Capitolo 24

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Quando apro gli occhi realizzo di essere in una camera sconosciuta. Mi alzo di soprassalto e, dato che già ero ai limiti del letto, cado a terra con un tonfo sordo.
"Porco Simpson!" sussurro massaggiandomi il sedere.
Almeno la botta mi è servita a farmi ricordare dove mi trovo e soprattutto con chi.

Sono ancora seduta a terra. Così mi sporgo di poco vicino al letto, il giusto per vedere il torso nudo di Jason, i suoi capelli scompigliati e la sua faccia rilassata. È girato a pancia in giù e la sua schiena si alza e si abbassa ad un ritmo regolare. Possibile che la mia caduta non l'abbia proprio sentita? Ha il sonno pesante il ragazzo!

Cerco il telefono sul comodino e controllo l'orario. Sono le 8:40.
Scuola saltata come avevo programmato. Ci sono anche dei messaggi di Roxy.
Da Roxy: Ehi ma che è successo? Stai bene? Perché mi scrivi a quest'ora?
Da Roxy: Non so cosa sia successo, ma tu e Tyler mi dovete delle spiegazioni.
Da Roxy: Comunque con tua madre tutto apposto. Ci ho pensato io.
A Roxy: Sei grande!

Chiudo il cellulare e mi alzo da terra. Non so se andarmi a fare una doccia e andarmene oppure rimanere a poltrire un altro pò su questo comodo letto. Alterno lo sguardo tra il letto e la porta del bagno. Alla fine vince il letto. Mi sto per stendere di nuovo quando noto Jason con gli occhi aperti che mi fissa. Mi prende un colpo e per non gridare mi mordo la mano.
Jason fa una risata assonnata e si gira a pancia in su.
"Buongiorno animaletto"
Lo guardo in modo truce.
"Buongiorno testa di cazzo. Dormito bene?" dico con un finto sorriso e finto interessamento.
"Uuh acide già di prima mattina"
Alzo gli occhi al cielo e mi butto sul letto facendolo rimbalzare un pò.
Guardo il soffitto e sento che Jason si gira verso di me e mi guarda.
"Sai che è maleducazione fissare le persone?" dico senza girarmi.
"Non ti sto fissando"
"Ah no?" giro la testa verso di lui.
"No"
"E cosa staresti facendo esattamente?"
"Ti stavo guardando"
Scuoto la testa e torno a guardare il soffitto.

Cosa dovrei dire in questi casi? Non ho mai dormito con un ragazzo quindi mi fa strano.
Vuoi dire con un bellissimo ragazzo che ti ha salvata da due individui che volevano stuprarti nel bel mezzo della notte.
Inopportuna.

"Vado a farmi una doccia" mi alzo dal letto e mi incammino verso il bagno.
Mi guardo allo specchio e devo dire che faccio abbastanza schifo. Capelli sparati ovunque, due occhiaie orribili e le labbra esageratamente gonfie. Non ho mai capito perché devono gonfiarsi come due mongolfiere. Le ho sempre odiate, sono troppo carnose.

Sospiro sconfitta ed entro in doccia. Esco dopo 10 minuti e indosso i vestiti di ieri sera. Almeno non mi ha portata in una lurida discoteca e non ho indossato un vestito. Non lo avrei rimesso per nulla al mondo.

Torno in camera e Jason è ancora sdraiato sul letto ma ora ha gli occhi chiusi. O sta facendo finta o sta dormendo davvero di nuovo.
Prendo un cuscino e glielo lancio.
Cade dal letto per la sorpresa e si guarda intorno freneticamente.
Scoppio in una grossa risata e mi tengo lo stomaco.
Quando mi sono ripresa dalle risate, trovo Jason con le braccia incrociate che mi guarda scocciato.
"Io non ho riso quando sei caduta tu"
"Ah ma allora mi hai sentita. Ed io che pensavo che neanche i cannoni potevano svegliarti"
Mi lancia un'occhiataccia e incomincia a vestirsi.
Mi ero dimenticata che stava solo con dei pantaloncini addosso.
Non ci crede nessuno!

Giro subito lo sguardo per non arrossire. Sono sicura che poi me lo rinfaccerà a vita.
"Mi riaccompagni tu a casa?"
"No, vai a piedi. Secondo te?"
"Cosa ne so io"
Guardo le foto che sono in camera sua nel frattempo che si prepara.
Molte foto raffigurano la sua infanzia. Era adorabile da bambino con quelle guanciotte.
Ma ti senti?

Il telefono vibra.
È un messaggio da Roxy.

Da Roxy: Come mai hai saltato oggi?
A Roxy: Oggi vieni da me e ti spiego. Ma cosa hai detto a mia madre? Sa che non sono a scuola vero?
Da Roxy: Vedrai quando arriverai a casa ;)

Chiudo il cellulare e vedo Jason davanti allo specchio che sbuffa e impreca continuamente perché i capelli non vanno come vuole lui.
Ridacchio e mi avvicino a lui.
"Girati"
"No, ce la faccio da solo"
Un ciuffo gli cade in mezzo agli occhi e lo soffia via mentre altri due cadono ai lati della testa e un altro dietro, sulla nuca.
La sua testa sembra una margherita appassita.
Da dove li cacci questi paragoni? Li sogni la notte?
Dimmelo tu. Sei la mia coscienza.

Mette su una specie di broncio e io rido.
"Fatti aiutare dai"
Si siede su una specie di sgabello, dato che io non sarei arrivata mai alla sua altezza, e comincio ad acconciargli i capelli nel miglior modo possibile.
Li butto prima tutti indietro e poi ne faccio ricadere qualcuno un pò qua e un pò là. Sono morbidissimi. Ma cosa usa le nuvole come shampoo?
"Ecco. Non era poi tanto difficile"
Si alza e si guarda allo specchio.
"Dimmi come hai fatto a domarli"
"Hanno deciso di sottomettersi a me e non a te. Io sono più simpatica di te"
"Contaci"
"Cosa vuoi dire?" afferro una spazzola e gliela punto contro.
"Ora si che sono impaurito. Me la sto facendo sotto" indica la spazzola.
"Muovi il culo e accompagnami a casa" poso la spazzola ed esco dal bagno.
"Prima si fa colazione animaletto"
"Smettila di chiamarmi così"
Jason ride.
"Mi piace troppo farti arrabbiare"
Alzo gli occhi al cielo ed esco da quella stanza.

Cammino nel corridoio e da una porta esce Dylan.
Ci guardiamo entrambi per qualche minuto, sorpresi. Io perché mi ero proprio dimenticata che in casa c'erano altre persone e lui perché non si aspettava che io fossi qui.
"Ehm ciao Dylan"
"Ciao Crystal. Che ci fai qui?"
Bella domanda. Che dico ora?
Inventa qualcosa.
Non sei d'aiuto.
Attiva il cervello no?
Sei tu il mio cervello!
Sono la tua coscienza, non il tuo cervello.
Fai comunque parte del... Lascia stare, è inutile parlare con te.

"Crystal"
La voce di Dylan mi risveglia dal mio dialogo mentale.
"Oh. Dimmi"
"Allora? Che ci fai qui?"
"Oh.. ehm.. ecco.. io"
Dove cazzo è Jason quando serve?
"Ero rimasta a piedi ieri sera e, visto che era tardi, Jason mi ha invitata a dormire qui"
Incredibile. Meriti una medaglia.

Dylan mi osserva in modo perplesso. Speriamo che ci creda.
Speriamo che ci creda.
Speriamo che ci creda.
"Va bene. E dov'e Jason?"
Ci ha creduto!
"Vorrei saperlo anch'io" dico a denti stretti.
"Ciao fratellino"
Jason spunta da dietro un angolo e si posiziona al mio fianco.
Gli lancio subito un'occhiataccia e incrocio le braccia al petto.
"Buongiorno anche a te" dice Dylan.
"Mamma e papà sono di là?"
"Si, stanno facendo colazione. Io vado. Ciao Crystal"
"Ciao Dylan"
Dylan attraversa tutto il corridoio ed entra in quello che dovrebbe essere il bagno.

"Tu" punto il dito contro Jason.
Sul suo volto si forma un sorrisetto.
"L'hai fatto apposta. Eri dietro l'angolo"
Jason annuisce soddisfatto.
"Dovevi vederti mentre cercavi di inventarti una scusa buona" inizia a ridere e io gli tiro uno schiaffo sul petto.
"Smettila. Ora dovrò vedere anche i tuoi genitori. Dio, che figura"
Mi nascondo la faccia dietro le mani e poi le passo tra i capelli mentre Jason se la ride beatamente.
Si avvicina e mi passa un braccio intorno alle spalle.
"Già li hai conosciuti. Non farai nessuna figura"
Gli prendo un dito e tolgo il suo braccio dalle mie spalle.
"Inanzitutto non toccarmi e poi come glielo spieghi che sono qui?"
"Userò la scusa che hai usato con Dylan" alza le spalle e incomincia a scendere le scale.
Lo seguo a ruota e arriviamo nella sala pranzo dove ci sono i suoi genitori. Suo padre con un giornale in una mano e il caffè nell'altra e sua madre che sta finendo di mangiare un pancake.
"Buongiorno"
Jason prende posto e mi fa segno di sedermi accanto a lui.
"Buongiorno"
Alzano entrambi la testa verso di me e mi guardano come se fossi un alieno.
"Ciao Crystal" mi saluta la mamma di Jason con un sorriso.
"Come stai?"
"Tutto bene, grazie"
"Vieni, siediti. Fai colazione"
È tutto qui? Nessuna domanda sul perché sono qui? Strano.
Mi siedo accanto a Jason e noto che suo padre mi sta ancora guardando. Il suo sguardo mi mette in soggezione e inizio ad agitarmi sulla sedia.
Jason poggia una mano sul mio ginocchio e lo stringe appena per rassicurarmi. Questo gesto mi fa calmare subito e scaccio via la sua mano. Lui mi guarda e ride un pò. Un sorriso involontario si fa spazio sul mio viso.
"Come mai Dylan è qui?"
"Si è sentito male stamattina" parla il padre tenendo lo sguardo fisso sul suo giornale. Non so cosa ci trovano di bello nel leggere il giornale a prima mattina. È una cosa da vecchi decrepiti.

"Crystal come mai sei qui?" mi chiede dolcemente la madre di Jason.
"Ecco.. Ieri sera ero rimasta a piedi e ho incontrato Jason che mi ha invitata a rimanere qui ed io ho accettato dato che era troppo tardi. Spero non le dia fastidio signora" dico tutto senza sembrare agitata o nervosa ma in realtà sto torturando l'orlo della tovaglia.
"Non preoccuparti cara. Nessun fastidio. Oh, e chiamami Kristen" mi fa un sorriso rassicurante che io ricambio.
Dopotutto non è così male questa colazione.

**************

"Mamma sono a casa!"
Butto le chiavi sul mobiletto e tolgo la giacca.
"Tesoro tutto bene? Mi hai fatta preoccupare tantissimo" mi stringe in un abbraccio che non ricambio dato che mi sta stritolando.
"Mamma mi soffochi"
"Scusami scusami. Allora che è successo? Mi ha chiamata Roxy stamattina e ha detto che hai saltato la scuola perché dovevi aiutarla a riparare la finestra di camera sua"
Aspetta, aspetta, aspetta. Cosa? La finestra di camera sua? Sul serio?
Il premio nobel per la fantasia va a Roxy Smith! Un bell'applauso signori!

Smettila di presentare i nobel e rispondi a tua madre!

"Si, giusto. Dei ragazzini le hanno lanciato un pallone e io l'ho aiutata a ripararla. Ora è tutto apposto"
Mia madre fa un sospiro di sollievo e mi lascia andare in camera mia.
Prendo subito il telefono e scrivo a Roxy.

A Roxy: Hai la fantasia di una gallina.

Chiudo il cellulare e lo butto sul letto. Non penso che risponderà dato che è a scuola e ha ancora lezioni.
Prendo qualcosa di comodo e mi cambio. Andrò a fare una corsetta e qualche esercizio per ammazzare il tempo.

Dopo 10 minuti che tiro pugni al sacco, mi arriva un messaggio.

Da numero sconosciuto: Che fai animaletto?

Jason.
Ma come ha avuto il mio numero?

A numero sconosciuto: Come hai avuto il mio numero razza di maniaco?

Da numero sconosciuto: Calma non vorrei che mi uccidessi a morsi. L'ho preso dal tuo cellulare quando eri a casa mia in bagno.

A numero sconosciuto: Ho la password. Come hai fatto ad indovinarla?

Da numero sconosciuto: 1234 me la chiami password?

A numero sconosciuto: Non sapevo quale mettere.

Da numero sconosciuto: ahahaha comunque che fai?

A numero sconosciuto: Ti manco così tanto?

Da numero sconosciuto: No, mi annoio.

A numero sconosciuto: Tra poco vado a correre.

Da numero sconosciuto: Benissimo. Vengo con te.

A numero sconosciuto: No, tu non verrai.

Da numero sconosciuto: E invece si. Tra 10 minuti sono da te.

Non mi dà il tempo si replicare che si discollega e non mi risponde più.
"Aaahh al diavolo"
Scaglio il telefono sul letto e prendo una canottiera da mettere sul mio reggiseno sportivo.
Scendo in cucina e mi preparo un toast nel frattempo che aspetto Jason.
Ma hai già fatto colazione.
Ho fame, non è colpa mia.

"Crystal ma non hai fatto colazione da Roxy?" mia madre entra in cucina e osserva il mio toast pieno di nutella.
"Si, ma avevo ancora fame"
Lei annuisce e inizia a prendere qualcosa dal frigo.
"Mamma io vado a correre. Torno per pranzo" le dò un bacio veloce sulla guancia ed esco.
Trovo Jason appoggiato vicino ad un albero che guarda le persone e le auto passare. Ha indossato una canottiera che mette in risalto il suo fisico e i pantaloncini che aveva stanotte.
Mi avvicino a lui e quando si accorge di me fa un piccolo sorriso.
"Sei pronto a fare una bella corsa?"
"Sono sempre pronto"
Inizio a fare una corsetta sul posto per riscaldarmi e lui fa lo stesso. Gli tiro un pugno all'improvviso sul braccio e lui se lo massaggia.
"Ma sei impazzita? Cosa ho fatto?"
"Non hai riflessi. Volevo vedere se eri pronto come dicevi" alzo le spalle e continuo il riscaldamento.

"Susu. Andiamo" inizio a correre e lui mi segue e dopo un pò è al mio fianco.
Vorrei andare nel bosco a correre ma non sono sicura di far vedere a qualcuno il mio posto 'segreto' se così vogliamo chiamarlo.
Dopo 5 minuti di corsa arriviamo vicino ad una palestra che si trova in periferia.
Ci fermiamo per prendere fiato e poi indico la palestra.
"Vuoi entrare?" mi domanda Jason indicando anche lui la palestra.
Annuisco ed entriamo. All'ingresso c'è una specie di bancone con un ragazzo piuttosto giovane che ci sorride.
"Salve. Come posso aiutarvi?"
Guarda Jason e poi si sofferma su di me.
"Vorremmo allenarci un pò con i sacchi da boxe" rispondo io dato che Jason è impegnato a lanciare occhiate omicide.
Devo ammettere che è davvero un bel ragazzo. Capelli biondi, occhi azzurri, due fossette che appaiono quando sorride e un sorriso adorabile.
Ma è meglio Jason, ammettilo.

"Non vi ho mai visti qui. È la prima volta che venite?" ci domanda mentre digita qualcosa al computer.
"Si, è la prima volta che veniamo qui. Non sapevo che ci fosse questa palestra"
"Abbiamo aperto da poco. Ecco, questi sono per voi"
Ci consegna un foglio dove sta scritto che frequenteremo la palestra solo per oggi e poi ci sono delle cose da compilare per una futura iscrizione.
"Grazie e ciao"
Jason mi prende per il polso e mi trascina dove ci sono tutti gli attrezzi per allenarci.
"Che ti prende? E lasciami questo maledetto polso"
Lascia subito la presa e si passa la mano tra i capelli.
"Quello ci stava provando con te"
"E anche se fosse? Cosa importa a te?"
Mi guarda come se stesse realizzando ora cosa ha detto. Scuoto la testa e mi avvicino ai sacchi da boxe. Prendo dei guantoni e inizio a tirare calci e pugni.

È in questo momento che il mio cervello inizia a pensare.
Pensa a quell'uomo che non si è fatto più risentire. Cosa voleva? A chi somiglio? Chi è lui? Come aveva quella foto di mio padre e quella donna? Che fine ha fatto? Se non fosse arrivato Jason cosa sarebbe successo? Mi avrebbe fatto del male? Sarei stata capace di difendermi? Ma soprattutto come ha fatto a trovarmi e che c'entro in questa storia?
Troppe domande senza risposta che mi girano in testa e questo mi porta a tirare pugni ancora più forti.
Pensa a Sharon che è strana in questo ultimo periodo.

"Sta molto attenta Roberts"
"Per una volta ascolta i miei consigli"

Cosa voleva dire con queste due frasi? A cosa dovrei stare attenta? Qualcuno vuole farmi del male? Lei vuole farmi del male? C'è un complotto segreto alle mie spalle?
Tolgo i guantoni e metto le fasce e tiro calci e pugni ancora più forti tanto che le ginocchia si sono graffiate e mi fanno male le nocche.
Una mano si posa sulla mia spalla e io mi fermo all'improvviso col fiatone.
"Ehi va tutto bene? Stavi per sfondare il sacco" la voce di Jason mi rassicura e mi calmo piano piano.
Mi piace quest'effetto di calmante che ha su di me.
Annuisco debolmente e mi tolgo le fasce. Le nocche sono rosse ma non sanguinano mentre sulle ginocchia ci sono solo dei graffi superficiali.
"Tieni. Mettila sulle ginocchia, non è nulla di grave"
Mi siedo e Jason mette un pò di ghiaccio sulle mie ginocchia. Provo subito un grande sollievo e appoggio sopra anche le mani.
Jason è seduto di fronte a me e continua a guardarmi. So che vuole farmi delle domande, leggo la curiosità nei suoi occhi.
"Penso che non ti farò mai arrabbiare seriamente" lo guardo confusa.
"E perché?"
"Diventerei il tuo sacco da boxe preferito e sinceramente vorrei vivere ancora per un bel pò di anni"
Rido alla sua esclamazione perché so che è vero. Sarei capace di farlo con chiunque.

"Tra poco è ora di pranzo. Che dici di andare?"
Annuisco e ci alziamo. Salutiamo il ragazzo di prima, o meglio io lo saluto e Jason gli fa un cenno con la mano, e riprendiamo a correre per andare a casa.

//Spazio autrice

Ciao a tuttii❤
Ho deciso di allungare i capitoli da oggi, spero vada bene ❤

Al prossimo capitolo ❤

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