ᵖʳᵒˡᵒᵍᵒ𝕻𝖗𝖊𝖕𝖆𝖗𝖆𝖙𝖎𝖛𝖎.

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Un leggero venticello rinfresca l'aria, mentre il tendone del circo RARISSIME veniva montato: la piazza di fronte alla cattedrale di Notre Dame era un brusio di voci, di gente che già si preparava a fiondarsi dentro non appena ne avesse avuto l'occasione. C'era odore di cibo, in giro, infatti molti venditori ambulanti si erano fermati nella piazza per cercare di ottenere qualche cliente, e quindi guadagnare.
Quasimodo ammirava tutto dalle balconate del campanile: il bambino già indossava il mantello che gli avrebbe permesso di mimetizzarsi e senza il rischio di essere visto. Era ancora un po' esitante, certo, ma quello non era il momento di tirarsi indietro, e perciò, iniziò a scendere sempre di più verso il terreno.

A terra invece, una carrozza enorme, nera e buia, avanzava trainata da cavalli altrettanto neri: proprio lì dentro si trovavano i giudici Baptiste Lefevre e Claude Frollo. Baptiste guardava fuori dalla piccola finestra con aria annoiata, arricciando uno dei suoi baffi, e sospirando. «Ricordati di tenere gli occhi aperti.» disse Frollo, rompendo il silenzio che c'era tra i due. «Potremmo scoprire qualcosa in più sulla Corte dei Miracoli, Lefevre. Dovresti esserne felice.» aggiunse, sperando che il collega si negasse almeno di proferire parola, nonostante sapesse benissimo quanto lui lo odiasse. E quell'odio era ricambiato, ovviamente. Ma ora, stavano lavorando , quindi avrebbero dovuto collaborare. Stava per aggiungere qualcosa, quando Baptiste parlò. «Non credo che sappiano molto, d'altronde nessuno di loro sarà originario di questa città.» sospirò nuovamente per poi guardare il collega negli occhi. «Ma, dopotutto sei tu a comandare qui, quindi terrò gli occhi aperti, per quanto mi sia possibile.» lasciò che uno sbadiglio li sfuggisse dalle labbra, puntando ad enfatizzare il sonno che effettivamente aveva. Frollo lo guardò infastidito, ma non osò ribattere, sapeva quanto Baptiste fosse capace, nelle discussioni.

Lafayette supervisionava con attenzione i preparativi per lo spettacolo, e ovviamente, cercava di essere quanto più di supporto per i suoi artisti. Non poteva crederci nemmeno lui, di essere finalmente arrivato a Parigi, dopo tutto quello che aveva fatto e tutto il tempo che ci aveva impiegato. Non riuscì a resistere alla tentazione di sbirciare fuori dal tendone, ancora vuoto. La gente era tutta lì, ad aspettare, e ce n'era davvero un sacco: ma la cosa che più di tutte catturò l'attenzione di Lafayette fu l'enorme carrozza nera, dentro la quale, lui lo sapeva, si trovavano i suoi bersagli. Ridacchiò al sol pensiero di ciò che avrebbe fatto loro.
Ma prima, lo spettacolo doveva cominciare.

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