Capitolo 15

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~Luna~

«Ci siamo dimenticati le bende» sussurra Viviana, osservando il taglio sul braccio di Felix.
«Tu ti sei scordata le bende» la rimbecca lui di rimando digrignando i denti.
Nonostante il dolore si sforza per continuare a sorridere.
Constato con mio grande soglievo che nonostante tutto sta bene.

Osserva la guardia che ha messo al tappeto, chiunque altro potrebbe pensare che non gliene importi nulla, ma io so che non è così.
Malgrado la faccia rilassata, Felix non è affatto compiaciuto del suo lavoro cruento.
Nemmeno Mira lo è, china sul capitano per sfilargli la chiave dal collo.

Volto la testa prima a destra e poi a sinistra, studiando il posto in cui mi trovo con più calma.
Adesso che mi fermo ad osservare meglio quello che mi era sembrato un atrio pulito, posso notare con estrema chiarezza del sangue secco tra una mattonella e l'altra.
Hanno cercato di rimuovere tutte le tracce di qualsiasi cosa sia successa qui dentro.
Questa vista mi mette i brividi.

«Vi prego, non fatevi uccidere» il nodo alla gola si stringe, mentre sibilo queste parole ai miei compagni.
Mi mordo il labbro aspettando una risposta, che non arriverà mai.
Vorrei essere stata zitta, mentre il silenzio cala su di noi.
Ma che problemi ho?

Nonostante questo non riesco a capire se non voglio perderli perché sono diventati una famiglia per me, o solo perché ho paura di restare sola.
"Fai schifo Luna, il tuo egoismo è terribile oltre ogni misura" vorrei picchiarmi da sola, farmi del male per punire un comportamento del genere.
Ma facendolo ammetterei solo che, in fin dei conti, tutto ciò che mi preoccupa è la a solitudine.
Mi reputo migliore di così, migliore di un guscio vuoto che necessita solo di compagnia.

«Stiamo sprecando tempo» mi aspettavo un intervento del genere da parte di Viviana, ma mi stupisce comunque la decisione dalla sua affermazione.
«Sapete tutti che ormai non possiamo più scappare. Se volete restare qui a crogiolarvi nella paura, non ho nulla in contrario. Ma state certi che io andrò a fare il culo a chiunque si metterà sulla mia strada» un po' della sua adrenalina contagia anche me, mentre prosegue «Non aspetterò un secondo di più qui ferma, sono così incazzata con tutti coloro che lavorano qui e hanno contribuito alla creazione di questo posto che potrei compiere un omicidio senza troppi problemi» non metto in dubbio nulla di ciò che sta dicendo, la luce nei suoi occhi conferma ogni parola. E poi, nessuno sano di mente oserebbe contraddire Viviana in questo momento, in cui ha tutta l'aria di poter fare esplodere l'edificio da un momento all'altro.

Caeli evita qualunque contatto visivo con lei, ma è  d'accordo in modo evidente.
Si ferma a fissarmi.
È come se con lo sguardo mi stesse domandano se sono pronta per ciò che succederà.
Lo sono? Non lo sono?
Nemmeno io lo so, ma se non uscirò da questo posto spero almeno che altre persone lo facciano.
Persone un tempo libere come me, che non vedono la luce del sole da troppo tempo.

~Denise~

Sento il sapore acre del sangue sulla lingua.
Ho mangiato talmente tanto le mie unghie per sconfiggere la paura, che non credo si possano ancora definire tali.

La finestra del soggiorno aperta fa entrare l'aria fresca di una comune serata primaverile.
Comune per chiunque, ma non per me.
So benissimo che ora Viviana sta rischiando la vita insieme a quei pazzi dei suoi amici e al mio insopportabile cugino.
Caeli, non lo vedo da almeno quattro mesi e con tutta onestà spero di continuare così.

Non riesco a stare ferma, continuo a spostarmi da una stanza all'altra spinta da una paura che non so scacciare.
Alla fine mi rassegno buttandomi sul divano.
"Non ci sei tu a rischiare la vita. Sei al sicuro".
È innegabile ciò che la mia mente dice, eppure non ci riesco, non riesco a fare finta che vada tutto come al solito.

«Signirina, si sente bene?» Lucy è sempre dolce con me e ormai mi conosce troppo fin troppo.
È in grado di interpretare i miei comportamenti, ma in questo momento il mio stato d'animo è più che chiaro.
Vorrei raccontarle ogni cosa e dividere il peso del segreto che porto con me.
Ma posso fidarmi?
Se c'è una cosa che la vita mi ha insegnato è che tutti sono bravi a pugnalare alle spalle, tutti prima o poi tradiscono la tua fiducia, tutti sono dei potenziali nemici.
Questo è un segreto troppo importante per essere rivelato così su due piedi.
Verrà con me nella tomba.

«Certo» replico senza troppi giri di parole, distendendo i muscoli e sollevando la testa.
Uso il tipico sguardo da "lasciami- in -pace" che sfoggio in modo regolare almeno una volta al giorno.
Quando lo uso i motivi posso essere i seguenti:
1) Ho avuto una giornata peggiore del solito
2)Ho avuto una giornata peggiore del solito e vederti non sta aiutando
3) Ho avuto una giornata peggiore del solito, vederti non sta aiutando e in più ho fame.

Prendo in considerazione l'idea di fare un bagno in piscina, ma appena metto un piede nudo sul freddo pavimento questo pensiero evapora in modo più veloce di come è arrivato.

In questi giorni mi sembra sempre che mi manchi qualcosa.
È come se dentro di me ci fosse un vuoto, un grande buco che risucchia tutto.
Ma forse è normale, dopotutto anche all'infinito manca la sua fine.
Mi stendo ad osservare il soffitto, nella speranza di addormentarmi presto.

Ciao,
Mi scuso subito per il ritardo della pubblicazione del capitolo.
In questo caso non c'entra la scuola, è colpa di una dannatissima cosa chiamata blocco dello scrittore.
È un miracolo che io sia riuscita a scrivere queste 900 parole che avete letto.
Ho volutamente staccato un po'dal clima del C.D.S.A per concentrarmi su Denise.
Mi piace come personaggio, ma è ancora troppo poco definita. Secondo voi forma una bella coppia con Viviana? Vi piacciono insieme?
Io, con tutta sincerità, le trovo abbastanza simili. Non so se la loro relazione possa reggere con il tempo, ma fino ad ora sembra funzionare bene. Non ho specificato la sua età, ma ha diciassette anni se vi interessa.
Dovete tenere presente che, come ho già spiegato, la società è piuttosto arretrata. Perciò una ragazza come Denise può già essere considerata una donna. Questo comporta il bisogno di un lavoro, di una casa, e in molti casi di un marito che spesso viene scelto dalla famiglia.
Bene, credo di aver parlato abbastanza.
Ci sentiamo al prossimo capitolo, che spero arriverà presto.

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