madison, si imbatterono invece gli amici del Tassorosso, Andrew e David.

-Aspettate- disse Sofy, sospettosa -anche a voi Will ha detto che andava in biblioteca e che probabilmente ci sarebbe stato tutto il pomeriggio?-

-Sì- dissero i due in coro -come fate a saperlo?-.

-Be'- disse maliziosa Kathe -Anche le sorelle Price hanno usato la stessa scusa. Mi sa che sono insieme-

-Sì, di sicuro si stanno sposando in segreto con Madison che fa da prete.- la rimbeccò Sofia alzando gli occhi al cielo.

Risero tutti e Andrew propose -Dai, andiamo a cercarli.-

***

Newt e Tina insieme si diressero verso il centro della pista. Solo quando, arrivati sul posto, si fermarono, Newt si ricordò di non essere un gran ballerino. Non sapeva neanche come incominciare. Ma era successo tutto così in fretta che non aveva fatto in tempo a ragionare.

Per fortuna c'era Tina che, vedendo il suo disagio, lo aiutò: sistemò la sua postura come se stesse modellando una scultura di argilla, ma i suoi gesti rimasero delicati e gentili. Gli prese la mano sinistra e la tirò verso l'alto, stringendola. Poi spostò la sua mano destra sul proprio fianco.

A quel tocco, Newt sentì un brivido che si propagava dalla mano in tutto il corpo. Adesso che ci pensava, ogni volta che lei lo toccava provava questa sensazione, un formicolio sulla sua pelle come se Tina fosse fatta di elettricità e gli avesse dato la scossa. Una sensazione così unica, così intensa, così viva, così estremamente bella. Per fortuna Tina non sembrò rendersene conto, o almeno così pensò Newt.

Iniziarono a muoversi lentamente e Tina gli mostrò dove doveva mettere i piedi. I primi passi furono facili, tanto che Newt pensò che ballare fosse semplice in fin dei conti: bisognava solo memorizzare dei movimenti. Ma non aveva fatto i conti con i passi all'indietro e al fatto che doveva farli mentre si muoveva in cerchio.

Cercò in tutti i modi di farli giusti, ma inevitabilmente qualche volta sbagliava e la maggioranza delle volte andava a sbattere contro le scarpe di Tina, che per fortuna aveva la suola alta qualche centimetro, così non aveva problemi con i piedi.

La ragazza sorrise. Non tanto per gli errori, anche se quelli se la giocavano abbastanza bene, ma più che altro perché era davvero troppo buffo quando sbagliava.

Certo, non avrebbe mai potuto ballare seriamente con lui e questo un po' le dispiaceva, ma non avrebbe mai rinunciato a quello spettacolo. Non perché fosse bello vederlo in difficoltà, ma perché lui si impegnava fino in fondo per fare qualcosa per lei. A modo suo, ma si impegnava...E poi quel modo di ballare lo rendeva così carino.

Ad un certo punto la musica cambiò e si fece più lenta. I due la imitarono per seguirne il ritmo.

Tina tolse delicatamente la sua mano da quella di lui e la posò sulla sua spalla. Newt lasciò cadere la mano, ma poi ci ripensò e le mise la mano sull'altro fianco.

Solo dopo averlo fatto si accorse del rossore suo e di Tina.

-Scusa.- cominciò a dire. Stava per togliere la mano, ma lei lo fermò. -No, tranquillo. E che non ci sono abituata.- disse, con lo sguardo basso.

Continuarono a girare lentamente.

Newt avvicinò un dito al suo mento e sussurrò -Posso?- quasi timoroso. Le sollevò la testa per poterla guardare negli occhi e un po' alla volta ci si perse, come al solito.

Si accorse che Tina aveva le mani unite dietro il suo collo e di conseguenza ora era più vicina, ma non ricordava quando le avesse mosse dalle sue spalle. Non che avesse importanza.

La guardò meglio e notò qualcosa di diverso. C'era una cosa che doveva dirle.

-Tina- mormorò serio.

-Cosa?- domandò Tina, sentendosi un po' in ansia. Sembrava stesse per dire qualcosa di importante. Forse qualcosa che l'avrebbe cambiata. O forse qualcosa che stava cambiando.

-I tuoi capelli- rispose indicandole la fronte.

Tina sentì la frangia che cresceva e i capelli dietro che si accorciavano. Il vestito che portava iniziò a sembrarle sempre più stretto.

-Oh cielo, non ora! Silente aveva detto che l'incantesimo sarebbe durato un mese...e ora sta svanendo!- esclamò lei fermandosi di colpo.

-Dobbiamo andare nell'ufficio di Piton!-

-Come riderà a vederci arrivare così...-

-E se qualcuno ci vede?- disse Theses, che aveva preso parte alla conversazione.

Credence spense la musica. Nella stanza calò un silenzio tombale. L'ansia era alle stelle.

-Zitti tutti, mi affaccio a controllare.- disse una determinata Tina.

Aprì la porta e osservò il corridoio con attenzione. Nessuno. Stava per girarsi a consigliare un Incantesimo di Disillusione, quando un gruppetto spuntò da dietro l'angolo.

Tina cercò di nascondersi dietro la porta, ma ormai era troppo tardi

-Audrey?- domandò Kathe avvicinandosi.

L'unica cosa che Tina disse prima di tornare sull'uscio della porta fu -Oh merda!- sfoderò la bacchetta e sussurrò l'incantesimo di appello e subito il suo golfino schizzò verso di lei. Si infilò in fretta e furia ma già sapeva che un golfino non avrebbe mascherato il suo aspetto.

Kathe intanto si avvicinava sempre di più. L'auror non sapeva cosa fare così si arrese. Non poteva evitare quell'incontro. Pregò quei pochi secondi che le rimanevano che non si accorgessero di niente, ma non sempre la buona sorte era dalla sua parte, anzi, la maggioranza delle volte le era avversa. Con questo pensiero aspettò l'impatto.

-Audrey, ma dove siete stati, abbiamo già cenato noi.- disse la voce allegra di Kathe, per poi interrompersi all'improvviso. "Ecco" pensò Tina.

Le gemelle, Andrew e David la guardavano scioccati, fermi in mezzo al corridoio.

-Ma tu non sei Audrey-

Erano stati scoperti.

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💫SPAZIO AUTRICI💫

Ehi Snasi 🐾
NEWTINAAAAAAAAAA 💞💞💞
SONO FELICIAAAAA 😍
Siamo arrivati a 4K oddiooooooooooooooooooo
Io e Sofy stavamo pensando a scrivere un'altra storia per i 5K ma visto che siamo delle blutte bimbe per adesso non diciamo niente. Vi diamo solo un indizio: se avevamo solo un briciolo di dignità anche se spesso ci cadeva in terra (Sofy ti prego capiscimi 😂) adesso ci stiamo praticamente scavando la fossa. Preparatevi.
-Kathe

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