13. ɪɴᴄᴀɴᴛᴀᴛɪᴏ ᴍᴇᴍᴏʀᴀʀᴜᴍ

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𝘏𝘰𝘨𝘸𝘢𝘳𝘵𝘴, 24𝘵𝘩 𝘈𝘶𝘨𝘶𝘴𝘵 1992

Negli ultimi giorni di agosto, Silente comunicò loro che era arrivato il momento. Lo annunciò una mattina a colazione, quando erano tutti insieme.

-Che cosa dovremmo fare?- chiesero Theseus, Newt, Tina e Queenie in coro.

-Ve lo spiegherà una persona che credo sappia qualcosa di più di me in questa materia.- rispose il preside.

E così si alzò e uscì dalla Sala Grande.

La comitiva seguì Silente giù per alcune rampe di scale, fino ai sotterranei. Il preside percorse il corridoio fino in fondo, poi aprì la porta dell'ultima aula.

La stanza era fredda e piena di spifferi (nonostante fosse in un sotterraneo), poco spaziosa ma riempita all'inverosimile: oltre alla cattedra sulla parete di fondo, c'erano diversi scaffali e mensole, che davano l'idea di stare per cedere sotto il peso che sostenevano. Sopra di esse erano infatti riposti diversi barattoli, bottiglie e alambicchi, nei quali galleggiavano oggetti sulla cui natura nessuno volle indagare.

Dietro la cattedra era seduto un uomo con il naso adunco e i capelli unti appiccicati alla testa, vestito di nero.

-Buongiorno Severus.-

L'uomo fece un cenno, con freddezza. -Buongiorno, signori. Immagino vogliate sperimentare l'Incantatio Memorarum.- parlava con un tono serio e piatto, fin troppo regolare. Theseus fece un sorrisetto, perché davvero il modo di parlare di quell'uomo era ridicolo, così lento e drammatico.

-Hai un ottimo intuito- disse Silente con un sorriso. -Bene studenti. Questi è il professor Piton, colui che ha inventato (con l'aiuto del sottoscritto) questo nuovo incantesimo. Oltre a "buona fortuna" non saprei che dirvi.-

Uscirono dall'ufficio e cambiarono corridoio, fermandosi davanti a una bassa porta di legno.

Piton prese una chiave dalla tasca e aprì.

L'ambiente era stretto come un ripostiglio, ma il soffitto era molto alto. Lungo le pareti si appoggiavano scaffali ugualmente alti, che contenevano intrugli simili a quelli dell'ufficio.

Da un lato erano etichettati barattoli e sacchetti con gli ingredienti, dall'altro c'erano diverse boccette sigillate con cura.

Servendosi di una scala Piton prese una serie di fiale. Il liquido all'interno era trasparente. Non osò neanche sfiorarle, quasi fossero bollenti.

-Appena entrati nella stanza- e qui indicò una porta- ingerite tutto d'un fiato questo liquido trasparente- disse Piton, sempre con voce monotona, come se stesse ripetendo una poesia noiosa. -Servono essenzialmente per concentrarvi e per non distrarvi da quello che state facendo, ma rendono anche l'incantesimo più credibile e meno smascherabile. Ognuno di voi deve usare un oggetto con un valore affettivo molto forte. L'incantesimo si basa sui ricordi che quell'oggetto contiene, che raccontano una parte di voi.-

-Ricordi? Intende gli stessi che si possono prendere dalla mente?- chiese Theseus.

Piton fece una smorfia, che doveva essere il suo modo di mostrare approvazione. -Esatto. Spero che abbiate gli oggetti adatti-. Sembrava quasi divertito nel dire ciò, come se vedere qualcuno in difficoltà fosse lo scopo della sua vita.

-Poi- continuò Piton -mentre tenete l'oggetto che avete scelto, pensate intensamente al ricordo legato a quell'oggetto e pronunciate l'incantesimo "Incantatio Memorarum". Successivamente l'oggetto si solleverà e "risucchierà" il ricordo. Dopodichè, se tutto va bene, appena lo indosserete o metterete in tasca dovreste tornare all'età in cui aveve avuto quel ricordo.-

Tutti avevano capito, si vedeva dalle loro facce serie e dal loro atteggiamento concentrato.

Ognuno prese una fialetta. Ad un certo punto Queenie esclamò -Ma il liquido sta cambiando colore!-. Infatti la misteriosa pozione stava diventando di un grazioso rosa confetto.

-Si colorano perchè appena vengono a contatto con una persona ne esprimono carattere, gusti, idee, eccetera, attraverso un colore. Anche il sapore cambierà a seconda di chi la beve.-

Tina stava per andare, quando Theseus si fece avanti. -Vado io per primo. Farò da cavia.- decise.

Tina aprì la bocca per replicare ma lui le pose un dito sulle labbra, ripetendo -Vado io. Non è un problema, tranquilla.-

Nella stanza erano tutti molto seri. L'unica che sfoggiava un'aria disinvolta era Alison, che stava a fianco al padre, saltellando impaziente.

Theseus entrò. Newt si stava chiedendo cosa avesse scelto per ricavarne i ricordi, quando nell'aria si diffuse un profumo di cioccolata.

"Quella che faceva la mamma" pensò.

Pochi secondi dopo aveva davanti suo fratello, con lo stesso aspetto che aveva a quindici anni.

