Capitolo 6 - Il peso sulla bilancia

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Il tappo di sughero schizzò via in un botto secco, scontrandosi contro la parete prima di rotolare al suolo. Schiuma bianca si riversò oltre l'apertura e scivolò lungo il collo di vetro insieme allo spumante, perciò Irene si affrettò ad inclinare la bottiglia verso le coppe.

«Bocciata» ridacchiò Chloe, scuotendo il capo nel guardare Irene destreggiarsi tra urletti acuti nel tentativo di salvare la situazione. «Te l'avevo detto, di non scuotere la bottiglia.»

Irene arricciò il naso in uno sbuffo offeso, liberando le mani per sciacquarle nel lavello. Chloe lasciò perdere le coppe e si armò di tovaglioli, asciugando il disastro alcolico con il sorriso che faticava ad abbandonare il suo viso.

«Non mi sembrava di averla agitata troppo!» si lamentò Irene, accorrendo in suo aiuto. «Tu le fai fare tutti quei giri e saltelli...»

«Ci sono tecniche apposite, per quello. E di solito non si usa lo spumante!»

Irene sbuffò, gonfiando le guance. Chloe si avvicinò per baciargliene una, e tanto bastò per farle tornare il sorriso.

«Lascia perdere, finiremo di pulire dopo» disse Chloe, afferrando le coppe. «Ora dobbiamo brindare!»

Irene le sfilò dalle dita quella che le stava offrendo, liberando mugolii allegri. «Ancora non ci credo. Ad Aurora sono piaciute le mie canzoni!»

«"Una voce chiara e deliziosa, che incanta per la dolcezza del fraseggio e rinfresca con un ritmo spumeggiante."» Chloe imitò la voce leggera della cantante, descrivendo ampi gesti della mano a mezz'aria.

Irene aveva rincorso quella donna per quattro mesi, con la complicità di Ianteh, prima che accettasse di ascoltare la sua esibizione; ne era valsa la pena, però. Il suo parere entusiasta avrebbe aperto le porte a numerose occasioni nel mondo dello spettacolo che non attendevano altro che essere afferrate.

E Irene era pronta a farlo. Era raggiante, carica di una vitalità tale che faticava a stare ferma. La polvere dorata faceva luccicare la sua pelle come se l'avesse cosparsa di brillanti, e una nuvola leggera si sollevò quando si mosse per far scontrare le coppe, dissolvendosi a mezz'aria.

«Dovresti farlo sul palco» disse Chloe, sorseggiando il suo spumante.

«Cosa?»

«Glimmerance. Dovresti sfoggiarlo mentre canti, faresti un figurone.»

Irene arricciò le labbra a cuore, tamburellando sul bicchiere quasi vuoto. «Ho paura che possa distrarre dalle canzoni... Cioè, non vorrei sembrasse che lo sfrutto per quello, per far vedere che sono una Dotai e sembrare più brava.»

«Ianteh ti schiaffeggerebbe, se ti sentisse» obiettò Chloe, svuotando il suo bicchiere. «Non c'è niente di male nell'abbellire la scena, diciamo così. C'è chi usa il trucco, chi gli abiti, chi la scenografia... Perché tu non dovresti rendere più brillante la tua esibizione? Io la trovo una splendida idea, il pubblico ne resterebbe folgorato

Irene rise, girandole attorno. La polvere dorata scivolò alle sue spalle, scoppiettando in sottili luccichii. «Non vale, detto da te. Sei di parte!»

«Non è colpa mia se ti rende ancora più carina.»

«Solo carina

«Chissà... Potresti provare a farmi cambiare idea.»

Irene raccolse la sfida con un sorriso malizioso. Abbandonò la coppa sul piano della cucina e si mosse leggera verso di lei, cingendole i fianchi. Chloe sentì le sue dita insinuarsi sotto la stoffa della camicetta e Glimmerance le pizzicò la pelle; un solletico leggero e stuzzicante che Irene sapeva dove concentrare, spostandosi leggera verso la sua schiena.

Chloe si mordicchiò le labbra in un mugolio compiaciuto, poi cercò la sua bocca e...

«Kiyoko.»

"Dei, non adesso."

Chloe trattenne uno sbuffo, chiudendo gli occhi nel vano tentativo di ignorare la voce di Chen-Yi nella sua testa.

Non che potesse fargliene una colpa: il suo mentore non aveva modo di sapere cosa stesse facendo Chloe prima di creare una proiezione nella sua mente, però aveva davvero un pessimo tempismo. Una volta era apparso mentre faceva sesso con Ianteh, bendata e legata al suo letto in intimo a dir poco succinto; dopo quello, di certo l'approccio di Irene non l'avrebbe scandalizzato.

"Se non gli rispondo, però, forse andrà via"

Quella volta con Ianteh l'aveva fatto, anche se Chloe dubitava fosse per qualche forma di imbarazzo o rispetto: un Tessitore non si lasciava frenare dal pudore. Lei stessa si era ritrovata suo malgrado a dover osservare o lasciarsi osservare durante momenti intimi, perciò l'idea di avere rapporti di fronte ad altre persone non la disturbava.

Irene però non era dello stesso avviso. Si sarebbe vergognata da morire se avesse saputo che qualcuno la stava guardando mentre si strusciava su Chloe, affondando la lingua nella sua bocca in gemiti eccitati. Chloe la lasciò giocare con i bottoni della sua camicetta e slacciarli uno ad uno, fin quando non fu in grado di infilare la mano sotto la stoffa bianca per accarezzarle un seno - ma Chen-Yi era ancora.

Non sembrava intenzionato a desistere. Chloe poteva ignorare la sua presenza, ma lasciare Irene all'oscuro e proseguire le sembrava scorretto.

Si voltò, sfuggendo dai suoi baci. Irene si fiondò allora sul suo collo, ma lei le afferrò le spalle per allontanarla.

«Aspetta, Riri.»

Irene aggrottò la fronte. «Ho esagerato?»

«No, è che... Mi mancava un po' il fiato» sospirò Chloe.

Avrebbe dovuto guardarla negli occhi, ma lo sguardo vagò oltre le sue spalle: la figura del Senza Volto si ergeva immobile lì davanti, con le mani dietro la schiena e gli occhi rossi a fissarla con rimprovero. Irene se ne accorse: si girò a sua volta, ma non poteva scorgere la proiezione del Senza Volto e sfarfallò le ciglia perplessa.

«Vado un attimo in bagno.» Chloe abbozzò un sorriso che non sembrò convincerla. Senza lasciarle tempo per obiettare si divincolò dalla sua presa e uscì a passo svelto dalla stanza.

La proiezione del Senza Volto la seguì, sfumando in nebbia leggera per apparire di fronte a lei dopo che Chloe ebbe chiuso la porta del bagno alle sue spalle. La differenza tra le loro stature non era molta, ma sufficiente per torreggiarla.

«Sei distratta, Kiyoko.»

«Sì, ero molto distratta, grazie per averlo notato» bisbigliò Chloe.

Il Senza Volto non gradì quel sarcasmo piccato: assottigliò gli occhi dietro la maschera bianca, rivolgendole uno sguardo bruciante di rimprovero che fu sufficiente a farla pentire. Chloe serrò le labbra in una linea sottile, chinando il capo.

«Chiedo scusa, Maestro» disse, continuando a tenere bassa la voce. «Mi sono lasciata trasportare.»

«Una leggerezza che accade in modo fin troppo frequente, nell'ultimo periodo» si lamentò Chen-Yi. «La Madre non ti ha concesso di sperimentare la vita fuori dal Tempio perché trascurassi i tuoi obblighi. Il mio richiamo è quello della Madre e perciò degli Dei stessi: non osare ignorarlo. E non osare rivolgerti a me con quel tono.»

Chloe chinò ancora di più il capo. Sollevò le mani a vortice di fronte al suo petto, che sembrava appesantito da un masso che premeva contro il diaframma. «Non volevo mancarti di rispetto, Maestro. Mi dispiace.»

«Non è l'unica cosa che ho da recriminarti: non sei concentrata sui tuoi doveri.» Chen-Yi calcò quell'ultima parola, facendo una piccola pausa prima di continuare. «La tua mente è altrove, il tuo approccio è superficiale e inadeguato. Conosco la Tessitrice che ho addestrato, e non stai sfruttando che una porzione delle tue capacità. I tuoi resoconti somigliano a quelli di una principiante.»

Chloe si accigliò. «Sono completi e puntuali.»

«Sono immaturi» la corresse Chen-Yi, marcando ogni sillaba con sdegno. «Quella ragazza monopolizza la tua attenzione, Kiyoko. I tuoi sentimenti per lei stanno diventando un problema: maggiore è il peso che poni sul piatto della bilancia, maggiore ne servirà per mantenerla in equilibrio. Perciò se...»

«Non sarà un problema» si affrettò a dire Chloe, sforzandosi di tenere salda la voce.

A Chen-Yi non piaceva essere interrotto, ma doveva essere fatto: se avesse proseguito in quell'ammonimento, se le avesse chiesto di interrompere la sua relazione con Irene...

Dei, era stata così stupida! Come aveva potuto abbandonarsi così tanto alla vita di Chloe e credere che non ci sarebbero state conseguenze? Aveva offerto la sua esistenza agli Dei, tutto il resto era secondario. Non avrebbe neppure dovuto esserci, un tutto il resto: i membri dell'Heiko Jun non potevano permettersi una vita fuori dal Tempio, non potevano creare legami e progetti che avrebbero interferito con i loro compiti. E se anche Chloe faceva eccezione, non doveva dimenticare che prima di essere una ragazza era una Tessitrice di Segreti. L'Ordine le avrebbe portato via tutto, se non avesse dimostrato di poter sostenere entrambe le cose.

«Irene non c'entra» disse Chloe, e pregò che il Senza Volto non decidesse di sondare le sue emozioni: non era certa di riuscire a nascondere l'angoscia che si arrampicava lungo il suo petto per quella menzogna. «È stato un mio errore di valutazione: ho creduto di poter risolvere in fretta le mansioni più secondarie, non mi ero resa conto di averle completate in modo approssimativo.»

«Ogni missione è di fondamentale importanza, che si tratti di un'operazione di controllo o di raccolta informazioni, che sia infiltrarti nel Consiglio di Sayfa o tra i suoi contadini» la rimproverò Chen-Yi. «Esigo il massimo impegno in qualsiasi compito ti venga assegnato, non accetto giustificazioni.»

«Sì, Maestro» sussurrò Chloe, minuscola di fronte a lui. Non aveva il coraggio di alzare gli occhi. Poteva sentire il suo sguardo bruciarle addosso, la pressione di quelle accuse stringerle il petto e impedirle il respiro. «Ti assicuro che non accadrà di nuovo.»

Chen-Yi mugugnò in assenso, soddisfatto. Proseguì illustrando a Chloe le sue nuove mansioni e lei ascoltò con attenzione. Non poteva rischiare di svolgere di nuovo un lavoro sbrigativo.

Doveva mantenere quella bilancia in equilibrio, e lo avrebbe fatto.



Poteva forse mancare un'apparizione di Chen-Yi? Ovviamente no!

Questa scena è un po' lo specchio del capitolo 5 di Bluebird, con il "caro" Senza Volto che non perde tempo ad ammonire Chloe quando nota che l'amore si sta mettendo in mezzo. Lì troviamo la stessa frase sulla bilancia, ad esempio, che Chloe conclude al suo posto avendola già sentita: come dice lei stessa, quella in Bluebird non è la prima volta che avevano una conversazione simile... E infatti 👀

Una cosa che mi piace notare è la differente reazione di Chloe stessa, che a questo punto è ancora molto sottomessa e vede nei rimproveri di Chen-Yi una sua mancanza, mentre in Bluebird si mostra già molto più insofferente a riguardo. 

Voi che ne pensate? Avete notato queste differenze? 

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