Per Tutte Le Stelle In Cielo -Parte 3-

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Julie continuava a correre in mezzo alla vasta distesa di erba. Le gambe si stavano stancando e il respiro le usciva corto, in più, il fatto che il piano fosse tutto in salita non aiutava affatto. Dentro di sé, ringraziò mentalmente i due di anni di atletica che aveva frequentanto alle superiori.
La ragazza iniziava a sentirsi stanca e il fiatone non era certo di aiuto, ma il fatto di sentire la terra tremare sotto i suoi piedi ogni pochi secondi e il sapere che stava per essere uccisa da un enorme serpente antico di migliaia di anni bastavano per non farla fermare.

Julie si guardò ancora una volta il palmo della mano destra. La macchia viola con i puntini neri pizzicava terribilmente, a volte sembrava quasi che stesse bruciando da quanto fastidiosa era.
Una volta che il marchio di Sakir contrassegnava la sua preda non si poteva farlo svanire. Nemmeno il Dottore ci era riuscito. E se non ci riusciva lui, allora Julie sapeva che non ci sarebbe riuscito mai nessuno nell'intero universo.

La ragazza continuò a correre, era ormai arrivata in cima a dove voleva arrivare.
La terra sotto di lei continuava a tremare, crepe profonde spuntavano qua e là, segno che l'enorme serpente si stava avvicinando.
Finalmente, Julie arrivò alla fine della distesa erbosa. Era arrivata al limite: davanti a lei ora si trovava solo un enorme strapiombo, alto centinaia e centinaia di metri.
Sotto di lei, la terra continuava a tremare minacciosa.
Le opzioni non erano sicuramente numerose: Non poteva tornare indietro, se fosse tornata indietro avrebbe sicuramente incontrato Sakir, e segnato così la sua fine. Ma davanti a lei c'era solo il nulla. Una salto alto centinaia di metri. Un salto a cui non sarebbe mai potuta sopravvivere.

E il Dottore? Che fine aveva fatto il Dottore?

Julie si guardò il braccialetto di cuoio legato al polso sinistro, poi sospirò.

La terra sotto i suoi piedi tremò sempre più violentemente.

Sakir stava arrivando.

"Ora o mai più, Julie." si disse la ragazza.

Il marchio sul suo palmo pizzicava sempre più forte.
Lo guardò un'ultima volta.

Sarebbe morta tra pochi secondi.

"River, spero davvero che tu sia chi dici di essere. Spero davvero che il tuo piano funzioni."

E con quelle parole, la ragazza si lanciò in avanti, buttandosi nel vuoto.

Poche ore prima...

"Vi porterò alla grotta dove eravamo io e mio fratello" annuì Exail "Si trova fuori dalla città."

"Facci strada allora." sorrise il Dottore.

Pochi minuti dopo, i quattro si misero in cammino, uscendo dalle mura della città e seguendo il percorso che si snodava in mezzo ai campi.

"Ci troveremo presto ad attraversare un bosco." spiegò la marmorisiana "Là in mezzo abbiamo trovato la grotta di cui vi parlavo prima."

"Credevo fossimo atterrati su un pianeta pacifico, JJ!" si lamentò Nicholas con sorella senza farsi sentire dagli altri due "Invece stiamo andando a cercare una divinità che tutti quanti su questo pianeta temono!"

"Non hai idea di quante volte io viva questa situazione! Deve essere sempre un pianeta pacifico o un'epoca tranquilla, ma poi capitiamo sempre in mezzo ai guai o in un epoca diversa da quella in cui volevamo andare!" ribatté la ragazza, ma poi rise "E devo dire che mi piace così."

Nicholas non disse più nulla e continuò a camminare in silenzio.

"Ecco, siamo arrivati."

Dopo una lunga camminata i quattro si fermarono davanti all'entrata di un enorme caverna.

"Qui è dove ho visto mio fratello per l'ultima volta." la voce di Exail s'incrinò.

"Scopriremo cosa è successo, vedrai!" la rassicurò Julie.

La ragazza marmorisiana sorrise alle parole confortati dell'altra, ma subito dopo il suo viso si contorse dal dolore e cadde in ginocchio tenendosi al mano destra stretta al petto.

