SESTA PROVA: IL SUV

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Angolo autrice

Nora una mattina, stanca, decide di prendere la macchina e andar via, per allontanarsi dai mille impegni della sua vita. Non sa però che sarà il suo ultimo viaggio...

Questa, in breve, la traccia della sesta e ultima prova del contest. Prova con la quale mi accomiato dagli splendidi partecipanti e giudici, lasciando loro un pensiero semplice, come la persona che lotto per essere, spoglia di sovrastrutture ingombranti che spesso si svelano zavorra penalizzante, nel vivere.

Non fate il tiro alla fune col mondo... 

lo ha consigliato a Nora qualcuno veramente autorevole!


Lo scarico del water! Guardo l'acqua riempire il vaso e restare lì, minacciosa, limacciosa, schifosa. Idraulico, urgentissimo!

Telefono.

"Certo mamma, lo so che devo fissarti l'appuntamento dal cardiologo..."

Sfoglio frettolosa l'agenda, Lunedì... Martedì...

Colloquio scuola Vincenzo.

Pallacanestro Sara, compleanno amichetta, acquistare regalino.

Catechismo. Allenamento Vincenzo.

Ritirare sacchetti spazzatura.

Ottica, ritirare occhiali.

Telefono.

"Sì? No, mamma, non ho chiamato ancora... ".

Un profumo... - no, un puzzo! - di sugo.

Cavolo si è bruciato! Certo se cucino e sto con la testa al water...

Telefono.

La ricerca di storia che avevo promesso a Vincenzo!

Telefono.

Esasperata, afferro le chiavi della macchina. A metà scala mi chiedo se mi sono pettinata. No, non credo.


Sono sempre di corsa, ma non è questo. Si sa, si corre, lo fanno tutti. È piuttosto quel tarlo nella mente...  

L'ago aspirato dirà presto se i noduli sono preoccupanti. Li abbiamo scoperti subito, prevenire paga. Ma... I bambini sono così piccoli, ancora! No, non devo neanche pensarci, Luca che mi conosce non la finiva più di ripetermelo: "Inutile preoccuparsi prima. Non serve".

Infatti, penso io. Nulla serve perché quel che è,  non cambia né preoccupandosi né pregando.

Mi avvio fuori paese, per pura abitudine. Senza direzione, sulle strade che vanno al mare. Strade che sanno di sole, di caldo, di sete. Di sudore e finestrini aperti. Di Sara e Vincenzo che si pizzicano, di focaccia calda per la merenda delle undici.

Solo che oggi è Marzo, e pioviggina. Fa freddo, freddo nell'abitacolo, freddo nella schiena.

Mi tornano in mente gli interminabili vagabondaggi per quietare Sara neonata, dopo un vaccino. La sola cosa che la calmasse e la portasse al sonno era la macchina, con il suo dolce ronfare e rotolare sull'asfalto, dondolante.

Come è volato il tempo, appena ieri tornavamo dall'ospedale e già sono in tribuna a tifare, mentre si sfila agile dalla marcatura e salta sotto canestro. Gambe lunghe e gioia di vivere negli occhi.

Se solo quei noduli fossero... Non riesco a calmarmi, a esiliarli dai miei pensieri. Parcheggio e scendo, incurante degli schizzi d'un mare inquieto. Sono così stanca. Mi siedo sul muretto a ridosso della spiaggia, e un angelo si siede accanto a me.

Per forza sei così stanca Nora, continui a fare il tiro alla fune col mondo. Lui è troppo grosso per smuoverlo, sai?

Ma davvero? E cosa dovrei fare, secondo te? 

Scuoto il capo, inquieta, seguendo il volo d'un gabbiano radente le onde. Poi uno stridio di gomme alle spalle e nel girarmi il tempo si ferma. Piomba lento contro di me un SUV, scuro, aggressivo.

Come fotogrammi di pellicola vedo Sara librarsi sotto canestro, Vincenzo salutarmi radioso dal bordo piscina, Luca chinarsi a baciarmi, uscendo per andare a lavorare. Sento persino le sue labbra sfiorarmi lievi, morbide. Poi l'aria mi schiaffeggia e il SUV si schianta.


Sangue. Tanto, troppo! La cinta,  stringo quasi all'inguine.


"Mamma?

Mamma non spaventarti ma... sono in ospedale e farò tardi. 

No... no, ho soccorso un giovane che ha fatto un incidente. Io sto benissimo, qui dicono che se non gli bloccavo la gamba era morto dissanguato... brava, sì, sono stata brava! Allora, puoi pensare tu al pranzo per Sara e Lorenzo? Grazie e... mamma? Ti voglio bene".



Poi chiamo Luca:" Ciao amore, ma stamattina te l'ho detto che mi manchi? Sì? Beh, te lo ripeto, mi hai viziato e non ci so stare senza di te... Sì, no, non devi tornare prima, ma sappi che sto segnando a tuo debito parecchie cosette particolari... Sì... lo so che sei con i colleghi e che stai arrossendo... infatti proprio quello volevo". Rido. Saluto. Ciao vecchia Nora, morta affianco al SUV, bambina impaurita che sprecava  il suo prezioso tempo in sciocche paure.

Dall'ospedale esce un'altra persona.  Non si fa il tiro alla fune col mondo, no! Si vive, finché si ha fiato.

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