Steve, Bucky ed Erin. Passo a tre di sesso e d'amore

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Erin aveva conosciuto James ad un aperitivo. 

L'aveva corteggiata, fin dall'inizio, in maniera molto insistente. Era fintamente spavaldo, a coprire tutte le fragilità che si portava dietro. In un incidente stradale, avvenuto durante l'adolescenza, aveva riportato delle ferite piuttosto gravi e l'amputazione del braccio sinistro. Indossava una strana protesi moderna e sembrava, in apparenza, vivere una vita normalissima.

La moretta lo aveva trovato carino e gentile, una boccata d'aria fresca dopo la lunga relazione con il suo fidanzato storico, finita per noia e abitudine.

Per di più, la prima volta che l'aveva baciata si era sentita eccitata a dir poco. Emozionata, dopo molto tempo. Non era solo la novità: i modi di lui l'avevano profondamente colpita. Era passionale e generoso. Terminata l'ultima uscita le aveva chiesto di salire nel suo appartamento e lei aveva accondisceso.

James conviveva con il suo amico più caro, Steve. Erin non lo aveva mai visto; in realtà sapeva già tutto di lui, perché gliene aveva parlato a lungo.

Steve Rogers era per James un amicizia relativamente recente. Si erano incontrati per caso a una partita di baseball della squadra del quartiere, qualche anno prima. 

Lui era un semplice spettatore e Rogers, invece, leader indiscusso e capitano della squadra stessa. Talmente carismatico che tutti lo chiamavano Capitano e spesso indossava cappellino bianco, blu e rosso, con la scritta 'Cap'.

In quell'occasione Barnes era rimasto colpito dalla bravura e dalla fisicità di quel ragazzo atletico che correva sul diamante. Era quello che avrebbe desiderato essere e non sarebbe mai stato. Perfetto in tutto e particolarmente attraente. 

Aveva iniziato a fare il tifo per lui in maniera così esagerata che il Capitano, l'ennesimo punto segnato, si era avvicinato alle rete e, ridendo, lo aveva ammonito 'Bello, datti una calmata, mi rovini la piazza!'. Aveva indicato un gruppo di ragazze in visibilio sulle gradinate che lo salutavano, mandando baci.

Bucky era arrossito 'Scusa!'.

'Tranquillo. Vieni a bere qualcosa con noi dopo la partita? Ce ne è per tutti'.

Con lo sguardo fissò le ragazze facendo l'occhiolino a James.

Fu l'inizio di una viscerale amicizia. Steve era divertente e alla mano, lo aveva preso in simpatia; già da quella serata iniziale gli fu chiaro che rimorchiasse all'infinito. Ci sapeva fare tantissimo con le donne... un grande stronzo, il tipo per cui struggersi. 

Dopo una bevuta colossale, si era portato a casa una moretta piuttosto procace e disponibile, e soprattutto aveva combinato la serata pure per James con un'amica di lei altrettanto aperta. Offrendo pure la location per la ginnastica di coppia, dato che, nel suo appartamento, aveva una stanza in più: cosicché Buck ci aveva dato sotto come un riccio, grazie a Rogers!

All'alba del giorno successivo Steve aveva fatto sloggiare le ragazze alla velocità della luce. 

Non voleva rotture. Aveva preparato un'abbondante colazione per sé e il nuovo amico e gli aveva proposto di dividere l'appartamento. Da tempo cercava un coinquilino e l'immediata simpatia a pelle, per quel ragazzo timido e sfortunato, lo aveva fatto lanciare. 

James aveva accettato subito; da mesi progettava di lasciare la casa degli zii adottivi che lo ospitavano e trovarsi un nido tutto suo. E Rogers, coi suoi modi spavaldi e la sua vita interessante, lo affascinava parecchio. La convivenza era stata entusiasmante da subito.

Lo aveva coinvolto in feste, bevute e bagordi; presentato ad amici e colleghi. Stavano sempre insieme come fratelli separati alla nascita e poi riunitisi. Il Capitano aveva una sua filosofia tutta particolare sui rapporti col genere femminile. Nessun minimo legame, solo sesso sfrenato ed occasionale. E ne faceva tantissimo. Quasi ogni notte si ripassava la bella di turno nel loro appartamento. Un via vai pazzesco di ragazze splendide.

Giacché invece James era molto più introverso, soprattutto con le donne, Steve si era ritrovato più volte non solo a farlo guardare, mentre stava con le sue partner, ma anche a farlo partecipare nel caso in cui ne rimediasse una particolarmente disponibile. E non erano state poche. 