"Ehi! Che ti succede?!" chiese il Dottore correndo subito al suo fianco.

"L-La mano, mi fa male..."

"Fammi vedere."

Il Signore del tempo prese delicatamente la mano di Exail e la esaminò: il marchio si era fatto di un colore viola più intenso, e sembrava quasi bruciare.

"Il mio tempo sta per scadere." pianse la marmorisiana.

"Il tempo non ci controlla." ribatté fiducioso il Dottore "Sono io a controllare lui. Forza ora, proseguiamo."

Continuando per la loro strada, il gruppetto si addentrò nella caverna.

"È buio pesto!" si lamentò Nicholas quando furono lontani dall'entrata "Non si vede nulla."

"Non preoccuparti. Se nessuno è stato qui, lo zaino che io e mio fratello ci siamo portati dovrebbe essere ancora da queste parti..." Exail guardò dietro a delle rocce vicine a loro "Eccolo! Prendete, ci sono due torce dentro."

La marmorisiana ne consegnò una al Signore del tempo e l'altra la tenne in mano, accendendola.

Dopo pochi minuti che i quattro stavano camminando dentro la caverna, la roccia sotto i loro piedi cominciò a tremare con forza.

"E quello cos'era?!" chiese Julie con ansia.

"Sakir..." sussurrò Exail "Quello era Sakir..."

Il suolo sotto i loro piedi tremò ancora.

Il Dottore corse vicino ad una parete, appoggiando un orecchio contro la roccia.

"Non capisco.... Non riesco a capire da che direzione arrivi."

In quel momento la terra sotto i piedi del gruppetto tremò una terza volta, con molta più violenza delle prime due.

I quattro fecero a malapena in tempo a vedere le crepe crearsi che sentirono il pavimento cedere.

"Nicholas!" urlò il Dottore afferrando il ragazzo a tirandolo accanto a sé, dove il pavimento era ancora stabile.

Julie non ebbe il tempo di realizzare cosa stesse succedendo. In pochi secondi capì di star cadendo e la sua schiena colpì un nuovo pavimento.

Poi tutto si fece buio.

Exail fu la prima ad aprire gli occhi. L'oscurità la stava avvolgendo. Andando a tentoni, con sua fortuna trovò poco distante da lei la sua torcia, che riaccese immediatamente.

La marmorisiana si guardò attorno con attenzione, sembrava essere finita in un sottolivello della caverna e poco distante da lei, distesa a terra e svenuta c'era...

"Julie!"

Exail corse al suo fianco, inginocchiandosi e scuotendola leggermente per le spalle.

"Julie, svegliati! Ti prego, rispondimi!"

Con suo sollievo, la ragazza aprì lentamente gli occhi.

"Ma cosa..."

"Meno male! Sei tutta intera?"

"Sì, credo..." la ragazza umana si sedette lentamente "E il Dottore? Nicholas?"

"Non te lo so proprio dire... Non so nemmeno dove siamo finite!"

"Tu stai bene? Sei ferita?"

"Sto bene, grazie per esserti preoccupata. Non siamo cadute da un altezza troppo elevata, o avremmo sicuramente riportato danni seri."

"Sono d'accordo."

Exail aiutò Julie ad alzarsi in piedi.

"Troviamo un modo per uscire da qui e raggiungere gli altri."

Le due stavano per rimettersi in cammino, quando un inquietante sibilo ruppe l'aria.

"Cos'è stato?" si preoccupò subito Julie.

"Io non... Ah!"

Accanto a lei, Exail si piegò in due dal dolore, lasciando nuovamente cadere la torcia a terra.

"La mano! Mi brucia tantissimo!"

Un nuovo sibilo fece tremare entrambe.

"Chi sei? Fatti vedere!" urlò la ragazza umana raccogliendo velocemente la torcia.

L'aria si era fatta pesante, sia Julie che Exail si sentivano osservate, circondate, in trappola.

"Okay, ascolta." la ragazza si girò verso la nuova amica "Noi dobbiamo..."

Ma il resto della frase le morì in gola.

Dietro la marmorisiana, nell'oscurità, si stagliavano due grandi e minacciosi occhi gialli.

La luce della torcia tremolò.

"Julie, che ti prende?"

