43•capitolo -Ho cambiato idea su di lei-

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Roman

Non credo sia umano quello che sta subendo il mio cuore in questi giorni. Vederla di nuovo in giro per casa e non poterla toccare mi uccide. Ho continuamente l'esigenza di correre in camera sua, poi mi fermo, rifletto e capisco che ormai non si può tornare indietro. Lo devo alla mia incolumità. Se mi fa male? Sto impazzendo, ma devo farlo. Stasera ci sarà la festa di compleanno a sorpresa per Beatriz e avevo già organizzato tutto con Ana, ma da quando sono partito per la Francia era rimasto tutte nelle sue mani. Infatti, è da stamattina che mi dice che non mi devo azzardare a mancare e mi minaccia di morte se solo mi passa per la testa il pensiero di farlo. Beatriz sa che c'è una festa qualunque a casa di Felipe, solo noi amici sappiamo che è molto di più. Mi chiedo se alla fine sarà lei a non presentarsi, non le sono mai piaciute queste feste e veniva con me solo quando stavamo insieme. Ora non so se lo farà. Nel frattempo è venuta Libertad e si, lo ammetto, l'ho invitata solo per farlo vedere a Beatriz, per tenerla lontana visto che è diventato tutto così difficile. Quando bussa alla mia porta le apro con un sorriso a trentadue denti ed è giusto in quel momento che Beatriz esce da camera sua e ci vede. Dovrei essere compiaciuto ma, quando i suoi occhi inglobano i miei, sento il suo dolore trapassarmi il cuore e mi chiedo perché. Ormai è chiaro che lei non mi ama, almeno non quanto la amo io, allora perché sembra che le abbia spezzato il cuore?

«Allora mi fai entrare o vuoi che rimaniamo sulla porta?» ridacchia Libertad, nel frattempo Beatriz ha abbassato gli occhi e si è rifugiata in camera sua, sento l'esigenza di seguirla e di spiegarle che tanto mica ci riesco a scoparmi un'altra, che il mio cuore non l'accetta.

Libertad entra e io come un idiota mi sdraio sul letto, un attimo dopo mi raggiunge.

«Facciamo sesso?» chiede e mi ridesta dai miei pensieri su Beatriz. Mi giro e sgrano gli occhi. Che Libertad sia proprio una persona libera come recita il suo nome lo sapevo già, ma non credevo che senza neppure salutarmi mi sarebbe già voluta saltare addosso.

«Li- Libertad» mormoro appena, ma lei sghignazza.

«Respira, Roman. Scherzo» tiro un sospiro di sollievo, «a meno che tu non lo voglia» scrolla le spalle con nonchalance, come se mi avesse detto di farci un tiro a pallone. «Mi chiedevo solo come vuoi passare il tempo che serve per far ingelosire Beatriz»

E lei come diavolo lo ha capito?

«Non voglio...»

Lei poggia due dita sulle mie labbra per zittirmi, mi guarda con i suoi grandi occhi verdi scuri da dietro le ciglia allungate dal mascara.

«Risparmia il fiato, Roman. È così scontato. In fondo, mi diverte fare questo con te, per questo sono qui!» aggrotto le sopracciglia e scoppio a ridere. Io e Libertad siamo sempre stati legati da un lato fisico, ma non posso dire che mi dispiace il modo leggero in cui fa sentire anche me. Ne ho bisogno in questo momento.

«Possiamo giocare ad un videogame? Mi è da poco arrivato the last of us 2»

Passiamo il pomeriggio in questo modo e quando ci rendiamo conto che si è fatto tardi, la mando via. Anche lei sarà alla festa di Beatriz questa sera. L'accompagno alla porta e la saluto poi giro i tacchi per tornare immediatamente in camera mia per farmi una doccia e vestirmi; non ho nemmeno il tempo di fare un passo che i piedi si paralizzano alla vista della ragazza più bella del mondo, fasciata in un vestitino stretto viola. È sexy da morire e non sembra neppure lei. Mi si stringono i jeans alla sua visione e il desiderio aumenta. La guardo e penso che non ci sia niente di più bello di lei, la Beatriz di prima avrebbe distolto lo sguardo, ora mi guarda con sfida, i suoi occhi azzurri sono piantati su di me e mi sta implorando di dire qualcosa, qualsiasi cosa.

«Beatriz» mi scappa il suo nome dalle labbra. Lei stringe le labbra e abbozza un sorriso, spero che non senta il mio respiro ansante, né il mio cuore che si è messo a fare un casino, se la prende contro la mia decisione di tenerla lontano. «Stai uscendo?» Fingo di non trovarla bellissima, non le dico nulla però non riesco a evitare di parlarle.

«Sì» esclama a voce alta. «E tu hai ripreso a parlarmi?»

Mi avvicino, non lo avessi mai fatto, il suo profumo entra nelle mie narici e mi fa esaurire ogni tipo di forza. Non so come ancora non l'abbia presa e fatta mia. Sarà che non scopo da settimane ma, il fatto è che la desidero come mai ho desiderato qualcuno nella mia vita.

«Viviamo insieme» le faccio notare, «non possiamo ignorarci»

Un sorriso finto spinge le sue labbra all'insù.

«E te ne stai accorgendo adesso?»

Prendo un profondo respiro prima di risponderle e lo avrei pure fatto, ma il campanello della porta mi fa sobbalzare e mi riporta sull'attenti.

«Sarà Libertad. Avrà dimenticato qualcosa» le dico e lei stringe le labbra con disappunto. È infastidita e si vede, forse così capirà che deve starmi lontano, se si avvicina non penso di riuscire a respingerla. Già è stato davvero faticoso in questi giorni.

Quando apro, però, non è chi mi aspettavo. Non si presenta Libertad, bensì Airton, un ragazzo della scuola. Sto per chiedergli cosa ci faccia qua, poi mi giro e noto Beatriz tendersi al suo sguardo, così capisco il motivo della sua presenza e stringo le mani in due pugni fino a farmi male. Non ci credo! Sta uscendo con questo idiota.

«Sei puntualissimo, Airton» dice affabile Beatriz mentre si avvicina. Mi passa accanto e ancora sento il suo profumo che mi fa girare la testa. «Ti aspettavo» sorride, è bellissima, stupenda, immensa. Se avessi mille aggettivi per esprimere la sua bellezza, li userei tutti ma non basterebbero.

«Wow, Bea, sei bellissima.» Le prende la mano e la fa girare su se stessa per darle un'occhiata, ma quando posa i suoi sporchi occhi sul suo culo, rischio davvero di fargli saltare la mandibola.

«Ha capito» bofonchio, ma me ne pento all'istante e spero che non mi abbiano sentito. Beatriz, pure se lo ha fatto, continua ad ignorarmi.

«Buon compleanno, Bea» le sorride, «ti ho portato un regalo.»

«Sono contenta che tu ti sia ricordato, ma è domani in realtà.» sembra una frecciatina a me, peccato che io non me ne sono dimenticato. Non potrei mai. Ho organizzato tutto questo per lei, anche se non deve saperlo. Non era contemplato però che uscisse con un altro. «Andiamo?»

Annuisce il deficiente, le offre il braccio e lei si appoggia come fosse il suo salvatore.

Dio, lo picchio.

Nel momento in cui rimango solo, mi appoggio al muro per prendere aria e valuto la possibilità di spaccare qualcosa. Penso a quello che staranno facendo in questo momento, anche perché la festa sarà tra un'ora. E allora perché passarla a prendere così in anticipo? Vuole scoparsela? Vuole baciarla?

Non posso pensarci, prendo il telefono e faccio partire la chiamata per Ana che stranamente mi risponde subito. È così impegnata che solitamente devo implorarla di rispondermi.

«Spero tu abbia un buon motivo per chiamarmi mentre sto organizzando la festa che la tua testolina ha pensato, ma a quanto pare hai passato il tuo pomeriggio con Libertad.»

«E tu come lo sai?» replico, ma non la lascio risponde, non importa adesso. Voglio sapere perché Beatriz esce con Airton. «Ana, lascia stare. Che ci faceva Airton qui? Da quando esce con Bea?»

Ana ridacchia dall'altra parte del telefono.

«Geloso, Diàz?»

«Ana, non sono geloso, okay? Ma cosa c'entrano quei due insieme? C'è di sicuro il tuo zampino visto che mi risulta sia l'amico di Victor. Non negarlo!» sbotto, alzando la voce.

Lei ride ancora, infastidendomi.

«Scusa, Roman, ma chi lo sta negando? Sì, li ho presentati io. Beatriz aveva bisogno di qualcuno che sia davvero preso da lei, visto che evidentemente tu non lo sei. Dov'eri oggi? Ah, sì, con Libertad. E allora anche Bea merita qualcuno che la voglia davvero e che non la lasci in questo modo.»

