Capitolo 29

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Fermo la moto fuori casa mia e scendo. Slaccio il casco e lo lancio a Jason.
"Sicura di non voler andare a correre?"
Mi domanda mentre sto per entrare nel vialetto.
"Si, sono sicura"
Apro il cancello e lo saluto con un'alzata di mano.
"Ci vediamo stasera alla festa!" mi urla prima di andare via. Non faccio in tempo a girarmi che il suono della moto è solo un eco lontano.
"Maledetto" sussurro prima di entrare in casa.

"Sono a casa!"
Poso le chiavi all'ingresso e mi dirigo in cucina.
Non c'è nessuno.
Controllo tutta la casa ma non c'è traccia dei miei genitori. Eppure dovrebbero già essere tornati da lavoro.
Sento un rumore al piano di sopra e decido di andare a vedere.
Prendo la mazza da baseball e salgo le scale.
Il rumore proveniva dalla stanza di Candice.
Il cuore inizia a battermi fortissimo al pensiero che possa essere successo qualcosa alla mia sorellina.
Apro la porta lentamente e, in fondo alla stanza, trovo Candice rannicchiata a piangere. Lascio cadere la mazza e mi avvicino a lei. La abbraccio e cerco di tranquillizzarla.
Il suo corpicino trema tra le mie braccia, scosso dai singhiozzi.
"Va tutto bene. Ci sono io qui" continuo a cullarla in modo che si calmi.

"Candice, vuoi dirmi cosa è successo?"
Alza i suoi occhi gonfi verso di me e poi annuisce.
"È venuta una signora che voleva papà ma la mamma mi ha spinta via e poi hanno iniziato ad urlare ed è venuto papà" ricomincia a piangere ed io le asciugo le lascrime dal viso.
"Continua. Che è successo dopo?" le sussurro dolcemente per incoraggiarla.
"Urlavano sempre e poi sono usciti papà e quella signora. La mamma mi ha detto di rimanere qui e che sarebbe tornata presto" si stropiccia gli occhi e fa uno sbadiglio.
"Vieni qui. Va tutto bene" le accarezzo i capelli e in pochi minuti si addormenta tra le mie braccia.

Una signora. È venuta una signora e mia madre le ha gridato contro. Mi viene in mente quando anche i miei genitori stavano gridando per una donna che era tornata. Ma chi potrà mai essere? Chiedere a loro non mi sembra una buona idea, mi hanno sempre esclusa da questi fatti. Solo Samuel era a conoscenza di quello che si dicevano, il problema è che lui non è qui e non lo rivedrò prima di Natale.

Prendo Candice in braccio e la lascio dormire sul letto.
Scendo in salone e inizio a frugare tra i cassetti dove mia madre mette i suoi ricettari. Ci dovrà essere qualcosa in mezzo a tutte queste carte inutili.

"Ricettario, ricettario, ricettario, ricettario. Oh guarda, un ricettario"
Sposto quest'ultimo da parte e noto una busta piegata al suo interno.
La prendo e la rigiro tra le mani.
Nessuna scritta, nessun indirizzo, niente di niente.
Partiamo bene.
La apro e dentro trovo una lettera. La scrittura sembra quella di una donna. Sarà la stessa di cui parlava Candice?

Il cuore inizia a battere forte, sento che in questa lettera c'è scritto qualcosa di importante che collegherà molte cose.
Sento il suono di una macchina che si ferma.
Sono tornati i miei genitori.
Rimetto tutti i ricettari al loro posto e nascondo la lettera sotto la maglietta.
Corro a sedermi sul divano ma cado in avanti proprio quando i miei fanno il loro ingresso.
"Cazzo, la testa" mi massaggio la parte dolente con la mano.
"Crystal! Il linguaggio!" dice mia madre sull'uscio di casa.
"Certo, è più importante il linguaggio che la testa di tua figlia"
Scuote la testa ed entra in cucina mentre mio padre ride.

Mi alzo da terra e mi avvicino a mio padre.
"Dove eravate andati? Sono rientrata da scuola e non c'eravate"
Vedo mia madre che cerca di sentire dalla cucina la nostra conversazione. C'è sotto qualcosa e quel qualcosa me lo rivelerà la lettera.
"Oh, niente di importante. Siamo stati trattenuti a lavoro"
Mio padre continua a leggere sul giornale evitando il mio sguardo. Quando mente non riesce mai a guardare negli occhi una persona, quindi sta mentendo.
"Ah, ho capito. Comunque Candice è di sopra che dorme. Io vado in camera, quando è pronto chiamatemi"
Inizio a salire le scale e i miei genitori mi seguono con lo sguardo. Faccio chiudere la porta di camera mia e poi mi nascondo sulle scale.
"Secondo te se ne è accorta?" dice mia madre.
"Si, mi conosce troppo bene. E poi Candice era presente quando Olivia è venuta. Glielo avrà detto. I bambini non mentono mai"
Chi è Olivia?
Mia madre sospira. "Hai ragione, dovremmo dirle tutto prima che lo scopra da sola"
"Non possiamo dirglielo ora"
"Perché no? Ha 17 anni. È abbastanza grande per saperlo"
"Non è il momento giusto"

