Capitolo 1

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Le 9:30 di mattina.
Bene, ho ancora del tempo per prepararmi. Oggi è il compleanno di Candice, la mia sorellina. Oggi compie 8 anni e ho una vaga idea su cosa regalarle.

Mi alzo dal letto dopo mezz'ora di stiracchiata e mi avvio come uno zombie verso il bagno.

Evito di guardarmi allo specchio, ci penserò dopo. Ora voglio solo farmi una doccia rilassante per svegliarmi.

Inizio a togliermi il pigiama ed entro in doccia. Lavo per bene il corpo e i capelli e rimango per un pò sotto la doccia, così senza fare nulla.

Mi piace starmene sotto il getto dell'acqua calda che lascia segni rossi sulla mia pelle. Mi aiuta a rilassarmi e a liberare la mente. In quel momento siamo solo io e l'acqua che scorre sul mio corpo. Mi dà un senso di pace tutto ciò.

Questo bellissimo e rilassante momento viene interrotto da qualcuno che bussa alla mia porta.

Sbuffando esco dalla doccia, avvolgo il mio corpo nell'accappatoio e mi dirigo alla porta.

"Ce ne hai messo di tempo" sbraita mia madre.
"Buongiorno anche a te mamma. Si, sto bene. Tu come stai?" fingo una conversazione non avuta.
"Spiritosa. Comunque sbrigati che si sta facendo tardi e dobbiamo ancora organizzare la festa."
"Si, ora mi muovo" sospiro ed entro in camera, iniziando a frugare nell'armadio.

Dopo aver indossato l'intimo, mi prendo un attimo per ammirare il mio corpo a figura intera nelle specchio. Non lo facevo da parecchio e mi sembra di essere cambiata un pò.
Il mio sguardo parte dai miei capelli biondi scuro e ricci, non tanto cresciuti, arriva ai miei occhi marroni per poi scendere sul seno, sui fianchi, sulla vita e sulla pancia. Il mio sguardo si sofferma su una piccola macchiolina poco sopra l'ombelico. È una delle mie "voglie". Le ho sempre chiamate così da quando sono piccola. Ne ho due, una poco sopra l'ombelico e l'altra sulla gamba destra. I miei occhi, ovviamente, non potevano mancare di andarsi a posare sulla cicatrice.

La sfioro con la punta delle dita. È liscia e trasparente. Mi ci è voluto molto per abituarmici. Non volevo avere questa cosa proprio in mezzo al petto. Non potevo indossare delle maglie scollate che subito si intravedeva. E il bello era che alla luce del sole luccicava come un diamante!
Crescendo si vede sempre meno, quindi posso permettermi maglie e vestiti più scollati.

Mia madre mi ha raccontato che da piccola sono sempre stata più matura degli altri bambini. Sempre un passo avanti a loro. Facevo cose che per la mia età non avevano un senso. Ancora ora, che ho 17 anni, mi dicono che sono più matura, sono diversa dagli altri. Ma io non penso sia solo per il mio carattere. Sono diversa perché ho questa fottuta cosa al petto e non posso fare niente di niente per togliermela di dosso perché è un pezzo del mio passato che ha lasciato il segno.

Smetto di guardarmi a quel dannato specchio e inizio a vestirmi. Opto per un jeans strappato alle ginocchia e una polo bianca. Prendo la borsa e il cellulare e scendo in cucina.

"Dove sono papà e Candice?" domando a mia madre, che sta preparando la torta. È sempre stata un'ottima cuoca.
"Tuo padre l'ha portata al parco con Alan"
Alan è il mio cuginetto, di un anno più piccolo di Candice.
"Okay, allora io vado. Torno tra poco"
Dico lasciandole un bacio sulla guancia e uscendo di casa.

**********
Sono pessima nel fare regali. Avevo vagato per più di mezz'ora in un negozio di giocattoli non sapendo cosa prendere.

Alla fine ho deciso di prenderle una corona da principessa, visto che l'ho sempre chiamata così, e un pigiama con tante coroncine sopra. Spero tanto che le piaccia.

Quando arrivai a casa, mia madre iniziò ad urlarmi contro dicendo che era tardi e bla bla bla. Così subito ci mettemmo al lavoro. Ora stavamo finendo di sistemare le ultime cose, lei si stava occupando del cibo, io delle ultime decorazioni, mio padre dell'intrattenimento per i bambini e mio fratello Samuel della musica.

Ce lo vedevo mio padre vestito da pagliaccio per fa divertire i bambini.

"Papà che hai intenzione di fare?" gli chiedo.
"Non lo so, ma penso che era meglio ingaggiare un animatore professionista" dice lui sbuffando.
Scoppio a ridere e lo abbraccio.
"Vedrai che sarai bravissimo. Come sempre." lo sprono sorridendo.
"Grazie tesoro" dice dandomi un bacio sulla fronte.

Corro di sopra a cambiarmi e rendermi presentabile. Lego i capelli in una treccia, indosso un abito verde acqua, corto davanti e lungo dietro con il top pieno di brillantini e delle scarpe col tacco color panna.

Mentre mi sto truccando, qualcuno bussa alla porta.
"Avanti" grido senza deconcentrarmi.
La testa di Samuel sbuca dalla porta e io scoppio a ridere.
"Cos'hai da ridere?" mi chiede con una faccia che sembra abbia visto un fantasma. Solo per quello continuo a ridere ancora più forte e tra le risate riesco a sussurrare un "niente".
Samuel entra e si siede sul letto. Mi prendo un attimo per guardarlo. Indossa un jeans nero e una maglietta azzurra a mezze maniche.
"Sei bellissima" mi dice quando ho finito di truccarmi.
"Grazie, anche tu" gli dico stringendogli la vita.
"Andiamo di sotto. La festa sta iniziando"
Annuisco e scendiamo al piano di sotto.

Il salone è già gremito di bambini che urlano e corrono da una parte all'altra. Intravedo Candice giocare con qualche sua amica. Adoro vederla felice.

Appena mi vede, le si illuminano gli occhi e corre verso di me saltandomi in braccio.
"Tanti auguri principessa" le sussurro all'orecchio.
"Grazie Ryry" dice sorridendo "Sembri una fatina" mi dice Candice, guardando il mio vestito.
"È un onore sentirselo dire da lei principessa" rispondo abbassandomi alla sua altezza e lasciandole un bacio sulla fronte.
"Vai a divertirti, è la tua festa dopotutto" le dico sorridendo teneramente.

Dopo una mezz'ora che è iniziata la festa, inizia l'intrattenimento. Voglio proprio vedere cosa si è inventato mio padre.

'Sarà una lunga serata'. Penso divertita.

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