Capitolo. 3

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Vengo scortata in città in piena notte, regna il silenzio sulla città, le guardie alla mura si sono addormentate in piedi, appena attraverso l'arco della città vedo la potenza e la forza che emana il palazzo imperiale, ma la notte è troppo buia per riuscire a vedere davvero bene il palazzo. I tre contadini fanno un'inchino in segno di "arrivederci" a mi volta mi inchino e proseguo il mio cammino in compagnia di Sang, Jun, il guaritore e la saggia anziana.

-" Eccoci arrivati. Ci rivedremo domani alla scelta mia signora "- dice Sang inchinandosi

Lo guardo dall'alto in basso, poi guardo Jun, che ha sua volta mi guarda regalandomi un mezzo sorriso che dovrebbe incoraggiarmi, ma fallisce all'istante. Guardo la mia Pioggia, prendo la sacca dove tengo solo qualche oggetto e la porto in spalla, accarezzo il suo muso, le do baci sul muso, prendo le redini e avanzo verso Jun.

-"Voglio che tu ti prenda cura di lei mentre sarò via. Dagli da mangiare le mele rosse, portala nel bosco di ciliegio per farla correre o semplicemente per farla pascolare"- dico cercando di rimanere impassibile.

-" Sarà un onore per me prendermi cura della vostra cavalla mia signora"- dice Jun inchinandosi.

Annuisco. Mi volto verso Sang, avanzo verso di lui guardandolo con serietà, con disprezzo e con sicurezza.

-"Date dal mangiare al ragazzo, fategli prendere cura del mio cavallo. Se non sarà così una volta finito con la bestia d'oro toccherà a voi "- dico giocando con la collana che Sang porta al collo.

Impaurito annuisce. Guardo lui, Jun e Pioggia un'ultima volta, mi volto e avanzo verso il guaritore, i due uomini si salutano con un inchino e le nostre strade si dividono. Una volta arrivati al casa del guaritore l'ammiro in silenzio. Il tetto spiovente nero, i muri gialli come il grano maturo, le finestre di legno abbellite con dei fiori e oserei dire anche delle piante curative. Il guaritore spinge la sedia della madre dentro casa e poi si volta verso di me facendomi segno di entrare, mi tolgo le scarpe lasciandole davanti alla porta di casa e aspetto qualsiasi ordine.

-"Dormirai su in soffitta. Domani mattina all'alba avrà inizio la tua trasformazione"- dice la vecchia saggia. -" Mok accompagna la nostra ospite in camera sua"- ordina la vecchia saggia.

Il guaritore annuisce alla madre, appaiono due donne sui trent'anni, senza alzare lo sguardo, senza proferire parola raggiungono l'anziana e la portano via. Rimango con il guaritore imbarazzato della situazione, con le braccia mi indica di proseguire, lo guardo finché lui mi fa strada su per le scale. La soffitta è una grande stanza vuota, con un piccolo letto in un'angolo della stanza, un tavolo con uno piccolo specchio poggiato sopra e una piccola finestra tonda che da sulla strada, mi sporgo per guardare e la finestra da vista sulla strada del mercato, la strada principale che porta dritta al palazzo imperiale.

-"Vi ringrazio per la vostra ospitalità"- dico senza guardare il guaritore

-"Sono io che dovrei ringraziare voi. Dopo tutto da domani rischierete la vostra vita per salvare l'intero regno"- dice con una nota di sarcasmo nella voce

-" Lo sapete che potrei morire una volta attraversato quelle mura ?"- chiedo divertita.

-" Lo so, ma spero che non accada. Siete l'unica speranza che rimane per l'intero regno. Ho sentito le voce che parlano di voi"- dice con una certa enfasi nella sua voce , mi volto. -" Avete rubato oggetti preziosi a ladri molto pericolosi, avete ucciso alcuni degli uomini più temuti di tutto l'oriente.. siete una leggenda vivente"-

-" Vi ringrazio mio signore.. ma sono solo una guerriera. Una mercenaria.. niente di più"- dico guardando la luna che brilla alta nel cielo.

-"Siete l'eroina che salverà tutti noi.. non credo che siate qualcosa di poca importanza.."- dice con un sorrisetto -" Riposatevi, domani vi attende una giornata davvero importante. Buonanotte mia signora"-

-"Buonanotte mio signore "- dico guardandolo andare via.

