La rosa

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Fandom: Haikyuu!
Ship: Kei Tsukishima Tetsurō Kuroo
Parole: 2935
Buona lettura!
————————————————🌙


"Bisogna essere molto pazienti"
Rispose la volpe.
"In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..."

Kei Tsukishima non si ricorda neppure più le molteplici volte in cui il suo migliore amico lo ha tranquillamente fregato.

Terminata la scuola la sua squadra di pallavolo, ovvero il Karasuno, era stata scelta insieme ad altre per frequentare il prestigioso Camp Estivo svolto a finalizzare le tecniche e le specialità intrinseche di ogni giocatore.
Lui in realtà lo avrebbe anche volentieri evitato ma le promesse di sua madre ad accompagnarlo ad una nuova mostra archeologica che lo interessava combinata all'espressione dispiaciuta e insistente del suo migliore amico, Tadashi Yamaguchi, lo avevano praticamente obbligato ad accettare.

Le giornate durante quell'afosa estate scorrevano pesanti. I ritmi erano serrati e scanditi da partite e innumerevoli punizioni.
Kei ci cadeva praticamente sempre dentro, un po' perché la sua squadra continuava a perdere visto che si ostinava a cercare la giusta combinazione tra il duo di bislacchi più forte, e borioso, di tutti i tempi. Ed un po' perché il suo carattere particolare lo rendeva sfacciato e irritante come una campana della chiesa che rimbomba e ti sveglia la mattina presto.
Dopo che la serata prima hai fatto baldoria.
Ed eri pure ubriaco perso.

Che poi lui non è che si definisca proprio proprio antipatico, piuttosto ha solo sviluppato con il tempo una simpatia selettiva.
La sua brillante mente proprio non concepisce quell'attaccamento morboso e patetico di cui soffrono alcuni giocatori verso la pallavolo.
Sembra quasi che siano affetti da qualche malattia rara, che ti si attacca addosso e che ti obbliga a rimanere sempre con la testa vigile e gli occhi rivolti solamente verso la palla.

No, proprio non riesce a capacitarsene. Ovviamente lui non è un insensibile,  quando può dare fastidio in campo o fare un punto o ancor meglio murare una grandiosa schiacciata, si sente bene. Appagato.
Ma quando tutto si cheta, ecco rimane finito lì.
Quando l'azione si conclude e quell'effimera sensazione lo abbandona, lo fa sempre troppo velocemente lasciandolo in affanno d'aria e più vuoto dentro di come era prima.

Ed è per questo che proprio non comprende come sia successo, per l'ennesima volta, che il suo migliore amico sia riuscito a convincerlo a partecipare a questo noiosissimo Camp.

Quando finalmente la sera arriva, i pensieri affollano talmente vorticosi il cervello di Kei che non accennano a volerlo lasciare in pace neppure durante la notte.
Tutta quella gente, tutte quelle squadre diverse e quei giocatori che aveva già affrontato in moltissime amichevoli precedenti.
I poi i suoi compagni, il forte chiacchiericcio prodotto dal continuo bisogno che hanno di parlare e di scambiarsi consigli, lo fanno letteralmente impazzire.

Così Kei ha preso d'abitudine di squagliarsela e recarsi sulla spiaggia, da solo, mettendo quanto più spazio possibile tra lui e tutti gli altri.
Un ragazzo disperso, che si muove alla ricerca di un filo conduttore per quei pensieri che sembrano impazziti.

Ed è durante una delle sue escursioni notturne che Kei ha scovato una piccola insenatura naturale che si raggomitola su se stessa verso l'interno, affacciandosi sul mare.
Kei è soddisfatto visto che il luogo si trova anche abbastanza lontano dall'Hotel in cui alloggiano tutte le squadre, compresa la sua. Si è intrufolato al suo interno, estasiato dall'aver finalmente scoperto un posto segreto dove poter nascondersi in santa pace dagli occhi altrui. Solo che una volta che ha raggiunto il punto più interno, lo ha trovato già occupato.

