5.

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Sasuke: "Dobe, che hai?" gli chiese.

Naruto: "S-Sasuke?!".

Sasuke: "Sì, io. Vuoi che ti chiamo qualche professore?".

Naruto: "No, vattene!".

Sasuke: "Sei testardo!".

Naruto: "Senti un po' chi parla!".

Sasuke: "Apri questa porta, dai".

Naruto: "Sto bene, vattene".

Sasuke: "Stavi piangendo".

Naruto: "Non sono affari tuoi!".

Sasuke: "Apri questa porta, cazzo!" esclamò spazientito, per poi prendere un respiro.

Sasuke: "Dai, forza, esci da questo bagno e parliamo" gli disse più calmo.

A sua sorpresa, Naruto aprì la porta e lo guardò negli occhi.

Naruto: "Cosa vuoi?".

Sasuke: "Perché stavi piangendo?".

Naruto: "È colpa tua".

Sasuke: "Stai scherzando, spero. Cosa ho fatto?!".

Naruto: "Lo sai, suppongo che tu abbia una buona memoria per avere sempre il massimo dei voti".

Sasuke: "È per la frase che ti ho detto?".

Naruto: "Sì".

Sasuke: "Che problema c'è? Hai litigato con i tuoi genitori?".

Naruto: "Loro sono morti, Sasuke", il moro sgranò lo sguardo, non avendo idea del tasto dolente che avesse toccato.

Sasuke: "Scusami... Non lo sapevo..." disse abbassando lo sguardo.

Naruto: "Non ho bisogno di compassione".

Sasuke: "Non è compassione, sono solo dispiaciuto veramente questa volta. Voglio provare a stringere amicizia con te e Sakura, mi puoi dare questa opportunità?".

Naruto: "Va bene, ma se osi far soffrire Sakura o uno dei miei amici ti puoi considerare morto".

Sasuke: "Vacci piano con le minacce, rimani pur sempre un dobe".

Naruto: "Spero tu possa essere anche simpatico, teme" disse per poi andarsene.

"Tsk... Sarà difficile sopportarlo".

Una volta tornato in classe, si mise a guardare fuori dalla finestra. Tutto era più interessante della noiosa e monotona lezione di Kakashi.

Kakashi: "Sasuke".

Sasuke: "Mi dica".

Kakashi: "Dovresti ascoltare la lezione invece di farti gli affari tuoi guardando altrove".

Sasuke: "Lei invece dovrebbe proprio andare avanti con il programma, è la sesta volta che spiega lo stesso e identico argomento".

Tutti mormorarono tra di loro. Non era una novità che Sasuke rispondesse agli insegnanti, o meglio a Kakashi, quelle poche volte che veniva richiamato. Era da sempre stato così, non ci andava pesante con le parole per non essere ritenuto un maleducato, ma non era di certo il santarellino che tutti credevano fosse.

~~

Il moro si trovava in camera sua quando ricordò l'impegno preso. "Ma perché le ho detto di sì? Non stringo amicizia da quattro anni".

Il suo telefono vibrò: un messaggio da parte di Suigetsu.

-Suigetsu: Stasera esci con noi?
-Sasuke: 'Noi'?
-Suigetsu: Ho invitato un mio amico, è davvero simpatico e poi avrei una proposta per te
-Sasuke: A che ora? Non prima di mezzanotte
-Suigetsu: Ti devi vedere con la tua ragazza?
-Sasuke: Ma se ci siamo lasciati
-Suigetsu: L'altra
-Sasuke: Ma non ne ho
-Suigetsu: Sì, sì, secondo me pensi a qualcuna
-Sasuke: Vabbè, come dici tu. Dove?
-Suigetsu: Vieni a casa mia, parleremo lì. Ti aspettiamo da mezzanotte e mezza
-Sasuke: Va bene

Ripose il telefono sul comodino accanto al letto e si sdraiò in posizione supina con un braccio sotto la testa. 'Pensi a qualcuna': frase che lo stava tormentando da qualche minuto. Quel qualcuna aveva nome e cognome, ma Sasuke non voleva ammetterlo. Aveva sempre avuto un'idea orribile dell'amore, bastava guardare il rapporto che avevano i suoi genitori. Il padre: figura autoritaria, lui sceglieva, lui comandava. La madre: gentile, non voleva far arrabbiare il marito e lo assecondava in tutto. L'amore, per come lo intendeva Sasuke, era solo una perdita di tempo.

~~

Sasuke arrivò in anticipo di ben venti minuti, non riusciva più a gestire quella sensazione di vulnerabilità. Perché sì, si sentiva vulnerabile.

La prima ad arrivare fu Sakura: "Ciao, Sasuke. È da tanto che aspetti?".

Sasuke: "No, non preoccuparti".

Sakura: "Tra un po' dovrebbero arrivare anche gli altri".

Sasuke: "Per curiosità, quanti siete?".

Sakura: "Quanti siamo vorresti dire, giusto?", il moro la guardò e la rosa continuò "Non sentirti escluso e non escluderti da solo, a noi fa piacere averti".

Sasuke: "Il tuo migliore amico mi odia, l'altra tua amica non ho ben capito se mi odia o meno, l'Inuzuka mi guarda male e per farla breve, penso che solo tu sia felice".

Sakura sospirò "Comunque siamo in sei, tu compreso".

Sasuke: "Io, tu, il dobe, la Hyuga, l'Inuzuka e...?".

La ragazza scrollò le spalle come a dire che non ne aveva idea: "Naruto ci ha detto solo che ha invitato un suo amico".

Restarono in silenzio per circa dieci minuti.

Sakura: "Vorresti continuare gli studi?".

Il moro la guardò e annuì "Penso di scegliere giurisprudenza. Sono attratto dalla criminologia, in particolare dell'aspetto forense di essa. E tu?".

Sakura: "Noto che hai le idee chiare, io sceglierò medicina, voglio diventare un medico" gli rispose sorridendo, gesto che fece quasi arrossire il moro, che fu costretto a cambiare argomento.

Sasuke: "I tuoi amici non hanno il minimo senso della puntualità".

Sakura: "Sono sicura che stanno per arrivare, di solito chi fa ritardo è Naruto".

Sasuke: "Non avevo dubbi" disse mettendo entrambi le mani dietro la testa.

Dopo una quindicina di minuti finalmente arrivarono gli altri, ma ad attirare l'attenzione di Sasuke fu un ragazzo dai capelli rossi, che lui conosceva fin troppo bene.

Kiba: "Ciao, scusateci per il ritardo" disse sorridendo per poi posare gli occhi su Sasuke "Oh, alla fine sei venuto", il moro annuì.

Naruto: "Quindi eri serio?".

Sakura: "Naruto, basta. Piuttosto tu devi essere il suo amico, molto piacere di conoscerti!" esclamò guardando il rosso.

"Piacere mio, devi essere Sakura" le disse sorridendo, "Invece tu sei Sasuke, no?" domandò con tono di sfida.

Sasuke: "Mi sarei ritenuto offeso se non mi avessi riconosciuto, Gaara".

Gaara: "Come potrei mai dimenticare il saputello che ha fatto tornare a casa mio fratello pieno di lividi".

Sasuke sorrise "Non che io lo volessi, ha iniziato ad alzarmi le mani e mi sono semplicemente difeso, è stato troppo facile. Conoscendo te, mi sarei aspettato di più, ma in fondo i fratelli non sono per forza uguali".

Gaara: "Anche io, conoscendo tuo fratello, non avrei mai pensato che tu potessi alzare le mani su qualcuno, ma come hai detto: i fratelli non sono uguali".

Gli altri quattro li guardavano, convinti che sarebbe finita a rissa, ma a loro sorpresa si misero a ridere. Non che si sopportassero, ma erano entrambi abbastanza maturi da capire che se si fossero picchiati non sarebbero arrivati da nessuna parte.

Gaara: "Andiamo?", tutti gli altri annuirono.

~~

La serata fu divertente, nessuno si aspettava che il rosso e il moro potessero avere così tante cose in comune, sembravano amici da una vita. Tutto andava benissimo, fino a quando l'Inuzuka fece una domanda abbastanza personale al moro.

Kiba: "Senti Sasuke, ma è vero che Karin ti ha messo le corna?".

Sakura diede un colpo in testa all'amico: "Ti sembrano domande da fare? Ti prego, Sasuke, perdonalo".

Sasuke: "Non preoccuparti, penso che ormai tutta la scuola sia a conoscenza della rottura dopo che Karin ha sparso la voce di avermi lasciato. Ma la verità è che sì, mi ha tradito. Con un amico di mio fratello". Fece una pausa per poi guardare la corvina "Ad informarmi è stato proprio tuo cugino".

Gaara: "Prima di accusare, dovresti avere delle prove, no?".

Il moro annuì: "Dopo averla lasciata ho parlato sia con lei che con l'amante, come immaginavo lei non riusciva a sostenere il mio sguardo, lui sì. Ma lui mi ha semplice detto che riusciva a farla godere meglio di me".

Naruto: "Ed è ancora un amico di tuo fratello?".

Sasuke: "Ha fatto un torto a me, non a lui".

Kiba: "Non è stato comunque carino farlo con il fratello, insomma una ragazza più piccola".

Sasuke: "Tre anni non è un granché di differenza, ad ogni modo non è più un mio problema".

~~

Verso mezzanotte e mezza Sasuke suonò il campanello del migliore amico, che gli venne ad aprire più sveglio che mai.

Suigetsu: "Eccoti!".

Sasuke: "Shh! Le persone dormono a quest'ora, vuoi per caso svegliare tutti?".

Suigetsu: "Le ramanzine dovrei farle io a te, non il contrario" disse sbuffando, perché in effetti il moro lo rimproverava spesso.

Sasuke: "Se tu non fossi un incosciente non succederebbe" disse entrando e una volta in salotto vide un ragazzo dalla carnagione chiara e i capelli di un arancione simile a quello dei suoi occhi.

"Ciao, sono Jugo" si presentò facendo un sorriso caloroso e tendendo la sua mano verso il moro.

"Sasuke" rispose stringendogli la mano, indeciso sul farlo o meno.

Suigetsu: "È sempre stato così, non ama così tanto il contatto fisico, però se riesci a guadagnarti la sua fiducia poi si farà abbracciare. Ha fatto così anche con me. Prima mi odiava".

Jugo: "Dai non ci credo".

Sasuke accennò una lieve risata a quel ricordo.

**

Mikoto: "Lui sarà il tuo nuovo manager" gli disse la madre sorridendo.

"Piacere, mi chiamo Suigetsu Hozuki" disse, tendendo la mano, il ragazzo che poteva essere all'incirca più grande di Sasuke di quattro anni.

Il moro non rispose e si limitò a guardarlo scettico, non credendo a primo impatto che lui fosse un tipo ben organizzato.

Dopo aver visto che non aveva intenzione di stringergli la mano, lui la ritrasse e continuò a guardarlo. Quando Mikoto se ne andò per lasciar loro del tempo da passare da soli, iniziò a parlare.

Suigetsu: "Ascolta principino, cerco solo di essere gentile".

Continuò a non rispondere, si limitava solo a guardarlo.

Suigetsu: "Mi potresti rispondere".

Niente.

Suigetsu: "Ci sei o ci fai?"

Ancora nulla.

Suigetsu: "Mi sto iniziando ad innervosire".

Nessuna risposta.

Suigetsu: "Come ti ho detto prima, sto solo cercando di essere gentile! Non capisco perché tu ti stia comportando così!".

Sasuke: "Nessuno te lo ha chiesto".

La voce del moro risuonava senza nessuna emozione in quelle quattro mura. Aveva un tono di voce atono, freddo e deciso.

Suigetsu: "Come?" domandò sperando di aver capito male.

"Nessuno ti ha chiesto di essere gentile con me. Onestamente non mi sembri nemmeno competente, ma mai giudicare un libro dalla copertina, no?" disse continuando a guardarlo negli occhi. Suigetsu non lo avrebbe mai ammesso, ma lo sguardo del più piccolo gli incuteva timore.

L'albino fece un respiro, non sopportava il moccioso che aveva di fronte.

Suigetsu: "Qual è il tuo nome?".

"Partiamo bene se non sai nemmeno come mi chiamo. Comunque Sasuke Uchiha".

Suigetsu: "Bene Sasuke, hai qualche hobby particolare?".

Sasuke: "Tsk, non vedo perché dovrei risponderti" disse per poi uscire dalla stanza.

Strinse i pugni. "Sarà difficile non spaccargli la faccia".

**

Jugo: "Non mi sembra davvero il tipo".

Sasuke: "Avevo quattordici anni, non avevo assolutamente la maturità per comprendere ciò che dicessi".

Suigetsu: "Sopportarlo è stato così difficile, ma diciamo che ho scoperto il suo lato dolce quando l'ho sentito cantare ed è anche per questo che adesso ti trovi qua, Sasuke".

Jugo: "Ah sì! Suigetsu mi ha parlato della tua voce angelica" disse sorridendo, al che il moro si imbarazzò di fronte a tale complimento.

Sasuke: "Suigetsu esagera sempre, non è nulla di così speciale. Me la cavo e basta".

Suigetsu: "Sì, certo. Intanto, prima di dirti la nostra proposta ho altre domande da farti: com'è andata la serata?".

Sasuke: "Bene, devo ammettere di non essermi annoiato come invece pensavo".

Suigetsu: "Come stai?".

Sasuke: "Bene" rispose in automatico e questo non passò inosservato all'amico, era da un bel po' che il moro a quella domanda rispondesse sempre e solo 'Sto bene'. Non che non potesse essere vero, ma conoscendo la situazione familiare di Sasuke veniva difficile crederlo.

Non voleva di certo obbligarlo a parlare, quindi decise di non aggiungere altro, fece un sorriso e proseguì con una domanda rivolta solo ed esclusivamente allo scopo di capire e farlo imbarazzare: "Chi è la bella fanciulla con la quale hai passato la serata?".

Sasuke diventò rosso come i suoi amati pomodori. "Ma che domande fai?! Non c'è nessuna bella fanciulla, come la definisci tu!".

Suigetsu: "Ma siamo sicuri?".

Sasuke: "Certo" disse riacquistando gradualmente la calma.

Suigetsu: "Che ne dici di cantarle una canzone per conquistarla?".

Il moro ormai non riusciva più a nascondere il suo imbarazzo, Jugo lo trovò quasi divertente. Da come Suigetsu gliene aveva parlato, lo aveva descritto come un ragazzo calmo e deciso, con tante ragazze che gli facevano la corte. Ma in quel momento stava vedendo forse il lato più dolce del più piccolo.

Suigetsu: "Comunque era quella la proposta, più o meno".

Il moro lo guardò in cerca di spiegazioni, "Jugo suona, come me, quindi gli ho raccontato della tua passione per la musica e del tuo talento nel canto, possiamo sempre provare. Allora, che ne dici?".

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Continua

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