«Adesso sei contro di me? Ti ricordo che è grazie a te se ho scoperto che si vedeva di nuovo con quell'idiota del professor Ortega» pungente affermo. Sono così arrabbiato che se non volessi delle risposte da lei, avrei già scaraventato il telefono dall'altra parte del divano.

«Okay, ha sbagliato. Ma Bea ci tiene a te e devi smetterla di essere orgoglioso e andarla a riprendere se la vuoi.»

«Infatti non la voglio più» mento perché non è vero, nemmeno per sogno, che non la voglio più. La voglio in un modo così viscerale che rischio di impazzire all'idea che qualcuno possa toccarla.

«Bene, allora lei uscirà con Airton e tu te ne farai una ragione.»

«Vedi? Dici che mi ama ma alla fine...»

«Anche tu esci con Libertad» mi ricorda ancora una volta. «O muovi il culo e te la riprendi o non rompi le scatole a me. Dicevi di essere così innamorato, ma non lo stai dimostrando.»

«Ho cambiato idea su di lei» il fiato mi manca a questa confessione, «non fa per me» sento come se il mondo si rivoltasse mentre lo dico, come se ci fosse un errore in questa frase. E non so se è mio o dell'universo che mi ha fatto innamorare dell'unica ragazza che non mi amerà mai davvero.

«Anch'io ho cambiato idea su di te. Pensavo fossi un ragazzo intelligente, invece ti metterò nella lista nera insieme a Santiago!» sbotta, «ora muovi il culo e vieni a questa dannatissima festa, se no davvero ti ci lascio nella lista nera, Roman.»

E io faccio sempre quello che dice Ana e vado a questa dannatissima festa. Mi preparo e cerco il coraggio che mi serve per affrontare ancora Beatriz insieme a quello. Quando entro, i miei amici sono già tutti lì, tranne Bea che ovviamente è la festeggiata e non si aspetta tutto questo. Mezz'ora più tardi, spegniamo le luci e aspettiamo che arrivi, quando fa il suo ingresso, accendiamo la luce e l'accogliamo con "Sorpresa". Stringo la mandibola quando mi accorgo che sta stringendo la mano dell'idiota che le sta di fianco, sorride e ringrazia tutti, mai che una volta posi i suoi occhi su di me. La cerco insistentemente, finché finalmente mi concede il suo sguardo. Un attimo soltanto, perché la sua serata la passa con il ragazzo. Sorridono e si divertono, ad un certo punto addirittura ridono e le accarezza la schiena. Un'altra volta e gliela taglio. È il momento della torta, quando arriva e vede ciò che c'è scritto, prende una boccata d'aria e mi guarda per la seconda volta nella serata.

È una fitta al cuore il suo sguardo su di me.

"Per il mio bocconcino. Buon compleanno e spero avrai tutto quello che desideri"

I suoi bellissimi occhi si sono intristiti, sebbene stia cercando di nasconderlo. Lo scambio dei regali la rende un po' più serena. Felipe le regala la maglia dell'università che frequenterà. Ana le regala un perizoma che la fa intimidire. Me la immagino con solo quello addosso e fremo dalla voglia di toccarla. Ester le ha preso una collana con la data del giorno in cui sono diventate amiche e Gonçalo ha partecipato al regalo. Il regalo di Santiago, ovviamente è quello che preferisce: le ha regalo uno dei suoi oggetti da collezione degli Avangers, ovvero Capitan America che è anche il suo preferito. Infatti lo abbraccia e lo bacia, cosa che fa sbuffare Ana e la fa lamentare.

«Il mio regalo non lo hai apprezzato così tanto.» Bea ridacchia e la spintona.

È il momento di Airton, le ha regalato una borsa costosa e lei col sorriso in faccia gli ha pure stampato un bacio sulla guancia, ciò mi ha fatto irrigidire.

«Abbiamo finito con i regali?» Ana mi guarda e tacitamente mi chiede di darle il mio, ma non lo farò. Beatriz pure si è messa ad osservarmi per un attimo, ma quando ha capito che probabilmente non ho un regalo per lei, si è messa a parlare con gli altri.

Ci rimettiamo a ballare e mai che una volta Beatriz si sia voltata a incontrare i miei occhi, è concentrata solo sul suo Airton. Ora davvero le sta stringendo i fianchi e le sue mani le fa scorrere sul suo fondoschiena.

Questo è troppo!

Sto per fare un passo in quella direzione, ma mi rendo conto che non ho alcun diritto di farle una scenata, dunque, faccio retro marcia e me ne torno a casa.

🦋🦋🦋

Vi avviso che mancano due capitoli più epilogo alla fine. Pronti per il finale?

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