Capitolo 16: Impossibile

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OCTAVIA

«Sei tu a non aver capito nulla, ragazzina! Ancora non hai capito che sei tu quella che tutti cercano? Che sei tu ad avere il Dono? Non mi importa nulla di quello che faranno o meno i tuoi compagni, che si ammazzino pure! Sei tu quella che voglio.»

Le parole di Zane riecheggiarono per l'ennesima volta nella mia testa. Per quanto avessi tentato di liberarmene, la sua voce tornava ritmicamente a tormentare la mia mente, come onde sul bagnasciuga.

Impossibile, mi dissi, scuotendo la testa nella vana convinzione che, così facendo, tutti i pensieri si dissolvessero nella penombra della cella.

Ma così non fu, esattamente come non era stato tutte le volte precedenti. Più ci pensavo, più non potevo far altro che convincermi del fatto che Zane dovesse aver preso una botta in testa. Ma non una di quelle leggere, no. Una di quelle potenti, che lasciano il segno.

Io ad avere il Dono? Impossibile.

Eppure, nel momento in cui aveva pronunciato quelle parole, ero rimasta muta, quasi pietrificata. Per quanto avessi voluto ridergli in faccia per l'assurdità delle sue convinzioni, non una sillaba era riuscita a fuoriuscire dalle mie labbra.

Forse fu il tono, forse il peso del suo corpo sopra al mio petto, o forse quei suoi occhi che ardevano come braci incandescenti. Non saprei. Eppure, in quel frangente, il mio fiato era congelato, come mai prima di allora.

«Sei tu a non aver capito nulla, ragazzina! Ancora non hai capito che sei tu quella che tutti cercano? Che sei tu ad avere il Dono? Non mi importa nulla di quello che faranno o meno i tuoi compagni, che si ammazzino pure! Sei tu quella che voglio.»

Ero tornata a essere rinchiusa in quella cella e lì ero rimasta negli ultimi due giorni. Il tempo sembrava aver perso la sua consistenza mentre minuti e ore si confondevano in quelle quattro mura prive di finestre. Se non fosse stato per la cadenza regolare con cui i soldati arrivavano a portarci i pasti, avrei perso già da tempo la cognizione del tempo. Udivo distrattamente le voci degli altri carcerati riecheggiare di tanto in tanto, ma ormai ero troppo assente per capire cosa dicessero. Troppo distratta. Troppo infuriata. Arrabbiata con Zane, ma soprattutto con me stessa.

Come avevo fatto a farmi catturare una seconda volta? Come avevo potuto permettere di sprecare un'occasione talmente preziosa? Sapevo fin troppo bene che un'opportunità come quella non mi si sarebbe più presentata.

Battei il pugno a terra. Una fitta avvolse il mio palmo, risalendo lungo il braccio. Strinsi gli occhi, sfiorando con la mano sana quella che già più volte, in un impeto d'ira, avevo sbattuto contro il pavimento. Un livido violaceo formava un'irregolare mora sul lato sinistro del mio palmo.

«Anticamente gli uomini che abitavano queste terre erano un tutt'uno con la natura» aveva detto Arjuna il giorno in cui io e Lydia eravamo state portate su Ddaear Arall «Riuscivano a governare le piante e gli alberi, usandoli come fossero un estensione di loro stessi.»

Estensione di loro stessi, mi ripetei.

Come quell'albero che Lydia aveva controllato a Ynda. I suoi rami avevano preso letteralmente vita, avvolgendoci come braccia possenti e proteggendoci in quel folle salto. Era stata Lydia a proporre di saltare. Era stata lei a vedere in quell'albero spoglio la nostra unica via di fuga.

Era stata lei.

Io mi ero solo fidata, riponendo la mia penultima freccia nella faretra e saltando.

Era stata lei.

Com'era stata lei a far crescere quel campo di fiori la notte in cui avevamo dormito all'aperto, prima ancora di addentrarci nelle terre della Nazione della Sabbia.

Non io.

Io ero stata solo una spettatrice passiva a entrambi gli eventi.

O forse no...

«Sei tu a non aver capito nulla, ragazzina!»

Bloccai la voce di Zane, prima che potesse completare quella dannata frase.

Impossibile, continuai a ripetermi.

Inoltre, io non ero presente la prima volta che Chris aveva incontrato Lydia e l'aveva vista usare il Dono.

Metti la testa a posto, Octavia, e cerca di escogitare un nuovo modo per fuggire via di qui, piuttosto, mi rimproverai.

Sollevai lo sguardo verso la porta d'ingresso alla prigione. Seduto sulla stessa sedia scricchiolante stava un nuova guardia, a sostituire quel ragazzino narcolettico che mi aveva permesso una facile fuga giusto due giorni prima.

