CAPITOLO 56

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TOBIAS

NEI GIORNI SEGUENTI NE APPROFITTO quando Christina viene a trovare Tris per andare a camminare per i corridoi della residenza per tenere a bada il dolore,visto che non riesco neanche a dormire.
Nemmeno provandoci.
In questo viaggi noto che sui monitor ci sono camion che fanno avanti e indietro per trasportare persone che vogliono venire qui,per scoprire la verità,quella verità per cui io ora mi sento così solo e triste,la verità per cui ora Tris è in coma.
Le persone che in questi giorni si stanno riprendendo dall'effetto del siero della memoria vengono divisi in due gruppi:spiegano che non ci sono persone pure e danneggiate,e che il DNA varia da una persona a un'altra.Spiegano anche che la loro memoria è stata cancellata a causa di un incidente avvenuto mentre si stava facendo pressione sul governo sui diritti dei GD.Un incidente.Ecco come chiamano l'evnto che mi sta portando via Tris.
Nom sto mai con Christina quando va a trovare Tris,perché la compagnia altrui mi soffoca,poi però mi trovo paralizzato dalla solitudine.Sono terrorizzato,e non so neanche di cosa ho paura,visto che non ho più speranze che Tris si svegli.
Mi infilo le mani in tasca e vado fuori a prendere una boccata d'aria,per riempirmi di un'anima nuova,speranzosa,e svuotarmi di quella vecchia,ormai rassegnata.All'ingresso c'è un gruppetto di persone davanti alla scultura di pietra,e tra di loro una persona a me familiare seduta su una sedia a rotelle.Nita.
Attraverso la barriera di sicurezza ora inutilizzata e mi fermo a guardarli da una certa distanza.Reggie sale sulla lastra di pietra e apre una valvola sul fondo della vasca.Le gocce si trasformano in un flusso d'acqua e,poco dopo,in una specie di cascata che si riversa giú,inzuppandogli l'orlo dei pantaloni.
"Tobias?"
Sento un brivido.È Caleb.Mi giro dall'altra parte,cercando una via di fuga.
"Aspetta.Per favore" mi richiama.
Non voglio guardarlo,o sentirlo,o qualsiasi cosa per interaggire con lui.Non voglio ricordarmi per colpa di chi Tris è in questa situazione,per quale vigliacco è andata nel Laboratorio Armamenti.Caleb non si meritava un tale sacrificio.Non voglio sapere se è addolorato o meno per Tris.
Eppure lo guardo,per vedere se troverò in lui qualcosa di lei.
Ha i capelli sporchi e spettinati,gli occhi verdi iniettati di sangue e la bocca contratta.
No.Non ha niente di lei.
Scusa,non volevo disturbarti" inizia. "Ma ho una cosa molto importante da dirti...che lei voleva dirti,prima..."
"Va avanti" lo interrompo secco io,senza dargli il tempo di provare a completare la frase.
"Lei mi ha chiesto di dirti..." si interrompe,con le parole che gli si soffocano in gola;poco dopo riesce a ricomporsi e continuare. "Voleva che tu sapessi che non voleva lasciarti."
"Ah no!?" rispondo acido e con tutta la rabbia in corpo che cerca di esplodermi fuori come una bomba. "Allora perché è andata lei nel Laboratorio Armamenti e non ha lasciato che andassi tu?"
"Credi che non me lo continui a chiedere?" sbotta lui. "Forse mi voleva bene.Abbastanza da puntarmi uma pistola alla testa e andare al posto mio.Non ho idea del perché,ma è così."
Se ne va prima che io possa reagire.Bene,non so cosa gli avrei risposto,perché non esiste modo per esprimere la rabbia che provo.Sbatto le palpebre per ricacciare le lacrime che mi stanno pungendo gli occhi come mille aghi,e mi siedo a terra proprio in mezzo all'ingresso.
So perché voleva che sapessi perché non voleva lasciarmi.Voleva che sapessi che non era un'altro quartier generale degli Eruditi,o una bugia detta per farmi dormire mentre lei si sacrificava per tutti noi,o un'altro inutile atto di autoimmolazione.
Mi strofino forte le mani sugli occhi,come per poter ricacciare indietro le lacrime.Non piangere mi dico irritato,infanstidito e un po' stanco.Se permetto che qualsiasi emozione fuoriesca,uscirà tutta,insieme alle altre,come una cascata.E non so se finirà mai.
Dopo un po' sento delle voci vicino a me,Cara e Peter.
"Questa scultura era un simbolo di cambiamento" gli sta spiegando lei. "Di un cambiamento graduale, ma ora la stanno tirando giù."
"Ah,davvero?" Peter sembra desideroso di apprendere. "Perchè?"
"Ehm...te lo spiego dopo,se per te va bene.Ricordi come si torna al dormitorio?"
"Si." Annuisce.
"Allora...torna lì per un po'.Ci troverai qualcuno,se avrai bisogno di aiuto."
Poi Cara viene da me e io mi faccio piccolo piccolo,preparandomi al suono della sua voce.Invece lei non fa altro che sedersi a terra accanto a me,le mani intrecciate in grembo,la schiena dritta.Attenta ma rilassata,guarda la scultura e Reggie,in piedi sotto la cascata d'acqua.
"Non è necessario che stai qui" le dico.
"Non devo andare da nessun'altra parte.E il silenzio è piacevole."
Così rimaniamo seduti l'uno accanto all'altra a guardare l'acqua,in silenzio.E a condividere un dolore che ci sta affliggendo come mille coltelli che ti penetrano uno a uno nella pelle,ogni minuto che passa,uno piú doloroso dell'altro.

***

"Eccovi qui" esclama Christina,correndo verso di noi.Ha la faccia gonfia e la voce debole,come un respiro pesante. "Venite,è ora.Lo stanno staccando."
"Tu non eri con Tris?" chiedo con un pizzico di stupore nella voce,ma mi pento subito dopo di aver fatto quella domanda,perché i suoi occhi si riempiono di lacrime diventando lucidi. "Mi fa ancora troppo male vederla in quello stato.Non ce l'ho fatta a rimanere."
Senza aggiungere altro,io e Cara ci alziamo in piedi.Hana e Zeke non si sono allontanati dal corpo di Uriah da quando siamo arrivati,le mani che cercavano un contatto con la sua,gli occhi che cercavano in lui uno sprizzo di vita.Ma non è rimasta più vita,c'è solo una macchina che gli fa battere il cuore.
Cara cammina dietro di me e Christina,mentre andiamo verso l'ospedale.Non dormo da giorni ma non mi sento stanco,non nel modo in cui mi ci sento di solito,anche se il corpo mi fa male quando mi muovo.Io e Christina non parliamo,ma so che stiamo pensando alla stesaa cosa...a Uriah e ai suoi ultimi respiri.Mi sfiora il pensiero che anche Tris potrebbe essere al posto di Uriah, sento un groppo salirmi in gola.No,non ci voglio pensare.
Raggiungiamo il vetro che si affaccia nella sua stanza.
Evelyn è già lì -è andata a prenderla Amar al posto mio qualche giorno fa- e cerca di toccarmi la spalla,ma io mi scosto,non voglio avere supporto.
Dentro la camera ci sono Zeke e Hana,sui due lati di Uriah.Lei gli tiene una mano e lui l'altra.Un dottore,vicino alla macchina per monitorare il cuore,allunga una cartella...non ad Hana e nemmeno a Zeke,ma a David.Seduto sulla sua sedia a rotrelle.Incurvato e confuso,come tutti gli altri che hanno perduto i loro ricordi.
"Che cosa ci fa lui lì?" Mi sento tutti i muscoli,le ossa,i nervi andare a fuoco.
"Tecnicamente è ancora il direttore del Dipartimento,almeno finche non lo sostituiranno" dice Cara dietro di me. "Tobias,non si ricorda niente.L'uomo che conoscevi non esiste più.È come se fosse morto.Quell'uomo non si ricorda di aver sparat..."
"Sta' zitta!" grido.
David firma la cartella,si volta e si spinge verso l'uscita.La porta si apre e io non riesco a trattenermi,mi lancio su di lui,e solo il corpo d'acciaio di Evelyn riesce a impedirmi di stringergli le mani intorno alla gola.Lui mi lancia un'occhiata stranita e prosegue lungo il corridoio,mentre io premo contro il braccio di mia madre,che è come una sbarra d'acciaio contro le mie spalle.
"Tobias" mi richiama. "Stai.Calmo."
"Perché non l'hanno rinchiuso?" sbraito con gli occhi troppo annebbiati per vedere alcunché.
"Perché lavora ancora per il governo" spiega Cara. "Il fatto che abbiano dichiarato che è stato uno sfortunato incidente non significa che hanno licenziato tutti quanti.E il governo non lo metterà in prigione solo perché,costretto dalle circostanze,ha sparato e mandato in coma una ribelle."
"Una ribelle" ripeto. "È solo questo lei?"
"No" mi risponde Cara con dolcezza. "Naturalmente no,ma è così che la considera il governo."
Sto per rispondere,ma Christina ci interrompe: "Ragazzi,lo staccano."
Nella stanza di Uriah,Zeke e Hana uniscono le mani libere sopra il suo corpo.Vedo le labbra di Hana muoversi,ma non riesco a capire cosa sta dicendo.Gli Intrepidi hanno delle preghiere per i moribondi?Gli Abneganti reagiscono alla morte con il silenzio e con i riti,non con le parole.Scopro che la mia rabbia sta scemando e mi trovo di nuovo perso in un dolore ovattato,questa volta non solo per Tris ma anche per Uriah,il cui sorriso è marchiato a fuoco nella mia memoria.Il fratello del mio amico,e poi mio a mico a sua volta,anche se non abbastanza a lungo da farmi contagiare dal suo senso dell'umorismo...non abbastanza a lungo.
Il dottore abbassa alcuni interruttori,stringendo la cartella contro il petto,e le macchine smettono di respirare al posto di Uriah.Le spalle di Zeke sono scosse da un tremito e Hana gli stringe la mano con forza,finché le nocche diventano bianche.
Poi dice qualcosa e apre le mani di scatto,fa un passo indietro,allontanandosi dal corpo del figlio.E lo lascia andare.
Mi allontano dal vetro.Cammino all'inizio,poi mi metto a correre,attraversando un corridoio dopo l'altro,provando a tornare da Tris,ma non mi importa se è la strada giusta o no.Continuo a correre indifferente,cieco,vuoto.

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