QUINTA PROVA: Le prigioni di terra

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Il prompt per questa quinta traccia recita: Una pagina di storia. La mia, narra di un mattino di Dicembre.

Ho immaginato di esserci. Di essere uno di loro. Vi prego, se trovate il tempo, cercate il discorso che fu pronunciato quel giorno, di cui ho riportato un paio di frasi. È una pagina di storia lontana e dimenticata, ma purtroppo profetica.

E l'intero discorso, tradotto, è di una poesia e bellezza sconvolgenti. 


LE  PRIGIONI  DI  TERRA


L'alito gelido dell'oceano Pacifico ci illividisce, uomini rossi in attesa. 

Non ho speranza alcuna che questo non sia l'ultimo rantolo della mia gente.

Noi giovani avremmo voluto proseguire la lotta fino a chiudere gli occhi nel viso deturpato dalla tintura nera, che rende deturpato e nero anche il cuore; avremmo considerato la vendetta una vittoria, ancorché ottenuta al prezzo della vita.

Ma i vecchi hanno deciso altrimenti e scelto Seattle.

Tremo per il freddo, in piedi lungo la riva fissando la grande imbarcazione attraccare tra le brume di dicembre. Fisso impassibile l'uomo basso e pallido, inviato del Grande Capo bianco, che senza alcuna forma di riguardo si rivolge a noi, come fossimo feccia e non orgoglio del nostro popolo. Esseri inferiori, e non guerrieri con nel sangue il coraggio di affrontare qualunque nemico e di sopportare qualunque tortura.

Mordo la mia lingua, perché devo lasciare che sputi su di noi, con finta benevolenza. Le riserve, ci offrono. Ci cacceranno in un lembo di terra a morire dietro una rete, mentre intorno crescerà mostruoso il loro mondo di strade, di città, di treni.

Capo Seattle risponde che riferirà, che ne discuteremo, ma io ascolto a mezzo, perché sui miei occhi è scesa la notte e ogni cosa sembra lontana. Le parole che pronuncia mi arrivano a tratti, in questo buio di sconfitta e amarezza.

Il grande e buon capo bianco, dice, ci fa saper che vuole comperare la nostra terra...

Il mio cuore rallenta e vorrei, lo dico, si fermasse. Il nostro popolo è come una marea che si ritira velocemente, ormai, mentre i bianchi arrivano e arrivano, come volessero riempire tutta la terra!

Il vostro grande padre Washington, ora anche nostro padre...

Cosa dice? Siamo orfani, noi, non troviamo aiuto da nessuna parte. Neppure il Dio dell'uomo bianco ci ama, altrimenti ci proteggerebbe!

L'uomo rosso e l'uomo bianco sono come giorno e notte, non possono stare insieme. Il bianco è un vagabondo, da vivo si lascia alle spalle le tombe di suo padre, con noncuranza; quando muore prende a vagare oltre le stelle e, presto dimenticato, non torna mai dai suoi.

Io, uomo rosso, so invece che non dimenticherò mai la mia bellissima terra. Noi moriamo e continuiamo ad amare, a ricordare e a tornare, per consolare con profonda tenerezza i vivi.

Per questo, la nostra terra è sacra; ogni sua valle e ogni collina; la stessa sua polvere è la cenere dei nostri antenati...

Questo i bianchi non lo capiscono, chiedono di comprarla!

E finalmente Capo Seattle lo dice, pronuncia ad alta voce il mio pensiero:

Come si possono comprare o vendere cielo e terra? Se noi non possediamo la freschezza dell'aria e lo scintillio dell'acqua, voi, come potete comperarli da noi?

Ma è solo un grido di dolore.

Dice ancora, che valuteremo l'offerta.

Che pensa sarà accettata.

Che vivremo separati, e in pace.

Che siamo pochi, ormai, e non abbiamo più bisogno di una grande terra, per vivere i giorni che restano.

Ma: ...l'uomo bianco che tratta sua madre la terra e suo fratello il cielo alla stregua di cose da comperare... dice Capo Seattle, ...come si fa con le pecore, il pane o le perline luccicanti... i cani dell'avidità divoreranno la fertile pianura e lasceranno solamente un deserto.

Io prego che questa sia una profezia.

Perché hanno sparato ai bisonti dai treni in corsa e li hanno sterminati. Hanno imprigionati i cavalli selvaggi e li hanno chiusi nelle stalle. Riempiranno ogni cosa di rumore e sporcizia e so che i miei antenati non vorranno più tornare nei fiumi violati e nelle terre sepolte dalle case.

E allora, che l'uomo che oggi spegne la nostra vita e la trasforma in sopravvivenza resti solo in un deserto!

Resti, l'uomo bianco, nel deserto che farà della terra, nella più orribile solitudine!

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