Capitolo 11

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Arrivata a casa ho parlato con mio padre di quello che mi è successo, ma lui non mi ha saputo dare una spiegazione. Dice che, forse, la mia mente sta riaffiorando i ricordi e sto avendo attacchi di panico.

"Dimmi sempre quando ti accade e metti in pratica ciò che ti ho insegnato"

Così mi ha detto ieri sera.

Oggi devo dirlo a Roxy e Ty. Devo parlarne assolutamente con qualcuno o vado in escandescenze.

Scendo al piano di sotto ed esco per andare a scuola. Mentre cammino metto le cuffiette e ascolto la musica.

Per strada incontro Jessica, una ragazza del corso di storia. Non ci ho mai parlato molto ma sembra una tipa apposto.

"Ehi Crystal" Jessica si sta sbracciando per attirare la mia attenzione.
Mi tolgo una cuffietta e la aspetto per andare insieme.
"Ehi Jessica" la saluto appena mi è vicina.
Mi sorride e iniziamo a camminare fianco a fianco. Dopo un pò inizia a parlare.
"Che lezioni hai oggi? Io ho arte con la Green. Non mi piace molto l'arte ma lei la spiega bene e poi adoro il suo cognome. Green. Suona bene, mi piace come parola. Green, green, green, green. Secondo te ho qualche possibilità con Ben? Quel ragazzo figo che gioca a basket del quinto anno. Io penso di no, non ci siamo mai parlati ma io lo seguo con lo sguardo ovunque. Penso di essermi presa una bella cotta. Oh guarda siamo quasi arrivate"

Ha detto tutto così velocemente che ho faticato a starle dietro. Come può una persona parlare così tanto e così velocemente?

Deve essersi accorta della mia faccia sconvolta perché ride leggermente.
"Non fare quella faccia sconvolta. Tendo a parlare molto per riempire il silenzio. Non mi piace il silenzio. Mi sa di noia" spiega con tranquillità.
"Oh. È che non ho mai conosciuto qualcuno che parla così tanto e velocemente. E poi chi era quel Ben?"
"Ti spiego meglio un'altra volta" mi fa l'occhiolino e un cenno di saluto con la mano. Poi sparisce nel cortile della scuola.

Strana forte questa ragazza.

Mi incammino alla ricerca dei mie due migliori amici e vedo Tyler con una bionda attaccata al braccio.
Non ne vuole proprio sapere di staccarsi.

"Scusami, me lo lasci?" dico alla ragazza una volta che le sono di fronte. Mi guarda truce.
"E tu chi saresti scusa? Lui ora è con me!"
Dovevo immaginare che avesse una voce da oca.
Faccio un sorriso e mi avvicino a lei fino a che non la ho ad un palmo dal naso.
"Sono qualcuno che non vorresti avere contro" sussurro guardandola nei suoi occhi verdi.
Deglutisce e io trascino via Tyler.

"Mi hai salvato la vita" dice quando siamo abbastanza lontani da lei.
Ridacchio. "Hai visto Roxy in giro?"
Non finisco nemmeno di parlare che qualcuno si fionda addosso a me e per poco non perdo l'equilibrio. Riconosco il profumo alla vaniglia di Roxy e ricambio l'abbraccio.

"Buongiorno anche a te" le dico sorridendo.
"Che ti succede?" domanda Tyler.
"Sono felice" risponde Roxy con un sorriso che arriva da un orecchio all'altro.
La guardo sospettosa e lei mi fa lo sguardo da 'ti racconto dopo'.

Ci avviamo ai nostri armadietti per prendere i libri della prima lezione.

Che aspetti a dirglielo? Fallo ora che sono entrambi qui.
Questa volta la mia coscienza ha ragione.

"Ragazzi devo dirvi una cosa"
Il sorriso di Roxy si spegne e Tyler mi guarda in attesa.
"Ieri.. Ho avuto di nuovo un... " mi fermo ma è Roxy a continuare per me
"Attacco di panico" Tyler sbianca e io abbasso lo sguardo.

"Ne hai parlato con tuo padre?" mi domanda Tyler.
"Si, ma non sa a cosa è dovuto. È stato anche il più lungo che io abbia avuto" sospiro.
"Quanto è durato?" stavolta è Roxy a domandarlo.
"Cinque minuti"
La campanella suona e, per la prima volta, sono felice che suoni.

Chiudiamo gli armadietti e ci avviamo nelle nostre classi.
Io e Tyler abbiamo geografia insieme quindi facciamo gli stessi corridoi.
Passiamo vicino ai bagni e si sentono dei rumori provenienti dal bagno delle donne.

Guardo Ty e lui ha la mia stessa espressione curiosa. Ci avviciniamo, stando attenti che nessuno ci veda, e apriamo leggermente la porta.
Intravedo una chioma biondo platino e la associo a Sharon. È appoggiata sul lavandino con entrambe le mani sulla schiena di un ragazzo, ma non riesco a capire chi sia. Capisco invece benissimo ciò che stanno facendo e mi sale un conato di vomito.

Trascino via Tyler ed entriamo nella nostra aula prima dell'arrivo della prof.
"Ma hai visto anche tu quello che ho visto io?"
Tyler sembra ancora più sconvolto di me.
"Si Tyler"
"Dio, che schifo" fa una smorfia schifata che mi fa venire da ridere.
Incrocio le braccia sul banco e ci appoggio su il mento.
Nel farlo la maglietta ha scoperto i polsi. Cerco di coprirli ma ormai il danno è fatto.
"Cosa cazzo sono questi segni?!" sbraita Tyler esaminandoli.
Passa poi a tutto il braccio, alla faccia e al collo.
"Ty non è niente. Sto bene. Ho stretto troppo i guantoni ieri. Tranquillo"
È la scusa più stupida che mi sia mai inventata.
Annuisce ma so che non ci crede e, quando potrà, lo dirà a Roxy che verrà da me a lamentarsi perché io non gliel'ho detto prima e bla bla bla.

Maledetto sia Jason e la sua stupida forza.

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