Capitolo 2: Risveglio

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LYDIA

«Lydia.»

La voce ormai familiare di Chris riecheggiò nella mia testa, facendomi emergere dal mondo dei sogni, ma senza svegliarmi completamente.

Come può essere già il mio turno di guardia? Mi sembra di essermi appena addormentata, pensai, galleggiando ancora tra l'onirico e il reale.

«Lydia, svegliati!»

Due forti braccia mi afferrarono le spalle scuotendomi bruscamente.
Non mi aspettavo un gesto del genere e il mio cuore non poté fare a meno di accelerare i battiti per la sorpresa.
Aprii gli occhi sbattendo le palpebre più volte. Era ancora notte fonda e la fioca luce lunare mi permetteva di distinguere solo il nero contorno della figura che si stagliava di fronte a me mentre, sullo sfondo, solo il velo cobalto del cielo riusciva a catturare il mio campo visivo.

«Stai bene? Ti hanno ferita?»

Non riuscivo a vedere l'espressione dei suoi occhi foresta, ma il tono della voce era preoccupato. Molto preoccupato, più di quanto non lo avessi mai sentito.

«Penso di sì» mugugnai roteando un polso, come se il saper muovere una mano fosse una prova più che sufficiente a dimostrarlo.

Non mi diede alcuna risposta, si alzò di scatto e con uno slancio scomparve dalla mia vista, lasciando dietro di sé solo una nuvoletta di sabbia.

Mi sollevai sui gomiti, odiando la mia indole da ghiro. Vedevo due ombre agitarsi a pochi metri di distanza, ma ero ancora troppo confusa per interpretarne i movimenti o le parole.
Sollevai la mano senza pensarci troppo e, prima di rendermi conto di quello che stavo per fare, mi stampai una cinquina sulla gota destra.
A una fitta di dolore acuto seguì il consueto formicolio che accompagna uno schiaffo. Rozzo, ma decisamente efficace come metodo.

Mi alzai e mi avvicinai alle figure, che ormai avevo capito essere Chris e April.

«Come sta?»

Finalmente riuscivo a comprendere le parole che si dicevano.

«Non riesco a capirlo con tutto questo sangue.»

La risposta di April mi congelò come una folata di Tramontana.

Sangue?

Coprii gli ultimi metri che mi separavamo da loro correndo.
Rallentai solo quando fui in grado di vedere il profilo immobile di un corpo disteso a terra.

Ilan.

Lo aggirai, inginocchiandomi di getto accanto alla mia compagna che, con un pezzo di stoffa, stava cercando si tamponargli la tempia.

«Che cosa è successo, April?» chiesi, ma lei non sembrò avermi sentita «Hika!» continuai in tono più deciso.

Solo allora lei sembrò ridestarsi. Mi guardò coi suoi grandi occhi e per un secondo fui certa di veder brillare alla luce lunare qualcosa sulle sue guance.
Aprì la bocca, ma non fece in tempo a dire nulla che Chris si fiondò tra di noi, dandomi involontariamente una spallata.

«Acqua» disse, porgendo ad April una borraccia.

Solo allora realizzai che c'era qualcosa che stonava. Qualcosa che non tornava. Qualcosa che mancava. Qualcuno.

Octavia.

Chris si era alzato nuovamente, andando a prendere chissà cosa.

Cercai per la seconda volta April con lo sguardo.

«Octavia, dov'è Octavia?» chiesi.

«Non c'è» mi rispose semplicemente la ragazza «Lo puoi controllare un po' tu, per favore?» aggiunse guardando Ilan e allungandomi il pezzo di stoffa con cui continuava a tamponarlo.

«Certo» risposi, afferrando lo straccio prima di rendermi veramente conto di quello che stavo facendo. Ancora stavo cercando di interpretare quel "non c'è".

Era andata in paese a prendere delle bende? Era stata catturata? Rapita dagli alieni? Cosa voleva dire "non c'è"?

Senza aspettare un secondo di più April si alzò lasciandomi sola con Ilan.
Abbassai lo sguardo e solo allora mi resi conto di non averlo mai veramente guardato fino a quel momento.

Il ragazzo giaceva lì, a pochi centimetri dalle mie ginocchia. Il corpo in posizione innaturale ma il viso sereno. Pallido. Immobile. Se non fosse stato per il debole, ritmico sollevamento del petto, avrei di certo pensato fosse morto.

I suoi capelli cenere, alla luce stellare, sembravano fili argentei che si ammassavano in una groviglio più scuro, mescolandosi col sangue scarlatto, man mano che ci si avvicinava alla ferita .

Gli scostai delicatamente i capelli di lato, cercando di liberare la ferita che dalla fronte si apriva lungo tutta la tempia per terminare in prossimità dell'orecchio.

Era ancora troppo buio e non riuscivo a capire quale fosse l'importanza di quella ferita. Sembrava che avesse ricevuto il colpo esattamente dove era stato ferito durante la fuga da Ynda, ma allora non aveva perso così tanto sangue.

Gli raddrizzai il braccio che ancora giaceva in posizione scomposta. Diedi un rapido sguardo al resto del corpo, ma non sembrava aver riportato altri danni, quindi mi decisi a passare alla testa.

Ssollevai delicatamente il suo capo, posandolo sulle mie ginocchia.
Sfilai, da sotto il suo collo, il panno che gli avevano messo a mo'di cuscino e lo scrollai per liberarlo dalla sabbia, scoprendo solo allora che si trattava della giacca di April.Lo risistemai il meglio che potei e ci riposai la sua testa. A questo punto tentai di pulirgli la ferita, ma il panno che la ragazza mi aveva passato poco prima era ormai completamente impregnato del sangue del ragazzo.Mi guardai intorno alla ricerca di qualunque cosa potesse anche lontanamente somigliare a uno straccio, ma non lo trovai.

Senza pensarci due volte mi tolsi il maglione, afferrai un lembo della canottiera che indossavo sotto, e la strappai. Non avevo mai fatto qualcosa di simile, ma lo avevo visto in un centinaio di telefilm americani e, devo ammettere, era stato molto più semplice di quanto avessi mai immaginato.

Feci per imbeverlo d'acqua e usarlo come tampone quando mi accorsi di quanto fosse pieno di sabbia.

April, pensai spontaneamente.

Mi voltai a cercarla e solo allora mi accorsi che lei e Chris stavano parlando. Si erano accucciati a terra e lei gli stava indicando qualcosa a terra che non riuscivo a distinguere.

«Le vedi queste tracce che si dirigono in paese?» diceva lei, continuando a indicare a terra «Sono molto più profonde di tutte le altre.»

«Quindi o è ingrassato di cinquanta chili tra l'andata e il ritorno o...»

«Oppure ha trasportato qualcosa di pesante.»

«Un corpo» concluse Chris «Ma perché? Perché rapire Octavia?»

April non rispose, semplicemente perché non c'era alcuna risposta logica a quella domanda.

«April?» domandai dopo qualche secondo di silenzio.

La ragazza sollevò lo sguardo e con pochi passi mi raggiunse.

«Come sta?» mi domandò.

«Come prima, immagino» risposi poco convinta per poi continuare «Senti, mi chiedevo... Non è che tu, controllando la sabbia, riusciresti a rimuovere un po' di impurità sia dalla sua ferita che da questo pezzo di stoffa?»

Il suo volto si illuminò.

«Non ci avevo pensato, ma non penso sia troppo complicato.»

Con la coda dell'occhio vidi Chris mettersi in spalla lo zaino di April. Diedi, senza pensarci, il pezzo di stoffa alla ragazza e lo raggiunsi.

«Dove stai andando?» gli chiesi, anche se la risposta era piuttosto scontata.

«In paese, a cercarla.»

Ovviamente.

«Vengo con te»

Era la terza volta, in quella serata, che dicevo o facevo qualcosa prima di rendermene veramente conto.

«No, tu rimani qui» rispose in tono quasi perentorio Chris, come se il fatto che dovessi rimanere ferma fosse scontato.

