xvii. dubbi e lacrime

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!! ALLERTA CANZONE !!

( E S M E )

Per i Cavalieri di Auradon era finalmente arrivato il gran giorno. Quel pomeriggio si sarebbe svolta la prima partita della stagione.

In queste occasioni la scuola sembrava uscire da un profondo letargo: corridoi, aule ed esterni erano drappeggaiti da centinaia di stendardi, festoni e manifesti, ognuno rappresentante il logo della squadra insieme ad alcuni slogan come "Forza Cavalieri!" o "Avanti nostri prodi Cavalieri!" o ancora "Spada batte Ala", chiaro riferimento alla scuola nemica per eccellenza dell'Auradon Prep e alla sua squadra, i Falchi di Sherwood.

Ovunque ti giravi potevi incontrare i colori blu regale e oro. Erano dappertutto: sui muri, nei fiori, nelle decorazioni, persino sugli abiti degli studenti.

Era una tradizione della Auradon Prep quella di vestirsi con i colori della scuola in occasione di partite ed eventi importanti.

Naturalmente, Esme non era da meno.

Quella mattina camminava sicura tra i corridoi gremiti di ragazzi, sfoggiando orgogliosa la sua divisa da cheerleader, resa più idonea alle lezioni da un paio di leggins blu con una striscia bianca di lato, tenuti sotto la classica gonna corta gialla e blu. Invece, sopra il top elasticizzato, indossava una felpa sempre blu regale, dorata e bianca, con lo stemma della scuola sul cuore.

Non si era mai sentita in imbarazzo con i colori della scuola addosso, sebbene non fossero i suoi preferiti. Era un onore per lei poter dimostrare di essere parte di qualcosa di tanto prestigioso. Esattamente come lo era per tutti gli altri studenti.

Audrey era tornata quella mattina, ma l'aveva evitata per tutto il tempo, chiaramente ancora offesa per il comportamento della figlia di Esmeralda la settimana prima.

Esme aveva provato a fermarla ad ogni classe che avevano insieme, ma la mora l'aveva ignorata, scomparendo nella folla senza degnarla di uno sguardo. A quel punto, sperava di poterle parlare dopo la partita di quel pomeriggio.

Il prossimo periodo era quello di 101 Rimedi di Bontà e, ad essere sincera, la principessa era un po' nervosa.

Dopo la presa in atto dei suoi sentimenti la sera precedente, aveva paura di come avrebbe reagito una volta incrociati i suoi occhi. Sarebbe scappata? Lo avrebbe abbracciato? O sarebbe tornata ad "odiarlo" come prima? Non ne aveva idea, e questa cosa la spaventava non poco.

Girò l'ultimo angolo prima del corridoio giusto e non poté sopprimere un sorriso alla vista dei VKs che l'aspettavano.

Era così strano: appena un mese prima la sua vita era scandita dalla certezza che i Cattivi non fossero altro che un ammasso di persone rozze e crudeli. Nessuno ad Auradon, men che meno lei, avrebbe immaginato di dare il benvenuto agli Sperduti, dopo anni ed anni di pace.

E invece, eccola lì, una principessa, figlia di un'eroina, una Buona, che salutava allegramente i figli dei Cattivi più cattivi della storia. Una Buona che sorrideva con dei Cattivi. Una Buona amica dei Cattivi. Una Buona innamorata di uno di loro. Quando si dice cambio di prospettiva.

In mezzo al mare di ragazzi vestiti di blu e giallo, i cinque Cattivi spiccavano come una macchia d'inchiostro su un foglio di carta, con i loro outfit di colori scuri, pelle e borchie. O almeno più del solito.

Inconsciamente la principessa si ritrovò ad osservare il giovane De Mon. Indossava una giacca rossa con dei jeans bianchi e una t-shirt nera e bianca. Inoltre, intorno al collo aveva un paio di cuffie.

Sospirò, gli occhi stranamente sognanti. Le sembrava di star vivendo una di quelle magiche storie d'amore tanto frequenti lì ad Auradon. Era così che Cenerentola, Aurora e Biancaneve si erano sentite davanti al loro principe azzurro? Con le guance rosse, il battito accelerato e lo stomaco che faceva le capriole? Sperava di sì, perché non avrebbe desiderato nessun altro che non fosse il ragazzo a pochi passi da lei.

