Armor

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-È stata una cosa immediata? - gli occhi azzurri di Tish erano fermi e profondi, lo sguardo puntato con un tono tra l'annoiato e il consapevole in quelli altrettanto azzurri di Alberto.
Entrambi sapevano a cosa si stesse riferendo la ragazza, tanto che lui si era immaginato già quella scena: sapeva che ora che entrambi erano nella casetta blu, il momento sarebbe arrivato, ma mai il ragazzo si sarebbe immaginato che lo scenario si sarebbe presentato quando entrambi erano chiusi in camera a preparare il duetto "Misere".
Era inutile negare l'evidenza ormai:-Sì, fin dal primo istante- influenzato dell'espressione della rossa, Alberto rimaneva fermo, stoico, anche se dentro sentiva un peso scendere: per la prima aveva ammesso alla diretta interessata quello che provava. Allo stesso tempo però voleva togliersi un sassolino- Ma tanto che senso aveva fartelo capire, per te ero sempre un "nemico", qualcuno da cui difendersi durante le battaglie in cui ci urlavamo contro solo per farci male.
Il viso di Tish, stranamente, si era addolcito a quelle parole- Hai mai pensato che quelle battaglie, le ferite che ci provocavamo, potevano servirci a farci capire che ci importava l'uno dell'altra?
Quella ragazza aveva la capacità di sorprenderlo ogni volta di più, eppure il suo ragionamento sembrava sensato, anche se su un punto voleva dissentire:- Non pensi che questo potrebbe anche farci troppo male? Non dovremmo smettere?- Alberto si sentiva sicuro di quello che stava dicendo, anche se andare contro di lei poteva significare solo guai.
Invece la ragazza aveva sorriso amaramente e aveva scosso la testa:- È proprio per questo che ti ho fatto quella domanda- lo guardava ancora più profondamente- Da quanto ci conosciamo?
- 5 mesi circa
- Da quanto nascondi questo sentimento?
-4 e mezzo
-Io 3- era stata secca, la Tish che non faceva trasparire sentimenti.
Un attimo! 3 cosa?! Non era possibile che avesse capito veramente bene.
-3 mesi che provi quello che provo anch'io?!
La ragazza era arrossita, creando un enorme contrasto con la sua tuta blu- Sì...
-Tish...- si aspettava che la voce gli uscisse come un rimprovero, invece era più un moto di tenerezza- Perché non me lo hai mai detto? Avremmo evitat...
- Avevo paura- aveva risposto secca, ma con una leggera mossa di emozione nel tono. Quello che stava dicendo veniva veramente dal profondo- ma ora non più. Mi sono resa conto che i miei timori verso di te erano inutili, mai mi sarei aspettata che nonostante io cercassi di allontanarmi, di fuggire, di farti male, tu avresti continuato a volermi stare vicino, al fianco di una come me, sempre scontrosa e aggres...
-E con un grandissimo talento e un carattere fortissimo.- aveva aggiunto lui con aria un po' sognate- Tish, tu non lo capisci, ma sei maledettamente fantastica in ogni tua minima sfumatura. E so con certezza che quella ragazza un po' difficile è solo una corazza che ti metti per proteggerti dal mondo...
Sembrava che il ragazzo avesse perfettamente colpito nel segno, perché lei aveva avuto un moto di commozione sul viso. Alberto lo aveva visto e subito aveva capito che avrebbe dovuto cambiare il tono per evitare che quei due punti che aveva davanti si sciogliessero. Dolcemente aveva ripreso- Ma con me non hai bisogno di usare quella corazza, puoi tranquillamente gettarla ed essere te stessa senza remore.
Alberto aveva sbagliato qualcosa perché Tish era scoppiata in lacrime davanti a lui, poggiando tremante la testa sul suo petto.
- Hey, hey Tish, non piangere, per favore, non volevo feriti - aveva detto impanicato iniziando ad accarezzarle la testa rossa e stringendola sempre più a sé
Minuti interminabili erano passati prima che i singhiozzi della ragazza si placassero e lei riuscisse a riprendere a parlare. Fissava con occhi rossi quelli cristallini di Alberto, con una dolcezza disarmante:- Alb, non mi hai ferito- aveva sorriso ampiamente- Dio, perché non mi sono resa conto prima di chi avevo a fianco?! -si era maledetta.
Poi lo aveva baciato con bisogno. Lui l'aveva sentita sorridere sotto le sue labbra, mentre le guance ancora scottavano e luccicavano di gocce salate.
L'aveva quindi presa tra le sue braccia, tirandola verso di sè e annullando la minima distanza tra i loro petti, mentre le mani si attorcigliavano in una stretta dolce e complementare.
Dopo lunghi, bellissimi minuti si erano staccati e senza dire una parola avevano spostato gli spartiti e i testi delle canzoni per fare spazio sul letto del ragazzo.
Lui si era riseduto sul morbido materasso e aveva fatto poggiare lei sulle sue gambe incrociate, riprendendo a baciarsi con più dolcezza. Ogni tanto si fermavano per guardarsi negli occhi, naso contro naso, e lo sguardo del ragazzo sussurrava molte più parole di quante avrebbe potuto fare la voce, che rimaneva chiusa nella bocca, finalmente serrata in contemplazione della ragazza che aveva scoperto per caso di amare.

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