Capitolo 11. Evenienza

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"Ah... La testa."

Riaprii gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre. Nel giro di pochi secondi, anche se con grande fatica, le mie pupille misero a fuoco un soffitto di travi.

"S-Sono vivo?"

<<Alekos!>> la voce di Abohr giunse chiara al mio orecchio.

Un attimo dopo vidi il suo volto comparire sopra di me, intento a scrutarmi. Era pallido, ma da una parte sembrava anche estremamente sollevato.
Un sorriso illuminò il suo volto per un secondo, poi si voltò rapido dall'altra parte.

<<Hei! Alekos si è svegliato!>> lo sentii gridare in una direzione imprecisata.

<<Cosa...Cosa è successo?>> chiesi in un balbettio confuso, cercando di raddrizzarmi.

Con uno sforzo non indifferente, riuscii a girarmi su un fianco, sollevando di poco il busto mentre reggevo il peso col braccio poggiato a terra; la testa mi faceva male e la tempia, nel punto dove ero stato colpito da Anieska, mi pulsava dal dolore. Mi portai una mano alla ferita e sentii che era stata ricucita, forse con del filo di cotone, mentre il sangue era stato accuratamente lavato via.
Anche risintonizzare i pensieri fu un'impresa. La prostrazione che avvertivo nel corpo mi faceva sentire come se stessi risorgendo da un pesante stato letargico, un coma dal quale faticavo a sottrarmi del tutto. Era stato come spegnersi, nulla più che una macchina che si potesse disattivare premendo un tasto, e la cosa contribuiva a rendermi a malapena cosciente di cosa accadeva intorno o di quanto tempo fosse passato.

<<Sei svenuto poco dopo che abbiamo messo piede fuori dalla casa.>> mi ripose Abohr <<Mi ero accorto troppo tardi che eri in difficoltà. I bambini ti stavano assalendo e io non ero capace di scacciarli. Ad un certo punto è arrivata anche Anieska.>> 

Si fermò un attimo, scuotendo la testa come per scacciare via un pensiero orribile.

<<Non so come, ma la collana che portavi al collo si è illuminata e ha emesso uno scoppio tremendo. Anieska e i bambini sono fuggiti via, come ustionati da una forza invisibile. Se non fosse stato per quell'amuleto, probabilmente saremmo già morti entrambi da un pezzo.>>

Abbassai lo sguardo sul pavimento e vidi che a terra, poco distante da me, c'era la collana che mi aveva dato Tersicore. La pietra al centro era completamente frantumata e il colore rosso era scemato, sostituito da una più tenue sfumatura di rosa.

<<Quando ho capito che eravamo salvi, mi sono avvicinato a te. Eri incosciente e perdevi molto sangue dalla fronte. Ti ho messo un braccio intorno alle mie spalle e ti ho trascinato fino al Tempio, ma da allora non hai fatto altro che delirare e contorcerti e non siamo riusciti a svegliarti.>> si fermò un attimo, deglutendo.

<<Cosa?>> mormorai debolmente.

Abohr rialzò piano la testa, rivolgendomi un'espressione estremamente costernata.

<<Abbiamo pensato che di lì a poco saresti morto...>>

In quel momento, Tersicore, Khorine e Nieve entrarono nella sala correndo. Appena posarono gli occhi su di me, i loro volti si illuminarono di sollievo.

<<Alek, stai bene!>> esclamò Nieve, inginocchiandosi al mio fianco.

<<Grazie al cielo... Avevi la febbre altissima e continuavi a contorcerti nel sonno.>> disse Khorine <<Era come se fossi caduto in coma.>>

<<Abbiamo temuto che potessi non riprenderti mai più...>> aggiunse Nieve.

Mentre parlava, mi toccò dolcemente il braccio, quasi carezzandomi; c'era una debole nota di commozione nella sua voce. La guardai negli occhi e una sfumatura nel suo sguardo mi fece intendere che aveva realmente avuto paura di vedermi morire.

Tersicore si avvicinò con la solita discrezione, ma anche dal suo viso trasparivano i segni di una ritrovata serenità.

<<Sono felice che stai bene, non credevo che ti saresti ripreso.>> disse sorridendo <<Anieska deve aver provato a reclamare la tua anima, ma per fortuna il potere dell'amuleto ti ha fatto da scudo. È davvero una fortuna che io te l'abbia dato, non so cosa sarebbe successo altrimenti.>>

Guardai di nuovo l'amuleto, soffermandomi sulla gemma distrutta. I ricordi delle mie visioni contorte riaffiorarono a galla, facendomi aggrottare le sopracciglia.

<<Sì...>> mormorai in risposta, quasi assente. Avevo la voce rauca e mi sentivo ancora piuttosto debole. Khorine mi porse una ciotola con un po' d'acqua. Accettai di buon grado, bevendo a piccoli sorsi.

<<Ti senti meglio?>> mi chiese Abohr <<Riesci ad alzarti?>>

<<Credo di sì>> gli risposi <<Ma devo dirvi una cosa.>>

La mia affermazione sortì un effetto immediato; tutti mi rivolsero la loro attenzione, raccogliendosi intorno a me.

<<Forse so cosa sta succedendo qui.>> continuai <<Adesso capisco cosa è avvenuto in questo mondo.>>

Presi fiato e descrissi per filo e per segno il contenuto dei miei sogni tormentati. Le visioni, il destino di Hamal, perfino la mia improvvisa e irrazionale brama di vedere in Anieska mia madre. Tutti e quattro mi ascoltarono attentamente, lasciando che concludessi il racconto senza interruzioni.

<<Il dolore e l'ira che ha provato dopo l'assassinio di suo figlio sono gli elementi che adesso guidano il suo spirito.>> conclusi.

<<Sei sicuro che non sia stato tutto un sogno?>> domandò Khorine perplessa.

<<Sicurissimo.>> risposi senza esitazioni <<C'era qualcosa... qualcosa di troppo reale. E poi alcuni elementi sembravano ricollegarsi a delle cose che abbiamo visto qui. Come i bambini morti, per esempio. E il fatto che i minorenni che si inoltrano nella Foresta vengono inesorabilmente intrappolati in questo mondo. Capite che intendo? Gli eventi sono connessi e hanno tutti avuto origine da questa vicenda.>>

Abohr mi guardò per qualche secondo, facendo uno strano movimento con la mandibola, segno che stava riflettendo sulle mie parole.

<<Tu cosa pensi?>> chiese a Tersicore, forse perché aveva notato una strana espressione sul volto della sacerdotessa.

<<Come ho detto, quando sei caduto in coma Anieska ha fatto di tutto per impossessarsi del tuo spirito.>> disse Tersicore, riportando ad alta voce i suoi pensieri <<In qualche modo, il potere dell'amuleto ha cercato di contrastare il suo richiamo. A causa di questa opposizione, nel mentre la tua anima cercava di restare ancorata al corpo, il tuo subconscio ha preso contatto con quello di Anieska.>>

<<Significa che sono entrato nella sua mente?>> chiesi incredulo.

<<Beh più o meno... In un certo senso è come se l'attrito tra i due poteri ti avesse sospeso in una dimensione temporanea, proiettando la tua mente nei ricordi di colei che cercava di assoggettare il tuo libero arbitrio al suo volere.>>

Annuii silenziosamente, frastornato dalla natura di queste informazioni. Io...
Io ero entrato in contatto con Anieska? Avevo visto i suoi ricordi?

<<In base a quello che mi hai detto...>> disse Tersicore, passandosi un dito sul mento <<...pare che Hamal sia stato immolato in sacrificio.>>

<<Veramente terribile.>> commentò Khorine, turbata <<Il solo pensiero mi fa davvero impressione.>>

Abbassò la testa, restando in silenzio per qualche secondo, come rimunginando su qualcosa.

<<Sapete, io...>> disse infine <<Riesco quasi a comprendere l'ira di Anieska.>> 

Forse non si aspettava di trovare condivisione su questa parte, infatti pronunciò le ultime parole in tono più basso.

<<In realtà anche io come te ho rivalutato la situazione.>> le dissi <<Il bambino di quella donna è stato strappato dalle braccia della sua stessa madre ed è stato sgozzato davanti a lei... Farebbe impazzire di dolore chiunque...>>

<<Questo spiega perché sia in cerca di vendetta.>> osservò Nieve.

<<Già. E anche perché cerchi così insistentemente di fare dei bambini e dei ragazzi che cattura una sorta di sostituti di Hamal...>> dissi.

Ripensai per un attimo ai bambini cadavere al villaggio, al loro aspetto deforme e scheletrico, e a stento mi trattenne dall'aggiungere "sostituti imperfetti".

<<Forse c'è qualcosa che possiamo fare. Qualcosa per placare la sua rabbia selvaggia...>>

<<Se Anieska rapisce i bambini nel tentativo di sostituire suo figlio...>> s'intromise Tersicore <<...l'unica possibilità sarebbe quella di riunirla col suo amato Hamal. Così forse potrebbe trovare la pace.>>

<<E pensi che noi potremmo finalmente lasciare la Dimensione?>> domandò Abohr.

Tersicore si prese qualche secondo prima di rispondere.

 <<Credo di sì. A quel punto, senza la forza di un'emozione profonda come il suo rancore e la sua sete di vendetta, non avrebbe più alcun potere qui. Le anime dei morti sarebbero libere di ascendere all'aldilà, mentre voi sareste liberi di tornare a casa.>>

<<Come una sorta di campo magnetico... La sua attrazione qui finirebbe all'istante...>> rifletté Abohr ad alta voce <<Se plachiamo il problema alla radice, allora forse...>>

<<Ma Hamal è morto.>> lo interruppi io <<Come facciamo a riunirli? C'è modo di riportarlo da sua madre?>>

<<Non lo so...>> rispose Tersicore. Dalla sua espressione capii che stava riflettendo sulla possibilità che un modo effettivamente ci fosse. Si morse il labbro, con sguardo pensieroso.

<<Nel dirlo ho sentito dentro di me che un senso poteva avercelo, ma in realtà non saprei come metterlo in pratica...>>

<<Siamo davvero nei guai.>> esclamò Nieve di punto in bianco. Mi fu quasi impossibile non notare una strana inflessione nella sua voce.
Si alzò in piedi, passandosi le mani dietro al collo in un gesto di frustrazione

<<Dovremmo riunire un bambino morto a sua madre...>> continuò <<ma non sappiamo se effettivamente si possa fare... E anche qualora dovessimo riuscirci, non sappiamo se Anieska sarà abbastanza lucida da non attaccarci lo stesso.>>

<<Nieve...>> provò a dire Abohr, sebbene la sua voce non suonò così ferma forse avrebbe voluto nelle intenzioni. Qualcosa nelle parole di Nieve aveva incrinato la sua sicurezza

<<So di essere pessimista...>> continuò lei, senza fare più nulla per nascondere il suo evidente turbamento <<...ma dobbiamo guardare in faccia alla realtà. La soluzione non ci cadrà certo dal cielo. Nonostante gli alberi e i cespugli, stiamo consumando le scorte di Tersicore, e non sappiamo se il pozzo continuerà a fornirci acqua all'infinito. Se andiamo avanti così...>> la voce le si spezzò dall'emozione <<...sarà solo questione di tempo.>>

Nessuno trovò qualcosa da muovere contro le sue osservazioni; un silenzio teso e imbarazzante calò sulla stanza.

Nieve si voltò di scatto, con la testa bassa, e piano piano si avvicinò al portone aperto del Tempio. Si appoggiò alla cornice, dandoci le spalle, le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto in lontananza verso la vegetazione.
Il sole, appena visibile dietro le chiome degli alberi, era sempre fisso nel cielo alla stessa altezza.

Abohr e Khorine abbassarono gli occhi verso le assi del pavimento e anche Tersicore non trovò nulla da dire.

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