<<Ragazzi!>> esclamò, richiamando la loro attenzione.

Gli sguardi che le rivolsero le fecero aggrottare le sopracciglia.

<<C'è qualcosa che non va?>> chiese.

I cinque VKs avevano tutti un'espressione strana, quasi sofferente, in particolare Carlos. Da quando erano arrivati non li aveva mai visti così. Sembrava si stessero trattenendo dal dire qualcosa.

<<No, no, tesoro, non ti preoccupare>> la rassicurò Evie, avvicinandosi a lei. <<Siamo . . . siamo solo preoccupati per la verifica di 101 Rimedi di Bontà, è stata una notte lunga. Sai, piena di ripetizioni e compiti>>.

Esme alzò un sopracciglio, confusa: <<Non dovevate fare un progetto di meccanica? È per questo che avete chiamato Carlos, no?>>.

La figlia della Regina Cattiva non diede cenno di titubanza: <<Era Mal ad averne bisogno>> ridacchiò. <<È una frana con quel genere di cose, e sai bene quanto non le piaccia fare i compiti di Bontà>>.

Si sentì uno sbuffo, ed Esme rivolse un sorriso di scuse alla figlia di Malefica.

<<Oh, be', non avete niente da preoccuparvi! So quanto avete lavorato per questa verifica: negli ultimi giorni siete migliorati tantissimo!>>.

Lanciò un'occhiata a Carlos, facendogli l'occhiolino. Lui rispose con un sorriso forzato e un leggero rossore sulle guance.

La campanella suonò, annunciando l'inizio dell'ora.

<<Bene, entrate e fate vedere cosa sapete fare>>.

•✵•

<<Non sarà andata così male, vedrai!>> ripeté per l'ennesima volta Esme.

La verifica era appena finita, e Carlos si stava disperando per, a detta sua, il compito peggiore che avesse mai fatto.

<<Non ho mai preso una D in vita mia, e non voglio che la prima sia per uno stupido compito sull'amicizia e la gentilezza>> sbuffò.

La principessa alzò gli occhi al cielo, fermandosi all'uscita del corridoio. Era ora di pranzo, e le lezioni del pomeriggio erano annullate a causa della partita.

Il cortile della scuola era pieno si studenti: c'era chi leggeva, chiacchierava, studiava, mangiava, addirittura alcune delle compagne di Esme che si allenavano nel cheerleading.

<<Guarda il lato positivo>> gli disse. <<Almeno non dovrai preoccuparti di studiare per un po'. Inoltre, adesso dovresti pensare alla partita e non ad un voto qualunque>>.

Il Cattivo annuì sconsolato: gli si leggeva in faccia che anche l'idea del match di quel pomeriggio non gli andava a genio.

<<Spero tu sia pronta a vedermi piangere sul campo>> constatò sarcastico.

La ragazza gli diede una leggera spallata, non prima di aver controllato che nessuno li stesse guardando.

<<Oh, ma sta' zitto! Sappiamo entrambi che sei migliorato!>>.

<<Non ne sarei così sicu—>>.

<<Carlos!>>.

La voce di Evie risuonò nel corridoio vuoto, interrompendoli.

<<E?>> (N/A: si legge come la lettera "E" in inglese, è il soprannome di Evie) chiamò il ragazzo. <<Cosa sta succedendo?>>.

<<E me lo chiedi?! Cosa ci fai ancora qui? Mal ci vuole fuori, sta per—>> non finì la frase, mentre sembrava congelarsi sul posto, improvvisamente in allerta.

Rivolse una strana occhiata ad Esme, che osservava il tutto con le sopracciglia alzate, curiosa e confusa.

<<Per . . . per augurare a te e Jay buona fortuna prima della partita!>> ridacchiò, spostando il peso da una gamba all'altra. <<Jay mi ha minacciato di venirti a chiamare>>.

<<Gentile da parte sua>> commentò Esme, all'erta come non era da molto tempo. Sta succedendo qualcosa — pensò — E per qualche strano motivo non ne sono al corrente.

