Capitolo 17

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Pov's Jason

È da tutta la mattinata che seguo Dylan e per colpa sua non sono entrato a scuola.

Non che mi importi più di tanto.

Ho notato che ha cambiato gruppo di amici, questi sono molto più grandi di lui e penso che facciano parte di una gang o cose del genere.

Ma come diavolo ha fatto ad entrare in quel gruppo? E poi perché proprio Dylan? Chissà cosa gli fanno fare. Forse lo drogano anche senza che lui lo sappia.

Tra poco dovrebbe uscire da scuola e non so se voglio fare la parte del fratello che lo viene a prendere oppure me ne sto qui ad aspettare quello che fa e dove va.

Meglio andare per la seconda. È un rischio ma devo scoprire. Se Dylan sta prendendo una brutta strada devo assolutamente rimediare. È un ragazzino molto volubile e si fa condizionare facilmente per questo subito cade nelle stronzate che gli chiedono di fare.

Mi accendo una sigaretta per ammazzare il tempo. Il cellulare sul sedile vibra e vedo che è mia madre.
"Mamma"
"Jason devi andare al supermercato"
"Non puoi andarci tu? Sono impegnato"
"Aiutami ogni tanto!"
"Va bene, ma posso andarci dopo. Ora ho da fare"
"Okay, basta che ci vai"
"Sisi a dopo"
Stacco la chiamata e butto il cellulare da qualche parte nella macchina. Speriamo che non si sia rotto.

Dopo un pò di tempo inizio a vedere i ragazzi che escono da scuola. Intravedo una piccola macchia nera che ride con i suoi 'amici'.

Attraversano la strada e mi passa per l'anticamera del cervello di fare un'accelerata improvvisa e fare un bello strike con birilli umani, ma mi trattengo.

Vedo che camminano per qualche metro e poi girano in uno dei tanti vicoletti. Scendo dall'auto e percorro la loro stessa strada. Ad ogni angolo ci sono bottiglie di birra, alcune rotte e altre intere. Dal vicoletto in cui sono entrati si sente una puzza di fumo e alcool. Gli passo vicino e con la coda dell'occhio vedo Dylan con quella che sembra una canna in mano. Faccio finta di nulla e continuo a camminare normalmente.

Posso anche essermi sbagliato ma ero più che certo che quella era una canna. Ammetto che qualche volta ne ho fatto uso.

Faccio il giro e torno in macchina. Continuerò ad investigare per scoprire qualcosa in più.
Metto in moto la macchina e mi dirigo al supermercato.

Pov's Crystal

Tra qualche ora ci sarà il fatidico incontro ed io non sono psicologicamente pronta per quello che potrà dirmi o quello che potrà succedere. Non riesco a capire il perché della scelta del parco. C'è gente a quell'orario, non capisco davvero.

Ma ora che ci penso come farò a riconoscerlo? Non so chi sia, non l'ho mai visto. Va a finire che parlo con qualcuno che non è lui. Oppure chiedo a tutti coloro che sono al parco
'Sei il maniaco che mi perseguita?'
Ma mi prenderebbero per pazza, quindi meglio evitare.

Guardo l'orario e manca ancora un'ora e mezza prima dell'orario prestabilito. Mi alzo dal letto e metto un pò di musica. Parte 'five hours' di Deorro solo base. Capita a pennello, mi ci voleva una canzone rilassante.

Metto i guantoni e inizio a tirare calci e pugni al sacco. Penso alla giornata di oggi: Cole che sembra un maniaco problematico, Sharon con i suoi messaggi enigmatici, Jason che non si fa vedere a scuola, l'incontro con sto tizio. La mia vita si è movimentata da un giorno all'altro. Prima i miei unici problemi erano la scuola, i problemi con gli attacchi di panico, gli psicologi... Okay era movimentata anche prima ma era triste. Ora non lo è più, non molto almeno.

Ricontrollo l'orario e manca un'ora adesso. Decido di andarmi a fare una doccia e di prepararmi.
Apro l'acqua e aspetto che si faccia calda. Guardo i miei capelli allo specchio e vedo che sono notevolmente cresciuti. Forse devo tagliare un pò le punte. Dalla doccia esce del vapore e inizio a spogliarmi.
Entro nella doccia e mi sposto in un angolino, dato che l'acqua è esageratamente calda.

Dopo un quarto d'ora esco dalla doccia e vado nell'armadio per vedere cosa indossare. Meglio che mi vesto comoda, se devo scappare almeno non ho difficoltà. E poi le corse in estate aiutano. Prendo un leggins grigio e una maglietta a mezze maniche nera con la sagoma di un unicorno in petto. Metto le vans nere, sistemo i capelli e sono pronta. Guardo l'ora e sono le 17:50.
Giusto in tempo. Trovo anche due messaggi. Uno è da Tyler e uno da Roxy.
Da Roxy: 'Oggi esco con Ben! XO'
A Roxy: 'Ma è fantastico! Buona fortuna!'

Da Tyler: 'Che fai oggi? Mi annoio'
A Tyler: 'Esco a fare un giro. Vengo dopo da te'

Chiudo il telefono e scendo al piano di sotto. Vado in cucina ma non trovo nessuno. C'è solo un biglietto sul tavolo.
Crystal sono la mamma. Sono uscita con Candice e tuo padre è al lavoro. Se esci ricordati di prendere le chiavi e chiudere tutto. A dopo!

Metto il fogliettino nella cover del telefono, prendo le chiavi ed esco.
Inizio a camminare verso il parco e, ad ogni passo, l'ansia aumenta sempre di più. Spero solo che non ci sia nessuno che conosco, sarebbe una tragedia.

Da lontano vedo l'entrata del parco e qualche bambino con i genitori. L'ansia si sta trasformando in terrore. Gli attacchi di panico ora non c'entrano proprio. Mi fermo, chiudo gli occhi e respiro profondamente.

Quando mi sono calmata, ricomincio a camminare ed entro nel parco. Trovo una panchina vuota e mi siedo. Bene, ora che faccio? Dovrebbe essere lui a venire da me dato che non so chi sia. Alzo gli occhi e guardo il cielo. Oggi è una bella giornata, il cielo è limpidissimo e non ci sono nuvole.

"Crystal?" mi giro verso la voce e c'è un uomo magro, vestito di nero e con un cappellino con la visiera. Mi alzo di scatto. Io ho già visto quell'uomo. È colui che è entrato in casa e mi ha lasciato la foto sul letto.

"Tu" mi avvicino di un passo "Sei entrato a casa mia"
L'uomo annuisce.
"Crystal tu devi sapere"
"Cosa devo sapere?"
L'uomo si avvicina ma io mi scanso. Meglio mantenere le distanze. Non si sa mai.
Sospira e mi guarda.
"La verità"
Non ci sto capendo niente. In questo momento vorrei solo andarmene il più lontano possibile.
Lui continua a guardarmi in modo strano.
"Vi somigliate tantissimo"
Scuote la testa e sorride.
Bene, ora sono ancora più confusa. Io e chi ci somigliamo? Come fa a sapere queste cose lui? Ma poi chi è?
"Ma tu chi sei?"
"Sono l'uomo che ti farà aprire gli occhi"
Prendo dalla tasca la foto che mi lasciò sul letto.
"Cosa significa questa foto?"
"Ti sarai resa conto che la donna fotografata non è tua madre"
"Certo"
"Bhe, lei è..."

"Cosa succede qui?"
Mi giro e vedo Jason vicino un albero. Ma cosa ci fa qui? Non poteva fare le sue apparizioni in un altro momento?
"Và via Jason" sussurro a denti stretti.
"E lasciarti con un uomo così? Non ci penso proprio"
Mi giro di nuovo e l'uomo si è volatilizzato. Scomparso nel nulla.
Non ci posso credere. L'opportunità che avevo per scoprire la verità su qualcosa, Jason arriva e rovina tutto.

Mi giro infuriata verso di lui.
"Cosa cazzo ti è passato per quella fottuta testa?"
Sento il sangue bollire nelle vene e le mani mi formicolano. Devo colpire qualcosa. Ho bisogno del mio sacco da boxe. Apro e stringo le mani per calmarmi ma non funziona.
"Scusami se mi sono preoccupato per te. Quell'uomo poteva avere cattive intenzioni!"
"Tu non devi preoccuparti per me! Io so badare a me stessa! Tu non sai cosa voleva quell'uomo da me e ora non lo saprò nemmeno io!" urlo con tutto il fiato che ho in corpo per sfogarmi.
Jason è rimasto sconvolto per questa sparata ma mi interessa poco.

Mi avvicino all'albero e gli tiro un pugno. In questo momento non sento il dolore per via dell'adrenalina che ho in corpo.
"Cristo! Ma che ti passa in quella testa?"
Jason fa per avvicinarsi ma io indietreggio.
"Non mi toccare. Sto bene"
In realtà no, ho le nocche sanguinanti e tutta la mano rossa.
"Tu non stai bene. Vieni con me"
"Io non vengo da nessuna parte con te!"
Sospira e, in un battito di ciglia, mi trovo a testa in giù sulla sua spalla.
"Lasciami subito brutto stronzo!"
Inizio a scalciare e dare pugni sulla sua schiena, ma lui non mi calcola, così mi arrendo.

Arriviamo vicino un'auto e mi mette con i piedi per terra.
"Questo è sequestro di persona"
Rotea gli occhi al cielo e mi fa segno di salire.
"No. Grazie. Devo andare da un amico"
"Ti accompagno io"
Sbuffo e salgo.
"La direzione di casa mia"
Annuisce e parte. Per tutto il tragitto ho guardato fuori dal finestrino e non ho detto una parola.

Quando svoltiamo nella via di casa mia, dico a Jason di fermarsi.
"Grazie per il passaggio"
Sto per scendere ma lui mi prende un braccio.
Mi giro e guardo la sua mano, poi lui,
subito la ritira, come se si fosse scottato.
"Scusami per prima. Non sapevo cosa stavi facendo. Ho reagito d'impulso"
Sembra sincero. Forse è meglio accettarle queste scuse.
"Accetto le tue scuse"
Sorride e io ricambio. Lo saluto con un cenno della mano e scendo dall'auto.

//Spazio autrice

Ciao carciofii, ecco finalmente l'incontro... che non è andato bene 😂

Ve lo aspettavate da Jason? Chi era quella donna della foto? A chi somiglia Crystal?

Man mano si scoprirà tutto!

Al prossimo capitolo ❤

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