Mi allontano lentamente ed entro in camera.
Mi appoggio alla porta e prendo un grande respiro.
I miei genitori nascondono qualcosa che io scoprirò. Non possono tenermi fuori da cose importanti come questa. Perché io sono sicura che lo sia.
Prendo la lettera e vado a sedermi sul letto.
Le mani mi tremano mentre la apro.
Un attimo prima di posare lo sguardo su quel fiume di inchiostro mi sento insicura. Questa lettera potrebbe essere la svolta, potrei scoprire qualcosa che non mi piacerà o qualcosa di bello.
Infine prendo coraggio e inizio a leggere.

Ciao Richard,

è da tempo che non ci sentiamo, pensavo ti fossi dimenticato di me, il tuo primo amore, la tua stella. Era così che mi chiamavi, erano belli i momenti che passavamo insieme ma poi ho rovinato tutto. Come sempre. Ma non ti ho scritto questa lettera per ripercorrere i bei ricordi. Ti ho scritto perché nostra figlia ha bisogno di te e Crystal ha bisogno di sapere. È arrivato il momento anche per lei di sapere la verità. Ho provato a mandarle indizi ma non ci è arrivata da sola e se non glielo dirai tu lo farò io. Non è una minaccia e non voglio intromettermi nelle vostre vite, ma il fatto di sapere che tu ci tieni nascoste mi fa star male. Quindi lascio a te la scelta.

Con amore,
Olivia.

Lascio cadere la lettera sul pavimento e resto a fissare il vuoto.

"Nostra figlia"

Mio padre ha avuto una relazione con un'altra donna. Mio padre ha tradito mia madre. Ha tradito noi. Ho una sorella.

Ora tutti i pezzi del puzzle combaciano.
La finestra rotta, il messaggio, la foto e quell'uomo. Erano stati mandati tutti dalla stessa persona per far in modo che io capissi.

Mi sento tradita e presa in giro. Sembra che l'affetto che provi verso mio padre si stia man mano sgretolando. Tanti minuscoli pezzettini che cadono uno dopo l'altro.

"Crystal scendi!"

La voce di mia madre mi desta dai miei pensieri. Lascio la lettera lì sul pavimento come segno di un pezzo del mio affetto caduto.

********

Sento il campanello suonare e mi affretto a scendere.
Dobbiamo andare alla festa di Ben e per questa stupenda occasione ho messo dei pantaloncini neri con una camicia bianca che ho messo all'interno.
Per tutto il pomeriggio sono stata chiusa in camera mia a pensare o a fissare il vuoto. Ho cercato di evitare i miei genitori e le loro domande e ho rimesso al suo posto la lettera.

Io ancora mi domando come abbiano potuto nascondermi una cosa del genere.
Scuoto la testa ed esco fuori dove mi aspettano Roxy, Tyler, Jason e Asher.
Jason è al volante e al posto del passeggero c'è Asher e nei sedili posteriori i miei migliori amici.
"Sei uno schianto!" urla Roxy dal finestrino dell'auto.
Sorrido e faccio un giro su me stessa con una posa finale.
Ci sono degli applausi generali e alcuni fischi.
Salgo in auto e partiamo subito verso la casa di Ben.
Evito di guardare fuori dal finestrino durante il breve viaggio in auto, altrimenti ricomincerei a pensare.

Quando arriviamo la casa è già piena e c'è una puzza di fumo e alcool impressionante. Arriccio il naso e Jason, che mi ha vista, ride.
Lo guardo di traverso ed è sempre bellissimo.
"Crystal vieni. Andiamo a cercare Ben!"
Roxy mi tira all'interno della casa dove la puzza è ancora più forte mischiata a quella del sudore.
Corpi incollati che ballano e si strusciano, coppie che pomiciano, ragazzi e ragazze ubriachi, altri già collassati sui divanetti. Il completo delirio.

Troviamo Ben dopo una decina di minuti vicino al bancone a chiacchierare con amici. Tra questi amici intravedo una testa rossa. Andrew.
"Ben!" Roxy gli getta le braccia al collo e iniziano a baciarsi.
Faccio una faccia disgustata e mi allontano. Indietreggiando, mi scontro con una persona.
"Scusami"
"Ehi Crystal"
Alzo lo sguardo ed è proprio lui. Il cameriere di Gloria.
"Ciao Andrew"
"Non ti ho più vista in pasticceria"
"Non ho avuto tempo di passare, ma ci ritornerò presto"
Annuisce e continua a bere il suo drink.
Guardandomi intorno mi rendo conto che sono l'unica senza un bicchiere tra le mani.
Chiamo il barista e ordino un Sex on the beach.
"Ci vai giù pesante"
Andrew si avvicina a me e si siede al mio fianco.
"Reggo l'alcool"
Il cameriere porta il mio drink ed inizio a sorseggiarlo.
Guardo in giro e mi accorgo che tutti i miei amici sono scomparsi dalla mia visuale.
"Dove sono andati Ben e Roxy?"
"Da qualche parte. È immenso questo posto"
Guardo il ragazzo al mio fianco e devo dire che è davvero affascinante. Una bellezza particolare.
"Ti va di andare a ballare?" mi domanda.
"Si, andiamo" finisco il mio drink e scendiamo in pista.
Inizio a muovermi come fanno le ragazze vicino a me, evitando dei movimenti che non sono nel mio stile.
Andrew mette le mani sui miei fianchi e avvicina i nostri corpi facendo aderire i nostri toraci.
Posso sentire il suo cuore battere veloce a ritmo con il mio.
Allaccio le braccia al suo collo e continuo a muovermi.
"Cazzo" sussurra mentre balliamo. Penso di fargli qualche effetto dato che sento un rigonfiamento vicino la mia coscia.
"Voglio riposarmi un attimo"
Andiamo a sederci su uno di quei divanetti, io da un lato, lui dall'altro.
Mi sento leggermente a disagio quando sono vicino a lui. Non nego che c'è un'attrazione fisica, ma è comunque strano.
"Dovrei trovare i miei amici, non so dove siano"
"Potremmo andare a cercare fuori. Ti accompagno io"
Annuisco e ci incamminiamo attraverso i corpi sudati. Veniamo spinti continuamente ma alla fine riusciamo ad uscire da quell'inferno.
"Finalmente" respiro l'aria fresca a pieni polmoni.
Mi siedo su un muretto e guardo il cielo. Andrew si passa una mano tra i capelli e fa lo stesso.
"Ti piace guardare il cielo di notte?"
"Si, mi rilassa"
Noto che è molto impacciato e in imbarazzo.
Lentamente avvicina la sua mano e la poggia sul dorso della mia.
Questo gesto mi fa venire da sorridere ma cerco di reprimerlo.
Mi giro verso di lui e lo becco a fissarmi. Subito distoglie lo sguardo e arrossisce leggermente.
"Da quanto tempo lavori da Gloria?"
"Beh saranno 5-6 mesi. Tu come mai la conosci? Sembravate molto intime quando sei venuta l'altra volta"
"Andavo lì da piccola, poi pensavo che avesse chiuso e non sono più venuta"

Passano minuti dove si sente la musica che proviene dalla casa e i nostri respiri.
Sento che Andrew sussurra un: "Al diavolo" e, pochi secondi dopo, le nostre labbra si scontrano. Rimango paralizzata con gli occhi spalancati. Le sue labbra sono morbide e ciò mi porta a ricambiare il bacio. Sento la sua lingua che chiede l'accesso alla mia bocca e in quel momento mi fermo.

"Scusami, davvero. Non volevo, mi sono lasciato andare e.."
"Andrew calmati. Facciamo finta che non sia successo. okay?"
Mi guarda un pò impaurito e poi annuisce.
"Ora andiamo a cercare gli altri"
"Si"
Ci alziamo e andiamo nel parcheggio. Sento la voce di Roxy che si lamenta per qualcosa.
Ci avviciniamo alla macchina e mi accorgo che sono tutti lì, quasi. Manca Jason.
"Finalmente! A cosa serve un telefono?" mi urla contro Roxy.
"Non l'ho sentito. E poi tu sei scomparsa"
Sbuffa e sale in auto.
"Dov'è Jason?" domando a Tyler.
"Era venuto a cercarti. Dovrebbe tornare a momenti"
Dopo poco, vediamo Jason venire verso di noi con una faccia imbronciata.
Appena arriva mi lancia un'occhiata di fuoco.
Cosa gli ho fatto ora?
Saluto Andrew e saliamo tutti in auto, pronti per tornare a casa dopo una lunga serata.

//Spazio autrice

Buonasera a tutti ❤
Ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia ❤

Che ne pensate di Andrew? Avrà buone intenzioni o no? E della lettera e del tradimento del padre? Crystal avrà capito bene?

Non dimenticate di lasciare una stellina e un commento. Mi farebbe piacere ricevere una vostra opinione ❤

Al prossimo capitolo❤

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