La figlia di Esmeralda non era stupida. Proprio lei che aveva sempre disprezzato i Cattivi, imparando a diffidarne, non poteva ignorare dei segnali così evidenti. Le confabulazioni, la sera prima con Carlos, e ora questo. Poteva vedere da un chilometro che le stavano nascondendo qualcosa.

<<G—Giusto!>> esclamò Carlos, girandosi verso la sua amica. <<Tu vai, ti raggiungo tra un attimo>>.

La figlia della Regina Cattiva annuì, per poi lanciare un'occhiata preoccupata ad Esme e sparire all'esterno.

La principessa arricciò il naso. Sì, le stavano decisamente nascondendo qualcosa.

<<Hai sentito Evie, è meglio che vada>> esordì il ragazzo accanto a lei, evitando il suo sguardo. Esme si dovette sforzare con tutta se stessa di non scogliersi quando le labbra di lui si posarono sulla sua guancia. Si girò, e prima che potesse allontanarsi, lo bloccò per un braccio.

<<Tu ora mi dici cosa state facendo>> gli ordinò ferma, gli occhi neri che mandavano leggere saette.

Sembrò che l'anima avesse abbandonato il corpo del Cattivo, che si irrigidì di colpo. Continuava a guardare davanti a sé, quasi si vergognasse di sostare i suoi occhi caffè in quelli pece di lei. Proprio quest'ultima si innervosì al comportamento del figlio di Crudelia.

<<È da un po' di tempo che sparisci usando una scusa banale. Se non ti conoscessi bene, direi che stai tramando qualcosa di . . . di brutto>>. I suoi occhi si fermarono sulla nuca del ragazzo, in attesa di una qualsiasi razione. Ma non successe niente. Esme scosse la testa, improvvisamente nervosa: <<Los . . . >>. Il soprannome sembrò innescare qualcosa nel Cattivo, che questa volta si voltò verso di lei. La principessa prese un respiro profondo, allentando leggermente la presa sul polso dell'altro. <<Se è accaduto . . . o sta accadendo qualcosa . . . dimmelo. Ormai— Ormai sai che puoi farlo. Non importa cosa. Sai che non ti giudicherò>>.

Per un attimo, nello sguardo del VK passò una scintilla di titubanza.

<<Io mi fido di te, Los>>.

Esme non ebbe neanche il tempo di decifrare la sua espressione, che una mano si posò sulle sue spalle, facendola saltare in aria per lo spavento.

Si voltò, tirando un sospiro di sollievo.

<<Bayley! Mi hai fatto prendere un infarto!>> esclamò, ancora scossa. <<Posso fare qualcosa per te?>>.

La figlia di Biancaneve spalancò gli occhi: <<Ma sei fuori di zucca?! La partita inizia tra esattamente . . . >> alzò il polso per controllare l'orologio. << . . . quindici minuti. E tu sei ancora qui!>>.

Solo così la principessa notò che l'amica era già in divisa, leggermente sudata, probabilmente per via del riscaldamento. Si diede della stupida per non aver controllato prima l'orario.

<<Oddio! Arrivo immediatamente! Lasciami solo—>>.

Ma quando si voltò per salutare Carlos, trovò solo un corridoio vuoto.

•✵•

Le urla degli spettatori si mischiavano con gli incoraggiamenti delle cheerleaders nell'enorme campo del Torneo.

La partita era in pieno svolgimento e, purtroppo, i Cavalieri di Auradon erano in svantaggio di due reti.

A causa degli studenti vestiti in palette, gli spalti delle due scuole sembravano due grandi macchie di colore: una gialla e blu, l'altra di un vibrante verde smeraldo.

Dal lato dell'Auradon Prep, però, in mezzo alla massa di outfit dorati e cobalto, spiccavano le figure di Mal ed Evie.

Esme continuava a fissarle, nonostante sapesse di dover agitare i pompom per supportare la sua squadra.

La realtà era che aveva dei dubbi. Su Carlos, su di loro, sul regno, sull'Isola degli Sperduti, e persino su di lei. Non aveva idea di cosa fare. Era una situazione in cui si trovava spesso ultimamente.

