PRIMA PROVA: Girotondo infernale a.D. 1656

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Questa  brevissima storia nasce dalla prima traccia del contest, che chiedeva  di immaginare in che modo fosse nata la filastrocca per bambini "Giro,giro tondo". Seguendo una personale intuizione ( ho in seguito  saputo che forse mi sono avvicinata molto al vero ) ho fatto una  breve ricerca sulla realtà storica italiana del diciassettesimo  secolo. 

Il contesto, le date e alcuni personaggi che costituiscono lo  sfondo della vicenda sono quindi reali. Drammatiche sono le cronache  sulle condizioni della  città di Napoli durante l'epidemia, cui ho attinto.

 Rosalba e Pasquale sono invece pura fantasia.


GIROTONDO  INFERNALE 

 anno  Domini  1656

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Gennaio

A Cagliari un cittadino muore di peste.

Febbraio

Una nave proveniente dalla Sardegna attracca al porto di Napoli.

2 Marzo

Al cospetto del segretario del Vicerè un uomo tenta di far comprendere la gravità di ciò che sta accadendo:"Dolore sotto l'orecchio e alla gola, urina nera come inchiostro, febbre acuta. In pochi giorni, la morte. Questa è peste, signor mio! Avete idea di quel che può succedere?"

Il nome di questo medico è Giuseppe Bozzuto, opera nei quartieri bassi e passerà alla storia come un eroe. Il suo tentativo di allertare le autorità otterrà una reazione drammaticamente ottusa: verrà arrestato, perché non getti allarme tra la gente.

20 Aprile

Napoli è una città compressa, la sua popolazione vive ammucchiata in rioni sovraffollati, a causa del divieto di edificazione al di fuori dello stretto perimetro delle mura. La peste attecchisce e la gente impazzisce, letteralmente: si accende una caccia all'untore, la città annega nella violenza, nel sangue, nella follia.

Rosalba, una novizia che attendeva il tempo di sposare Cristo, assiste le consorelle ammalate finché non si spengono invocando Sant'Orsola, e resta sola.

23 Maggio

Il Governo infine riconosce ufficialmente la peste: devono bruciarsi abiti e mobili dei defunti, condursi gli ammalati nei lazzaretti, rinchiudersi i parenti dentro casa, mantenuti a spese del governo. Alle porte della città una spietata sorveglianza respinge coloro che ancora vogliano tentare una fuga.

La novizia vaga persa nelle strade, dove l'inferno è attuale, nella più carnale delle rappresentazioni. Il caldo estivo soffoca la città, la brucia, la violenta. Ormai la gente si getta dai palazzi, o nei pozzi, per mettere fine alle proprie sofferenze.

I bambini, in questo, sono cera. Gli orfani vengono consegnati dai morenti all'arbitrio dei beccamorti.

Pasquale, un becchino, trova Rosalba che cerca delle candele da accendere in chiesa. Anziché candele, gli mette in braccio una piccola di forse quattro anni.  Rosalba la stringe, e al passaggio del carro governativo dichiara che i genitori son morti lasciandole la sorellina. La chiudono in una casa e nei giorni successivi le portano del cibo.

Dalla finestra Pasquale le porta un altro orfano, e poi un terzo. Dalla finestra, arrivano bambini e cibo.

E nella casa del basso Rosalba diventa madre, pur vergine che era. La casa è minuscola, i bambini dovrebbero correre e saltare ma quello è, lo spazio. Allora li mette in cerchio e li fa tenere per mano; questo spezza la solitudine e rende coraggiosi. "Girate in tondo, bambini!", e in cerchio camminano e corrono per il mondo, anche se chiusi in una stanza.

"Giro, giro tondo... casca il mondo!"

È davvero caduto il mondo, caduta in pezzi la città, morte 250.000 persone.

"Casca la terra... tutti giù per terra!"

E i bambini si rotolano giù, ridendo.

"Giro girotondo...

Rosalba li fa saltar su, e ricominciare.
...tutti giù per terra!"


Fuori, per terra, i cadaveri si ammucchiano nelle strade e le carrozze vi passano sopra. 

Rosalba prega,

i bambini come cera di candele accese,

che fanno il girotondo, sudati e sciolti nel caldo

d'Agosto.


E piove. Domani è l'assunzione, oggi la vergine Maria sta morendo. Rosalba prega, da vergine, da madre. La pioggia rinforza. Ad Agosto, le pioggie sono tanto improvvise quanto brevi. Ma Rosalba prega e la pioggia diventa torrenziale, un nubifragio.

La fogna di via Toledo esonda, diventa un torrente di cadaveri, centinaia di abitazioni crollano. Ma l'atmosfera si purifica, gli umori pestilenziali vengono spazzati via.

Da quel momento il numero giornaliero di decessi diminuisce finché Napoli viene finalmente dichiarata libera di ogni sospetto.


I bambini di Rosalba, da adulti, mettono su famiglia, ognuna numerosa. E dall'ombra del Vesuvio per ogni dove nella penisola, i bambini apprenderanno a ballare in cerchio e canteranno, imparando a buttarsi giù e, soprattutto, a rialzarsi.

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