Paola

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Caro Babbo Natale,

mi chiamo Paola e ho settantasette anni. Sono abituata ai problemi e alle sfide quotidiane, ne ho passate tante durante la vita. Ma vedere mia figlia ridotta in questo stato mi avvilisce più di tutto. Quando ieri sera è arrivata a casa, con la faccia rigata dal pianto, gli occhi gonfi e rossi e tutti e tre i miei nipoti con le facce tristi, mi sono sentita impotente. Michele ha portato i ragazzini al bar di sotto e io ho avuto modo di parlare con mia figlia a quattr'occhi.

"Mi ha tradita, mamma..."

Non lo avevo a portata di mano, Babbo Natale, altrimenti giuro che lo avrei strozzato con le mie mani. A me non è mai piaciuto quell'uomo, l'ho capito dalla prima volta che Ludovica lo ha portato a casa: lo trovavo, come lo trovo tutt'ora, un uomo superficiale, da una grande mente ma che era capace di perdersi in un bicchier d'acqua. Ma mia figlia era pazza di lui, vedeva cose che io non riuscivo a vedere, probabilmente abbagliata dall'amore che provava per lui. E mi sono voluta fidare di lei e delle sue sensazioni. Non sono riuscita a dire nulla a mia figlia, se non di restare per tutto il tempo che riteneva opportuno e che qualsiasi decisione avesse preso io l'avrei capita. Quando erano tutti a letto, ho preso la macchina e sono andata a casa di mia figlia: mi aveva detto che aveva lasciato Matteo a casa e speravo non fosse uscito a bersi qualche birra, come gli piaceva fare di tanto in tanto. Per fortuna era in casa e dalla sua faccia ho capito subito non se la stesse passando bene neppure lui.

"Paola...entra..."

"Non sono qui per farti la morale, sei abbastanza vecchio da capire da solo i tuoi sbagli. E non sono neppure qui per nasconderti il fatto che non mi hai mai convinto del tutto..."

"E avevi ragione...hai ragione tutt'ora, Paola..."

"Ma tu ami mia figlia, Matteo? L'hai mai amata?"

"Non ho mai amato nessuno più di tua figlia e dei miei figli...ma amare qualcuno non ti impedisce di fare degli errori..."

"E devo dire che in tutti questi anni non ne hai mai fatti. Quindi cosa è stata questa sbandata? Una crisi di mezza età?"

"Una cazzata, Paola...solo una cazzata...che non andava fatta!"

"Domani è la Vigilia di Natale. Di sicuro i bambini si aspettano la famiglia al completo, quindi devi esserci anche tu e tuo padre. Almeno per domani sera tu e mia figlia metterete i vostri problemi da parte per i beni di quei ragazzini..."

"Mi sembra giusto, Paola..."

Sono andata via e la mattina dopo ho ripetuto le stesse parole a mia figlia. La sera Matteo si è presentato a casa con la coda in mezzo alle gambe. Quando ho visto i ragazzi correre verso di lui e abbracciarlo, facendolo scoppiare a piangere, ho capito che di sicuro, per quanto non fosse una persona perfetta (come forse non lo è nessuno) ai suoi figli voleva bene davvero. E mi si è stretto il cuore. Ho apparecchiato io la tavola, facendo sedere mia figlia vicino a lui: lei faceva la sostenuta e non lo guardava, lui spesso si voltava ad osservarla. Con la scusa di farmi aiutare con la cucina ho invitato mia figlia a seguirmi.

"Non devo essere io a dirti se perdonarlo o meno. Questo può dirtelo solo il tuo cuore, perché è proprio il cuore che ti ha sempre portato da tuo marito. L'unica cosa che posso dirti è che hai una bella famiglia, che nessuno è perfetto e che per quanto quell'uomo non mi faccia impazzire, non credo che menta quando dice di amare te e i tuoi figli..."

Arrivata la mezzanotte ci siamo scambiati i regali e mentre i ragazzi scartavano i pacchi ho visto mia figlia allontanarsi con suo marito. Ho lasciato i due nonni a montare una pista di macchinine per Gabriele, mentre Roberto e Sofia provavano il nuovo gioco per la Nintendo. Li ho sentiti parlare nella lavanderia e sono rimasta sull'ingresso ad ascoltare, pur sapendo non fosse corretto.

"Come ben sai non ti ho fatto nessun regalo..."

"E hai fatto bene, non me lo merito..."

"Ma ho deciso di darti un'altra possibilità, Matteo. Lo faccio per i nostri figli, più che per noi. Si meritano una famiglia, anche se avrò il cuore un po' più ammaccato di prima."

"Permettimi di provare a guarirlo, Ludo..."

"Sarà difficile..."

"Mi piacciono le cose difficili..."

Ecco Babbo Natale, non è esattamente il Natalemigliore che abbia passato, ma sapere che esiste ancora qualcuno come miafiglia, capace di mettere d parte la sua felicità per quella dei suoi figli, mifa sperare che il mondo possa ancora salvarsi dalla cattiveria collettiva. Quindinon ti chiederò nessun regalo, come non ho mai fatto in questi anni, ma tiringrazio per avermi donato, ormai quarantasette anni fa, la gioia più grandedella mia vita: mia figlia, nata esattamente il giorno di Natale. Non ho piùavuto bisogno di altro nella vita. Una tua vecchia bambina che ti sarà semprericonoscente.

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