Il guaritore esce dalla mia stanza con un sorriso, chiude la porta alle sue spalle e finalmente rimango da sola, poco dopo mi libero dei vestiti, apro la mia sacca dove trovo il mio vecchio e ormai logoro chimono nero, sul retro c'è una tigre cucita a mano, mi fui regalata da uno dei miei amanti durante i miei viaggi. Dopo essermi cambiata, vado alla finestra, afferro la maniglia e apro, respiro l'aria gelida della notte, in un attimo trovo un appiglio per arrampicarmi, con l'agilità di un gatto riesco ad rampicarmi sul tetto. La luna brilla alta nel cielo, il cielo questa notte è pieno di stelle, il canto dei grilli è rilassante, la città dorme tranquilla e il palazzo reale tace nella sua immensità, i innumerevoli tetti spioventi, le strutta dell'intero palazzo e rettangolare, molte colonne abbelliscono il palazzo e allo stesso tempo sostengono l'immensa strutta, le mura di pietra sono severe e spaventose, ma non per me. Mi domando cosa si provi ad essere il re, governare su un'intero regno, la corona deve essere un'enorme fardello da portare. Credo che sia giunto il momento di andare a dormire, mi alzo in piedi, chiudo gli occhi e mi godo il freddo sulla pelle, i miei lunghi capelli che danzano al vento, la luce della luna che mi illumina, quando riapro gli occhi noto che qualcosa al palazzo è cambiato, su uno dei balconi le fiaccole sono accese, il castello e troppo distante per riuscire ad vedere di chi si tratti, ma non ho dubbi che che sia l'imperatore, chi oserebbe accendere delle fiaccole mentre l'imperatore dorme?

-" A quanto pare anche i mostri non riescono a dormire.."- dico con un sorrisetto compiaciuto.



-"Yoongi! Ti prego Aiutami"- sento le urla di mia madre intorno a me

Sangue, Sangue.. c'è sangue sul pavimento. Con le mani che tremano corro verso la direzione della voce di mia madre, attraverso i corridoi, le stanze e il giardino prima di arrivare alla sala del trono. Con la paura nel cuore spalanco le grandi porte della sala del trono, i miei occhi vengono catturati da una scena straziante, mia madre che stringe mio fratello, pallido, freddo e ricoperto di sangue, la mia povera madre in lacrime, un'urlo straziante esce fuori dalla sua bocca mentre dai suoi occhi non scendono semplici lacrime, ma lacrime di sangue.

-"Madre... "- sussurro incapace di fare altro.

Mio padre mi supera, corre da mia madre candendo in ginocchio accanto a lei. Guardo la scena incapace di fare qualcosa per impedire tutto questo, incapace di dire qualcosa. All'improvviso mia madre esala il suo ultimo respiro, mio padre distrutto dal dolore urla con tutto il fiato che ha in corpo, i miei occhi sono colmi di lacrime.

-"Padre... padre mi dispiace è solo colpa.."- mi mancano le parole.

Mio padre mi guarda mentre con la sua spada si pugnala allo stomaco, corro da lui ma è troppo tardi.

Scatto a sedere sul mio letto. I miei lunghi capelli sono appiccicati al mio corpo per via del sudore, mi manca il respiro, ho bisogno di prendere una boccata d'aria.

-"Vostra maestà state bene ?"- chiede una voce nel mio letto.

Ribollente di rabbia mi volto, guardo la graziosa puttana che sta nel mio letto, i capelli corvini sono corti arrivano alle spalle, la pelle abbronzata per via dei lavori al sole, gli occhi grandi scuri mi guardano con preoccupazione, la guardo con disprezzo e rabbia.

-"Che ci fai ancora qui nella mia stanza? Sparisci non voglio vederti qui"- dico alzandomi dal letto

Indosso dei pantaloni neri di seta, afferro il mio Kimono e lo indosso lasciandolo aperto sul petto, mi volto e guardo la puttana che sta ancora ferma nel mio letto, mi alzo e spalanco la porta del mio balcone, l'aria fredda della notte mi dona un po' di respiro, un po' di pace.

-"Se vuoi vivere, ti consiglio caldamente di scomparire entro pochi istanti prima che ti uccida con le mie mani lurida puttana"- dico furioso -" Cosa ti fa credere che puoi dormire con me o nel mio letto?"-

Sento il sussurro della ragazza mentre si affretta a prendere i suoi stracci e uscire dalla stanza. Finalmente solo esco in balcone, alzo lo sguardo verso il cielo e vedo la luna splendere alta nel cielo, ci sono molte stelle questa notte, il rumore dei grilli, la mia grande città dormire tranquilla. Sono imperatore da ormai cinque anni, da quando sono salito al trono non ho fatto altro che rivivere quel terribile ricordo ogni singola notte. Ma non importa, è passato. Domani sarà il giorno della scelta, avrò altre puttane pronto per servirmi, altre schiave, organizzerò un banchetto degno della corona e berrò così tanto che il vino mi consentirà di dormire senza alcun incubo. 

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