-Ha funzionato? Sapeva di cioccolata.- chiese Theseus sorridente.

Tutti annuirono, stupiti. Il professor Piton era strano, ma sapeva il fatto suo.

Theseus era più magro, infatti ora i suoi vestiti cascavano da tutte le parti. Aveva i capelli più lunghi e arricciati, che si affrettò a scompigliare con una manata.

Aveva un aspetto ribelle, rovinato però dalla sua mal dissimulata espressione di stupore. -Sei perfetto.- commentò Newt.

-Ehi, passatemi il termine, dopo tutto sono ringiovanito: che figata!- disse Theseus.

Silente si rivolse a Theseus indicandogli un'altra stanza dove cambiarsi con vestiti più adatti della sua nuova taglia.

Appena Theseus chiuse la porta, Tina prese il suo posto, ancora un po' dubbiosa -Ora tocca a me.-

Poco dopo Newt sentì un profumo misto di pioggia, cuoio e carta. Era più complesso di quello di Theseus, ma nonostante fosse una strana associazione era gradevole, come l'Amortentia. Odorava di libri, ma anche di corse, di scarpe infangate, di avventura.

Newt si ritrovò a pensare che non assomigliava molto a Tina e a chiedersi quanto fosse stata diversa da bambina.

Mentre lui seguiva il filo dei propri pensieri, Tina uscì.

Le sue guance erano più paffute e rosee; i capelli erano diventati di un nero inchiostro e erano legati in una crocchia ben fatta. Newt dedusse che essendo voluminosa, i suoi capelli dovevano essersi allungati parecchio. Rimase a guardarla intensamente. Si era fatto un'idea di come doveva essere, ma guardandola si accorse che si era sbagliato. Si pentì di non averle reso giustizia. Era molto tentato di dirle che era bella, più giovane, ma immaginò che potesse interpretarlo come un insulto al suo aspetto più maturo, per cui tacque.

Lei era molto stupita e lasciò che tutti lo notassero, al contrario di Theseus.

-Sei uguale, Teenie- le sorrise Queenie.

Theseus intanto era uscito dalla stanzetta e ora indossava un paio di jeans babbani con un maglietta bianca. Tina (anche lei con i vestiti un po' abbondanti) si diresse verso la stanzetta e si chiuse dentro.

-Vado io adesso- disse Newt dirigendosi a grandi passi verso la stanza delle pozioni e chiudendosi dentro.

L'interno era buio e l'unica, flebile luce proveniva da una candela posata su un tavolo di legno, accanto a una fila di fialette di vetro.

Newt prese la fialetta e ingerì tutto in un fiato il liquido color verde foglia. Profumava di selvatico. "Sì, proprio come sono io" pensò. Appena l'ultima goccia fu scesa lungo la farige Newt si sentì più leggero, come una piuma, e ogni pensiero lo abbandonò lasciando la sua mente libera. Insomma, una sensazione di relax assoluto.

Prese da una tasca il suo taccuino, quello più vecchio che usava da quando era bambino. Gliel'aveva regalato sua madre.

Puntò la bacchetta e pensò ai ricordi felici legati a quell'oggetto; subito le sue labbra si aprirono in un piccolo sorriso.

-Incantatio Memorarum- disse, sicuro come non mai. La punta della sua bacchetta si illuminò e ne uscì una sostanza argentata, un incrocio tra un Patronus e un pensiero. Subito il taccuino si sollevò dalle sue mani e inghiottì quella strana sostanza argentea.

Con un po' di timore (diciamo che Incantesimi non era mai stato il suo forte) lo riprese in mano.

Poi si sentì restringere leggermente, diventando più magro; la pelle si tirò e si restrinse. I capelli cambiarono posizione, tornando al taglio che portava da ragazzino.

Quando uscì, Alison lo guardò a bocca aperta. Doveva far effetto vedere il proprio padre da giovane, quando non era in foto.

-Ehi, sono io, Al.-

La bambina scosse la testa. -Lo so ma...eri strano. Cioè, ora lo sei di nuovo.- Newt sorrise.

Il giovane Newt si diresse verso il "camerino" mentre usciva Tina. Anche lei era vestita come una Babbana, con un maglione bianco e dei leggings neri.

Così mentre Newt prendeva il posto di Tina, Queenie entrò nella stanza.

Ne uscì con i capelli lunghi legati in una coda. Newt immaginò che sciolti le arrivassero poco sotto le spalle. Erano un poco più chiari, tanto che sulle punte sembravano quasi bianchi.

Jacob la guardò a lungo e pensò che anche se aveva i capelli in disordine e i vestiti (giganti) che le cadevano da tutte le parti, era bella lo stesso. Forse fu proprio per quello che lei rise e gli si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia prima di entrare nel camerino.

Newt intanto era uscito e indossava una salopette in jeans.

-Siete perfetti!- esordì Silente quando anche Queenie uscì dalla camera.

-Ora dobbiamo solo aspettare gli altri studenti-

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💫SPAZIO AUTRICI💫

Ehi!
Kathe mi ha detto di postare tipo...l'altro ieri è invece...
Ecco perché è lei che posta di solito...😑
Anyway ce l'ho fatta🎉
E niente...Spero che la storia che vi piaccia.
-Sofy📚

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