Capitolo 12

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Finite le lezioni, Roxy mi ha trascinata a casa sua.

Ora sono sul suo letto e sto aspettando che lei mi racconti perché è così euforica da stamattina.

"Allora, tu conosci Ben? Il capitano della squadra di basket?"

Ben, Ben, Ben.. dove l'ho già sentito..

"Vagamente. Ma perché? Che è successo?"

"Oh andiamo! Come puoi non conoscerlo?" butta le braccia in aria e ha una faccia sconcertata.

"Non lo conosco. Me lo farai vedere tu. Ma ora raccontami"

"Oh si, giusto. A scuola abbiamo una lezione in comune e ieri si è seduto vicino a me. Abbiamo parlato e mi ha chiesto di uscire" sorride e stringe il cuscino al petto.

"Ma è fantastico! Quando uscirete?"

"Non so, deve chiamarmi lui" fa spallucce.

"Come fa di cognome questo Ben?"

"Dawson"

Ben Dawson...
Sveglia mia cara. È il ragazzo di cui avete parlato tu e Jessica stamattina

"Oooh giusto" dico ad alta voce.
"Cosa?"
"Stamattina quando stavo venendo a scuola ho incontrato Jessica, e mi ha detto che a lei piaceva questo Ben ma non aveva il coraggio di andargli a parlare"
"Mi ritengo fortunata allora" ammica e scoppiamo a ridere.

Lo schermo del mio telefono si illumina e lo prendo per vedere cos'è.

È un messaggio da parte di uno sconosciuto:
'Domani, parco vicino casa tua, alle 18'

Vengo scossa da un brivido e spengo subito il telefono.
"Che succede?" mi chiede Roxy.
"Ehm.. Nulla. Io... devo andare"
Prendo lo zaino e scendo di sotto.
"Ci vediamo domani" la abbraccio di fretta e scappo via.

Inizio a correre verso il bosco, ho bisogno di sfogarmi un pò.
Svolto qualche angolo e inizio a vedere qualche albero da lontano. Aumento il passo e mi inoltro nel bosco.

Il bosco mi ha sempre dato un senso di tranquillità fin da piccola. I suoni della natura mi fanno liberare la mente da qualsiasi pensiero e farmi pensare lucidamente.

Arrivo al mio posto preferito e mi butto a terra come un sacco di patate.
Ho trovato questo posto per caso due anni fa, quando mi sono persa nel bosco. Inizialmente ero spaventata da tutti questi rumori, ma poi mi sono rassenerata. Mi trovo quasi al centro, dove arrivano pochi alberi, abbastanza da farmi vedere il cielo se mi sdraio.

Vengo qui quando non voglio farmi trovare da qualcuno, quando ho voglia di gridare, di piangere. Perché sono sicura che qui quello che faccio non lo saprà nessuno, solo io e gli alberi.

Mi arrampico su una vecchia quercia e mi sdraio sul ramo più resistente, con una gamba a penzoloni e una piegata. Chiudo gli occhi e ripenso a ciò che è successo in questi ultimi giorni.

Non capisco chi è quest'uomo e cosa vuole da me. Forse non dovrei andarci, ma se deve dirmi qualcosa di importante? E poi deve darmi delle spiegazioni.

Jason, poi c'è Jason. Irritabile ragazzo dagli occhi verde smeraldo e dalla forza sovrumana che mi importuna quando ne ha la possibilità solo per irritarmi.

Non so per quanto tempo rimango sdraiata su questa quercia, ma mi alzo quando inizia a farmi male la schiena.
"La natura è rilassante, gli alberi no cara Crystal" dico a me stessa massaggiandomi la schiena.

Prendo lo zaino e inizio ad incamminarmi verso casa lentamente.

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