L'amico, i primi tempi, era imbarazzato ma il richiamo della carne era stato più forte della timidezza. Aveva perso parecchie inibizioni, fatto esperienza e goduto a non finire. Non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza, per questo. A seguito di tre anni di amicizia e convivenza, la condivisione carnale delle ragazze era diventata una piacevole e irrinunciabile abitudine.

Fino a che aveva conosciuto Erin. La condivisione di quella ragazza, che gli piaceva così tanto, non era invece proponibile per un insieme di motivi diversi.

'Steve, se Erin verrà a passare la notte qui, niente giochini!' lo aveva redarguito.

'Neanche potrò guardare? Dai, Bucky, mi dici sempre che è così bella, almeno quello, la sfoggi un po''.

'Scordatelo, Rogers, stavolta no...'.

'Ti sei innamorato?' lo interpellò, al limite della gelosia.

'La adoro, è carina in tutto, bella, gentile, non è solo una botta e via, nemmeno lo abbiamo ancora fatto e spero che duri!'.

'Che sarà mai questa Erin? Uff, lo sapevo che prima o poi diventavi noioso e banale pure tu!' il Capitano prese una birra dal frigo e si buttò sul divano a vedere la televisione.

***

'Vieni a casa mia, Steve non c'è e staremo tranquilli... ti prego... ti voglio, non ce la faccio più ad aspettare' James la baciò sulle labbra, con vigore.

'Va bene... è sicuro che non ci sia il tuo amico?'.

'Sì, saremo noi due e basta!'. La prese per mano e la trascinò in ascensore prima e nell'appartamento poi. E direttamente in camera da letto. La voleva così tanto e desiderava che la loro prima volta fosse speciale. 

Anche lei era molto presa e lo strinse subito a sé, baciandolo con passione e iniziando a spogliarlo.

Bucky la fece fare e si trovò a denudarla in fretta. Erano rimasti solo con la biancheria ed Erin si era stesa sul letto: era meravigliosa, con un completino di pizzo bianco trasparente. Vedeva chiaramente le sue forme e il triangolino più scuro, sotto lo slip, un incanto per i sensi.

'Aspetta un attimo...' Andò in bagno a togliersi la protesi e tornò da lei sperando che rimasse calma nel vederlo senza il braccio artificiale. 

Preoccupazione inutile, Erin gli buttò subito le braccia al collo e ricominciò a baciarlo.

James era davvero contento, la bruna era sempre tanto affettuosa e dolce, oltre che bellissima. La leccò nell'incavo dei seni e le sganciò il reggiseno, per toccarle le tette e ciucciarle i capezzolini, alternativamente. 

Li mordicchiò con i denti, mentre la sentiva gemere. Con la mano destra, si insinuò all'interno delle mutandine per arrivare con le dita alla fessura umida di lei. Stimolatala per un po', si inginocchiò fra le sue cosce e le tolse gli slip, oramai fradici dei suoi umori. 

Le aprì le carni e le succhiò il bottoncino in rilievo, con delicatezza. 'James, mi fai impazzire così'.

Erin lo aveva carezzato sui capelli e poi gli aveva premuto la testa contro il proprio bacino, in un'evidente richiesta di continuare quel gioco tanto piacevole. 

Il ragazzo non vi si sottrasse, anzi la tormentò, con più vigore. Dopo qualche istante, percepì le contrazioni del suo orgasmo sul volto. Gemeva, a voce alta, libera e appassionata. Smise di leccarla solo quando la sentì calma e passiva...

Le si accostò al viso e la baciò, facendole gustare il proprio sapore.

Erin allargò subito le cosce per farlo entrare dentro di sé e James non si fece pregare. 

La cavalcò, con tutta la forza che aveva in corpo, tutto il desiderio che aveva trattenuto da quando si erano conosciuti.  

La sentì venire un'altra volta, insieme a lui, circostanza che lo inorgoglì parecchio. Poteva ritenersi soddisfatto!

***

Steve era tornato prima del solito. Girando la chiave nella toppa della porta, aveva udito inconfondibili lamenti femminili. 

Alla fine Buck aveva portato a casa la sua bella e quella si stava divertendo, era evidente.

Si eccitò a sentirla, e pensò che doveva assolutamente vederla, ammirarli insieme: James aveva stuzzicato troppo la sua curiosità!

Provò ad aprire la porta della stanza dell'amico, di solito la lasciava sempre aperta quando faceva sesso con qualcuna, proprio per farlo entrare. 

Si trovò a forzarla, perché, invece, stavolta, l'aveva chiusa a chiave. Dopo un paio di tentativi, soprassedette, pure in leggero imbarazzo visto che, certamente, aveva fatto rumore e all'interno della camera lo avevano sentito. 