«Era meglio quello di prima, non è così?» bofonchiò Alec, allungando un braccio fuori dalla propria cella e tamburellando le dita sulle barre in ferro della mia.

«È vietato estroflettere arti all'infuori della cella» ordinò l'uomo di guardia in tono autoritario.

«Non sia mai che il mio braccio prenda vita e decida di fuggire via senza di me» borbottò, tirandosi un poco indietro.

Lo ignorai, sapevo che se gli avessi dato spago, non avrebbe smesso di parlare e di certo non avevo voglia di sorbirmi per la ventesima volta le sue critiche in merito alla mia mancata fuga.

«Mi raccomando, non parlare troppo che ti si potrebbe seccare la gola» mi schernì, sollevando le braccia ed allungandole verso l'alto per stirarsi.

E se anche riuscissi a scappare di nuovo, come potrei riuscire a recuperare di nuovo lo scrigno? E la chiave? E se poi quello scrigno non fosse niente di che?

Mi afferrai la testa con le mani, cercando di non farmi sovrastare dai pensieri. Bisognava risolvere un problema alla volta. Quella era la chiave di tutto.

Inspirai profondamente. Avevo notato che, un paio di volte, erano venuti a pulire delle celle occupate, trasferendo momentaneamente i detenuti in celle vicine. Avrei potuto sfruttare quel frangente per scappare. Ma in quel caso avrei dovuto studiare l'operazione per bene, perché i soldati prendevano sempre misure preventive contro i carcerati, legandoli saldamente. Non doveva essere affatto semplice la questione.

Ci sarà pure un motivo per cui tutti gli altri non cercano di fuggire, mi dissi.

"Cercano".

«Ancora non hai capito che sei tu quella che tutti cercano?»

Di nuovo quelle parole tornarono a tormentarmi. E se fosse stato tutto vero? Se Zane avesse avuto ragione? Se fossi stata veramente io la ragazza col Dono, dovevo trovare il modo di avvertire i miei compagni. Loro non erano a conoscenza di tutto ciò.

O forse sì?

E se, al contrario, lo avessero sempre saputo? Se avessero fatto tutta quella messa in scena per nascondere il vero segreto, per proteggere la vera Munus dagli attacchi, per nascondere me.

Battei nuovamente il pugno a terra, provocandomi un'ulteriore fitta, più forte delle precedenti. Quei pensieri mi stavano portando alla follia. Veramente ero arrivata al punto di crede che i miei compagni fossero a conoscenza di tutto ciò?

«Ehi, Alec» sussurrai, prima che i pensieri mi corrodessero il cervello del tutto.

«Hai deciso di rivolgermi la parola?» mi rispose con finto tono sorpreso.

«Cosa si prova ad essere un Rheol?» domandai, ignorando la sua battuta.

«Ah non chiederlo a me! Per quanto mi riguarda, i Rheol son tutti matti. Mai incontrato uno sano di mente, giuro! Un tempo sono anche stato con una Rheol di sabbia e credimi quando ti dico che non aveva tutte le rotelle a posto. Una volta ha riempito l'imbottitura dei cuscini con la sabbia, dicendo che così erano più comodi» mi rispose, sollevando una mano all'altezza della tempia e roteando l'indice, ad indicare la pazzia della ragazza.

«Se sei stato con una Rheol, ti avrà pur detto qualcosa, no?» insistei io.

«Mah, non saprei che dirti. Blaterava spesso di cose riguardanti la connessione e la spiritualità, ma non è che l'ascoltassi più di tanto se devo essere sincero.»

Annuii, cercando di carpire le poche informazioni datemi. Per quanto mi riguardava, non mi sembrava mai di aver provato alcuna connessione con qual si voglia pianta, albero o roccia in tutta la mia vita.

«E poi?» incalzai, cercando di mantenere la calma.

«E poi basta, direi. Diventava rossa ogni volta che mi raccontava di queste cose, ma non penso fosse connesso alla faccenda. Lei arrossiva sempre quando parlava di sé stessa. E rideva, rideva sempre, aveva uno splendido sorriso» continuò, più sovrappensiero «Come quando le facevo il solletico, o come quando le mordevo l'orecchio. Diceva che glielo facevo formicolare sempre, come quando usava il suo potere.»

«Formicolare?» lo interruppi.

«Sì, diceva anche questo, se non ricordo male. Provava sempre un leggero torpore, soprattutto alle mani.»

«Ora della cena!» una voce a me ignota riecheggiò nella stanza.

Erano già arrivati a portarci il pasto serale a indicare che un altro giorno era scivolato via.

«Che magnifica sbobba avranno in serbo per noi stasera? Teste di pesce? Milza di gatto? Son veramente curioso» commentò sarcastico Alec.

Ma non gli risposi.

Formicolio, mi ripetei, fissandomi le mani.

La mattina in cui mi ero svegliata nel piccolo campo fiorito assieme agli altri, avevo provato un leggero pizzicore alle braccia, come se mi ci fossi addormentata sopra la notte precedente. E quel torpore che sentii alle mani a Ynda, subito dopo il salto? Possibile che fossi stata io la causa di tutto?

Ripensai anche al viaggio con Zane e all'attacco dei briganti. Quando uno di loro mi aveva placcata, sbattendomi contro la parete del carro, le travi di legno che la componevano si erano spezzate, attutendo il duro colpo. Non ci avevo prestato attenzione, ma anche allora avevo provato quella leggera sensazione alle mani, ne ero certa.

«Ora della cena» ripeté la voce, questa volta proprio di fronte alla mia cella.

Sollevai lo sguardo, ma non mi mossi. Senza farsi ulteriori problemi, l'uomo lasciò la ciotola dinnanzi alle mie sbarre e passò oltre. Riabbassai lo sguardo sulle mie dita. Veramente quello che Zane aveva detto poteva avere un minimo di veridicità?

Impossibile.

Angolo Autrice
Hola gente! "Sono viiiiiiva"!

* Sì, ho deciso di cambiare il nome dello zio di Zane, da Camillo a Kimeris... Il perché lo scoprirete nel prossimo Trivia. Ora dovrò andare a modificare anche tutti i vecchi capitoli in cui appare... panico!

So che vi starete chiedendo: "Ma che cavolo?! Octavia è di nuovo in cella! Ma allora a cosa è servita la fuga? E come farà a scappare di nuovo?" Ma vi giuro di non aver scritto neanche un capitolo senza senso... come dice Arjuna (e soprattutto maestro Oogway): "Il caso non esiste".
Povera Octavia, non è facile stare in una cella, rinchiusi, senza possibilità di sfuggire ai propri pensieri. Parole che ti portano fin dove non avresti neanche osato immaginare. A volte ti permettono di svelare verità nascoste, altre volte, invece, di portano lontano, in una direzione completamente opposta a quella verso cui dovevi andare.
E poi parliamone, Zane è riuscito a far sorgere dei dubbi persino a Octavia! C'è qualcosa che cosa non riesca a fare quel disgraziato?
E voi? Voi che ne pensate di tutto ciò?

Come va gente? Io ho sonnissimo, sono distrutta! Stamattina avevo messo la sveglia alle sei, l'ho spenta, l'ho abbracciata e mi sono alzata alle otto! Tuttavia, sono davvero felice! Ok, non dovrei gridarlo ai quattro venti, il Karma è sempre in agguato, pronto a farmi ricredere! Della serie "Davvero, Olympia? Sei sicura di essere felice? E allora beccati questa!" E mi invia una tempesta di sciagure che a confronto la nuvola di Fantozzi era un batuffolo di cotone. Ma ho deciso di correre questo rischio! In questi ultimi giorni ho prenotato un volo per Panama con una mia amica e andremo a fare volontariato un mese, ad agosto, e sono troppo emozionata! Inoltre, ho dato un esame ed è andato bene, Angie ha pubblicato un bellissimo disegno di Logan, personaggio del suo libro, nonché mio unico vero amore, ho avuto del tempo per provare a ridisegnare la nostra dolce Lydia (Sì, mi piace disegnare, anche se non sono una grande artista hahaha) e, soprattutto, è tornata a essere pubblicata (sul profilo di @AWiseHart) Fairy Side, una magnifica storia di @signorinaDarcy che aveva catturato il mio cuore e che, purtroppo, era stata sospesa. La consiglio veramente a chiunque abbia voglia di scoprire nuovi e vecchi mondi, luoghi incantati e personaggi da portare nel cuore per sempre.

Last but not least--> Se voleste passare sul nuovo capitolo "Sondaggio copertine" su Follia a Ddaear Arall, mi fareste un favorone... sono indecisa se cambiare o meno le copertine di questa trilogia e mi piacerebbe tanto avere un vostro parere!

TRIVIA
Visto che siamo in vena di copertine... volevo mostrarvi la prima copertina originale di Ddaear Arall (e che, forse, chi segue questa storia da tanto ancora ricorda), accrocco che tentai di fare coi miei mezzi primitivi:

(Ah già, il titolo era invertito rispetto a adesso perchè avevo paura che la gente si spaventasse a leggere subito una parola difficile come Ddaear Arall neanche aprisse la storia ahahahah).

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