La maledizione di Erin

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Neal non aveva dimenticato. Era diventato  un giovane robusto, che curava con amore un numeroso, rustico gregge di pecore e capre. Viveva  commerciando il loro latte e la loro lana.

Suo padre non era più tornato dal paese oltre oceano dove si ritrovò un giorno di Natale, ubriaco al punto da non sapere dove fosse.

Wynne, la sorella minore che giocava con le bambole, aveva trovato un innamorato e si  era  sposata, portando con sé la madre finalmente rifiorita in una vecchiaia serena.

Ed Erin, una fanciulla dalla chioma rosso-fuoco e dal temperamento volitivo, aveva scelto Neal e lo aveva corteggiato lungamente.

"Tu cosa dici Naggy?", aveva chiesto consiglio il giovane quando gli occhi color smeraldo della ragazza gli avevano sorriso invitanti dal banco delle torte durante una sagra di paese.

E la Winged l'aveva sondata con cura.

Tormentandola con mille dispetti, nascondendo e rompendo le sue cose, per capire che carattere avesse: quanto fosse venale, attaccata agli oggetti, pronta ad accettare gli sgambetti che la vita riserva a chiunque.

Da quando aveva messo gli occhi su Neal, Erin era stata perseguitata dalla sfortuna. Ma naturalmente non aveva potuto collegare le due cose.

Fino a un certo punto, almeno. Fino al giorno che un magnifico dolce pronto per essere offerto al giovane, che era venuto a consegnare del formaggio acquistato dal padre di Erin, si rivelò impastato col sale.

Quando il povero Neal aveva poco elegantemente risputato disgustato il boccone avvelenato che gli era stato offerto, Erin mortificata, sbalordita, a quell'ennesimo fallimento era infine scoppiata in un pianto dirotto.

Appena cercava di essere carina con quel giovane le accadeva di tutto!, si era lamentata senza più reggere all'esasperazione di veder volgersi in disastri cose che sapeva di poter  fare benissimo.

E a Neal che goffamente cercava di consolarla, aveva elencato una serie di sciagure su cui il giovane aveva poco riflettuto o di cui non aveva saputo nulla, avendo tentato lei di nascondere quegli insuccessi.

Ma ormai   Erin, rotti gli argini, uno dopo l'altro li ripercorreva, mentre Neal anche, ricordando gli episodi, si accorgeva che in effetti la ragazza gli era parsa molto maldestra.

"Io non sono mai stata maldestra, non potrei mai scambiare lo zucchero con il sale! È una maledizione, Neal! Il destino tenta di dirmi che non...", e si era interrotta arrossendo.

Neal era rimasto incantato da quel rossore. Erin era così forte, così disinvolta e spiritosa, che in paese aveva un codazzo di spasimanti, cui allegramente concedeva non più di un ballo alla sagra paesana o un sorriso luminoso e divertito ai loro complimenti.

Non sembrava il tipo, da arrossire!

Invece era lì, disperata, con gli occhi bassi e lucidi e le guance rosse d'imbarazzo. Neal per consolarla l'aveva abbracciata e a lui la donna aveva concesso molto di più, che un sorriso e un ballo. Era innamorata, Erin, seriamente.

"Naggy, sei stata crudele con lei", rimproverò bonariamente Neal la creaturina bianca.

"Dovevo pur capire che umana fosse. Comunque può andare, credo, se ti piace".


A Neal,  Erin piaceva molto, capì Naggy.

Al punto che avrebbe forse desiderato poter parlare con lei della Winged. Neal non aveva mai infranto la promessa di tacere sulla creatura magica, ma Naggy immaginò che, ora, dover mantenere un segreto con  quella donna sarebbe stata per lui una cosa dolorosa. E la creatura alata voleva bene a Neal al punto da decidere di togliergli questo peso.

Un giorno attese la ragazza lungo la strada e lasciò che la vedesse. Erin, che era diretta alla baita, osservò con curiosità questa bestiolina bianca che camminava piano al bordo del sentiero lanciandole continuamente occhiate ansiose. Era un animaletto piccolo, candido, che chiaramente non era un topo e neppure qualcosa che già conoscesse. Quando poi le attraversò la strada e si fermò esattamente davanti a lei fissandola con occhi acuti, la donna rimase davvero stupita.

 Non si sentiva minacciata, benché qualsiasi animale potesse mordere e portare malattie, ma si chiedeva cosa spingesse una creatura non domestica ad essere così confidente con un essere umano. Si fermò e si inginocchiò, per osservarla meglio. Naggy allora mostrò una parte del ventre, insanguinata. Era l'ultima prova. Non era veramente ferita, ma finse di esserlo. Erin allungò le mani con cautela.



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