Senza avere la possibilità di fare anche solo un'altra mossa, Exail si sentì afferrare per le gambe, e cadde a pancia in giù.

Un flash le passò tutto ad un tratto nella mente, era successo lo stesso a suo fratello.

"Scappa, Exail!" urlava lui mentre veniva trascinato dentro l'oscurità.

"Scappa, Julie!"

Exail si lanciò in avanti, la sua mano destra afferrò la mano destra del fratello.

Julie lasciò andare la torcia ancora una volta e si buttò in avanti, la sua mano destra afferrò la mano destra della marmorisiana.

"Vattene da qui!"

"Vattene da qui!"

Exail vide suo fratello lasciare la presa di sua spontanea volontà, i loro sguardi s'incrociarono per l'ultima volta prima che lui sparisse dentro il buio.

Julie sentì la presa della marmorisiana allentarsi.

"Non osare, Exail." ordinò "Non ci provare nemmeno!"

Ma le sue parole non vennero ascoltate.
Exail lasciò andare la mano della ragazza, che scivolò via velocemente.

Julie guardò la marmorisiana sparire in mezzo all'oscurità più totale.

"No! Exail! No!"

Julie stava per correrle dietro quando delle forti urla di dolore rimbombarono per tutta la caverna.

Le urla di Exail.

"Via di qui! Non c'è più nulla che possiamo fare per lei!"

Una nuova voce apparve alle spalle della giovane umana, raccogliendola da terra e allontanandola da dove si trovava.

"River?!"

"Dobbiamo nasconderci!"

L'archeologa trascinò la ragazza dentro una nicchia non troppo distante da dove si trovavano, abbastanza grande per loro, ma non abbastanza grande per Sakir.

"Zitta ora." ordinò a bassa voce.

Julie obbedì. Le due rimasero completamente immobili. Vicino la loro, sentirono che qualcosa di grosso si stava muovendo, sibilando e strisciando.
Un grosso occhio giallo si affacciò alla nicchia, stranamente però, senza vederle.
Julie trattenne il fiato fino a quando l'occhio sparì.

Dopo alcuni minuti la creatura che si trovava lì con loro si stancò e se ne andò, strisciando più in profondità della caverna.

"Come mi hai trovata?" chiese Julie fissando gli occhi furbi della donna non appena si potè parlare di nuovo.

"Ero qui dentro da prima che voi arrivaste, stavo cercando indizi su questa dannata divinità." spiegò River "Poi ho visto una parte del soffitto crollare, mi sono nascosta per non essere colpita e ho visto tutta la scena. Tu stai bene?"

"Sì" annuì Julie "Ma Exail, lei..."

"Mi dispiace tanto... Il serpente la stava cercando..."

"Non sono riuscita a fare niente..."

River guardò la ragazza sospirare, non sapendo cosa dirle.

"Hai scoperto altro su di lui?"

L'archeologa annuì.

"Questa non è una caverna." cominciò a spiegare "Ma una rete di cunicoli creati proprio dal serpente. Si snodano in profondità. E quella bestia non è una divinità. È rimasta dormiente per tantissimi anni, forse un letargo, non saprei dire, e ora si è risvegliata. Per farti un paragone è come se un dinosauro della Terra fosse sopravvissuto fino al ventunesimo secolo."

"Quindi è una creatura che abitava qui da prima dei marmorisiani."

"In poche parole, sì."

"E ora che dobbiamo fare?"

"Sakir, così gli abitanti di questo pianeta lo hanno chiamato, è un serpente stellato. Sono creature grosse e feroci, ma sono ciechi per nascita, sentono attraverso gli altri sensi. L'unico modo che hanno per cacciare è..."

"Ah!" gemette Julie in quel momento, tenendosi la mano destra "Che male!"

"Che ti succede?" si preoccupò River.

"La mano..."

"Fammi vedere."

L'archeologa prese la mano destra di Julie tra le sue. Sul palmo, si trovava una macchia viola con dentro dei puntini neri.

"Oh no..."

La faccia di Julie sbiancò.

"Non lo avevo visto... Quando... Quando è successo?"

"Forse quando hai afferrato la marmorisiana."

"C'è un modo per annullarlo? River, c'è un modo per annullare il marchio?"

L'archeologa fissò la ragazza negli occhi con serietà.

"Mi dispiace Julie, mi dispiace così tanto..."

"... Morirò?"

"È la sua tecnica di caccia, è un processo irreversibile."

"E ora cosa facciamo allora?"

"L'unico modo è sconfiggere prima lui. Ascolta, oltre il bosco, il sentiero prosegue in salita, fino a raggiungere uno strapiombo. È un punto panoramico che usano gli abitanti del posto, ma noi possiamo usarlo a nostro favore. Si chiama 'La vetta degli Dei', lì forse..."

"Julie!"

Una voce in lontananza la stava chiamando.

"River, questa è la voce del Dottore!"

"Ci ha raggiunte! Ma non deve vedermi! Torna da lui e portalo fuori da qui, così posso uscire anche io di nascosto."

"Che farai?"

"Andate alla vetta degli dei, io porterò il Tardis là."

"Sai pilotare il Tardis?"

"Julie, dove sei?"

La voce si stava facendo più vicina.

"Chi sei tu veramente, River?"

"Fidati di me, Julie. Ora però devi andare, il Dottore non deve vedermi. Quando sarà il momento usa il bracciale che ti ho dato, forza vai!"

"Ti rivedrò?"

River sorrise maliziosa.

"Oh beh, come dico sempre io in questi casi... Spoiler, mia cara."

"Julie! Ti prego, rispondimi!"

"Dottore! Sono qui!" la ragazza uscì dalla nicchia e corse verso la fonte di luce della torcia.

"Ti prego ragazzina, cerca di capire il mio piano, so che ci puoi arrivare." pregò silenziosamente l'archeologa.

Il Signore del tempo abbracciò stretta l'amica.

"Nick! L'ho trovata!" urlò alle sue spalle, poi tornò a rivolgersi a Julie "Sei ferita?"

"No, sto bene." rispose la ragazza "Ma dobbiamo andarcene da qui."

"JJ! Ci hai fatto morire di paura!" Nicholas spuntò da dietro il Dottore "Ed Exail?"

Lo sguardo di Julie si abbassò con tristezza.

"Non ho potuto fare niente."

"Usciamo da qui." disse il Dottore con freddezza "Abbiamo bisogno di riorganizzare le idee."

I tre uscirono dalla caverna in silenzio, amareggiati da quello che era appena successo e ripresero a camminare in mezzo al bosco.

"Ragazzi, c'è una cosa che dovete sapere." disse Julie dopo alcuni minuti.

"Di che parli?" chiese Nicholas alzando le sopracciglia.

La ragazza mostrò il palmo della mano destra.

"No..." impallidì suo fratello.

"Sono la sua prossima preda."

"Perché non me lo hai detto prima?!" sbottò il Dottore in un misto di rabbia e preoccupazione.

"Non lo so, io..." il Dottore estrasse il cacciavite sonico e cominciò a scannerizzare la macchia viola.

"Non c'è un modo per cancellare il marchio?"

"Mentre ti cercavamo Julie, ho visto Sakir. È un serpente stellato, una creatura molto antica. Quando contrassegnano una preda non c'è modo di sfuggirgli."

"Significa che mia sorella morirà?!" s'intromise Nicholas.

"No io... Io troverò un modo, ci deve essere un modo!"

"Sì, ci deve essere un modo..." pensò Julie "Ci deve essere!"

"Andate alla vetta degli dei, io porterò il Tardis là."

"C'è un posto oltre il bosco, noi dobbiamo-"

E poi Julie capì tutto.

Il Tardis. Lo strapiombo. I braccialetti. Il marchio.

Ora lo sapeva.

"Non mi resta molto tempo..." cominciò a dire.

"Non dire così, troveremo un modo per salvarti!" la interruppe suo fratello.

"No, non esiste un modo per salvarmi! Quindi sfruttiamo a nostro vantaggio il tempo che mi rimane!"

"Julie non ti voglio sentire parlare così, va bene? Io trovo sempre una soluzione." ribatté il Dottore.

"Sì, sì questo è vero." sorrise lei "Ma oggi le cose sono diverse. All'inizio non capivo il senso delle sue parole, ma ora mi è tutto chiaro. Questa volta non sei tu la chiave di tutto, sono io. Questa volta tocca a me essere il Dottore."

"Non riuscivi a capire le parole di chi, Julie?"

"Alla fine di questo bosco c'è uno strapiombo, chiamato 'La vetta degli Dei'. Noi dobbiamo andare là. Useremo il marchio per attirare Sakir e farlo cadere giù. Dottore, tu dovrai tornare al Tardis e stare pronto, al mio segnale dovrai attivarlo, poi ce ne andremo da qui. Lo devo fare, per Exail e per tutti quelli che Sakir ha ucciso. "

"Il Tardis è lontanissimo da qui, non sono sicuro che riusciremo a tornare in tempo!" ribatté il Dottore.

In quel momento, un rumore metallico ruppe l'aria e la macchina spazio-tempirale si materializzò vicino a loro.

"Come è possibile?!" esclamò il Signore del tempo correndo verso la sua amata cabina, ma Julie lo fermò afferrandolo per un braccio.

"Guardami." ordinò.

"Come scusa?"

"Ti devi fidare di me. Guardami negli occhi."

E mentre la ragazza teneva gli occhi dell'amico fissi su di lei, una delle porte del Tardis si aprì, rivelando la figura di River Song.

E il Signore del tempo, per qualche strano motivo, la stava percependo.

"Chi c'è nel mio Tardis, Julie?" chiese piano "Chi c'è alle mie spalle? È quel nome che non mi puoi dire?"

La ragazza annuì.

"C'è il tuo futuro." rispose poi "Quindi non ti voltare, ti prego."

Il Dottore obbedì e continuò a fissare gli occhi dell'amica, che avevano un misto di tristezza e richiesta di scuse.

Dietro di loro, River Song sorrise con gratitudine a Julie, poi le fece segno di ricordarsi del braccialetto. Infine, con un ultimo, confortante e fiducioso sorriso, la donna sparì nel nulla.

"Ora so cosa dobbiamo fare." affermò la ragazza guardando il braccialetto che aveva al polso "Lo hai sonicizzato sulla frequenza del tuo cacciavite, no?"

"Sì" rispose l'amico "Me lo hai detto tu di farlo."

"Allora tieni il Tardis pronto!"

E senza aspettare altro, Julie inizio a correre verso la vetta degli Dei.

"JJ, aspetta!"

Nicholas le corse dietro e la fermò, bloccandola per un braccio.

"Ma che cosa credi di fare?"

"Ho intenzione di sconfiggere Sakir!"

"Sì beh, non ho ben capito che cosa hai in testa, ma sembra assolutamente folle come idea!"

"Fidati di me Nick! Siamo stati spesso in situazioni come questa e ne siamo sempre usciti interi!"

"Siete stati spesso in situazioni del genere?!"

La terra sotto i loro piedi termò nuovamente.

"Nick, fidati di me, so quello che sto facendo!"

"Julie tu stai per morire, dannazione!"

"Sì esatto! Esatto, sto per morire! Ma non mi sono mai sentita così viva!"

A quella dichiarazione, il fratello lasciò scioccato la presa sul braccio della sorella.

"Dottore! Usciamo i braccialetti! Sono questi la soluzione."

"Non ti riconosco più JJ..." mormorò Nicholas "Sei così... Diversa..."

"Amo l'avventura Nick. Lascia che ti faccia provare quella sensazione."

E con quelle parole la ragazza strinse forte la mano del fratello e si mise a correre.

"Che cosa hai intenzione di fare?!"

"Attireremo Sakir allo scoperto!"

I due continuarono a correre, uscendo dal bosco e dirigendosi verso la vetta degli Dei. Sotto di loro, la terra continuava a tremare e alle loro spalle cominciarono a formarsi varie crepe.

"Ci ha trovati!" esclamò Julie "Se ci fermiamo, siamo morti!"

"È questo tipo di adrenalina che ti piace provare, JJ?!"

"Sì! Non è fantastico?! Poco tempo fa avventure così le potevo solo sognare, oggi le vivo in prima persona!"

La strada ora cominciava a farsi in salita.

Le crepe nel terreno continuavano ad inseguirli minacciosamente.

"JJ, io non voglio morire qui!"

"Non accadrà, tranquillo!"

Un rumore metallico e familiare li raggiunse.

"Dottore! Prima mio fratello!"

"Ma di che parli?!"

"I braccialetti che abbiamo ai polsi! Il Dottore li ha sonicizzati nella stessa frequenza del suo cacciavite!"

"E quindi?!"

"E quindi facendo amplificare il segnale dal Tardis funzioneranno come dei teletrasporti! Un solo giro, ma più che sufficiente per portarci in salvo!"

Sopra le loro teste, apparve la macchina spazio-temporale blu.

"Ci vediamo a bordo, Nick!"

Julie fece l'occhiolino mentre la sagoma di suo fratello tremolava e spariva.

Dopo pochi secondi, Nicholas si trovò a bordo del Tardis, con il Dottore che correva tutto intorno alla console senza mai fermarsi.

"Ma che sta succedendo?!"

"Ecco perché adoro tua sorella!" rispose lui con un grande sorriso sul viso "Quella ragazza è davvero in gamba!" poi il Signore del tempo tirò in giù una leva con forza "Allons-y!"

Il Tardis sparì di nuovo.

Julie continuava a correre in mezzo alla vasta distesa di erba. Le gambe si stavano stancando e il respiro le usciva corto, in più, il fatto che il piano fosse tutto in salita non aiutava affatto. Dentro di sé, ringraziò mentalmente i due di anni di atletica che aveva frequentato alle superiori.
La ragazza iniziava a sentirsi stanca e il fiatone non era certo di aiuto, ma il fatto di sentire la terra tremare sotto i suoi piedi ogni pochi secondi e il sapere che stava per essere uccisa da un enorme serpente antico di migliaia di anni bastavano per non farla fermare.

Julie si guardò ancora una volta il palmo della mano destra. La macchia viola con i puntini neri pizzicava terribilmente, a volte sembrava quasi che stesse bruciando da quanto fastidiosa era.
Una volta che il marchio di Sakir contrassegnava la sua preda non si poteva farlo svanire. Nemmeno il Dottore ci era riuscito. E se non ci riusciva lui, allora Julie sapeva che non ci sarebbe riuscito mai nessuno nell'intero universo.

La ragazza continuò a correre, era ormai arrivata in cima a dove voleva arrivare.
La terra sotto di lei continuava a tremare, crepe profonde spuntavano qua e là, segno che l'enorme serpente si stava avvicinando.
Finalmente, Julie arrivò alla fine della distesa erbosa. Era arrivata al limite: davanti a lei ora si trovava solo un enorme strapiombo, alto centinaia e centinaia di metri.
Sotto di lei, la terra continuava a tremare minacciosa.
Le opzioni non erano sicuramente numerose: Non poteva tornare indietro, se fosse tornata indietro avrebbe sicuramente incontrato Sakir, e segnato così la sua fine. Ma davanti a lei c'era solo il nulla. Una salto alto centinaia di metri. Un salto a cui non sarebbe mai potuta sopravvivere.

E il Dottore? Che fine aveva fatto il Dottore?

Julie si guardò il braccialetto di cuoio legato al polso sinistro, poi sospirò.

La terra sotto i suoi piedi tremò sempre più violentemente.

Sakir stava arrivando.

"Ora o mai più, Julie." si disse la ragazza.

Il marchio sul suo palmo pizzicava sempre più forte.
Lo guardò un'ultima volta.

Sarebbe morta tra pochi secondi.

"River, spero davvero che tu sia chi dici di essere. Spero davvero che il tuo piano funzioni."

E con quelle parole, la ragazza si lanciò in avanti, buttandosi nel vuoto.

Non appena si lanciò, dalla rocca spuntarono due fauci enormi.

L'enorme serpente stellato venne preso in contropiede.
Non si era reso conto di star finendo il terreno, e arrivato in cima si trovò a cadere nel vuoto insieme alla ragazza umana.

Prima che le sue fauci potessero chiudersi su di lei però, la sua figura tremò, per poi sparire.

Le zanne di Sakir si richiusero sulla sola aria e il serpente cadde per centinaia di metri.

"Ti ho presa!" esclamò il Dottore mentre la ragazza si materializzava dentro la cabina blu "Tu sei completamente pazza!"

"Ho imparato dal migliore!" ribatté lei togliendo il braccialetto di cuoio. La perla blu era rotta e fumava.

"Ora andiamocene da questo pianeta!"

Il Dottore impostò velocemente una nuova rotta, stretto nel pugno sinistro però, teneva un piccolo foglio di carta con delle parole scritte nell'antica lingua dei Signori del tempo. Lo aveva trovato sopra la console non appena era rientrato nella sua macchina spazio-temporale. La scritta aveva solo tre parole:

A presto, dolcezza.

Poco dopo, il Tardis atterrò nuovamente sul pianeta Terra.

"Woo! È stata un'avventura!" rise il Dottore.

Julie si guardò la mano destra. Il marchio viola era sparito, come per magia.

"Ecco, siamo di nuovo nel giardino della casa di vostra madre, proprio pochi minuti dopo aver lasciato il matrimonio." spiegò il Signore del tempo.

"Come mai casa e non la festa?" rise Julie.

"Oh, beh, dovete riprendere i vostri abiti da cerimonia! E poi Julie, ho un regalo per te!"

Quell'ultima frase spiazzò l'amica.

"Tu hai... Un regalo per me?"

"Sì!" sorrise giocoso l'amico correndo verso la libreria "Ti ho tenuta lontana da casa per due anni, questo significa che hai saltato ben due feste di compleanno! Quindi ho deciso di farti un regalo!"

Il Dottore consegnò un libro alla ragazza.

"Mi ricordo che una volta mi hai detto che questo è il tuo libro preferito."

"Ma questa è la storia infinita! Esatto, è il mio libro preferito!" esclamò lei.

"È la primissima edizione, autografata dall'autore stesso! Direttamente dagli anni '70!"

"Ma è fantastico! Grazie mille, Dottore!" sorrise lei, abbracciando d'istinto.

"Corri a metterla al sicuro in camera, prenditi tutto il tempo che ti serve!" disse lui sciogliendo l'abbraccio.

Julie sembrò improvvisamente dubbiosa.

"Tu non sparirai, vero?"

Il Dottore sorrise calorosamente in risposta.

"Torno subito allora!"

"Vai avanti, JJ" le disse Nicholas "Raccolgo le mie cose e poi ti raggiungo."

"Certo! Ci metto pochissimo!"

Super felice del suo nuovo regalo, un pezzo a dir poco unico, la ragazza uscì dalla cabina blu e si diresse verso casa di sua madre.

"Wow! È la versione originale a due colori!" analizzò mentre si dirigeva in camera sua "Devo assolutamente trovarti un posto d'onore!"

Spese quasi dieci minuti a cercare il posto giusto nella libreria e quando finalmente lo trovò, rimase raggiante a fissare il suo nuovo regalo.

"Il Dottore è il migliore!"

Ma proprio in quel momento, il rumore metallico del Tardis ruppe il silenzio dell'isolato.
Affacciandosi alla finestra, Julie vide la luce blu sulla punta della cabina iniziare ad illuminarsi mentre le foglie nel terreno iniziavano ad alzarsi, mosse da un vento invisibile.

"No! No! Ma che sta facendo?!"

Correndo come una disperata, la ragazza tornò in giardino. Lì, suo fratello stava fissando incredulo il Tardis che scompariva.

"Nick ma che stai facendo?! Fermalo!" urlò lei con le lacrime che iniziavano a salirle agli occhi "Fermalo!"

"JJ, No! È troppo tardi!"

Nicholas afferrò la sorella, trattenendola e allontanandola dalla macchina spazio-temporale ormai traslucida.

"Dottore!"

La lacrime ora cominciarono a scenderle sulle sue guance.

In pochi secondi il Tardis svanì e nel quartiere tornò il silenzio più assoluto.

"Perché sei rimasto lì a guardare senza fare nulla?!" lo riproverò lei tra i singhiozzi "Perché, Nick?!"

"Mi dispiace, JJ..." si scusò piano lui, continuando a trattenerla "Mi dispiace!"

"Se n'è andato!" pianse lei tra le braccia del fratello "Mi ha lasciata qui! È ripartito senza di me!"



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'angolo dell'autore

The end?

*Doctor who outro starts to play*

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro