III

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Ripensandoci si trattava di un fenomeno stupidotto, perché in una autogestione si poteva coinvolgere attivamente si e no uno studente su dieci, o su venti, gli altri prendevano la situazione come una vacanza inaspettata e così inizialmente sembrava anche a me.

Capivo finalmente perché gli studenti ridevano sotto i baffi e i professori sembravano piuttosto cupi, e non potevo credere che veramente questa cosa si potesse fare senza che arrivasse chissà chi a prenderci per la collottola e riportarci sui banchi facendoci anche un cazziatone.

Venerdì 19 novembre 1993

Sul pullman avevamo parlato della autogestione in maniera seria, era un venerdì di metà novembre, era l'ultimo dialogo vero che facevo con Molo nella mia 'vita precedente'.

«Non avrei mai pensato che si potesse fare una cosa del genere, una vacanza in questa maniera».

«È una autogestione, dovremmo fare le persone serie, non i cazzoni».

«Cioè ci dovremmo insegnare a vicenda? Ma se non ascolti nemmeno quando parliamo di marmitte?».

«Perchè sei noioso, come alcuni prof».

«Bella questa cosa che io sono noioso, mister sgrunt».

«Sto prendendo la scuola seriamente, voglio veramente fare il programmatore, lo so che le lezioni sono pesanti e preferirei giocare a calcio, e questa cosa dell'autogestione mi sa che ci fregherà, finirà che i professori dopo dovranno correre, dovranno recuperare il tempo che passeremo a fare... non so nemmeno cosa, e dovresti ragionare su chi saranno quelli più penalizzati».

Chiamato in causa, mi ero scocciato.

«Quelli scarsi a scuola, stai dicendo».

«Non è che lo dico io, è l'evidenza. Meno tempo hai per studiare, per seguire le lezioni, più rischi di non recuperare».

«Più vacanza faccio, meglio sto. Ci penserò quando finirà l'autogestione e farò i miei rush finali, me la sono sempre cavata in qualche modo».

«Ma quest'anno è diverso! Sono cose complicate, non siamo più alle medie, è un casino recuperare, lo dico per te!».

«Allora guarda, non ti preoccupare per me, detesto la scuola, se fosse per me non ci verrei nemmeno, mi fa schifo e se succedesse questa cosa dell'autogestione io farei i salti di gioia: nessun professore tra le palle e cazzeggio libero. Bellissimo».

«Poi non ti lamentare...».

«Non mi lamenterò. Sto bene così. Andrà come andrà, sei tu che mi dai già per morto, a novembre».

«Non ti do per morto, ma le vedo le tue difficoltà, e il fatto che le stai sottovalutando, e che sei contento se perderemo quindici giorni cazzeggiando».

«Quindi secondo te mi dovrei mettere a dire "Oh no, vi prego non facciamo autogestione, teniamo qui i prof! Ho bisogno di sentirli parlare e parlare e parlare!"? Ma sei scemo? Da me una cosa del genere non la sentirai mai».

«Allora torniamo al punto di prima: poi non ti lamentare».

«Non mi lamenterò!» e avevo girato il culo scocciatissimo.

Martedi 23 novembre 1993

Un pomeriggio ero nel garage del Mela, stava spippettando sulle luci di un cilindro del 70, io e lo Zava lo aiutavamo più che altro perchè era uno spasso sentirlo bestemmiare mentre spiegava il funzionamento delle valvole a saracinesca.

«Guarda che figo, bueeeh bueeeeeh bueeeeeeeeeeeehhhh» esplodeva ogni tanto ad ogni operazione a buon fine.

«Ma voi all'alberghiero farete autogestione?».

«Boh, non lo so, mi hanno già rotto il cazzo con sta cosa dell'autogestione, io devo andare al Motor Show a vedere le porcone sui motori a dicembre. Se fanno sta cosa dell'autogestione i miei mi hanno detto "Col cazzo che ci vai"».

«A Bologna hanno fatto una mega manifestazione sabato» aveva buttato su Zava «Là ci sono un sacco di scuole che la fanno già».

«Al Comandini la farete?».

«Noi siamo già in autogestione. Ieri uno di quinta ha chiuso un prof nel magazzino di meccanica» ed eravamo scoppiati a ridere.

«No, seriamente dico autogestione senza prof».

«Ma si che la faremo, forse vogliono solo vedere se c'è qualcuno che inizia, perchè noi non è che siamo molto filosofi, siamo più per le cose pratiche».

«Se fate autogestione posso venire ad usare i vostri laboratori di meccanica?» aveva indagato il Mela, «Mi date su la rettifica due giorni che devo sistemare tutti gli F10 di quelli che conosco, faccio una badilata di soldi».

«Pensi sempre ai soldi».

«Non è vero, penso anche alle fighe, mica come voi che fate due scuole piene di maschi, che schifo».

«Perchè invece te, oh, pieno di fighe qui eh, aspetta che ne sposto due o tre con un calcio che in 'sto garage ormai non si passa più» avevo detto, sentitomi chiamare in causa.

«Zava ricordami perché lo abbiamo chiamato?».

«Sicuramente non perché porta le fighe» aveva detto lo Zava «Lo abbiamo preso perchè ci faceva pena, è un po' il boccia del garage».

«Ma state zitti coglioni, la prossima estate vediamo chi chiava: ho tutti i conti in sospeso con le tipe del bagno dove ho lavorato, vedrete» avevo buttato lì rendendomi perfettamente conto che era una spacconata.

Si erano messi a ridere e io non sapevo se fare l'offeso o mettermi a ridere a mia volta: i pochi bacini che avevo dato potevano essere un buon inizio per l'anno dopo, ma il cinque settembre, ultimo giorno in cui avevo lavorato, mi ero ripromesso di non mettere più piede in uno stabilimento balneare se non come cliente. La mia carriera di bagnino sciupafemmine rischiava di finire prima ancora di iniziare.

«Senti ma, piuttosto, sai che se vai al Motor Show potrei venire anche io».

«Guarda che gli stand dei seggioloni a rotelle non ci sono».

E giù a ridere, quel giorno toccava a me essere sfottuto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro