• 16 •

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Alis

Mercoledì

Stavo provando a mettermi il correttore per coprire i lividi sull'occhio. Ashley lo aveva portato il pomeriggio precedente sapendo che io odiavo i trucchi e non avevo nemmeno un semplice mascara a portata di mano.

Avrei preferito non mettere nulla per far trasparire il colore violaceo, ma i problemi erano due: la mia famiglia e la scuola. Papà e nonni non mi avevano vista con l'occhio gonfio ed era meglio così, come minimo si sarebbero preoccupati a tal punto da riferire dell'accaduto alla preside.
Per quanto riguarda la scuola, un'insegnante mi aveva notato, ma Dan aveva iniziato a lanciare pezzi di carta per la classe mandandola su tutte le furie. Lo spettacolo durò per qualche minuto e si dimenticò di me. Non volevo che qualche altro professore mi vedesse senza avere distrazioni da Dan.

Quel gesto fu il migliore che aveva fatto per me, anzi l'unico, nonostante il motivo in realtà non fossi io ma salvaguardare se stesso e il suo gruppo.

Ashley mi aveva perdonato, aveva deciso che mi avrebbe lasciato fare ciò che volevo e che non poteva continuare a tartassarmi con paranoie o giudizi negativi.
Avevo ascoltato le sue scelte e poi la sua storia con Michael. Mi aspettavo molto dal loro rapporto e speravo di non avere false speranze a riguardo.
La felicità che mostrava ogni volta che parlava di lui era immensa e riempiva di gioia anche me.

E se con Ashley ormai non c'erano più problemi, con Justin ero rimasta allo stesso punto incerto. Avrei voluto scusarmi, ma per cosa? Non gli avevo nemmeno telefonato essendo a corto di parole.

Dopo essermi data un'occhiata allo specchio, andai a fare colazione. Mi sentivo strana, si notava che la mia faccia era diversa... Era quello che mi dava fastidio del trucco: sentirlo e pensarci in continuazione, capire quindi di non essere del tutto me stessa.
Non mi sentivo a mio agio; non avevo nulla contro le altre però che apparivano disinvolte con l'ombretto, il rossetto scuro, le ciglia finte o altro.

Optai per qualcosa di croccante: i biscotti. La busta era piena per un quinto, quindi riempii la tazza di latte in modo da riuscire a finire i biscotti.

"Buongiorno bellissima" disse nonna guardandomi con aria serena. Aveva probabilmente notato il mio 'cambiamento'.

"Buongiorno" mugugnai mandando giù un sorso di latte.

Mi fece qualche domanda sulla scuola e risposi mantenendo positività e naturalezza evitando di destare sospetti.

Finii la colazione e lasciai la tazza nel lavabo. Abbandonai la cucina dando un bacio in fronte a Rose, poi presi lo zaino per uscire di casa.

Papà e nonno erano partiti insieme in montagna. Mi sembrava una strana decisione, ma la motivazione era che Rand voleva rivedere il posto dove andava spesso da piccolo un'ultima volta. Sarebbero rimasti lì per circa una settimana.
Sarei andata anche io con loro se non fosse stato per la scuola e se non mi avessero avvisato all'ultimo momento.

Decisi di raggiungere la fermata per prendere l'autobus che arrivò appena giunsi al cartello con la vettura indicata.
Salii e preferii restare in piedi nonostante i posti liberi non mancassero.

Arrivai a scuola velocemente e prima del solito; scesi dall'autobus ed esitai per qualche secondo per pensare a cosa fare così presto. Fuori non c'erano molti studenti, solo alcuni gruppi che chiacchieravano.

Vidi la macchina di Justin parcheggiata e, dopo aver esaminato tutto il cortile, lo trovai con il piede appoggiato al muretto mentre parlava con una ragazza. Lei era voltata di spalle, alta, con un fisico slanciato e i capelli biondi. Non l'avevo mai notata prima...

Mi spaventai quando Matthew si avvicinò salutandomi e distolsi l'attenzione dalla coppia che stavo contemplando. Era da solo anche quella volta.

"Che guardavi con così tanta concentrazione?" chiese girandosi ad osservare anche lui le persone presenti lì fuori.

"Nulla" mentii.

"Ma l'occhio? Cos'è successo, un miracolo?" scherzò strappandomi un sorriso.

"No, trucco" spiegai continuando a sorridere.

"Allora non è poi così male..." suppose, ma si sbagliava di grosso. Avrei preferito tenermi un occhio viola piuttosto.

"Sì che lo è, non è il massimo per me truccarmi..." mentre lo dicevo non riuscivo a guardarlo negli occhi, era più forte di me. Se lo avessi guardato, non sarei stata capace di continuare il discorso e non volevo, mi piaceva parlare con lui.

"Non sei come molte altre..."

"Non dire così," corrugai le sopracciglia infastidita, "questa frase l'ho sentita troppe volte."

Iniziammo a camminare verso l'entrata e nel frattempo ripensavo alla sua affermazione. Non sopportavo quelle inutili frasi ripetute nella realtà, nei film o nei libri. Rendevano gli episodi finti e privi di significato...

Nei corridoi ci guardavano tutti male o stupiti e io mi sentivo a disagio immaginando quali fossero i loro pensieri. Matt rimase tranquillo, prese due pacchetti di caramelle dalle macchinette e me ne diede uno. Lo ringraziai osservando il pacchetto che lui aprì immediatamente. Feci lo stesso siccome la lezione sarebbe iniziata dopo qualche minuto. Mentre mangiavamo, facevamo avanti e indietro lungo i corridoi.

"Le prendo sempre queste caramelle" iniziò.

"Sono buone" fu l'unica frase che mi uscì dalla bocca.

"Oh è arrivato Thomas," disse improvvisamente e alzai lo sguardo, "ci vediamo più tardi."

Fece l'occhiolino e io rimasi impalata senza rispondere, sorpresa del fatto che mi avesse salutata dal nulla.
Mi voltai per andare in classe e mi sedetti una volta arrivata. Lasciai il pacchetto di caramelle sopra il banco sul quale mi stravaccai subito dopo. Gli altri entravano mano a mano e io restavo ancora con la testa appoggiata.

"Bella addormentata è ora di alzarsi" sentii Dan avvicinarsi per sedersi al suo posto. Lasciò cadere lo zaino vicino alla sedia.

Non mi spostai rimanendo nella stessa posizione, avrei aspettato l'insegnante per mettermi composta. Con il tempo riuscii a capire però che a Dan non andavano bene le non reazioni. Prese un ciuffo di capelli e me lo tirò costringendomi a muovermi dal dolore.

Massaggiai il capo lentamente e mi domandavo come facesse a fare tanto male nonostante avesse tirato una sola ciocca. Lo fulminai con lo sguardo ma non servì a molto.

"Oh bene, vedo che con l'occhio hai già risolto da sola", notò quando vide il mio viso, "a momenti finivo per non avere più un quaderno..."

Non risposi. Un'altra delle mie non reazioni che non gli andò a genio, tanto che prese il sacchetto di caramelle e iniziò a mangiarsele. Feci l'indifferente, in fondo non mi andavano più. Non poté più fare nulla, poiché il prof entrò scusandosi per il ritardo ed iniziò le interrogazioni programmate.

"Come va con l'occhio?" bisbigliò Michael alle mie spalle.

"Bene grazie."

Dan alzò gli occhi al cielo, non era abituato ad essere gentile e non sopportava nemmeno quando lo erano gli altri. Probabilmente anche se avesse fatto qualche azione positiva, non se ne sarebbe nemmeno accorto.

La lezione passò tranquillamente, perché non dovevo fare nulla se non ascoltare e fare silenzio. Anche le successive non furono pesanti.

Durante la ricreazione, uscii dalla classe nonostante non avessi la minima idea di dove andare. Ashley sarebbe stata con Michael e non avevo intenzione di disturbarli, Justin con la nuova ragazza bionda e... non avevo nessun altro. Raggiunsi i distributori per prendermi le caramelle di quella mattina finite da Dan, ma il pacchetto non scese. Controllai le tasche per trovare altri spicci, ma non ne avevo abbastanza. Prima che me ne andassi, un ragazzo mi precedette mettendo lui stesso i soldi per me.

"Oh non ce n'era bisogno..." dissi timidamente. Non lo avevo mai visto prima d'ora.