«Ho detto: vengo con te.» ripetei.

Questa volta ero consapevole di ogni singola parola e nessuno, dico nessuno, mi avrebbe fermata.

«Se rimanessi qui sarei comunque in pericolo, infatti potrebbe benissimo trovarci come hanno fatto poco fa» dissi, indicando Ilan per poi riportare lo sguardo sui suoi occhi «Ci possono trovare anche adesso, quindi sarei tanto in pericolo qui quanto in paese, forse anche di più. Non sono in grado di proteggere Ilan, e rimanendo qui sarei del tutto inutile; ma forse, venendo con te, potrei aiutarti in qualche modo nella ricerca.»

Respirai. Non avevo preso fiato per tutto il tempo del discorso.
Sostenni il suo sguardo a lungo, cosa che, devo ammettere, non fu per nulla facile. Ma era l'unico modo per sembrare il più sicura possibile.

«E va bene, ma solo perché così potrò tenerti meglio sott'occhio» cedette alla fine.

Lasciammo April con Ilan, decidendo che, semmai fosse successo qualcosa, ci avrebbe avvisati con una tempesta simile a quella che già aveva scatenato la prima volta che l'avevamo incontrata.

Arrivammo ai confini del paese in pochi minuti, ma prima di entrare necessitavamo di qualcosa che ci mascherasse. Perlustrammo alcune delle case più in periferia finché non trovammo dei panni stesi su un filo ad asciugare. Prendemmo due mantelli che ci avvolgemmo attorno alle spalle. Io nascosi i miei, ahimè riconoscibili, capelli ramati sotto il largo cappuccio che calai fino all'altezza degli occhi e poi seguii il mio compagno attraverso i lunghi viali del paese.

Non incontrammo nessuno, se non un carro che usciva dal paese senza neanche rallentare nel momento in cui ci passò accanto. Non una novità in quel paese. Non avevamo una meta precisa, ma bisognava pur iniziare da qualche parte.

Angolo autrice
Eccoci qui, finalmente è arrivata l'estate anche per me! Quindi potrò finalmente dedicare il tempo che vorrei a questa storia.
Come state passando l'estate? Dove siete di bello? Io mi trovo in questo momento in montagna :)
Che dire? Eccoci qui con il capitolo di Lydia... per chi fosse stato preoccupato per Ilan, beh almeno sappiamo che è ancora vivo, e che poteva probabilmente essergli andata peggio. Non temete, non lo ammazzo... non ancora.

Mentre scrivevo pensavo a quanto sarebbe stato bello avere un qualche dominatore dell'acqua che ci ripulisse per benino il nostro ragazzo... purtroppo la storia non parla di elementi, mannaggia.
Stavo pensando di mettere questo capitolo come primo capitolo e quello che ho scritto come primo per secondo... per ora lascio tutto com'è, più in là vedrò se cambiare tutto.
L'ho già detto nel capitolo della cartina, ma lo ridirò anche qui per sicurezza: ho deciso di cambiare il nome di Fassim in Eira (neve in gallese), in modo tale che anche questo non fosse un nome inventato.
Vi lascio ai trivia. Ne ho messi tre, come ho sempre fatto quando non pubblicavo da un po'.
Un bacio grande grande grande

TRIVIA
1) Le Città del Regno della Foresta sono tutti nomi di alberi, fatta eccezione per Llygad e Dydd (Llygad y dydd significa Margherita).
I Settori della Città di Metallo (che essendo essa stessa una città non può essere divisa in città, Capitan Ovvio mode-on) sono tutti nomi di metalli.
Le Città dei Villaggi delle Montagne sono tutti nomi riferiti all'aria.
Le Città delle Tribù del Deserto sono tutti nomi riferiti all'acqua.
2) Qui qualcuno mi ha già scoperta... ad ogni modo nel capitolo 1 una frase è presa (quasi pari pari) dalla canzone "Il vecchio e il bambino" di Guccini.
3) Lydia è una fangirl.

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