Un ragazzo con una felpa rossa, il numero "Uno" ben impressoci sopra e una capigliatura scura alquanto bizzarra, ci stava seduto in mezzo.

Tetsurō Kuroo, il pericoloso capitano del Nekoma, era già li.

Kei lo avvista troppo tardi, il moro con quella sensibilità uditiva felina che lo contraddistingue, ha già sentito il rumore e con il suo sguardo indagatore lo sta scrutando a fondo.

-Ehy. Sei anche tu alla ricerca di pace?-

Il tono solitamente solido del middle blocker risulta essere lamentoso e pastoso.
Il volto rivolto verso di lui mostra un pallido sorriso. Kei rimane per alcuni istanti sbalordito. Il ragazzo ha un'espressione facciale inedita per lui visto che sul volto gli fa da padrone sempre un ghigno arrogante.

-Così sembrerebbe. - Risponde semplicemente Kei scrutando attentamente quel viso fin troppo serio, facendogli scorrere le iridi addosso fino a scoprire alcune lacrime che gli luccicano ancora vicino agli angoli degli occhi.
Kei all'improvviso si agita, inizia a sentirsi di troppo. Prova la sensazione sgradita di essere uno spettatore di un dolore non suo. Gira le spalle per andarsene.

-Tsukishima puoi restare se vuoi. Anzi resta per favore. Non c'e' bisogno che parliamo. Resta seduto con me a farmi compagnia e basta. – Mormora a tono basso Kuroo, quasi supplicandolo.

Kei si volta stupito al suono amaro della voce scorgendo stretta nella mano del moro, una bottiglia. Il ragazzo la guarda pensieroso prima di scuoterla e berne un abbondante sorso. La rigira ancora, osservandola fissa come se all'interno ci fosse una soluzione per un quesito che proprio non gli riesce.
Le gambe di Kei si muovono da sole, decidendo cosa fare ancora prima della sinapsi del cervello. Si lasciare cadere seduto al fianco del ragazzo, senza dire nulla, in silenzio.

L'indomani nessuno dei due fa riferimento alla cosa, tutto procede come se non fosse accaduto nulla di diverso dal solito.

La sera Kei si avventura nuovamente nell'antro che ha scoperto la sera precedente, alla ricerca del solito solitario spazio.
Si sorprende a ritrovare di nuovo Kuroo seduto nello stesso punto: pensava che il suo volontario isolamento fosse stato solo un caso dovuto al chiaro bisogno di bere e di non farsi beccare.

-Ehy Tsukishima . Dovremmo smetterla di incontrarci sempre così – Gli dice sghignazzando il moro appena lo scorge. Questa volta il tono non è alterato dall'alcool.
Kei non ribatte. Sospira mentre si accomoda nuovamente al suo fianco.
La luna nel cielo e' meravigliosamente luminosa e ogni cosa attorno ne viene risucchiata dalla sua bellezza. 

-Grazie per essere rimasto ieri- Dice Kuroo allontanandolo dai suoi pensieri.

-In realtà non ho fatto nulla. Mi sono solo seduto a controllare che non decidessi di tuffarti nell'acqua e annegarci dentro.
Non l'ho fatto per te ovviamente.
Sai che palle dover passare i giorni seguenti interrogato dalla polizia perché probabilmente sarei stato l'ultimo a vederti vivo?- 

Il moro ridacchia divertito ancora girato verso l'acqua.
-Beh, per qualsiasi ragione tu l'abbia fatto, grazie lo stesso- Ribatte tranquillo.

Il biondo scruta di sottecchi il profilo del ragazzo. Kuroo per lui e' un rebus. Trova incredibile come un ragazzo talmente bello, dotato e socievole possa veramente voler rimanere da solo e ritagliarsi i suoi spazi.
Kuroo e' sempre circondato da amici e ragazze. 
Kuroo non è come lui.