"Di nulla!" rise sottintendendo un 'grazie'.

Si abbassò per prendere il pacchetto e me lo diede, così lo ringraziai. Feci per andarmene, ma mi seguì.

"Non ti presenti?" chiese.

"Sono Alis" risposi.

"Io Nathan Walter" si presentò dandomi la mano e la strinsi sorridendo.

"Bene, ci vediamo in giro" disse e si allontanò. Lo guardai allontanarsi stranita dalla nuova conoscenza.

Okey, pensai, alcuni minuti sono già passati. Presi il corridoio per tornare in classe, ma mi bloccai quando poco più avanti mi ritrovai Justin. Si girò casualmente anche lui, ma non guardava me, piuttosto qualcuno dietro alle mie spalle. Appena quel qualcuno si avvicinò, Justin tornò a parlare con la nuova ragazza bionda.

"Vedo che ti sei presa un altro pacchetto di caramelle" notò Matthew. Continuai a camminare.

"Già", affermai, "Dan mi ha finito l'altro."

"Il solito" commentò scuotendo il capo.

"Ma chi era quel tipo?" chiese poi e inizialmente non compresi.

"Ah, intendi Nathan?", constatai, "L'ho conosciuto pochi secondi fa..."

Annuì come se qualcosa lo turbasse, ma probabilmente era una mia impressione siccome non era successo niente di male. Guardai davanti a me gli studenti sparsi e tra loro individuai Aron. Era da un po' che non lo vedevo a scuola, forse nemmeno ci avevo fatto caso.

"Ma Aron è tornato?" domandai tanto curiosa quanto sorpresa.

"Sì, vogliamo andare da lui?" ci pensai un attimo, non sapevo se accettare.

Matt, vedendomi incerta, aumentò il passo raggiungendolo per primo, poi arrivai io.

"Ciao Alis" mi salutò Aron.

"Come stai?" mi preoccupai immediatamente. Sulla mano aveva una fascia bianca che non avevo notato prima d'ora, nemmeno all'ospedale.

"Bene" sorrise per tranquillizzarmi.

"Senti Alis, non abbiamo bisogno di mammine qui" si intromise Dan, l'unico scorbutico del gruppo. Difatti, da quel che avevo dedotto, erano tutti molto gentili e pazienti, chi più e chi meno, ma Dan per niente.

"Io la vorrei Alis come mamma..." aggiunse Lucas guardandomi e mi sentii in imbarazzo.

Quando girai lo sguardo, vidi da lontano Ashley muovere il braccio freneticamente facendo cenno di andare da lei. Accanto c'era Mike.

"Io vado" Matt mi guardò e vide anche lui le mosse di Ashely, sorrise annuendo.

"A dopo" esclamò.

Camminani velocemente per raggiungere mia cugina e quando arrivai mostrò il suo miglior sorriso che mi fece venire qualche sospetto.

"Allora Alis," iniziò, "abbiamo pensato di fare una cena a casa di Michael."

La prima cosa che mi venne in mente fu il fatto che non ero mai stata a casa di Mike e che sicuramente avrebbero invitato Justin. Ashley confermò la mia ipotesi subito dopo.

"Lo abbiamo già informato e ha detto che verrà con quella ragazza" affermò non molto convinta, si vedeva che non le andava a genio.

"Posso venire anche io con qualcuno?" mi permisi di chiedere. "Voi due starete insieme tutto il tempo e Justin con quella ragazza... Non voglio fare la quinta in comodo!"

Risero entrambi capendo la mia situazione e accettarono la mia richiesta, facendo un'eccezione: "Niente Kings".

Annuii, non potevo chiedere troppo.

"Quando questa cena?"

"Sabato, ti manderemo la posizione in caso tu venga con la persona che inviterai."

La campanella suonò e salutai Ashley per tornare in classe assieme a Michael. Dovetti aspettare però che anche i due si salutassero 'adeguatamente'.

"Allora, chi porterai sabato?" chiese lui arrivati alla porta dell'aula.

"A questo punto, penso Nathan. Anche se nemmeno lo conosco!" ammisi.

"Hai tempo per conoscerlo in compenso" pensò e aveva effettivamente ragione.

"Che c'è sabato di così importante?" si intromise Dan; assurdo come sentiva sempre tutti i discorsi.

"Nulla" mentii.

"Se non era niente allora perché avresti bisogno di un fidanzato accompagnatore?"

Sospirai per la scemenza detta e risposi: "Non ho bisogno di un fidanzato... piuttosto di un amico".

Mike si era già seduto e non aveva sentito più niente, Dan invece rimase in silenzio per qualche secondo.

"Matthew non è tuo amico?" chiese confuso, senza sapere che in questo campo ero confusa anche io. Non lo sapevo nemmeno io se Matthew era mio amico, non comprendevo ancora il significato di questo concetto. Non risposi, non volevo che sapesse che non potevo invitare un King; temevo per ciò che avrebbe potuto pensare.

Alla fine delle lezioni, aspettai nuovamente l'autobus per tornare a casa. Alla fermata vidi Nathan che fu il primo a salutarmi.

"Non pensavo ci saremmo rivisti così presto" sorrise, nemmeno io pensavo lo avrei rivisto di nuovo lo stesso giorno.

"Prendi l'autobus? Questa mattina non ti ho visto" notai. Spiegò che quella mattina lo aveva accompagnato suo padre e l'autobus era un optional. Magari lo fosse stato anche per me, il mezzo di trasporto era sempre un punto di domanda da quando ero tornata al Bronx. Mi accompagnava papà quando poteva, Justin se lo avvisavo, poi era capitato qualche passaggio da Ryan...

"Alis" mi chiamò Matthew uscendo dal parcheggio della scuola con il finestrino aperto.

"Matt!"

"Vieni?" fece cenno col il braccio di entrare. Si era fermato davanti al cancello impedendo agli altri di passare; non mi restò che accettare.

"Questa volta niente autobus" sorrise Nathan.

"Pare proprio di no" dissi e mi affrettai a salutarlo. Salii con la stessa fretta nell'auto di Matt il quale partì per evitare che qualcuno dietro di lui si lamentasse suonando il clacson.

Sistemai lo zaino sopra i piedi per non darmi fastidio e controllai di avere il telefono.

"Sicura di aver conosciuto quel tipo oggi?" domandò guardando alla sua sinistra per svoltare.

"Sì perché?"

"Sembrava aveste una certa confidenza..."

"Sembrava. Abbiamo parlato solo due volte" precisai anche se non ce n'era bisogno. Non capivo di cosa si preoccupasse e quale fosse il problema.

Dentro di me sapevo che io e Nathan avremmo parlato più di due volte in futuro. Dovevo e volevo assolutamente invitare qualcuno alla cena di sabato, mi sembrava un bravo ragazzo e avrei confermato sicuramente le mie ipotesi se lo avessi conosciuto.

Con la velocità di Matt, mi ritrovai a casa dopo poco tempo. Lo ringraziai.

"Di nulla, ormai ho imparato la strada" scherzò.

Mi diressi verso la porta di casa e aprii con le chiavi senza suonare per non disturbare nonna che era rimasta da sola. Una volta dentro, la vidi sulla poltrona con gli occhi chiusi e feci del mio meglio per non provocare alcun tipo di rumore. Raggiunsi la mia stanza e mi stravaccai sul letto stanca nonostante non avessi fatto granché a scuola.

Mi misi comunque a fare i compiti per finirli il prima possibile, poi guardai qualche video riguardante i dolci e ne scelsi uno soddisfacente del quale avevo tutti gli ingredienti a disposizione: una crostata con la marmellata.

Scesi lentamente le scale e andai verso la cucina con il telefono a portata di mano. Lo posizionai in un posto dove avrei potuto guardare bene, appoggiato alla zuccheriera. Poi preparai gli ingredienti che mi sarebbero serviti e feci partire il video stoppandolo dopo ogni procedimento.

Quando stavo per grattugiare la scorza di limone, mi squillò il telefono. Mi spaventai perché avevo lasciato involontariamente il volume della suoneria al massimo. Risposi senza nemmeno vedere il nome registrato in rubrica prima che nonna si svegliasse.

"Pronto?"

"Che fai?" chiese Matt, sorrisi sorpresa e risposi mantenendo il sorriso: "Una crostata".

"Mmh... non mi piace la crostata. E poi che fai?" continuò.

"Andrò a fare una passeggiata con mia nonna o almeno è quello che vorrei" spiegai e strizzai l'occhio dopo averlo strofinato con il dito sporco di limone.

"Tra cinque minuti esatti apri la porta, okay?"

"Cosa? Sei fuori?", attaccò senza darmi spiegazioni e mi assalii il panico. Non volevo che nonna lo vedesse, mi avrebbe sicuramente fatto domande sul suo conto. Insomma, non amavo parlare delle mie amicizie o semplici conoscenze con la mia famiglia, a eccezione di Ashley.

Mi sciacquai le mani per togliermi il succo di limone e le asciugai con un panno. Una volta preparato l'impasto per la pasta frolla, lo avvolsi con la pellicola e lo misi in frigorifero come indicato nella ricetta.

Poi corsi verso la porta e la aprii lentamente, non c'era nessuno. Abbassai gli occhi a terra e, appoggiato sul tappetino, trovai una scatola. La presi e diedi un'occhiata intorno a me, senza vedere nessun altro nei paraggi.

"Chi è arrivato?" chiese nonna quando rientrai.

"Nessuno."

Guardò la scatola sulle mie mani.

"E quella?" si incuriosì tanto quanto me, ignara del contenuto.

Appoggiai la scatola sul tavolino circondato dai divani e dalla poltrona nella quale sedeva lei; ormai mi aveva visto, non potevo nasconderle nulla.
La aprii, all'interno c'erano quattro cupcakes e un bigliettino con su scritto "spero ti piacciano" e una faccina sorridente stilizzata accanto alla scritta.

"Chi è questo ammiratore segreto?" sorrise avvicinandosi per vedere meglio i dolci.

"Nessun ammiratore," precisai sorridendo anch'io divertita, "è un amico che ho conosciuto un po' di giorni fa."

Appena finii la frase, il telefono squillò di nuovo. Era Matthew.
Nonna mi guardò felice e si allontanò per lasciarmi sola.

"Ehy", disse lui senza aspettare la mia risposta, "piaciuta la sorpresa?"

Guardai la scatola davanti a me e contenta affermai: "Molto".

Rise soddisfatto e aggiunse: "Dovrai abituarti..."

Mi lasciò perplessa e con una strana sensazione. Ero felice e mi sentivo tranquilla. Mi dispiaceva non poterlo invitare alla cena di sabato, sempre di più ogni volta che ci pensavo. Ma in fondo ero certa che avremmo passato qualche giornata insieme aldilà di quella cena.

"Non dici niente?" mi riprese, se non l'avesse fatto avrei sicuramente continuato a pensare per un tempo indeterminato.

"Sono sorpresa," risi, "a cosa devo tutto questo?"

"A te" la risposta era chiara e allo stesso tempo mi confondeva.

Rimasi senza parole e concluse: "Allora ci vediamo domani, buona passeggiata!"

Lo salutai e mi lasciai trasportare da un'onda di felicità che non passò inosservata agli occhi di mia nonna rientrata in soggiorno.

"Facciamo una passeggiata più tardi nonna?" proposi.

"Possiamo uscire anche adesso" disse, ma le spiegai della crostata.

Dopo esserci mangiate un cupcake entrambe, tornai in cucina per continuare la ricetta. Riuscii a scacciare il pensiero di Matt dalla testa solo dopo aver iniziato a mettere e sistemare la frolla nella teglia. Aggiunsi la marmellata di ciliegie, ulteriori strisce di pasta frolla e misi il dolce in forno.

Nel frattempo, riflettevo su cosa avrei potuto raccontare a nonna una volta uscite, perché sicuramente mi avrebbe fatto molte domande. La verità era la decisione migliore da scegliere e optai per quella, ma avrei sicuramente omesso il dettaglio dell'occhio.

ℳ𝒶𝒹 •𝒶𝓂

▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀▄▀

3000 parole.
Possono andare bene i capitoli così o sono troppo lunghi?

Domanda che con c'entra niente: secondo voi quanti anni ho?

~ Lasciate un commento o una stellina se vi va 🌟

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro