38. ᴀɢᴏɴɪᴀ

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𝘏𝘰𝘨𝘸𝘢𝘳𝘵𝘴, 1𝘴𝘵 𝘕𝘰𝘷𝘦𝘮𝘣𝘦𝘳 1992

Audrey si precipitò davanti all'ippogrifo dorato e pronunciò frettolosamente la gustosissima parola d'ordine per azionare il meccanismo delle scale.

Era tesa come non mai. Sapeva che se fosse successo qualcosa a Credence non se lo sarebbe mai perdonato. Sarebbe stata una delle tante morti di cui si sentiva responsabile.

Maledisse almeno una decina di volte la lentezza del congegno. Provò anche Smaterializzarsi, ma, come si ricordò poco dopo, non ci si può Materializzare o Smaterializzare all'interno di Hogwarts. Intanto il suo respiro era sempre più frenetico e il suo cuore batteva sempre più forte.

Dopo quelli che sembravano anni, Tina vide la porta di legno dell'ufficio e vi si lanciò contro senza aspettare che la scala si fermasse. Non badò nemmeno al batacchio di ottone ed entrò senza bussare, cosa che rimpianse poco dopo vedendo la raccapricciante scena davanti a lei.

La prima cosa che sentì fu di nuovo il grido, lo stesso grido che l'aveva spinta fino a lì.

Credence gridava, gridava e gridava ancora, divincolandosi su una sedia, stretto in cinghie di cuoio che lo avvolgevano come serpenti, mentre l'Obscuriale iniziava a manifestarsi. Newt era chino su di lui, con la bacchetta in mano. Silente, invece, era seduto su una sedia e indirizzava la massa oscura che usciva dal corpo del ragazzo; infine Theseus, puntando la bacchetta, teneva sospesa vicino a loro una bolla, come quella del suo gemello nella valigia di Newt. Parte dell'essenza nera si trovava già al suo interno, ma non per intero. Decisamente no.

I tre maghi ce la stavano mettendo tutta, ma il sudore imperlava le loro fronti, perché non potevano basarsi su nulla, potevano solo sperare che tutto andasse per il meglio. E l'Obscuriale era forte, più forte di quanto avessero immaginato.

A poco a poco la nuvola scura intrappolata iniziò a muoversi, sempre più veloce, come un tornado, allargandosi per riempire tutto lo spazio a disposizione.

Poi un rumore improvviso: la bolla era scoppiata. La massa oscura era libera e non sembrava per nulla amichevole.

L'Obscurus si gettò contro Newt e fu solo grazie all'istinto che il magizoologo riuscì a salvarsi. Si buttò a terra a una velocità inaspettata e si rialzò in fretta mentre la massa oscura si rigirava su se stessa e si scagliava in direzione di Theseus. -Protego!- urlò lui, altrettanto pronto.

L'Obscurus stava attaccando a caso, come se non gli interessasse chi colpiva. Come se volesse solo sfogare la propria furia. Si volse di nuovo in direzione di Newt.

-No!-

La nube si immobilizzò a mezz'aria, come in ascolto. Anche Credence aveva smesso di gridare e ora stava sdraiato immobile, con gli occhi chiusi.

Tina era lì con gli occhi rossi e gonfi. Aveva paura di Credence, in quel momento. Non l'avrebbe mai ammesso, ma aveva paura di lui.

Eppure era ancora in quella stanza, perché era decisa a salvarlo, lo diceva uno scintillìo nei suoi occhi.

-Per favore. Devi stare tranquillo, ci sono io.-

Il corpo prima inerme di Credence si mosse.
-Tina? ...Sei...sei tu?- pronunciò a fatica il ragazzo, senza guardarla. Parlava come se la voce di lei gli arrivasse da chilometri di distanza.

-Sì, sono io!- disse lei avvicinandosi al suo corpo. -Resta con me, Credence, ascolta quello che ti dico. Ce l'abbiamo quasi fatta, una parte è già lontana da te, è quasi finito. Ma se tu ti tieni stretto quello che rimane, poi ti rimane, non si riesce più a togliertelo...-

Newt e Silente intanto si scambiarono uno sguardo, come prendendo un accordo.

-No- disse Credence.

-No cosa?- lo incoraggiò Tina, felice che fosse lucido a sufficienza per parlare.

-Non voglio che lo togliate.-

Tina guardò Newt, senza parole.

-Morirai se non te lo togliamo!- esclamò lo scienziato. Il suo atteggiamento calmo iniziava a vacillare.

Credence singhiozzava. -Io lo so che mi ha fatto del male, ma...Non posso volermi liberare di lui, Tina. E' tutto per me. E' mio fratello, mio amico, mio padre persino. E quando qualcuno o qualcosa diventa questo, per te, è assolutamente impossibile odiarlo. Mi ha difeso, mi ha consolato, mi ha fatto sentire più forte...E' l'unica forza che mi è rimasta! Ormai io...Io sono...Io sono lui- ammise ansimando.

Tina fissò la creatura davanti a sé per qualche secondo, poi parlò con voce ferma:
-Ascoltami, per favore. Tu non sei lui. Non più. E lo sai perché?-

Il ragazzo mosse appena la testa ai margini del suo campo visivo e Tina sperò fosse una risposta.

-Perché tu non hai bisogno di una forza così per distruggere qualcuno. Tu sei in grado di guardare in faccia il tuo nemico a testa alta, ora. Sei capace di ribellarti se qualcuno ti fa del male e di rispondergli a tono se ti deride. Puoi battere chiunque da solo, Credence...Puoi battere anche lui. Io so che puoi farlo.-

Si guardò intorno. In quell'attimo di silenzio, si accorse che Newt e Silente sussurravano qualcosa, forse una formula. Si affrettò a coprire i mormorii con la propria voce. -Tutti lo sappiamo, altrimenti non saremmo qui. Tutti noi crediamo in te. Sappiamo che sei forte, anche se tu ancora non l'hai capito. Se ora dimostri a noi e soprattutto a te stesso che abbiamo ragione, tutto questo finirà...E potremmo diventare la famiglia che finora non hai avuto.- Prese un respiro profondo.

-Ho fiducia in te, Credence. Lascialo uscire, anzi, buttalo fuori, prima che sia lui a buttare fuori te dal tuo stesso corpo.-

Credence non rispose. Era svenuto? O la ignorava?

Lentamente, la litania di Newt e del professore crebbe di volume, rimanendo però incomprensibile; sembrava una lingua antica e, forse, ormai ignota a tutti tranne che a loro.

Theseus indicò l'uscita in un cenno silenzioso, ma Tina lanciò l'ultimo sguardo a Credence: tremava, stringeva gli occhi, ma non urlava più.

Tina gli sorrise.
Era fiera di lui.
Ed era sicura che ce l'avrebbe fatta a sconfiggere il suo demone.
Perché il primo passo per risolvere un problema è credere in una soluzione.
E lui adesso credeva.

***

Più tardi, finalmente, Newt uscì dall'ufficio.

Tina era l'unica che era rimasta.
I due fidanzatini l'avevano lasciata sola poco tempo prima.

Appena lo vide la ragazza scattò in aria come una molla e si avvicinò a Will con lunghi passi.

-Allora?- domandò Tina impaziente.

Quando lo sguardo del magizoologo incontrò il suo, le poche certezze che aveva svanirono.

Newt infatti le rivolse uno sguardo triste e lei sentì il mondo crollarle addosso, facendola sprofondare metri e metri sottoterra. -È...?- provò a chiedere.

Newt la guardò gravemente e rispose -È andato tutto bene. Si sveglierà tra poco-. Tina impiegò diversi secondi a capire quelle parole, ma quando Newt le rivolse un sorriso raggiante gli saltò addosso.

-Idiota! Mi hai fatto prendere un infarto!- urlò, ma ridacchiava, sollevata.

Newt sorrise a sua volta, imbarazzato da quel contatto.

-Ehi, si chiama abbraccio, non restare-immobile-come-una-mummia- disse Tina.

Newt si sentì arrossire, ma la abbracciò.

-Sei stata incredibile- le disse staccandosi, e lo pensava davvero. -Avrei dovuto capire che era di fiducia che aveva bisogno, ma per fortuna c'eri tu.-

Tina scosse la testa, schermendosi. -Ho rimediato in parte al mio errore, dopo tutto- rispose, mordendosi il labbro.

Newt avrebbe voluto metterle un dito sulle labbra, come aveva fatto Theseus, ma non ne ebbe il coraggio.

-Tina- la guardò seriamente. -Cosa ti ho detto oggi?-

Lei sospirò. -Di non pensare che sia colpa mia.-

-E tu cosa hai appena pensato?-

-Che è colpa mia- ammise lei abbassando lo sguardo.

-Sei proprio una ribelle- provò a scherzare Newt.

Tina non sorrise. -Ascolta- sospirò lui. -Grindelwald ci ha mandati qui, okay? Grindelwald. E tu non mi dire che continuerai a provare il senso di colpa e che non puoi buttarlo fuori perché non è vero. Puoi farlo, io credo in te.-

-Signor Scamander, mi sta copiando?- domandò Tina, ma aveva gli occhi bassi anziché severi come al solito.

-Ti sto dicendo che tutti abbiamo un Obscurus dentro di noi. Qualcuno più degli altri, ma tutti abbiamo paura di ciò che siamo, di quello che siamo stati o di quello che non saremo mai. Solo che con la paura puoi imparare a conviverci o combatterci. Sta a te- le disse serio.

-Ma queste guerre non si vincono da soli- sospirò lei, ancora intristita.

Da qualche parte, Newt trovò il coraggio per stringerle la mano e dirle -Tu non sei sola, Tina.-

Lei alzò la testa e i loro sguardi si incontrarono.

Newt si perse per un attimo negli occhi scuri e avvolgenti di lei.

Poi se ne andarono insieme.

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💫SPAZIO AUTRICI💫

Ehi unicorni🌈
Lo so, ve l'abbiamo fatto un po' penare questo capitolo...Ne valeva la pena?
Penso che in realtà fosse abbastanza scontato che Credence non morisse, almeno non qui, anche perché altrimenti mi sarei presa a calci da sola. #nessunotocchicredence
Anche la nostra Tina si fa sentire, visto che lasciando tutto a suo marito si rischiava il casino, come con la spesa, in pratica.
Però, nonostante sembri forte e invincibile, anche lei sta combattendo una battaglia difficile...Avrà capito che non è sola?
~Sofy📚

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