-Piangevi per la tua fidanzata ieri?
Vi siete per caso lasciati ?-

Il moro sobbalza sorpreso per la domanda. Sposta gli occhi scuri su quelli dorati del biondo.

-In verità ero triste per mio nonno. E' l'unico della famiglia che mi ama veramente e che mi supporta in qualsiasi cavolata io faccia. Solo che non sta molto bene ultimamente.
E questa cosa, mi sta mandando in leggero tilt il cervello... –

Kei si schiarisce la gola imbarazzato. Si sente un emerito coglione.

-Scusa – Mormora solamente girando nuovamente lo sguardo verso la distesa d'acqua.
Lo stesso movimento viene seguito da Kuroo e come la volta precedente rimangono minuti a guardare rapiti l'incresparsi delle onde.

-Sai, dovremmo decidere un orario in cui incontrarci. Domani sera potremmo fare per le otto?- Domanda Kuroo pacato.

Kei trasale leggermente. Al buio le guance si imporporano appena.
Sembra un maledetto appuntamento.

-Ti sembro forse il piccolo principe e tu la mia volpe?-
Sa benissimo che non ha bisogno di spiegare il significato della frase ad uno come Kuroo. Il moro è acuto e intelligente quasi quanto lui.
Conoscerà addirittura a memoria l'opera letteraria che Kei ha velatamente citato.

-Ok, facciamo otto e trenta allora. – Dichiara solamente alzandosi.
-Chi ti dice che verrò?- Chiede il biondo  rivolto verso le spalle del ragazzo che si allontana senza rispondere.

Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.

Tsukishima si è ripromesso di non tornarci, tanto e' vero che la mattina seguente, come sempre, Kuroo non lo ha neppure considerato.
Il moro non gli rivolge la parola a meno che non sia per stuzzicarlo sul campo da gioco o per i classici convenevoli scambiati tra i giocatori.
Kei oggi si scopre ad osservarlo più del solito, cercando di capire come mai il ragazzo passi tutto il tempo possibile insieme a quel suo compagno nano talmente bravo nella pallavolo da far venire i sudori freddi persino a quel mostro di Kageyama.

Così si è maledetto mentalmente, quando la sera ha varcato l'ingresso del loro nascondiglio alle venti e trenta esatte.
Non un minuto prima, non uno più tardi.

Kuroo non si è neppure girato, ha mosso solo un cenno verso la sua direzione.
Era già seduto con le gambe alzate e le braccia strette ad avvolgerle.
Kei si è posizionato nel medesimo posto di sempre, allungando le lunghe gambe e sistemandosi comodo sulla sabbia.

-Ci pensi mai a cosa farai dopo il diploma? – Domanda Kuroo.

-Ancora non molto, ma io ho sicuramente più tempo di te per farlo. -
Gli angoli delle labbra del moro si arricciano in un sorriso divertito.

-Tu piuttosto, non dovresti già aver scelto? -

-Ancora no. Ma sono particolarmente brillante e ostinato. Quello che voglio l'ottengo quindi non sono molto preoccupato per questo– Ribatte Kuroo girandosi per un secondo verso di lui e facendogli l'occhiolino.

Kei alza gli occhi verso il cielo fingendosi disgustato.
-Pensa te che mi eri sembrato quasi umano ultimamente. Ma vedo che la tua parte presuntuosa proprio non riesce a stare a cuccia.- Dichiara il biondo mentre che Kuroo risponde con una sana risata.

-Tuo nonno sta meglio - Dice Kei.
Non e' una domanda, il sollievo negli occhi del moro per lui è più che palese.
-Già -
-Sono contento per te- Ammette il biondo girandosi a guardare il mare.

Kei lo sente subito, lo sguardo ostinato di Kuroo su di sé. Uno sguardo prepotente, che ti divora da dentro partendo dal cuore. Vorrebbe girarsi e poterlo osservare anche lui, ma poi avrebbe paura di mostrare al ragazzo quei sentimenti che prova da un po' e che proprio vorrebbe evitare di sbandierare ai quattro venti.
E soprattutto con lui.

Kuroo non riesce a staccare gli occhi da Kei, il biondo sente le sue iridi che gli rimangono addosso tatuandolo a fondo.

-Perché mi guardi cosi? – Si decide a domandare.
Kuroo fa spallucce.

- Tsukishima, sai l'altra sera, quando mi hai chiesto se ero triste per una ragazza?-
Kei annuisce. Il cuore che improvvisamente inizia a battere violento.

-Non mi piacciono le donne. A me piacciono i ragazzi. -

"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo"

I giorni che segnalano la fine del Camp estivo stanno svolgendo al termine, ma la loro routine serale non cambia.
Entrambi i ragazzi sgattaiolano via senza essere visti, per godersi quelle poche ore di solitudine da tutto il resto del mondo.
Quando Key questa volta arriva nel nascondiglio, rimane sorpreso di trovare al solito posto di Kuroo, solamente un mucchietto di vestiti abbandonati sulla sabbia.

- Tsukishima ! Vieni in acqua! – Sente chiamarsi.

Kei gira il volto verso il mare dove ci scorge il ragazzo che nuota tranquillo.

-Tu sei pazzo!- Ribatte il biondo allibito.

-Smettila di pensare come se fossi un vecchio e vieni dentro anche tu. O giuro che ti vengo a prendere io!-

-Non oserai veramente farlo.-  Dichiara Kei assottigliando gli occhi e incrociando le braccia sul petto.

Kuroo ridacchia apertamente prima di iniziare ad uscire dall'acqua.
Completamente nudo.

Kei deglutisce rumorosamente.
Anche se avesse voluto spostarsi, la visione che ha davanti agli occhi gli secca la gola e gli blocca il respiro. E forse non solo... anche qualsiasi altra funzione cerebrale in atto.

Quando il moro gli si para di fronte, gli sorride beffardo beandosi degli occhi piantati bene su di sé e delle gote imporporate del biondo, prima di caricarselo sulle spalle e portarselo verso l'acqua.

-Almeno fammi spogliare!- Si lamenta Kei cercando di liberarsi dalla stretta.

-Avresti dovuto pensarci prima..-  Dichiara il moro lanciandolo in mare ancora vestito.

Kei adesso è totalmente bagnato. Con le iridi chiare e gli occhiali appannati, tenta di guardare storto il moro che risponde all'occhiataccia scoppiando a ridere.

Alla fine lo segue anche il biondo in questa isteria, spruzzandogli dell'acqua addosso. Kei è felicemente zuppo e le lenti sono talmente ammollate da rendere ogni cosa attorno a lui offuscata.

Neanche si accorge che Kuroo si è pericolosamente avvicinato. Le labbra del moro si appoggiano veloci sulle sue, impazienti e a Kei sembra una cosa talmente naturale da non poter pensare a null'altro che a rispondere a quell'assalto nello stesso modo impetuoso.
Le lingue si incontrano ingorde, i respiri si fondono mentre che le mani si esplorano vogliose.

Kei viene sollevato dalle gambe e portato di peso a riva. Il moro continua a baciarlo mentre che lo spoglia velocemente fino ad appoggiarlo, nudo, sulla sabbia dorata.

Continua a baciarlo anche mentre che lo accarezza lentamente.
Continua a baciarlo anche mentre che entra dentro di lui.

Continua a baciarlo... sempre.

Le voci spezzate rompono il silenzio, creando un suono talmente erotico da creare alle loro orecchie, una sintonia perfetta.

"Ah!" disse la volpe, "... piangerò".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.

L'ultima notte e' giunta al termine.
Kei non ha mai chiesto in tutto questo tempo, cosa sarebbe successo dopo.  Ha preso consapevolmente tutto quello che Kuroo poteva dargli senza pretendere altro. Allo stesso modo gli ha donato tutto quello che poteva, regalandogli a occhi chiusi anche il suo cuore.
E' consapevole che non tornerà indietro facilmente e che rimarrà nelle mani di un presuntuoso ragazzo con un taglio di capelli alquanto discutibile. 
Il suo cuore, per un po', dimorerà lontano dal padrone, mentre che quest'ultimo dovrà in qualche modo trovare la forza di provare a viverci senza.

Kei si sente abbracciare forte. Sulla sua pelle si mescola ancora la grana fine della sabbia e l'odore del sesso appena finito.
Kuroo lo bacia ancora, infinite volte, riempiendolo di così tante emozioni, che mai si sarebbe aspettato potesse mai capitargli un giorno.
Solo ora si rende conto di quanto si sentisse ... vuoto.

- Tsuki senti...-

-Non dire nulla per favore. Non farlo- Kei quasi lo implora mentre cerca di nascondere quella lacrima che ha deciso di sfuggire al suo controllo e di infrangersi sulla mano di Kuroo.
Adesso c'e' solo il silenzio.
Key lascia cadere altre lacrime.
E' stato soltanto un bellissimo sogno estivo.
Ma se lui adesso non volesse più ritornare alla realtà?

Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.

Kei e' seduto sul pullman. Ad accompagnarlo nel triste viaggio ci sono le risate dei suoi compagni, i soliti discorsi idioti e gli sguardi preoccupati che gli rifila ogni tanto Yamaguchi, l'unico al corrente di tutto quello è accaduto.

Kuroo non lo ha neppure visto. E' andato via con il Nekoma prima degli altri. 
Nessun messaggio, nessun saluto.
Il risveglio dal sogno è stato fin troppo brusco.

Kei ha dovuto sbattere le ciglia chiare varie volte prima di comprendere veramente che era tutto finito, che il moro sarebbe tornato a casa sua e lui nella propria e che le nottate trascorse insieme sarebbero rimaste soltanto un piacevole ricordo estivo.

Una carezza riservata ad una spiaggia dorata, ad un nascondiglio perfetto e alle meravigliose volte in cui si erano consumati facendo l'amore.

Avrebbe potuto almeno cercare di farsi meno male, ma alla fin fine non ha voluto farlo.
Ha voluto vivere.
Ed ora il dolore sommerge Kei proprio come se fossero delle ondate ghiacciate.

Quando arrivano a destinazione e si appresta a scendere, una chioma scura attira il suo sguardo.
Vicino alla fermata, leggermente nascosto ma fermo in attesa, c'e' Kuroo.
Per qualche secondo Kei smette di respirare, spalancando la bocca meravigliato.
Esce di fretta, quasi tirando spallate ai suoi compagni, consapevole di avere i loro mille sguardi puntati addosso.

Non gli importa nulla. Lui e' qui.

-Ti sei perso? – Domanda Kei appena gli e' abbastanza vicino.
Kuroo si gratta la testa a disagio.

-Sai, ci ho pensato tutta la notte.  Io non sono contento che tu mi veda come se fossi la volpe.-

Kei lo guarda stupefatto. Lo scandaglia attentamente per capire se abbia assunto qualche sostanza stupefacente.

- Tu sei completamente fuori di testa!
Ti sei fatto non so quanti kilometri per venirmi a dire che non vuoi essere una ... volpe? -

Kuroo sorride con quel fare provocatorio che tanto lo contraddistingue.

-Beh, tu la prima sera mi hai detto che eri il piccolo principe. Ma lui era innamorato della sua rosa.
Non della sua volpe.
Quella alla fin fine l'ha abbandonata... Beh io non voglio essere paragonato a quella volpe.

Quindi Tsukishima Kei... Posso diventare la tua rosa ? -

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