Settimo Capitolo

In qualche modo quella conoscenza acquisita era comunque limitata.

Vero è che erano sicuri dell'esistenza di altri mondi in spazi infiniti ma purtroppo non potevano sapere niente nei dettagli.

Era come credere ma non vedere per credere.

Sempre più vicini ed un pó lontanucci da Tempia e dal vecchio saggio, Speranza ancora vicina al braciere sussurrò nell'orecchio di Clark che era presa da quella innata curiosità, un'emozione alquanto strana e frizzante si era impadronita del suo corpo e fremeva con la mente di poterla trasformare in realtà assoluta.

Clark per istinto e per il suo vissuto da viaggiatore sapeva benissimo ciò che la sua amata provasse e che cosa gli frullava per la testa.

La curiosità è donna ma in questo caso le emozioni e le curiosità erano di entrambi.

La consigliera notò quel farfugliare tra sua figlia e il suo amato ma erano ben lontana nel pensare di cosa stessero realmente fantasticando e quindi li lasciò da soli ad amoreggiare.

Ma il loro in quei istanti non era amoreggiare ma discutere, sognare, ideare e pensare allo spazio infinito.

Speranza più di Clark era una sognatrice ad occhi aperti; non poteva guardare il cielo dall'interno della grotta ma immaginava di ammirarlo lo stesso.

Chissà - diceva - cosa mai scopriremo se lo troveremo.

Clark voleva andarci con cautela, era inutile affrettarsi a scoprire un modo per una ipotetica scoperta.

Innanzitutto dovevano prepararsi su molteplici aspetti, sia sui loro poteri acquisiti e mai messi in atto sia sul giusto sentiero da percorrere onde evitare passi sbagliati.

Era già buio pesto e la luce nella grotta pian piano si andava affievolendo  e decisero di non tornare nella loro dimora reale ma di passare la notte lì, in quel posto angusto ma pieno di magia.

Erano usciti dal castello soltanto con i loro mantelli celestiali, larghi quanto bastava a coprirsi ambedue e facendosi calore con i loro stessi corpi.

Si trovarono un angoletto non lontano dal braciere e si sedettero tenerosamente rimanendo abbracciati e pian piano che ammiravano l'ardere del fuoco verde i loro occhi si chiusero dal sonno.

Emozione e curiosità facevano anche parte del loro essere.

                                                   ...continua