Capitolo 7

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Jason's pov

Sono sdraiato sul divano, a fare niente.
Sono a casa di Alex da 2 ore e lui non fa altro che rompermi i coglioni con i racconti delle sue conquiste.

"Ehi Jason" urla Alex dalla cucina.
"Che vuoi?"
"Va ad aprire la porta"
Non mi ero neanche accorto che avevano bussato.
Mi alzo e vado ad aprire.
Mi trovo davanti una chioma biondo platino che mi sorride maliziosamente.
"Ciao Jason" dice con sensualità.
"Ciao Sharon. Prego accomodati"
Faccio spazio per farla passare e lei entra. Indossa un vestito viola che la copre a malapena.
"Dov'è il tuo amico?"
"In cucina"
Và verso la cucina e io vado a sedermi di nuovo sul divano.
Li sento discutere, di sicuro sulla roba che ha portato.

Accendo la televisione e mi fermo su un film d'azione. Un rumore proveniente dalla cucina mi distrae.
Vado a controllare e quando entro, Sharon è attaccata come una cozza ad Alex. Sembra che si stiano mangiando la faccia a vicenda. Faccio una smorfia di disgusto e mi sale un conato di vomito.
"Prendetevi una stanza!" urlo facendoli sobbalzare.

Ci dovrei essere abituato a questo scenario, dato che passo più tempo qui che a casa mia. Ma ogni volta mi fa ancora più schifo.

Prendo la giacca ed esco senza dire nulla, tanto comunque non sentirebbe.

Mentre cammino mi accendo una sigaretta e mi dirigo nel pub più vicino.

Mi fermo da Mark, un vecchio amico che ha aperto da poco. Entro e mi siedo al bancone. Il locale è carino.
È abbastanza grande, le pareti sono di un viola scuro, ci sono molti tavolini rossi e un bancone molto grande.

"Ehi amico"
"Ehi Mark"
Ci salutiamo con una stretta di mano.
"Come mai da queste parti?"
"Passavo di qui e mi sono fermato"
"Devo portarti qualcosa?"
"Si, il solito"

Sparisce sotto il bancone e inizia a prepararmi un mojito.
Alla mia destra si ferma un uomo che di sicuro ha bevuto. La puzza si sente lontano un miglio.

"La vita è dura eh ragazzo?"
Mi giro verso di lui e lo guardo, non capendo cosa vuole intendere.
"Cosa intende?"
"Ti sarai accorto che non sono nelle migliori condizioni" si indica con la mano.
"La vita mi ha ridotto così. La vita è crudele, è spietata con noi umani. E noi non possiamo fare nulla. Ma a volte è talmente bella e meravigliosa che dimentichi tutto il resto. Sembra di stare in un mondo tutto rosa perché la vita ti presenta l'amore. L'amore. Anche lui è crudele. Ti rende cieco perché se la persona che ami ti tradisce, ti fa soffrire a te non importa. Tu la perdonerai una, due, venti volte per averla al tuo fianco. E quando ci riesci, il destino te la strappa dalle mani. E tu non puoi far altro che soffrire, soffrire, soffrire"

Ho ascoltato ogni singola parola con attenzione. Quest'uomo ha perso la persona che amava e si è ridotto così.
Ho sentito il dolore nella sua voce e ora non ce la fa più ad andare avanti.

"Come.. Ha perso la persona che amava?" gli chiedo con titubanza.
Lui fa un sorriso nostalgico.
"Ci conoscevamo dal college. L'ho sempre amata ma lei non lo ha mai saputo. In quegli anni era insieme ad un altro e io ci stavo male, ma non lo davo a vedere. Quando quel bastardo l'ha tradita, lei è venuta a piangere da me. Eravamo molto amici. Mi aveva confessato tutto e io l'ho lasciata sfogare. Veniva spesso a casa mia, e io pensavo che era sempre più bella ogni secondo che passava. Un giorno decisi di confessarle il mio amore. La portai a cena e glielo dissi. Lei mi sorrise e disse che ricambiava il mio amore. Siamo stati insieme per anni, ci siamo sposati, abbiamo avuto un figlio stupendo ed eravamo felici"

Si ferma un attimo, sospira e continua.

"Lei lavorava lontano da qui. Per aiutare nelle spese e crescere bene nostro figlio. Stava tornando per il weekend. Quel giorno pioveva e lei aveva insistito di venire guidando, nonostante le avessi detto di prendere un aereo. Le ore passavano e di lei nessuna traccia. Bussarono alla porta due poliziotti e mi dissero che aveva avuto un incidente e che era morta sul colpo. Mi sentii vuoto in quel momento. Ero rimasto solo, con un bambino da crescere. Ho provato ad andare avanti ma non ci riuscivo e non ci riesco tutt'ora"

Non so proprio cosa dire. La vita di quest'uomo è stata circondata da dolore ed ora è allo stremo delle forze.

Continuo a bere il mio drink, l'uomo non ha più parlato e io non so cosa rispondere.

Il signore si alza, sta per andarsene, si gira e mi sorride.
"Grazie per avermi ascoltato. Ed impara la lezione ragazzo. Stammi bene"
Detto questo esce e io rimango lì fermo, a guardare la porta da dove è uscito.

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