Day 12

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Salgo sul tram, non devo avere un aspetto fantastico ma non me ne curo troppo. Il posto di fianco a Tracy mi aspetta come al solito, e forse è il posto che mi merito.

Si, sono abbastanza triste, ma voi non lo sareste?

Sto per sedermi quando trilla il cellulare e sicuramente sarà LoveAlarm che è arrivato vicino a Vincent, poi trilla di nuovo, lo sfilo in fretta e trovo il matched con la sua faccia, sarò pessimista ma penso che ci sia qualcosa sotto, magari vuole fare un qualche scherzo in stile cyberbullismo o chi lo sa. Mi faccio coraggio ed una volta salita, giro a sinistra nel corridoio, arrivo al posto dove è seduto, nell'altro c'è il suo zainetto, quando mi vede si affretta a spostarlo, mi butta uno sguardo strano.

Decido di sedermi proprio lì, lo guardo. Ha dei lineamenti così particolari pur non essendo un canone di bellezza maschile.

«Corri parecchio per essere una secchioncella» dice lui, rompendo il silenzio. Vorrei avere la battuta pronta ma dico solo «Già», poi dopo un lungo silenzio dico «Non mi sono comportata bene, sin dall'inizio, e forse non mi sto comportando bene nemmeno ora».

Lui mi guarda, un misto tra 'cosa stai dicendo?' e 'Vai avanti che sono curioso'. Io ci provo, a voce bassissima, quasi un sussurro.

«So che volevate rimanere nella bolla della chat, ed io sto continuamente uscendo da questa bolla. Poi si, è vero, ho pensato a trasferire fuori queste sensazioni, ma è normale, bravi voi se non ci avete mai pensato. Forse è perchè sono... alle prime armi. Non voglio che salti tutto per questi miei errori»

«Per me non cambia nulla, sei tu che ti stai facendo mille viaggi, sei tu che hai delle scorie, e su queste scorie hai costruito narrazioni che mi riguardano, ma che non sono vere»

«Per te è tutto come prima?» chiedo, stranamente speranzosa.

«A me piace quello che succede in chat. Il resto sta fuori, persino il fatto che mi vieni a spiare fuori casa. Quella traumatizzata, quella intossicata da tutte queste cose, sei tu. Quindi per il bene delle nostre chat e per il tuo bene, ti consiglio di liberarti delle scorie e non di procurartene delle nuove, da sola»

Non so bene cosa rispondere, perchè non so bene interpretare i suoi riferimenti alle scorie, al rischio di «intossicazione», ma le porte del tram si aprono e arriva Thomas.

«Ehi ghepardo, quello è il mio posto» mi dice, con la faccia infastidita.

Il primo istinto è quello di alzarmi perchè sono educata e non mi piace dare spettacolo, ma subito mi tornano fuori tutte le cose che avrei voluto dirgli ieri, lo guardo negli occhi, non sono solita sostenere gli sguardi, per me questa è una prova assai ardua, riuscirci è una piccola vittoria.

«Sei fuori dal recinto, Thomas»

«Che recinto?»

«Quello delle capre» sorride Vincent e Thomas lo fulmina con lo sguardo, poi riprende.

«Questo è il mio posto, te lo dico gentilmente, alzati»

Mi alzo, faccio un mezzo inchino indicando la seduta allo sprezzante moro, che si accomoda contento, poi gli piombo sulle cosce.

«Non vorrai lasciare una ragazza in piedi? Non sei maleducato, Thomas, vero?»

Lui mi guarda, poi prende il cellulare, e sento vibrare il mio: LoveAlarm. Mi ha riaggiunto, e ci siamo matchati, non so se ridere, ma poi arriva un'altra notifica, sempre lui.

Ho il cazzo duro

Per colpa tua

Brava capretta

Lo guardo, rimane impassibile. Ho capito che per lui da certe modalità non si può proprio prescindere.

Volevi mandarmi via

pensa te

Così potevo guardarti il culo

E immaginarti mentre te lo mettevo lì di forza

Mi giro verso di lui, con occhi semisgranati, lui non riesce stavolta a rimanere impassibile, mi chino verso di lui.

«Finiscila di scrivere fantasie»

«Sono progetti»

«Allora esci dal recinto, a me sta stretto»

Lui mi guarda, io lo guardo. So che Vincent ci sta guardando ma con la coda dell'occhio vedo che è indifferente a livello sentimentale, come quelli che si fermano a vedere due che fanno a botte nel cortile della scuola.

«Oggi scendi alla mia fermata» mi dice in maniera quasi neutra.

Sento lo stomaco contrarsi, forse non intendevo un epilogo così immediato, ma ormai le capre sono uscite dal recinto, per parafrasare Vincent, che sembra divertito. Annuisco dubbiosa e lui prende in mano il cellulare, scorre indietro la nostra chat fino a martedì, Day 9, mi fa vedere quelle ultime due frasi che ha scritto. E per l'ennesima volta in questa settimana penso di aver fatto una stupidaggine.

All'uscita di scuola, salgo sul tram e scelgo Tracy (sembra la battuta di un film sui Pokemon: Tracy! Scelgo te!) ma la scelta è legata al fatto che non sono serena, ripenso alle chat con Thomas, a quello che ho visto, alla prestanza, a quello che ha fatto ed a quello che mi ha detto. Penso ad un ragazzo che ho fatto arrabbiare, penso ad un ragazzo che mi ha dichiarato volersi fare vendetta. Ma queste cose non erano nella mia testa mentre lo spingevo con le parole ad osare di più del virtuale. In fondo al cervello penso che sappia perfettamente che differenza ci sia tra reale e virtuale, o almeno lo spero.

Alla sua fermata si alza, mi guarda e io, come quando mi guardava in cam, ho un brivido e non posso fare altro che scendere a mia volta, si incammina ed io un passo dietro di lui. Mi chiedo, in quel silenzio così strano, perchè Thomas abbia scelto una sfigatella come me, perchè perseveri con me, quando potrebbe avere di meglio e con meno complessi.

Di nuovo facciamo un sacco di strada, anche questa volta mi sembra di camminare per un tempo infinito.

«Ma abiti veramente così lontano dalla fermata?»

«Non ho mai detto che ti porto a casa mia»

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