Capitolo 37.

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Scendiamo le scale e troviamo mia madre in sala a guardare la tv.

"Ciao ragazzi!" Ci sorride.

"Ciao mamma" Fingo un sorriso, lui la saluta comportandosi nel medesimo modo.

"Qualcosa non va?" Co guarda preoccupata.

"No, è tutto okay, solo... Io e Marco andiamo a farci un giretto. Non so per quando torneremo, perciò... Non stare in pensiero, d'accordo?" Sorrido andando ad abbracciarla.

"Oh... Va bene. Per qualsiasi cosa chiamatemi però"

"Certamente" Annuisce il mio ragazzo per poi uscire con me.

"Amore,guardami" Sussurra prendendomi dolcemente il viso tra le mani. Lo ascolto. "Va tutto bene. Ci sono io qui con te, non riaccadrà più niente. Devono solo provarci a dirti qualcosa e giuro che..."

"E' tutto okay" Lo tranquillizzo sorridendo. "Stavo solo pensando che... Ci saranno infiniti casi come il mio nel  mondo ed io... Devo fare qualcosa. Il mio errore non lo dovrà più commettere nessuno"

"Nemmeno la ragazza che è caduta una volta?"

"No, nemmeno. In genere quando cadi nella vita, metti in conto che può riaccadere... Ma non se cadi così tanto in basso, da capire che manca poco per trovarti tra la vita e la morte... Da lì fidati che puoi solo risalire e fai di tutto per non ritornarci" Faccio un respiro profondo. "Sto bene, Principe!" Sussurro l'ultima parola per rispetto a questa cosa solo nostra e noto che il suo sguardo cambia notevolmente: torna subito sereno e uno splendido sorrisone a trentadue denti compare sul suo volto. Mi abbraccia.

"Vi amo, mia Principessa. Non so cosa farei senza di voi oramai!"

"Vi confesso che la penso allo stesso modo" Dalla felicità mi cinge i fianchi e comincia a camminare. Finiamo contro a un muro. Continuiamo a baciarci.

"Marco... Siamo..." 

"E allora? Temi gli invidiosi?" Sussurra a un centimetro dalle mie labbra.

"Assolutamente no" Rispondo convinta continuando a baciarlo.

"Ah questi giovani d'oggi! Hanno perso il decoro! E soprattutto il pudore! Mi chiedo dove andremo a finire..." Io e il mio ragazzo ci stacchiamo. Mi mette giù e io mi volto fingendo comunque una certa indifferenza. E' una signora neanche troppo anziana in realtà..Avrà si e no sessant'anni, non di più.  Ha i capelli bianchi, gli occhi azzurri ed è vestita di verde, con la borsa e le scarpe dorate.

"Io trovo che siano carini" E' una ragazzina. Lei avrà tredici, quattordici anni. 

"Che tenera,grazie!" Rispondo avvicinandomi. "Menomale che esiste ancora gente con una mentalità aperta!" Rivolgendomi alla signora dico:"Detto sinceramente mi rifiuto di chiedere scusa perché voglio baciare il mio fidanzato in mezzo alla strada. E' un gesto d'amore, di cui nessuno dovrebbe vergognarsi! Mi sembrava anche una cosa semplice, nonostante gli fossi in braccio... Ma credo che queste siano cose nostre.

E' vero, ci sono cose che sarebbe meglio non fare in pubblico... Ma non penso che baciarsi sia tra quelle. Anzi! 

E le dirò di più... Sa perché voi ci odiate tanto? Perché noi abbiamo coraggio. Quello che a voi mancava.

Alcuni sono maleducati, è vero... Ma ad altri voi sotto sotto li invidiate. Lei in quel momento, ad esempio! Ha visto una giovane coppia baciarsi e ha preferito aggregarsi alla massa di pecoroni ristretti mentalmente che dice che noi giovani abbiamo perso il senso della misura e tutte le altre cavolate che circolano sul nostro conto.

Le posso assicurare che io amo quel ragazzo e che dal primo momento in cui l'ho visto ho desiderato potesse essere l'uomo della mia vita... Poi mi sono alzata le maniche e me lo sono andata a prendere. Ci siamo presi. E adesso stiamo insieme.

C' è voluta fatica, nemmeno lui sa quanta... Ma adesso io sto bene. E sono felice come non lo sono mai stata e vorrei solamente urlarlo al mondo e non mi trattengo!" Vado verso il mio ragazzo:"Marco, ti amo" Sussurro. "Hai capito?" Inizio ad alzare la voce un pochino. "Ti amo!" Urlo e lui mi prende in braccio sorridendo. 

"Ti amo Luce!" Urla a sua volta per poi scoppiare a ridere e baciarmi.

Mi mette giù.

"Siamo la generazione di chi osa... Per questo vinceremo sempre e continueremo a farlo" Dice lui stringendomi forte. "E anche chi è troppo timido prima o poi si sveglierà" 

"Questa è superbia... Anche noi osavamo!"

"Tutti osano, basta avere un motivo!" Interviene la ragazza. "E loro ce l'hanno" 

"Siete solo dei ragazzini impertinenti e maleducati..." Conclude la signora.

"No, mi dispiace ma si sbaglia" Dice il mio fidanzato. "Siamo solo dei ragazzini che hanno capito cosa vogliono nella vita e che non si lasciano intimorire dalla gente che giudica senza conoscere. Io voglio lei" Mi guarda negli occhi facendomi sorridere di nuovo. Sorriso che scappa anche a lui:"Lei vuole me..." Riguarda la signora: "Abbiamo sprecato troppo tempo, ma adesso ce lo riprendiamo e pure con gli interessi. E non permettiamo a nessuno di dirci quando e dove darci un bacio, perché non ci pare di essere andati oltre urtando la sensibilità di qualcuno" Arriva il pullman e la signora vi sale senza degnarsi di uno sguardo.

"L'avete asfaltata, ragazzi!" Sorride la ragazzina facendoci ridere.

"Volevamo soltanto dire la nostra!" Esclamo.

"E comunque grazie mille, sei molto dolce" La guarda Marco.

"Ha ragione. Grazie anche da parte mia" Aggiungo.

"E di cosa?" Sorride.

"Come ti chiami?" Sussurro avvicinandomi.

"Giulia. Voi?"

"Lucrezia"

"Marco"

"E... Come mai la chiami Luce?" Lo guarda.

"Vuoi la risposta poetica ma scontata o l'altra?" 

"Entrambe, se è possibile" Sorride Giulia.

"Bhe... Mi sembra chiaro: lei è la mia Luce! Testarda, sempre pronta a guardare il lato positivo e a cacciarsi nei guai, ma a riuscirne ad uscire a testa alta..." Mi guarda. "Sempre così vera.  

L'altra è che sono delle lettere del suo nome messe insieme" La guarda facendola ridere.

"Siete davvero bellissimi! E tu sei molto romantico!"

"Grazie!" Sorride lui.

"E tu sei molto dolce!" Rispondo io.

Arriva il pullman e saliamo (dopo aver salutato Giulia).

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Il giorno dopo mi alzo ed eseguo la mia routine. Prendo il bus (nonostante mamma abbia insistito per accompagnarmi ho rifiutato... Doveva portare la nana! Avrebbe fatto tardi una delle due!) vado a scuola, giornata normale. Viene a prendermi Marco.

A casa, pranziamo velocemente dopodiché laviamo i piatti, vado in camera, svuoto lo zaino e lo riempio nuovamente con tutto l'occorrente, per poi uscire di corsa per andare al lavoro.

"Hai tutto?" Mi chiede. "Oggi non dovevi studiare?"

"Devo solo fare qualche esercizio di storia, tranquillo" Lo rassicuro. "Li farò nella pausa"

"D'accordo"  Mette in moto e partiamo.

Arriviamo con dieci minuti d'anticipo, andiamo a cambiarci in tempo record (tre minuti!) e ci guardiamo negli occhi.

"Io direi che inizio" Prendo lo zaino. 

"Io direi che è un'ottima idea" Dice andando a preparare i tavoli. "E il sottoscritto fa lo stesso"

"Che ci fate già qui?" Fanno capolino Alessia e Marta. 

"Sorprese?" Domando ridendo.

"Un pochino,sì..." Sta al gioco l'ultima. Alessia invece mi si avvicina:"Cosa studi oggi?"

"Oh... Sto solo facendo qualche esercizio di storia... Sono in ritardo, erano per ieri... Ma punto sul fatto che non li abbia corretti grazie alla spiegazione del nuovo capitolo!" Rido facendo fare lo stesso a lei.

"Grande! Io amo la storia..."

"Davvero?" Annuisce.

"E' affascinante conoscere come hanno vissuto le persone prima di te, non trovi? Peccato solo per tutte quelle guerre inutili... Ma concentriamoci sul bello: pensa agli abiti d'epoca delle signore!" Le brillano gli occhi. "Lunghi, con il corpetto ... Davvero meravigliosi! Oggi se ce ne mettiamo uno dobbiamo prestare attenzione a mille cose: a chi ci deride, a chi sparla, e dobbiamo pure camminare a passo svelto!"

"Non è colpa nostra" La guardo duramente.

"Appunto! Questa è la cosa peggiore... E la cosa ancora più schifosa è che accadeva anche lì!"

"Come le discriminazioni!" Aggiunge Marta. "Per tutte le persone diverse... Che poi mi sono sempre chiesta: ma se noi siamo tutti diversi gli uni dall'altro, che senso ha aggredire, verbalmente e fisicamente, una persona che ha un'orientamento sessuale, o il colore della pelle diverso dal tuo? Allora perché non farlo con chi ha i capelli diversi! Io ce li ho lisci, lei oggi ce li ha ricci! Perché non le tiro un ceffone?

Perché la gente non riesce a capire che la diversità è un qualcosa di positivo? Che serve e aiuta a crescere! Se io so fare una cosa e tu ne sai fare un'altra... Uniamoci e traiamo il doppio del profitto! No?" 

"Purtroppo non tutti sono intelligenti come voi ragazze... L'hai detto tu: diversità!" E' Simona. Ha in mano un foglio. Mi si avvicina:"Questo è per i tuoi, fallo firmare e riportamelo entro settimana prossima. D'accordo?" Annuisco. "Grazie"

"Di niente... E che non vi venga mai più in mente una cosa simile, chiaro?" Annuiamo.

"Che mi sono perso?" Ecco entrare Davide.

"Ciao!"  Lo salutiamo.

"Niente..." Lo guarda Marco. Basta uno sguardo e si sono capiti, quindi i due si allontanano. Guardo l'orologio:due minuti. 

Mi affretto a fare il possibile,ripongo accuratamente nello zaino libri e quaderni lanciando a casaccio astuccio e diario (non c'è più posto!). Chiudo a fatica lo zaino rischiando pure di rompergli le cerniere, lo metto al solito posto e poi vado all'entrata insieme a Marco.

D'un tratto si stranisce.

"Tutto bene?" Domando mantenendo un sorriso cordiale per i colleghi. 

"S-Sì, tranquilla" E' nervoso.

"Sicuro?" Lo guardo. Entrano un uomo e una donna con un sorriso smagliante.

"Buonasera" Salutano cordialmente.

"Buonasera!" Rispondo allo stesso modo. "Avete una prenotazione?" 

"Veramente sì, a nome Nandelli" Sorride lei. Ma... E' il cognome di Marco! Lo guardo sorpresa, poi torno a loro:"Certo! Prego, andiamo al librone e verifichiamo subito"   Mi allontano e la signora mi segue.

"Come pensavo!" Sorrido leggendo. "Tavolo sette. Prego, le faccio strada" 

"Grazie, cara!"  

Noto che il marito ci segue. 

Nel tragitto prendo due menù. Sono... Ahh! Non me l'aspettavo!

"Prego" Glie li porgo. "Adesso vi porto l'acqua. Naturale o frizzante?" 

"Naturale, grazie"

"Arriva subito. E... Volete del vino?" Aggiungo.

"Per questa sera direi che si può anche saltare, caro" Sorride lei. "Non vorrai che ti ricordi l'ultima volta..." Si avvicina a me sussurrando:"Non la smetteva più di cantare! Ed erano le quattro del mattino!" Inizio a ridere.

"Che c'è di male in un po' di allegria?" Scherzo facendo venire un sorriso anche a loro.

"Ad ogni modo no, la ringrazio signorina" Mi risponde il padre.

Annuisco.

"A breve tornerà un mio collega a prendere le ordinazioni, voi scegliete pure con calma. Buona serata" Sorrido andandomene.

Mi avvicino a Marco, ma lui mi blocca.

"Non dire una parola" E' imbarazzatissimo. "Non sapevo venissero! E non oggi!" 

"Ma perché, scusa?" Sorrido. "Sembrano simpatici!"

"Lo sono, è solo che... " Abbassa la testa. "No,niente"

"Andiamo!" Lo incalzo.

"Mi sarebbe piaciuto fare le cose per bene..." Ammette arrossendo. "Tutto qua! Senza... Queste imboscate!" 

"Ma dai!" Rido. "Volevano solo venire a trovare loro figlio al lavoro, oppure venire a mangiare qui! Non ci vedo nulla di male!"

"Come vuoi..." Mi guarda ancora non del tutto convinto, poi alza la testa guardando alle mie spalle:"Oh, ci sarà da ridere oggi... Quelli non sono i tuoi?" 

Mi volto e li vedo. C'è pure Chiara!  Ci guardiamo. Qualcosa mi dice che sarà una lunga serata!

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