Dopo quella mattina non sapeva più cosa pensare. Le due Cattive sembrano apposto: mentre Evie sorrideva e saltellava con Lonnie (in piedi al suo fianco), Mal appariva abbastanza annoiata. Continuava a fissare il campo ossessivamente, come in cerca di qualcosa.

La figlia di Esmeralda la imitò, scuotento il capo e rivolgendo la sua attenzione alla partita.

Il secondo tempo era quasi finito, e se avessero continuato così avrebbero perso di sicuro.

Poteva vederlo stampato sulle facce dei suoi compagni: Henry, il figlio di Hercules e Megara, era esausto e sembrava dovesse stramazzare a terra da un momento all'altro; stessa cosa Aziz, la cui lingua toccava quasi l'erba.

Lanciò un'occhiata alla panchina della sua squadra. Gordon, il figlio di Brontolo, osservava la partita con le braccia incrociate e il solito cipiglio che caratterizzava la sua famiglia. Accanto a lui sedevano Carlos e Jay. Quest'ultimo sembrava star per scattare, continuando a fare su e giù con una gamba, in ansia e mordendosi uno dei guanti di protezione. Il figlio di Crudelia accanto a lui, invece, sembrava completamente assorto nei suoi pensieri, gli occhi poggiati sui suoi piedi.

Esme si chiese cosa gli frullasse nella testa. Non avevano più avuto modo di parlare dopo che Bayley li aveva interrotti.

Doveva essere onesta: era preoccupata per lui. Stava tramando- Rabbrividí. No, non tramando. Non le piaceva come suonava quella parola. Si fidava abbastanza di lui per sapere che non stava tramando niente. O almeno lo sperava.

Continuava a ripetersi che doveva aver fiducia in lui, che se fosse successo qualcosa glielo avrebbe detto. Ma dopo quella mattina la cicatrice di dubbi si era riaperta, iniziando a farla tentennare. E Dio solo sapeva quanto si stesse sforzando per tenerla a bada.

All'ennesimo Cavaliere abbattuto da uno dei Falchi, il coach non ci vide più.

<<Time Out!>> gridò, e l'arbitro non perse tempo a fischiare, dichiarando la tregua temporanea.

<<Ehi, tu, vieni qui!>> ordinò ad Aziz, che corse in panchina. <<Hai fatto una buona partita, figliolo, ma ora è il momento di farti da parte>>. Poi si rivolse a Jay: <<Ragazzo>> esordí <<Riscaldati, è il tuo momento>>.

Sembrò come se una fiamma si accendesse negli occhi del figlio di Jafar. Scattò subito in piedi, piegandosi per sciogliere i muscoli delle gambe.

Esme si avvicinò per sentire meglio.

Osservò Carlos che adesso guardava il suo amico. Aveva una strana espressione in viso, un misto di orgoglio e amarezza. Il coach non sembrò accorgersi di niente, mentre ricontrollava gli schemi della formazione.

Tuttavia, Jay lo fece eccome.

<<E per quanto riguarda il mio amico, coach?>>.

La principessa dovette soffocare un sorriso all'improvvisa confusione di Carlos.

L'uomo rivolse un'occhiata al figlio di Crudelia, storcendo il naso.

<<Non . . . Non credo sia il caso>>.

Sia Esme che Jay alzarono gli occhi al cielo. E fu proprio la principessa ad intromettersi.

<<Con tutto il rispetto . . . >> iniziò, spaventando il Coach e i due ragazzi, che non si erano accorti della sua presenza. <<Posso assicurare che Carlos è migliorato tantissimo. Si è allenato tanto e sono sicura che saprà tenere il passo con gli altri giocatori>>. Omise il dettaglio che era stata lei ad allenarlo, ma nessuno ci fece caso. Tranne il ragazzo in questione.

<<Esme, non... non devi mentire così... sai che sono una schiappa>> affermò mogio il VK.

<<Ma ti senti quando parli?>> sbottò la principessa. <<Prima di tutto non osare darmi della bugiarda. Secondo, sei tu che menti a te stesso. Abbiamo->> si accorse dell'errore e non perse tempo a rimediare. <<Hai passato gli ultimi giorni ad allenarti come un matto, correndo, saltando e tirando in porta. Non sarai il prossimo campione del regno, ma di sicuro sei in grado di fare la tua bella figura su quel campo!>> disse, indicandolo con un dito.

<<Ben detto!>> esclamò Jay, tirando in piedi il suo amico per un braccio. <<Coach, lo faccia giocare. Le assicuro che non la deluderà!>>. Una scintilla furbetta si accese negli occhi del figlio di Jafar: <<Una squadra è composta da varie parti che collaborano, giusto? Beh... allora vuol dire che lui è il mio cervello!>> constatò, scompigliando con una mano i capelli bianchi e neri di lui, che lanciò ad Esme un'occhiata supplicante. La ragazza si limitò a scrollare le spalle, un sorrisetto soddisfatto in viso.

Il coach passò i restanti minuti a contemplare l'idea, ed Esme incrociò, senza farsi vedere, le dita dietro la schiena. Quando l'arbitro diede il segnale di ripresa, l'uomo sospirò.

<<Ehi, Henry, sostituzione!>>.

Jay rise, dando una pacca sulla spalla del figlio di Crudelia, che era bianco come un cencio. <<Sta tranquillo, ti guardo io le spalle>>.

<<E chi mi guarda la faccia?>> domandò il ragazzo dai capelli bianchi.

Esme sbuffò divertita, spingedolo con un fianco: <<Ora non essere melodrammatico>>. Carlos arrossí al contatto improvviso, calandosi il casco blu e giallo sulla testa.

<<Falli secchi>> aggiunse la principessa, prima di tornare alla sua posizione.

•✵•

La partita era agli sgoccioli e i Cavalieri erano riusciti a pareggiare. Nonostante questo, mancava ancora un rete per vincere.

Esme e le altre cheerleader erano più attive che mai, le loro coreografie perfette nella loro semplicità. La figlia di Esmeralda aveva provato a parlare con Audrey più volte, ma senza risultato. La sua migliore amica era arrabbiata sul serio.

Non posso proprio biasimarla.

<<Ed ecco la rimessa in capo da parte dei Cavalieri!>> esclamò il commentatore dal suo piedistallo, mentre gridava a squarcia gola col microfono. <<La palla a Jay, nuova promessa della squadra, proveniente da niente di meno che l'Isola degli Sperduti! Cosa ci riserverà il suo gioco?>>.

Dagli spalti avversari arrivarono diverse urla di scherno, qualcuna proveniente persino dagli stessi studenti dell'Auradon Prep.

Poi, però, due grida in particolare sovrastarono le altre, che incitavano il figlio di Jafar in campo.

<<VAI JAY!>> esclamò la voce di Evie.

<<MOSTRA A QUESTI PALLONI GONFIATI COME GIOCHIAMO SULL'ISOLA DEGLI SPERDUTI!>> si scatenò Mal, alzando un pugno in aria.

Esme non riuscì a trattenersi dal ridere, muovendo i pompom con più foga.

<<Jay passa al principe Ben, che poi serve Richard, il quale scatta verso la zona di attacco!>>.

Un urlo di gioia scappò dalle labbra di Esme, che regalò al suo migliore amico una capriola all'indietro.

Però il sorriso le morì sulle labbra quando un giocatore della Sherwood puntò verso il giovane Radcliffe, che continuava a correre con la palla sulla sua stecca, ignaro di tutto.

<<Ma ecco che il capitano dei Falchi si avvicina sempre di più alla palla, pronto per rubarla! Riuscirà Richard a- Colpo di scena! Carlos De Mon interviene per bloccare l'avversario, permettendo al compagno di passare la palla al principe Chad!>>.

La folla esplose, in particolare Esme, che non perse tempo ad urlare a squarcia gola il nome del Cattivo.

<<FAGLI VEDERE CHI SEI!>> esclamò a tutto volume.

In qualche modo, Carlos la sentì, girandosi verso di lei. La figlia di Esmeralda poté giurare di intravedere un ghigno soddisfatto sotto l'elmetto di protezione.

<<Richard scarta un avversario per poi passare a Jay! Ma sono brutte notizie per il nuovo Cavaliere, adesso è sotto il fuoco del tiratore dei Falchi! L'area di attacco non è mai stata più deserta!>>.

Persino le cheerleader smisero di muoversi, alla vista del figlio di Jafar da solo contro due cannoni spara sfere. Sarà stata una tattica dei Falchi: attirare un giocatore nell'area di attacco e poi farlo fuori a suon di palle ad alta velocità in faccia. Jay non avrebbe resistito da solo, non se puntato da entrambe le parti e con un solo scudo in mano.

<<Cosa succede?!>> domandò incredulo il commentatore, ed Esme era d'accordo con lui. Gli occhi le si spalancarono, e si avvicinò al confine del campo. <<Carlos si è gettato nel bel mezzo della linea di fuoco! Corre verso il compagno e lo protegge col suo scudo! Che gesto ammirevole, ora i due sono protetti da entrambi i lati!>>.

Gli spalti sembrarono rianimarsi, ed Esme tornò in posizione con la mascella che toccava terra, estasiata da ciò che aveva visto. Quel ragazzo era lo stesso che una settimana prima si era accasciato a terra per evitare di essere calpestato dagli altri. E adesso invece, aveva bloccato con una spallata un altro avversario, dando la possibilità a Jay di passare a Ben che-

<<SEGNA! Il principe Ben sorprende il portiere dei Falchi, portando la squadra in vantaggio!>>.

In quello stesso momento riecheggiò nell'aria il triplo fischio dell'arbitro.

Era finita. E avevano vinto.

Gli spalti dell'Auradon Prep si animarono all'ennesima potenza, gli studenti si alzarono per una standing ovation, librando in aria le bandiere della squadra, blu e gialle con delle spade incrociate e un elmo su di esse.

Le cheerleader si esibirono in una coreografia mozzafiato, con Esme e Audrey di punta, che volarono in aria con una capriola per poi essere riprese appena in tempo.

Mentre gli spalti verdi della Sherwood si svuotavano, i suoi studenti abbattuti e tristi, la squadra in campo si spogliava dei caschi, saltandosi addosso dalla gioia.

Una volta che Esme ritornò con i piedi per terra, fece vagare lo sguardo per la folla che si era radunata attorno a lei, in cerca di una certa persona. E non fu difficile da trovare, data la sua capigliatura bianca.

Anche lui si stava guardando in giro, e quando i suoi occhi incontrarono quelli della principessa un enorme sorriso si aprì sul suo volto. Anche la figlia di Esmeralda sorrise, ma di un sorriso quasi malizioso, mentre alzava una mano e lo salutava muovendo lentamente le dita.

Il ragazzo era in una trans tale che per poco non venne fatto cadere da una spallata di Jay.

Esme ridacchiò.

<<Che squadra!>> stava urlando il commentatore, mentre Ben, Richard, Jay e Carlos mettevano le braccia attorno alle spalle dell'altro.

Era una vista stupenda per la figlia di Esmeralda: il suo migliore amico e il, uhm, come poteva chiamare Carlos? che ridevano e scherzavano tra loro. Sorrideva così tanto che le guance le facevano male. Era da tempo che sognava una scena così.

<<Che gioco incredibile da parte di Jay e Carlos! Per non parlare di->> il microfono gli fu strappato dalle mani da niente meno di Ben, che nella foga del momento quasi non aveva fatto cadere l'uomo dal piedistallo.

<<Scusatemi! Posso avere la vostra attenzione per favore?>> urlò il ragazzo.

Esme aggrottò le sopracciglia, avvicinandosi inconsciamente ad Audrey, quasi sapesse già cosa stava per arrivare. La sua migliore amica aveva un enorme sorriso stampato in faccia, gli occhi che brillavano. La figlia di Esmeralda storse il naso. Aveva una strana sensazione.

L'intera folla si ammutolì all'istante, osservando il principe con sguardi curiosi.

Con la coda dell'occhio la principessa diede un'occhiata a Carlos, solo per trovarlo a guardare Ben con la stessa espressione di tutti.

Passò un momento di puro silenzio, dove nessuno osò fiatare, finché il futuro re non alzò le mani sulla schiena, urlando: <<DATEMI UNA M!>>.

Con grande sorpresa di Esme, l'intero gruppo di studenti lo imitò, compresa lei. Ancora una volta notò il sorriso sul volto della sua migliore amica.

<<DATEMI UNA A!>> gridò nuovamente il principe, portando le braccia sui fianchi. Tutti seguirono il suo esempio. Ed Esme era sempre più confusa dalla situazione.

<<DATEMI UNA L>> concluse, formando con le braccia la forma della lettera.

Ci volle poco per mettere tutti punti al loro posto. Sta volta la figlia di Esmeralda non si mosse, come congelata sul posto, gli arti improvvisamente pesanti.

Mal. Era questo quello che aveva detto.

La sua testa scattò vero Audrey, il cui sorriso era sparito, rimpiazzato da una smorfia confusa. Cosa diavolo-

<<TI AMO, MAL!>> urlò il principe. <<Te l'avevo già detto?>>.

Quando la principessa incrociò lo sguardo di Audrey fu come se qualcosa si spezzasse dentro di lei. Poteva quasi sentire il cuore della sua migliore amica sgretolarsi in mille pezzi e le lacrime formarsi nei suoi occhi. Era terribile: mai si era sentita così triste e disgustata. Che diavolo era preso a Ben?

E la situazione peggiorò quando il principe disse di mettere la musica, iniziando a cantare.

Did I mention that I'm in love with you?
And did I mention there's nothing I can do
And did I happen to say?
I dream of you everyday
But let me shout it out loud, if that's okay, ay, ay
If that's okay (Hey!)

Esme osservava il tutto a bocca aperta. Il futuro re ballava e si scatenava insieme ai suoi compagni di squadra come se niente fosse. E la folla lo assecondava: Lonnie, Evie, Hunter. Ognuno di loro acclamava il principe come se avesse fatto la cosa migliore della sua vita.

Sentí il suo cuore incrinarsi ancora di più alla vista di Audrey che scappava via dal campo, in lacrime.

I met this girl that rocked my world like it's never been rocked
And now I'm living just for her and I won't never stop
I never thought that it could happen to a guy like me
But now look at what you've done, you got me down on my knees

Bayley accanto a lei le diede una spinta con un fianco, in un muto invito a ballare. E fu proprio questo ciò che fece sbottare Esme: <<Mi stai prendendo in giro?!>> sibilò, non curandosi di scansare la ragazza con un braccio.

<<Siete tutti fuori di testa!>> urlò, ma le sue parole vennero coperte dalla musica.

Because my love for you is ridiculous
I never knew
(Who knew?)
That it could be like this
My love for you is ridiculous
My love is R-I-D-I-C-U-L-O-U-S!
(R-I-D-I-C-U-L-O-U-S!)
It's (Ridiculous!)
Just (Ridiculous!)
And I would give my kingdom for just one kiss

<<Es!>> sentì la voce di Carlos chiamarla. <<Dai, lasciati andare!>>. Provò a prenderle una mano, ma lei la respinse con un colpo.

<<Mi stai dicendo che a te sta bene?!>> gli chiese, indicando il ragazzo che sarebbe diventato il loro re, completamente assorto nella canzone.

Qualcosa passò nel volto del Cattivo. Fu veloce come un lampo, e per un secondo la sua espressione cadde. Tuttavia, si ricompose a tempo record.

<<Come? Non siete proprio voi quelli che siete tutti "amore e romanticismo"?>> ridacchiò.

Lo sguardo della principessa si fece di pietra, lanciando al De Mon un'occhiata infuriata: <<Va' al diavolo, Carlos>>. E scattò nella direzione verso cui era scappata Audrey.

Well did I mention that I'm in love with you
And did I mention there's nothing I can do
And did I happen to say?
I dream of you everyday
But let me shout it out loud, if that's okay ay ay
(Yeah!) If that's okay

La musica si sentiva lontana e ovvatata quando arrivò nel corridoio che separava gli spogliatoi dei maschi e delle femmine. E lì, a terra, le braccia attorno alle gambe, piangeva la figlia di Aurora.

I suoi capelli, prima acconciati in una coda perfetta, erano lasciati liberi dal nastro azzurro che li legava, sparsi sulle spalle. Non riusciva a vedere il suo volto, ma a giudicare dai singhiozzi che provenivano dalla sua figura, poteva immaginarlo.

Per un attimo Esme fu presa in contropiede. Non aveva mai visto la sua migliore amica in quello stato. Insomma, era Audrey! La perfetta principessa delle favole, sempre felice, in ordine, e dolce come il miele. Quella principessa che sposa il principe azzurro, promettendogli amore eterno.

Esme strinse i pugni. Peccato che il principe l'avesse tradita.

I gotta know which way to go, c'mon gimme a sign
You gotta show me that you're only ever gonna be mine
Don't want to go another minute livin' without you
Cause if your heart just isn't in it, I don't know what I'd do

Esme conosceva Audrey. Aveva passato tutta la sua vita a programmare il matrimonio con Ben e, anche se all'inizio era soltanto per tradizione familiare, l'amore era sbocciato veramente tra i due, in particolare da parte della ragazza.

Aveva passato ore e ore a perfezionare le sue buone maniere e il suo aspetto, tutto per compiacere Ben e la sua famiglia. Aveva fatto sacrifici su sacrifici per arrivare alla dannata incoronazione che ci sarebbe stata tra due settimane. E quel principino da quattro soldi aveva schiacciato tutto sotto le sue scarpe, calpestando e sputando sopra al lavoro di una vita.

Because my love for you is ridiculous
I never knew
(Who knew?)
That it could be like this
My love for you is ridiculous
My love is R-I-D-I-C-U-L-O-U-S!
(R-I-D-I-C-U-L-O-U-S!)
It's (Ridiculous!)
Just (Ridiculous!)
And I would give my kingdom for just one kiss, c'mon now!

Pezzo di merda. Ecco come l'avrebbe definito Esme. Dio solo sapeva quanto si stesse trattenendo dal tornare in campo e spaccare quel dannato microfono sulla testa del Principe.

Solo che non poteva. Non quando la sua migliore amica piangeva davanti a lei.

<<Audrey...>> provò ad avvicinarsi.

<<Va via!>> gridò la figlia di Aurora, la voce roca e spezzata dai singhiozzi. <<Non ti voglio qui! Torna dai tuoi stupidi amichetti dell'Isola!>>.

Esme cercò di ingoiare il groppo che le si era formato in gola, non demordendo e avvicinandosi ancora di più.

<<Pensi davvero che andrei da loro, quando ci sei tu davanti a me in questo stato?>> le chiese con tono fermo.

Audrey non rispose.

La figlia di Esmeralda sospirò, sedendosi per terra accanto alla pricipessa.

Alright! (Hey!)
Alright! (Hey!)

<<So che non sono stata una buona amica nelle ultime settimane>> ammise Esme. <<Sono stata troppo distratta da questi... sentimenti che non mi abbandonano più lo stomaco. Hai ragione, mi sono talmente concentrata sui figli dei Cattivi, che non ho fatto caso a te>>.

Quelle parole facevano male più di ogni altra cosa proprio perché erano vere.

<<E mi odio per questo>>.

Because my love for you is ridiculous
I never knew
(Who knew?)
That it could be like this
My love for you is ridiculous
My love is R-I-D-I-C-U-L-O-U-S!
(R-I-D-I-C-U-L-O-U-S!)
It's (Ridiculous!)
Just (Ridiculous!)
And I would give my kingdom for just one kiss, c'mon now!

Restarono in silenzio per chissà quanto tempo, ogni tanto un singhiozzo che sfuggiva al controllo della principessa in lacrime.

Finché proprio questa poggiò la testa sulla spalla di Esme, che non poté fare a meno di sorridere e stringerle una mano.

angolo autrice —— Io. Amo. Questo. Capitolo.


È scritto di mer*a ma mi piace comunque.

È stato un parto scriverlo, specialmente per la partita che mi ha fatto andare fuori di testa.

Spero di non dover descrivere più una cosa del genere :')

Voi che ne pensate? Vi è piaciuta la reazione di Esme alla dichiarazione di Ben?

Cosa mi aspettate succederà nel prossimo capitolo? Siete preoccupati per Carlos?

Domanda del giorno: se vivreste ad Auradon, dove abitereste? Nel senso, Esme vive tra Notre Dame e la foresta di Sherwood. Per avere le idee chiare nel prologo sta una mappa di Auradon. Io vorrei abitare ad Agrabah :)

E niente, alla prossima!

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