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Per junsborntodie

—Nome

Devrim Güven

Quando riveli le tue origini, la sorpresa non è spesso grande come la si immaginava. Probabilmente non è difficile ricondurre un nome come "Mohammed" a qualche paese a sud del mondo, quindi la poesia, il racconto, muore ancora prima che possa nascere.
Devrim è stato discretamente fortunato, su questo fronte, a non aver ricevuto un nome eccessivamente "fuori parametri": fa sorgere qualche domanda, ma dà poche risposte, e lui preferisce che sia così. Ingenuamente, pensa che non basti guardarlo in faccia per capire che le sue radici non sono propriamente canadesi, perché alla fine "il mondo è paese" e forse siamo tutti così diversi da assomigliarci. Tuttavia del suo passato Devrim parla poco e niente, sia per non disperdere ciò che si porta dentro al cuore sia perché sono in pochi i capaci ad ascoltare veramente una storia.

Il suo nome significa "rivoluzione" , e forse dovrebbe essere grato di non essere nato in una famiglia che vedesse il male in ogni cosa e che temesse un mero termine. Devrim non è sicuro perché la sua nascita dovrebbe essere stata rivoluzionaria, o auspicio di cambiamento, e i pochi dubbi a riguardo preferisce metterli a tacere. Forse, incolperà solo il destino.

—Età

22 anni ; 11/02

Febbraio è uno di quei mesi che ti fa capire quanto ti manca una stagione ma ti fa già venire nostalgia per quella che stai vivendo. Essendo il classico figlio di mezzo, probabilmente Devrim pensa che questo sentimento sia declinabile anche all'interno di una famiglia. È nato in una notte gelida ma il suo pianto è stato lungo e intenso, fin quando era rimasto tra le braccia di sua madre. Sua madre, negli anni, ha sempre raccontato la stessa storia: suo fratello Hakan che insisteva per tenerlo in braccio nonostante fosse grande quanto un coniglietto e lui avesse solo sei anni. È stato lui a scegliere il suo nome, ed era stato anche abbastanza risoluto a riguardo. "Rivoluzione", Devrim avrebbe potuto chiedergli perché. Ma nelle sue braccia, Devrim sembrava trovare istantaneamente
pace, e questa era l'unica cosa che contava. Non ha mai avuto particolari opinioni sul suo compleanno: era un giorno come un altro di un mese come un altro, ed essendo poco legato ai beni materiali nemmeno i regali gli interessavano particolarmente. Poco male, in una famiglia numerosa un po' di risparmio non fa mai male.

Aspetto

Devrim non si ritiene convenzionalmente bello: ha un naso grande e aquilino, lo sguardo vacuo di chi sogna troppo e dei denti piuttosto grandi. Tuttavia non molte persone danno peso a queste cose, visto che sono molti coloro che hanno subito il suo fascino un po' esotico. La pelle olivastra, gli occhi nocciola, i capelli scuri e morbidissimi: sono cose che piacciono, e forse Devrim dovrebbe avere leggermente più autostima. È molto alto, abbastanza da incutere un po' di timore alle matricole del suo college: un metro e ottanta nove, per essere precisi, e solo Dio sa quanto gli dia fastidio quel centimetro che non è mai arrivato. Non pratica sport, anzi, è totalmente negato, quindi non giova di un fisico particolarmente atletico né di una buona coordinazione. È magro per costituzione e, un po', anche per cattive abitudini alimentari. Tuttavia, è irrilevante parlare di come in diverse parti del corpo siano intravisibili le vene: sulle braccia, sul basso ventre, a volte addirittura sul collo. Non sono cose a cui Devrim presta particolare attenzione, ma qualcun altro sicuramente lo fa. Lo fa eccome.

Storia

Ci sono storie, storie umane, che vengono condizionate da una miriade di fattori. Fortuna, destino, debiti, valori, promesse. Radici. Quelle che spesso ti avvolgono fino al collo per tenerti stretto a loro, anche se questo vuol dire toglierti il respiro. Divincolarsi dalla propria terra e dalla propria cultura è sempre stato impossibile per la famiglia di Devrim, e fino ad un certo punto della loro esistenza non sarebbe nemmeno stato necessario. Devrim seguiva assiduamente tutte le tradizioni che la loro cultura indicava, per il semplice fatto che non ci fosse motivo di ribellarsi. Pregava, digiunava, non cadeva nella tentazione nonostante avesse capito diverse cose di sé stesso già da parecchio tempo. Cose da tenere nascoste agli occhi del mondo, con la speranza che morissero. E a tutto questo si intrecciava la sua natura da sognatore: ricorda ancora il primo momento in cui ha impugnato una penna per qualcosa che non fosse un tema per scuola, ma per parlare di sé, e di fuori da sé. Complice suo fratello Hakan, inventavano storie complesse, creavano mondi dove la magia non era vista con sospetto e dove l'amore potesse scoppiare ovunque, in qualsiasi forma. Dove era vietato morire. Devrim passa i suoi primi sedici anni di vita con il naso tra i libri della biblioteca della città, nascondendosi dalle lezioni di diritto di suo padre e aprendo gli orizzonti della sua mente. Vivendo tutto quello che, in questa vita, sapeva non avrebbe potuto assaporare. Tutto sommato, le cose vanno bene, o almeno lo fanno fino a quando suo fratello non cade giù dalle scale perché non si sente più le gambe. Da lì in poi, per la sua famiglia è l'inferno. Si scopre che Hakan ha ereditato da suo nonno la SLA, una malattia che lo logorerà lentamente in poco tempo. A soli ventitre anni. Devrim prende presto consapevolezza che nessun libro al mondo potrà nascondere alla sua mente questa verità: suo fratello morirà, e in modo atroce. Ha diciassette quando capisce che dovrà, finalmente, far sentire la propria voce: sa che suo fratello non vuole vedersi morire e che preferibilmente morire in modo, quantomeno, dignitoso. Ancora capace di capire, non ridotto ad un vegetale. L'eutanasia è un concetto quasi del tutto estraneo alla sua famiglia, nessuno avrebbe nemmeno osato immaginare ad una cosa del genere, tantomeno per il proprio figlio. E se prima era l'inferno, ora in casa Güven è la guerra.

[...]

A ventidue anni, ci vuole un bel respiro per affrontare i cambiamenti profondi che la vita ci pone davanti. O che ci poniamo da soli, solo perché arriva anche il loro momento prima o poi. Devrim decide di cambiare città e di studiare per diventare scrittore. Vuole portare alla luce un sogno che fermenta da sedici anni circa, il cui peso si è raddoppiato con il tempo. A Vancouver probabilmente non sarà difficile: le grandi città offrono ottime metaforiche cesoie.

Carattere

A primo impatto, è difficile dire se Devrim sia un silenzioso genio o uno snob patentato. Non dà molta confidenza, a nessuno, nonostante si ritrovi per qualche motivo a lui ignoto perennemente circondato da persone. Parla quando è necessario, sta zitto se è il caso. È solo...un po' impostato, ed è difficile cambiare quando il retaggio è stato quello. Tuttavia si adatta molto facilmente ai diversi ambienti in cui si trova: se lo invitano ad una festa ci va e si diverte, se nessuno richiede la sua presenza rimane nella sua stanza a leggersi un libro. Ma davanti a tutto, Devrim mette sempre lo studio: fa sempre il massimo, e anche di più, e non gli importa qual è il prezzo da pagare. Solitamente non è competitivo, ma se in gioco c'è il suo futuro non guarda in faccia a nessuno e non si fa scrupoli ad identificare le possibili "minacce" che possono frapporsi tra lui e i suoi obiettivi. Tipo un tale Benjamin, con cui è iniziata una guerra fredda a causa di un concorso di scrittura di alta importanza. Tolto questo, Devrim è un ragazzo estremamente cortese. Se qualcuno ha bisogno, anche se non ha particolare rilevanza all'interno della sua vita, è sempre pronto a dare una mano. Sa cosa significa essere in difficoltà e non sapere come uscirne, quindi aiutare dove può gli sembra il minimo. È un tipo riservato, che non parla mai molto di sé ma che ama ascoltare. Forse saggio è un'esagerazione, quindi diciamolo solo che sa dare buoni consigli, ed è per questo che forse è abbastanza amato dai suoi colleghi. È anche una persona molto romantica: ha avuto pochissime esperienze a riguardo, ma ha letto miriadi di romanzi e alla fine non poteva che uscirne fuori un romanticone patentato. Crede in quell'amore che dura per sempre, anche in un altro tempo, con un altro corpo e un'altra anima. Ma non è tutto rose e fiori, infatti Devrim è consapevole di avere molti difetti da smussare: può avere reazioni esagerate davanti a delle ingiustizie; odia quando le cose non vengono fatte alla sua maniera (anche se non lo direbbe mai ad alta voce) e si perde troppo spesso nella propria testa. Con un po' di pazienza, però, lo si può riportare con i piedi per terra.

—Orientamento sessuale / identità di genere

Omosessuale omoromantico / sapiosessuale ; male cis.

Partendo dal presupposto che Devrim non ha mai avuto una relazione romantica di alcun tipo, è riuscito a fare i conti con il proprio orientamento abbastanza tardi, verso i vent'anni. L'ha capito nell'adolescenza ma, insomma, per diversi motivi non ha mai potuto veramente accettarlo. A causa di questo, è molto imbranato in questo ambito e non sa nemmeno bene come dovrebbe capire se, insomma, ad un altro ragazzo potrebbero piacere o meno i maschi. Gli fa quasi ridere quanto sogni d'amare e di essere amato da un altro uomo ma gli risulti così difficile capire come fare. Oltretutto, quello che lo attrae di più in un uomo è l'intelligenza: non essendo particolarmente legato a come materiali e volubili come la bellezza, ciò che veramente riesce a stimolargli il cervello (e non solo) è una mente acuta e affine alla sua.


Curiosità

> È un grande amante del genere fantasy e la sua saga di libri preferita, anche se un po' banalmente, è Harry Potter.

> Il suo cibo preferito sono le fragole, in qualsiasi forma ma soprattutto con il cioccolato.

> La notte, mette un apparecchio per i denti. O almeno, dovrebbe metterlo ma lo dimentica decisamente spesso.

> Il suo love language è "words of affirmation". Sarebbe capace di scrivere pagine e pagine su quanto ama e perché ama X persona.

> Nel tempo libero, quando non è in camera sua a leggere, fa volontariato in una mensa per senza tetto.

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