Capitolo 10

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Sono a casa, da sola. Sto guardando i film di Harry Potter dall'inizio. Sono già al terzo film ed è la centesima volta che li vedo.

Un foglio ripiegato dietro un libro cattura la mia attenzione. Mi alzo e lo prendo per vedere cos'è. È il messaggio di quel tizio sconosciuto. Ho pensato tanto a quel messaggio. Cosa potrebbe nascondere la mia famiglia? Potrei essere stata adottata? Mio fratello è stato adottato? Papà tradiva la mamma? La mamma tradiva papà? Ho uno zio straricco in Italia? I miei facevano parte dell'FBI?

Troppe domande senza una risposta. Ripiego il foglio e salgo le scale. Sento dei passi al piano di sopra. Mi blocco a metà delle scale e mi attacco al muro. Salgo piano senza fare rumore e nel mentre recupero la mazza da baseball che avevo nascosto nel vaso in caso di evenienza.

Arrivo davanti alla porta della camera dei miei genitori e da lì provengono i passi. Qualcuno è nella camera. Apro la porta di scatto e l'unica cosa che riesco a vedere è un uomo che sta scappando dalla finestra con indosso un impermeabile nero.
Non faccio in tempo a raggiungerlo che l'uomo è scappato. Lascio cadere la mazza e corro alla finestra. Mi affaccio ma di lui nessuna traccia.

Nulla. Si è come volatilizzato.

Rientro e chiudo la finestra. Mi ci appoggio contro e passo le mani tra i capelli.

Cosa ci faceva quel tipo in casa mia? È forse lo stesso che mi ha lasciato quel messaggio? Ma cosa vuole da me? Perché interviene solo ora?

Mi guardo intorno per vedere se ha preso qualcosa ma è tutto in ordine.
Sul materasso c'è.. una foto.
La prendo e la guardo meglio.

Ci sono due persone. Un uomo e una donna. L'uomo lo identifico come mio padre. Quegli occhi neri sono inconfondibili. La donna, stranamente, non è mia madre. È una donna molto attraente, lunghi capelli scuri e credo che abbia gli occhi azzurri. È di profilo quindi non vedo molto. Sorridono entrambi e sono ad una distanza molto ravvicinata.
Sembra una foto di un pò di anni fa, una decina forse.

Ma cosa c'entra questa foto con me?
Quest'uomo mi farà uscire pazza.
Piego la foto e la metto in tasca, dove ho anche il biglietto.

Il mio telefono squilla, lo prendo e vedo che è Tyler.
"Ehi Ty"
"Crystal tu non sai cosa è successo"
Dal suo tono di voce presumo che non è molto importante ma è arrabbiato.
"Raccontami"
"Ti ricordi di quando sei venuta a casa mia con quel tizio, Jason?"
Dovevo immaginarlo centrasse lui.
"Si, e allora?"
"Allora? Tu hai fatto credere a quello che casa MIA fosse casa TUA. È venuto qui e ha chiesto di te e sicuramente sarebbe stato capace anche di entrare dalla finestra!"
Scoppio a ridere e non riesco a fermarmi. Non pensavo arrivasse a tanto. Veramente non pensavo neanche che potesse venire a casa mia.
"La smetti? È una cosa seria!"
"Non ti preoccupare. Tanto ora ha capito che non è casa mia. Non verrà più"
Tyler sospira e sono sicura che si sta passando una mano tra i capelli.
"Okay, hai ragione. Ora vado, a domani"
Chiude la chiamata senza neanche farmi rispondere.

Rimango qualche secondo di troppo con il telefono attaccato all'orecchio.

Lui sarebbe venuto a casa mia.. Per me..

Sbarro gli occhi appena realizzo ciò che mi ha detto Ty.

Mi riprendo dal mio stato di shock e scendo di sotto. Mi ricordo all'ultimo secondo che devo andare a prendere Candice che è a casa di una sua amica.

Prendo le chiavi e mi precipito fuori.
Fortuna che la casa della signora Carrington è vicina alla nostra.

La strada è quasi desolata. Rallento il passo e mi godo questa tranquillità. È raro che queste strade siano calme e, quelle poche volte che succede, voglio godermelo.

Vengo sbattuta violentemente al muro. Una fitta lungo la schiena mi fa urlare di dolore. Chiunque sia stato è un uomo/donna morto/a.
"Ma che cazzo fai? Mi hai quasi uccisa, coglione dei miei stiva-"
Mi fermo rendendomi conto chi ho davanti.
A pochi centimetri dalla mia faccia ci sono due occhi verdi che mi scrutano.
"Ti ho fatta male?" sussurra bloccandomi con le sue braccia ai lati della testa e con il suo corpo.

Sono in trappola. Mi sento improvvisamente a disagio.
"No, mi hai fatto bene. Secondo te è il modo?" rispondo alzando un pò il tono di voce.
"Sai forse lo hai meritato"
Questo ragazzo è uscito di testa.
"Ma cosa cazzo dici?!"
Inizia ad agitarmi, ma lui non si muove nemmeno di un millimetro.
"Ah.. Crystal, Crystal, Crystal.. Devi sapere che io odio i bugiardi. E nessuno si è mai permesso di imbrogliarmi e di sicuro non mi faccio raggirare da una ragazzina come te"
Nel frattempo mi ha preso i polsi e me li ha stretti sopra la testa, tanto da farmi male. Le sue parole in qualche strano modo.. mi feriscono leggermente. Ma io sono molto brava a nascondere i sentimenti, quindi non lo do a vedere e rispondo.
"Intanto sei andato sotto la presunta casa di questa ragazzina" sussurro.
Lui stringe di più la presa sui miei polsi. Mi sta facendo male e sicuramente dopo ci saranno dei segni rossi, ma non mi lamenterò. Ho provato dolore peggiore e non mi sono mai lamentata. Posso sopportare.

Spunta un sorriso sul suo volto. Ma non un sorriso sincero. È più un sorriso arrogante, di chi la sa lunga.
"Hai proprio una faccia tosta. Sei anche tremendamente orgogliosa"

"Che intendi?"

"So che ti sto facendo male ma non hai il coraggio di ammetterlo"

"Il coraggio non mi manca, stanne certo. Non è un fatto di orgoglio. Semplicemente ho sopportato dolore peggiore"

Allenta la presa sui miei polsi e mi guarda con.. Stupore? Nostalgia? Compassione?
Non riesco a decifrare la sua espressione e non so neanche cosa gli sta passando per la testa in questo momento.
Ora mi rendo conto di aver espresso una cosa che doveva rimanere nella mia testa.

Mi libero dalla sua presa e lo spingo lontano da me, presa da un attacco di panico. Mi accascio a terra e mi metto le mani nei capelli.
"Crystal? Crystal che succede? Crystal mi senti?"
Sento la sua voce ma alle mie orecchie arriva ovattata. Le mie mani iniziano a tremare e inizio ad ansimare. Cerco di mettere in pratica quello che mi ha detto mio padre. Era da tempo che non avevo un attacco di panico e pensavo di aver superato questa cosa.
Probabilmente mi sbagliavo. Come al solito.

Sento due braccia scuotermi ma non reagisco. Chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi per cercare di far passare questa brutta sensazione che mi assilla.

Smetto di tremare e il mio respiro ritorna regolare. Apro gli occhi lentamente e noto che Jason è accovacciato davanti a me e continua a scuotermi con un'espressione terrorizzata sul volto.

Quando si rende conto che non tremo più si lascia andare un respiro di sollievo.
"Cosa è appena successo?" la sua voce è tremolante, mi fa quasi tenerezza.
Quasi.
"Niente. Rimuovilo dalla tua mente"

"Sei impazzita?! Come faccio a scordarmi di una scena del genere eh?!" urla alzandosi in piedi.
Lo imito e lo guardo con uno sguardo gelido.
"Dimentica ciò che è successo. Non farne parola con nessuno. Tu non hai visto nulla" continuo a guardarlo impassibile e con voce neutra.
Alla fine annuisce e posso ritenermi soddisfatta.
"Solo se mi dici cos'era quello" sembrava troppo facile. Sospiro "Attacco di panico. Contento?"
Si irrigidisce e nel suo sguardo vedo preoccupazione mista a sensi di colpa.
"È tutta colpa mia. Sono un coglione rimbecillito.. " mormora per non farsi sentire ma lo sento comunque.

"Per-per quanto tempo sono.. rimasta.. in quello stato?"
Alza i suoi occhi su di me e dopo un pò risponde.
"Circa 5 minuti"
Rabbrividisco. Non era mai durato così a lungo un attacco di panico. Devo parlare con mio padre.

Guardo l'ora e mi ricordo di Candice. Dovevo andare a prenderla mezz'ora fa!
"Senti devo scappare. Ci vediamo a scuola" lo saluto con un cenno della mano e inizio a correre verso la mia precedente destinazione.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro