6.

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Suigetsu: "Allora?" chiese sorridendo all'amico ancora in silenzio.

Il moro sembrò esitare prima di sussurrare un "Non lo so".

Jugo: "C'è qualcosa in particolare che ti sta facendo dubitare di questa scelta?".

Il minore scosse la testa in segno di negazione con lo sguardo basso. Suigetsu non riusciva a sopportare quella scena, Sasuke si comportava così solo dopo che il padre lo picchiava; gli si avvicinò e lo abbracciò cercando di mettere in quell'abbraccio tutta la sicurezza che a Sasuke serviva.

Suigetsu: "Che succede?" gli sussurrò continuandolo a stringere.

Sasuke: "Non sarà una perdita di tempo? Voglio dire, non penso che lui sia d'accordo".

Suigetsu: "La vita è tua, mica sua. Smettila di dargli retta".

Il moro mise entrambe le mani dietro la testa appoggiandosi allo schienale del divano. "Tu la fai facile, ma non è così. Se fosse un potenziale assassino, mi ucciderebbe senza il minimo rimorso".

Jugo li guardava senza proferire parola, non voleva di certo immischiarsi in situazioni che non lo riguardassero, almeno non senza il consenso di Sasuke. Quest'ultimo sembrò leggergli il pensiero e gli disse semplicemente "Stiamo parlando di mio padre", con una calma in voce estremamente normale.

Sasuke: "Senti, ma pratichi karate?" domandò di punto in bianco guardando Jugo, che parve sorpreso.

Jugo: "Come...?".

Sasuke: "Ho notato la cintura nera che fuoriesce dal tuo zaino, quindi ho dato per scontato che il fisico tonico che ti ritrovi sia perché pratichi karate".

Jugo: "È corretto".

Suigetsu: "Deve mostrare sempre il suo lato da detective" disse divertito.

Sasuke: "Queste sono supposizioni da niente, anche l'occhio meno attento ci sarebbe potuto arrivare. Non elogiarmi sempre".

Jugo: "Vuoi fare il detective?".

Sasuke annuì "Ho ottime capacità deduttive. La maggior parte dei casi che sono arrivati in centrale a mio padre li ho risolti io".

Jugo: "Ora ho capito chi è tuo padre, Fugaku Uchiha, giusto?", il moro annuì.

Suigetsu: "Non farti ingannare però dalla sua fama, sa essere veramente terribile come genitore".

Jugo: "Questo non lo immaginavo minimamente, da come la stampa vi descrive siete la famiglia perfetta".

Sasuke: "Almeno finge bene la parte del padre affettuoso. Non ascoltare ciò che ha detto Suigetsu, non sarà il genitore perfetto, ma non mi fa mancare nulla. Penso che almeno un minimo ci tenga a me".

Suigetsu: "Cerchi di vedere sempre il buono nelle persone, anche quando non c'è".

Sasuke: "Prima regola: controlla sempre anche dove non controlleresti mai, magari ciò che cerchi si trova lì".

L'albino fece una smorfia "E questo cosa c'entra?".

Sasuke: "Ti faccio un esempio banale: se devi cercare i vestiti controlli nell'armadio, nei cassetti, se sono fuori stesi; di certo non controlleresti sotto il letto. Però quei vestiti sono sotto il letto e tu non potrai mai trovarli perché non hai controllato".

Jugo: "Ma dopo un po' ti viene il dubbio di dove possano essere, quindi io controllerei anche sotto il letto" disse, seguito da Suigetsu che gli diede corda.

Sasuke: "Esattamente! Ora applicate lo stesso ragionamento con mio padre: sembra che non dia affetto nemmeno per sbaglio, ma io penso che se dovesse accadermi qualcosa di veramente grave si preoccuperebbe. Lui preferisce Itachi e questo è chiaro a tutti, ma non penso che mi odi così tanto come vuole farmi credere, in fondo il carattere che mi ritrovo è simile al suo".

Jugo: "Prima hai detto che se fosse un potenziale assassino ti ucciderebbe. Nonostante questo pensi che ci sia del buono in lui?".

Sasuke: "L'ho detto semplicemente perché ci sono diversi fattori che portano una persona a commettere un omicidio" rispose mentre si portò in avanti appoggiando i gomiti sulle gambe e il viso sul dorso della mano. "Ci sono fattori sociali, biologici, ovviamente psicologici e psicopatologici. Se mio padre fosse un assassino penso che lo catalogherei come uno spree killer".

Jugo: "Posso chiederti il perché?".

Il minore annuì: "Ha intuito, saprebbe in ogni caso come uscirne pulito. Ed è inoltre impulsivo, quindi per salvarsi potrebbe anche uccidere un'altra persona dopo di me con cui non ha mai avuto contatto, solo per far credere che lo stesso assassino abbia ucciso due persone, magari trovando anche qualche elemento in comune che le due vittime possano avere. Ma lui non sarebbe un sospettato perché con la seconda vittima non ha avuto nessun tipo di legame".

I due ragazzi guardarono il moro leggermente preoccupati, quest'ultimo si mise a ridere "Ma state tranquilli, non succederà".

Suigetsu: "Non penso gli convenga".

Sasuke: "Potrà anche odiarmi, ma non è un assassino, non credo proprio che potrebbe portarsi sulla coscienza la morte di suo figlio e di una persona totalmente innocente".

Suigetsu: "Sì, vero, hai ragione. Ma ora, parlando d'altro, vuoi rispondere alla proposta?".

Sasuke sospirò, "Va bene, proviamoci". Entrambi i ragazzi lo abbracciarono contenti e si misero a parlare del più e del meno fino alle prime luci del mattino.

~~

Deidara guardava Karin fare avanti e indietro davanti al letto con solo una veste semitrasparente addosso.

Deidara: "Cos'hai?" domandò sbuffando, quella situazione lo stava innervosendo e non poco.

Karin: "Dovrei andarci a letto?!" urlò al ragazzo.

Deidara: "Ma sei stupida? Vuole il corpo di Sasuke, non il tuo. Non so se vuole dare una botta anche a te, ma stai tranquilla che le maniere forti le conserverà per quel moccioso del cazzo".

Karin: "Vacci piano con le parole, non è un moccioso".

Deidara: "Solo tu puoi continuare a volere un ragazzo del genere. Nemmeno ti vuole".

Karin: "Lo so, ma deve essere solo mio, c'è una ragazza che gli sta sempre accanto. Lei deve sparire".

Deidara: "Parli della ragazza con i capelli rosa? Sakura se non sbaglio".

Karin: "Proprio lei".

Deidara: "Di lei posso occuparmi io" disse facendo un sorriso malizioso. Sorriso che faceva ben intendere ciò che volesse fare.

Karin: "Puoi scopartela, ciò che mi interessa è che me la togli di torno. Devo avere campo libero con Sasuke".

~~

Si era già fatto tardi e Sasuke continuava a studiare, quando un messaggio lo disturbò. Solitamente spegneva il telefono, ma non pensava che qualcuno gli scrivesse a quell'ora.

-Naruto: Sei a casa?
-Sasuke: Sì
-Naruto: Ti va di fare due passi insieme? Ho bisogno di compagnia e dato che ti vuoi guadagnare la mia amicizia, ho pensato di scriverti

Il moro sbuffò prima di digitare un 'Va bene' e inviarlo. Si vestì con le prime cose che trovò e andò dal biondo, che gli aveva dato appuntamento davanti al chiosco di Ichiraku, famoso per il ramen. Piatto che Sasuke disgustava.

Lo trovò lì con lo sguardo rivolto verso il basso. La prima cosa che notò quando il biondo alzò gli occhi su di lui fu la sua espressione.

Sasuke: "Che succede?" gli chiese.

Naruto: "Perché me lo chiedi?".

Sasuke: "Non si risponde ad una domanda con una domanda".

Il biondo lo guardò prima di sospirare "Sei stronzo o lo fai?".

Sasuke: "Un po' entrambi, ma ora rispondi alla mia di domanda".

Naruto: "Mi sento solo".

Sasuke: "È dovuto a qualcosa?", l'altro scosse la testa in segno di negazione.

Naruto: "Sono stato tranquillo tutto il giorno, non so perché proprio ora mi sento così".

Sasuke: "Sei stato impegnato oggi?".

Naruto: "Sì, trovo sempre qualcosa da fare".

Sasuke: "Io penso che tu reprima la tristezza" concluse.

Naruto: "Ma che dici?".

Sasuke: "Non provare a negarlo, magari riesci a mentire a tutti, ma con me non funziona. Vuoi farmi credere per caso che tu in tutti questi anni non sei mai stato triste? Smettila di fingere di essere sempre quello sorridente, anche tu hai dei sentimenti e se li reprimi è solo peggio".

Naruto: "Come lo hai capito? Nessuno se ne è mai accorto".

Sasuke: "Questo lo pensi tu, sono sicuro che anche gli altri se ne siano accorti e che non ti abbiano fatto domande appositamente".

Naruto: "Sarà come dici tu".

Dopo vari minuti di silenzio in cui nessuno dei due proferì parola, il moro prese l'iniziativa: "Seguimi".

Il biondo obbedì, curioso di sapere dove l'altro lo avrebbe portato.

In un quarto d'ora si ritrovarono in un quartiere desolato.

Naruto: "Dove siamo?".

Sasuke: "È il vecchio quartiere degli Uchiha, vengo sempre qui quando ho nostalgia dei vecchi ricordi".

Naruto: "Spiegati meglio".

Il moro sospirò "Prima abitavo qui con la mia famiglia, poi c'è stato un omicidio e ci siamo trasferiti".

Naruto: "Ritorni nel posto in cui c'è stato un omicidio?".

Sasuke: "È stata casa mia, giocavo sempre con mio fratello. Non ricordo quando tutto cambiò, quando la mia vita dovette diventare perfetta. Ma vedi, qui non ne avevo bisogno. Qui non dovevo essere perfetto, qui dovevo essere... Sasuke, semplicemente me". Il moro si sorprese di quanto si stesse aprendo con il biondo, ma decise di non pensarci e si sedette per terra. 

Naruto: "Mi dispiace" disse mettendosi accanto lui.

Sasuke: "Di cosa?".

Naruto: "Di averti giudicato in malo modo senza conoscerti".

Sasuke: "Lo fanno tutti".

Naruto: "Assecondi tutto quello che si dice sul tuo conto, perché lo fai?".

Sasuke: "Perché è molto più difficile spiegare il motivo per il quale io mi comporti in un certo modo che farlo facendo credere che io sia così di carattere".

Il biondo poggiò la testa sul muro guardando in alto. "Non ti capirò mai" sussurrò, l'altro sorrise divertito: "Nessuno c'è mai riuscito, nemmeno io stesso".

Stavano parlando del più e del meno quando entrambi furono interrotti da parte di una notifica arrivata al moro.

-Numero sconosciuto: Ciao, Sasuke. Non vedo l'ora di vederti.

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Continua

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