Si sarebbe scusato con Bucky, più tardi. Si ritirò nella sua stanza, deluso.

***

'James, chi è? Che succede?' gli chiese, dopo l'amplesso.

'E' Steve, tesoro, non preoccuparti'.

'Che razza di modi: non ha sentito che eravamo in camera tua e cosa abbiamo appena finito di fare? Capisco che siate in confidenza, così mi pare un po' troppo' si lamentò, stupita.

'Erin, senti...' pensò fosse meglio dirglielo, sperando che non lo giudicasse 'a volte noi, ecco, ci scambiamo le ragazze, insomma...' era titubante e in difficoltà.

'Spiegati meglio'.

'Facciamo sesso in tre o l'altro guarda la ragazza di turno mentre...'.

'Che cosaaaa?' interrompendolo, lo fissò, le sopracciglia aggrottate.

'Sono sempre consenzienti, chiaramente, che credi! Anzi, a loro piace e molto; abbiamo iniziato per gioco e poi è diventata la normalità. Per i rapporti occasionali, non parlo di fidanzate, o ragazze fisse come te, insomma. Erin, non pensavo di chiedertelo, infatti ho chiuso la porta'.

'Non siete normali, magari guardate le ragazze pure senza che le dirette interessate lo sappiano: è chiaro che il tuo amico era venuto per quello, per guardarci!'.

'Può essere, ma solo perché glielo avevo vietato e parlo sempre di te, chissà, era curioso: e sì, qualche volta è capitato che guardassimo senza permesso: non abbiamo mai interferito col rapporto dell'altro...'.

'Per piacere, risparmiami i dettagli! Questa storia è un mezzo schifo! Io ti conosco in maniera diversa. Chi sei tu?'.

'Era solo sesso, Erin, una questione meramente fisica, non si tratta di amore o di sentimenti. Mi piaci tanto, provo qualcosa per te, pensi di poterci passare sopra?'.

'Non chiedermelo, sono ancora turbata dai tuoi racconti e anche dal fatto che me lo hai detto adesso che abbiamo fatto l'amore, per la prima volta: è meglio che torni a casa mia!'.

'Se vuoi ti riaccompagno, però mi piacerebbe che restassi a dormire, abbracciata con me... per favore' la fissò, con i suoi meravigliosi occhi d'argento. Era così tenero e indifeso, e in fondo le aveva fatto una confessione non da poco. Forse poteva dargli il beneficio del dubbio... si ridistese nel letto, provando a calmarsi. 'Va bene, vieni qui' rispose, tendendogli la mano.

Bucky l'afferrò e la strinse, fortissimo.

***

Non era riuscita a dormire, nemmeno un minuto. Si era così innervosita per i racconti del suo ragazzo che il sonno era passato del tutto. Per fortuna Buck, dopo qualche ora, si era spostato dalla propria parte del letto e lei era libera di muoversi. Erano le cinque di mattina e pensò di andare in cucina a farsi un caffè nell'attesa che si svegliasse. Sarebbe voluta tornare a casa propria ma soprassedette per evitare che James ci rimesse male.

Sgattaiolò fuori dal letto, recuperò al volo la camicia di lui dal pavimento e scalza si diresse verso la cucina tentando di non fare rumore per non disturbarlo.

Accese la luce in soggiorno e si mosse verso i pensili della cucina per cercare il caffè. La macchinetta era in bella vista sul ripiano, almeno quella.

Mentre apriva gli sportelli degli armadietti e in punta di piedi si alzava per vederne il contenuto, si sentì osservata. 

Girò la testa a destra e vide un uomo molto alto e muscoloso, coi soli boxer addosso, che la fissava, dall'altro lato della stanza. Il ciuffo dei capelli castani chiari gli ricadeva sulla fronte, gli occhi di un azzurro intenso la fissavano; i lineamenti perfetti e la barba di qualche giorno completavano il quadro. 

Era bello, sexy e imbronciato, uno sciupafemmine, come lo aveva descritto Buck, più volte: Steve Rogers, di fronte a lei, che le si avvicinava, e la squadrava, come fosse un pezzo di carne.

Solo in quell'attimo si ricordò di avere indosso la camicia di James e niente altro sotto. Si abbassò sui talloni, tentando di tirare giù la stoffa dell'indumento il più possibile.

Il Capitano aveva sentito dei rumori in cucina e si era alzato, certo di trovare Bucky, per fare due chiacchiere... tanto era sveglio anche lui! Invece, le si era parata davanti una visione celestiale.

Era una delle ragazze più belle e sensuali che avesse incontrato in vita sua... e ne aveva conosciute tante. I capelli castani dorati lunghi fino ai glutei, leggermente ondulati, gli occhi marroni grandi, intensi ed espressivi, una meravigliosa boccuccia rosea: senza contare le lunghissime gambe e il sedere a forma di cuore che spuntava da sotto la camicia, intanto che si era messa sulle punte dei piedi, per cercare chissà cosa. 

Aveva sbirciato anche davanti, il triangolino castano dorato a vista, dello stesso colore dei capelli: e, per finire, dei seni da urlo. Le vedeva chiaramente i capezzoli tesi, sulla stoffa bianca della camicia. Insomma, Bucky si era portato a casa una vera sventola: la famigerata Erin era uno sballo!

Steve sentì un immediato irrefrenabile desiderio di possederla, un'eccitazione fisica dilaniante lo travolse e sentì di avere un'erezione di marmo, come da tempo non gli capitava: provò a contenersi, andando verso la ragazza, e sperando, altresì, che lei non se ne accorgesse.

'Ciao' le fece, tendendole la mano 'devi essere Erin. Sono Steve' le diede la mano, e immediatamente sentì una scossa, come un brivido... strano, erano entrambi scalzi...

'Ciao...' era molto in imbarazzo 'mi dispiace di averti svegliato, non riuscivo a dormire e volevo prepararmi un caffè'. Si giustificò.

'Ero già sveglio... faccio io, mettiti comoda' si offrì, galante, recuperando il barattolo della miscela.

Erin sedette al tavolo della cucina, stretta nella camicia di Bucky, osservando Steve che faceva il caffè.

Rogers apparecchiò il tavolino con latte, zucchero e biscotti e prese due tazze che riempì col liquido caldo e fragrante.

'Ecco fatto' le sorrise porgendole la tazza.

'Grazie' mormorò la ragazza.

'Non devi sentirti in imbarazzo, fai come se fossi a casa tua. In fondo sei la ragazza di James...' le disse capendo che si sentiva in difficoltà. Lui stesso lo era.

'Ci proverò' le parve carino, gentile. Al di là della facciata del latin lover. Notò che, bevendo il caffè, non aveva smesso di rimirarla nemmeno per un secondo.

'Che c'è? gli domandò.

'Erin, sei così bella, James me lo aveva detto, però... non pensavo fossi così...' era stato sincero.

'Così come?'.

'Meravigliosa, non riesco a respirare vicino a te, sto impazzendo...'.

'Sarebbe meglio che non mi dicessi queste cose!'.

'Perché? E' solo la verità, un cieco non lo vedrebbe, è un complimento'.

'Cos'è? Volevi guardare e non ci sei riuscito? E' questo il problema?' lo aggredì verbalmente, subito.

'Ah, te lo ha confessato Bucky e hai sentito che tentavo di aprire la porta e sì, in effetti, ero davvero curioso, ma adesso che ti ho conosciuto... ha ragione Buck...  non voglio dividerti con nessuno...'.

'Non vorrei dividerti con nessuno se fossi James, questo avresti dovuto dire' lo rimproverò lei: la stava fissando negli occhi con una strana luce nei propri. 

La ragazza si alzò in piedi, di scatto, per tornare in camera da letto.

'No, ho usato il tempo giusto e soprattutto il soggetto giusto' disse Rogers alzandosi a sua volta e prendendole la mano. La carezzò sul palmo e se la portò alla bocca per baciarla delicatamente. La prese per la vita e la avvicinò a sé.

Erin sentiva il proprio cuore battere fortissimo intanto che Steve era occhi negli occhi con lei.

'Se non vuoi non ti bacerò' le disse, molto serio.

Erano strettissimi e percepì chiaramente addosso l'erezione possente di lui. Era presa da quell'uomo e da quell'atmosfera. Alzò il volto verso il suo e schiuse le labbra.

Steve avvicinò la bocca alla sua, insinuando, ardente, la lingua nella sua bocca. Lo contraccambiò all'istante. Seguirono una miriade di baci appassionati, uno dopo l'altro, lingua su lingua, i loro umori mischiati, i loro denti, i sensi completamente amplificati.

Le slacciò, veloce, i bottoni della camicia, togliendogliela, le prese i seni con forza e se li portò alla bocca, alternativamente, mordendoli in maniera frenetica. Poi in fretta liberò il tavolo della cucina dall'apparecchiatura del caffè. Non poteva aspettare e sapeva che il tavolino, robusto, avrebbe retto il loro peso.

'Erin, stenditi sul tavolo' l'aiutò nel movimento. 

Lei si distese, serena, intanto che Steve si abbassava, per passarle la lingua in mezzo alle gambe. Aveva un sapore così buono che gli girava la testa. La sentì rabbrividire talmente tanto che continuò, resistendo solo qualche istante.

La voleva, in maniera disperata.

Si liberò dei boxer e l'attirò a sé, lei stesa sul tavolo, lui in piedi di fronte. La ragazza era estasiata. Rogers aveva il sesso più grosso e lungo che avesse mai visto: posto che lei aveva poca esperienza, era davvero impressionante e bellissimo.

'Sei sicura, Erin? Perché fra qualche secondo non tornerò più indietro'.

'Sì' mormorò, eccitata all'inverosimile, aprendo ancora di più le gambe a un invito irrefrenabile. L'uomo la penetrò con un unico movimento sensuale, facendola gemere di nuovo. L'aveva riempita così tanto, in profondità, in maniera sconvolgente e aveva iniziato una serie di spinte vigorose. La guardava dall'alto, preso ed esaltato: era strettissima. 

Le mise il pollice sul bocciolo in evidenza e iniziò a eccitarla anche lì.

Erin mugolò, fissandolo negli occhi azzurri.

Rogers sentì quasi subito degli spasmi tanto forti in lei che dovette aggrapparsi al tavolo e non si contenette, inondandola del proprio seme, mentre provava a non alzare troppo il tono della voce per non svegliare James. 

Si accasciò sulla ragazza, senza respiro. Quella lo baciò sulla bocca, intensa, e Steve contraccambiò subito. La prese fra le braccia e la portò nella sua camera da letto non prima di aver raccolto da terra gli unici due indumenti di cui si erano liberati.

***

La teneva stretta da quando si erano stesi sul letto e non era riuscito a smettere di baciarla nemmeno per un istante. Alla fine, dovettero staccarsi.

Riprendendo fiato le chiese 'Che facciamo?' due parole e dietro un mondo!

'Non lo so, tu che vuoi fare?'.

'Continuare a baciarti!' rispose Rogers.

'Intendevo con James... mi sono comportata malissimo...'.

'Davvero malissimo? E' stato tanto spiacevole fare l'amore con me?'.

'No, è stato fantastico e non ne sono pentita ma il punto è che stanotte ho fatto l'amore con James e lui sarebbe... meglio... è il ragazzo che frequento...'.

'Faccio più schifo io, è il mio migliore amico, siamo come fratelli. Erin, non sono riuscito a frenarmi e soprattutto ti voglio solo per me: stai con me, resta con me, fa l'amore con me, solo con me perché non posso condividerti con lui nè con nessun altro'.

Lei pensò che non sarebbe più potuta stare con Bucky dopo quello che aveva provato nel fare l'amore con Steve: non era paragonabile, era troppo presa da un'unione di sensi folle e inebriante. Le sembrava di conoscerlo da sempre, di amarlo da sempre.

'Steve, lo lascerò, te lo prometto, fammi tornare di là adesso'.

'Solo un bacio, dammi solo un altro bacio...' la attirò a sé di fianco e le girò il volto all'indietro per baciarla. In un attimo si ritrovò avvinghiato alla ragazza, bocca su bocca, la barba ispida sulla pelle morbida e delicata. Entrò in lei da dietro, per possederla ancora.

Erin non riusciva a staccarsi, sapeva che era passata l'alba, l'orario in cui James si svegliava di solito per andare al lavoro, ma non le era possibile muoversi da quella posizione, da quel letto, da quell'uomo!

Mentre lo sentiva spingere dentro di sé, udì un sussulto: di fronte a loro, immobile, Bucky che li guardava, attonito e sconvolto, gli occhi sgranati.

***

James si era destato, rendendosi immediatamente conto che Erin non era accanto a lui; era sicuro che non fosse andata a casa, i suoi vestiti erano tutti ancora lì. 

Si era alzato in fretta, per cercarla e visto che non era in soggiorno, si era diretto verso la stanza di Rogers. 

Sentiva dei lamenti provenire da lì. Il cuore gli si era già fermato nel petto, era il suo incubo più grande. 

Ci aveva pensato tante volte, da quando l'aveva conosciuta: che non voleva, in nessun modo, che incontrasse Steve... perché il suo amico l'avrebbe conquistata, affascinata. Lo temeva e si sentiva inferiore a lui, in ogni cosa e adesso che doveva aprire la porta che li separava, percepiva in sé rabbia e dolore: soprattutto desiderio di vendetta e una gelosia crescente, per entrambi!

Si era infervorato di più, quando li aveva visti avvinghiati, Steve che la penetrava di spalle e la stringeva, tenendole il viso voltato nella sua direzione, con la mano, per non smettere un attimo di baciarla, occhi negli occhi, perso in lei come mai lo era stato con nessuna. Era estasiato e lei, lasciva e appassionata, in un modo tanto diverso dai momenti erotici che avevano trascorso insieme... era presa da lui, già innamorata... invidiò la perfezione dei loro corpi e di più lo splendore delle loro due fisicità unite, bellissimi e perfetti da soli, bellissimi e perfetti insieme.

Si quietarono, alla sua vista, nei movimenti.

Erin lo osservava, sbigottita e in parte addolorata; si era girata verso Steve, e lo aveva guardato, in cerca di un aiuto.

Rogers aveva mormorato 'Bucky, mi dispiace tanto, è stato più forte di noi...'.

Certo, pensò James, ti dispiace così tanto che sei ancora duro dentro di lei: davvero, Steve era incredibile.

'Non preoccuparti, Rogers, ho capito l'antifona, tra qualche ora faccio i bagagli e sloggio e ti giuro che non mi vedrete mai più, né te né lei'.

'Dai, non fare così, parliamo, resta...' Steve provò a dissuaderlo: dentro di sé, in realtà, gli parve la soluzione migliore: non avrebbero potuto proseguire la convivenza in nessun modo, era chiaro. 

Buck era sempre troppo geloso delle donne e del loro rapporto, in particolare.

'Prima voglio guardare e anche qualcos'altro: forza, continuate!' James, così dicendo, si tolse al volo l'intimo e si sedette sulla poltrona di fronte al letto, quella che lo aveva ospitato centinaia di volte nelle lunghe notti di sesso sfrenato a tre.

'Scherzi, vero? No, non se ne parla' Rogers provò ad opporsi.

'Me lo devi, Steve, visto quello che ti sei preso...' Bucky fu laconico.

Erin fissò il Capitano, muta: con gli occhi, lo scongiurava di non cedere. Non poteva, non poteva più fare sesso con James e non voleva che la guardasse.

'Stai tranquilla' le mormorò Steve 'sarà una cosa veloce e ti piacerà e poi ci sono io qui con te' non sapeva come uscirne e lo avevano fatto tante di quelle volte.

Sperò che Bucky si contenesse e guardasse soltanto ma aveva una strana espressione nel viso, che proprio non gli piaceva.

Mai avrebbe voluto divedere Erin con qualcun altro, a quel punto; solo che si sentiva talmente in colpa da essere in difficoltà.

Ricominciò a spingere dentro di lei, con vigore. L'appetito sessuale non gli mancava mai e non lo aveva perso neanche in quella circostanza. 

La ragazza però non era per niente rilassata 'Pensa solo a me, Erin, solo a me, chiudi gli occhi e pensa a me' le consigliò.

Aveva ragione Steve, rifletté Bucky, una botta è via è una botta e via, e vedere loro due insieme era molto più che eccitante. Sdoganò rabbia e rassegnazione e si ripromise di godere al massimo dell'opportunità che gli si era presentata. Era d'acciaio, nelle parti intime e si alzò dalla poltrona per raggiungere il letto. 

Si inginocchiò e mise la testa tra le cosce di Erin; con la mano le aprì le carni, rosee e bagnatissime. 

La ragazza, appena lo sentì, tentò di scansarlo, ma Rogers la bloccò. 'Lascialo fare, impazzirai...'

'Hai un micetta favolosa, tesorino, sei dolce e saporita insieme' era splendida, la peluria arricciata, grondante di miele. 

James, estasiato, continuò, e la succhiò con voluttà, come aveva fatto qualche ora prima, passandole la punta della lingua sul clitoride gonfio e pronto per l'orgasmo.

Erin non avrebbe mai voluto, le sembrava una cosa schifosa, a priori; adesso non riusciva a resistere al piacere dei colpi di lingua di Buck su di sé, uniti alle spinte di Steve dentro il suo corpo. Era una sensazione pazzesca e mai provata e inebriante, di carne su carne amplificata dai colpi dell'uomo alle sue spalle.

Rogers se ne accorse e affondò in lei, con ancora più potenza.

James, a sua volta, intensificò i movimenti con la lingua, mordicchiando il bottoncino carnoso. Percepì quasi subito gli spasmi di Erin sul viso e udì, lungamente, i suoi gemiti; qualche secondo dopo, sentì il grido roco del Capitano, che ben conosceva, e vide il suo elisir fuoriuscire copioso dall'intimità della donna, che ne fu completamente imbrattata.

Steve si mise supino sul letto accanto alla ragazza tentando di respirare normalmente.

Erin era immobile, appagata e stranita allo stesso tempo. 

Bucky prese un paio di kleenex dal comodino e glieli passò 'Pulisciti bene, ora tocca a me...'. La donna si mosse verso Rogers che le fece un cenno di assenso col capo, invitandola esplicitamente a continuare quel gioco.

'Girati e mettiti in ginocchio' comandò James.

'No, non voglio'.

'Girati, subito!' le intimò Buck 'Ti ho già presa prima, che sarà mai?'. Era stato arrogante nei modi, ma l'aveva accarezzata sulla coscia e rivolto uno dei sorrisi che tanto l'avevano conquistata 'Ti voglio, tesoro...'.

Erin si voltò e si mise carponi. Sentì immediatamente che la penetrava, parecchio intenso, aggressivo. Guardò Steve, tentando di capirne i pensieri, quasi in cerca di solidarietà; in realtà, Rogers pareva piuttosto preso da quella visione, infoiato. Aveva un'altra erezione e non ne faceva alcun mistero.

'Dai, amico mio, tocca a te, assaggia ancora questa bellissima signorina' James lo invitò a partecipare, sogghignando. Il Capitano si insinuò fra le cosce di lei per poterla stimolare con la lingua. 

Mentre iniziava a lapparla, Buck le spinse la testa sullo scettro virile di Rogers. 'Deve essere più altruista, Erin, dai, aprì la bocca, lo so, con Steve è complesso' ridacchiò di nuovo. Oramai era sciolto e tranquillo.

La ragazza si era trovata succhiare l'enorme sesso e pure con difficoltà, viste le dimensioni. A lui non sembrò importare più di tanto, pareva esserci abituato. Gestirlo completamente era un'impresa improba.

Rogers si dedicò alla sua vulvetta qualche altro attimo e poi si rimise supino, la rigidità in bella vista... generoso a letto, con le donne... non era mai stato!

Mandò un'occhiata, piena di significato, all'amico del cuore, che intuì al volo, si staccò da Erin e l'accompagnò con le mani sui fianchi ad impalarsi sul Capitano.

La ragazza, perplessa del gesto altruista, godette della maestosità dell'enorme membro dentro di sé. Si mosse, alla ricerca del proprio godimento, strusciando su e giù, frenetica, il centro del proprio piacere sulle carni del compagno.

'Calma, bambolina; qualcuno è in calore, stamane!' Steve la prese leggermente in giro. Con la mano, le carezzò il volto e la fece scendere verso di sé per baciarla in bocca.

L'avevano fatto tante di quelle volte, con James, quel giochetto: le femmine cedevano sempre, al richiamo dei sensi perché loro due erano giovani, belli e  ci sapevano fare. Non erano preoccupate nemmeno del moncherino del braccio ma interessate solo ai loro giochi.

Grazie a Dio, si erano riappacificati. In fondo era bastato poco, era stata sufficiente un'altra ragazzetta da spupazzarsi insieme. 

I loro sentimenti si ingigantivano quando conoscevano una sventola come Erin, poi scoppiavano come una bolla di sapone e si ridimensionavano. La loro amicizia e le loro notti infuocate, invece, erano una costante che volevano mantenere e nulla aveva scalfitto. Sulla scia di siffatte riflessioni strizzò l'occhiolino a Bucky, complice.

Erin sentì la punta della lingua di quest'ultimo all'interno delle proprie natiche, fra le carni morbide. La leccava, avanti e indietro, senza tregua.

'No, così no, non mi piace...'si lamentò.

'Fa la brava...' la zittì con uno schiaffetto sul gluteo destro. Era stupenda, nel culetto inviolato. Glabra, rosea, profumata pure lì. L'anello muscolare un pochino più scuro. Carne fresca. L'avrebbe mangiata tutta, ci poteva giurare. Più si addentrava in profondità all'interno della sua fessura nascosta, più il suo sederino si apriva per lui.

La bruna non riusciva a negarglisi, i movimenti della lingua dell'uomo su di sé erano irresistibili e nel contempo il Capitano continuava a deliziarla.

James smise di succhiarla e si posizionò di nuovo in ginocchio, alle sue spalle, strofinandole i suoi umori vischiosi e abbondanti all'interno delle natiche fino ad imbrattarla completamente.

La femmina trattenne il fiato in agitazione mentre lo sentiva usare l'indice della mano destra per entrare in sé.

Dopo qualche istante di tensione e fastidio lo mosse fino a toccare un punto tanto inesplorato quanto profondamente sensibile del suo corpo: un brivido di piacere immenso la avvolse, all'istante. Tremò come una foglia.

'Sì che ti piace, tesoro, sei una cagnolina in calore, la nostra meravigliosa cagnolina...' Barnes aggiunse anche il medio, con forza, intanto che Steve continuava a possederla.

Erin si era irrigidita per l'intrusione, e successivamente rilassata, gemendo a voce alta. Il suo ancora ragazzo le stava stuzzicando delle zone erogene che non sapeva nemmeno di avere, prima di allora!

James si rialzò e mise la bocca accanto all'orecchio della ragazza, per chiederle a bassa voce 'Vuoi farlo davvero, Erin? Sei sicura? Sei libera di smettere, basta una tua parola e mi fermerò'. Voleva sentirselo dire apertamente, nessuna costrizione, in quel letto!

Non gli rispose ma inarcò il sedere in alto aprendo le cosce e spostandosi da Steve.

Bucky ammirava il bocciolo inesplorato che si schiudeva per la prima volta per lui; era un invito irrinunciabile, davvero troppo bello e lussurioso, per non approfittare.

La coricò di fianco e si insinuò in lei con un netto movimento del bacino, deciso. Una bottiglia di champagne stappata: era quello il rumore del culetto di una vergine violato per la prima volta. Già lo aveva sentito in precedenza e il sederino di Erin non faceva eccezione. Era solo il più bello che avesse sverginato, il più succulento, il più tenero: perché era quello di Erin!

La sentì lamentarsi e non se ne preoccupò, né smise; lei iniziò a mugolare, compiaciuta, adattandosi al suo ritmo, spostandosi indietro per farsi colmare, per farlo entrare in sé in profondità. Lo voleva completamente, a quel punto.

Il Capitano le si era affiancato davanti e la penetrò, irruento.

Li percepiva entrambi, anche nell'anima. L'uno che la possedeva con spinte fortissime fino alla cervice, l'altro che la trapassava nelle viscere.

Lo strato di pelle era talmente sottile che i due uomini, in estasi, percepivano l'uno il movimento dell'amico.

Si muovevano allo stesso ritmo, a volte, oppure si alternavano. La stavano facendo impazzire: i tre respiri affannati, le tre bocche che si cercavano, i loro tre corpi sudati in uno solo. Era un'eccitazione mai provata, una beatitudine incredibile; si sentiva una vera porcellina scostumata e questo le piaceva ancora di più.

Bucky era talmente eccitato e le carni che colmava così strette che, dopo qualche minuto di spinte, non riuscì a tenersi esplodendo in un piacere indescrivibile, soddisfatto, con le contrazioni dell'orgasmo di Erin sul proprio sesso.

Quest'ultima pure era stata travolta da quello stimolo proibito e inaspettato, complice anche aver sentito James riversarsi in sé gridando il suo nome.

Steve no, quello non era ancora venuto, nonostante gli spasmi erotici dell'inguine di Erin che si contraeva e dilatava sulla sua asta; figuriamoci, aveva una resistenza pazzesca e voleva godere insieme a lei, per contro proprio. Concludeva la performance in quel modo, ogni santissima volta, James spettatore impudico e il Capitano protagonista assoluto.

La rivoltò sul letto, completamente stordita dall'orgasmo appena vissuto, le spalancò le gambe e pompò dentro di lei con tutta la forza che aveva in corpo. Indiavolato e infoiato, entrava e usciva dalla sua orchidea già arrossata e tormentata. Fu uno stantuffo, un caterpillar umano.

La ragazza gli si avvinghiò, le gambe arpionate sui fianchi, le braccia attorno alle sue spalle; percepì un'ulteriore vibrazione in sé, potente. Un'altra, Cristo, aveva smesso di contare gli orgasmi. 

Curvò la schiena, i seni che sbattevano all'impazzata sul viso di Steve, che la stava facendo godere per l'ennesima volta. Con un ultimo colpo di reni, anche Rogers venne, finalmente, un rantolo più rumoroso del solito, spargendo il suo copioso nettare nella tenera partner.

'Piccola, sei deliziosa, la più bella notte che ricordi' Steve le si era affiancato, per baciarla in bocca.

Lei aprì le labbra e, in quell'attimo, sentì una seconda lingua, quella di James, che si era unita alla partita. 

Favoloso, favolosi: li limonò entrambi poi si alzò senza una parola per andare verso il bagno, annesso alla camera da letto. 

Era esausta e necessitava di una doccia calda; era sporca di loro, davanti e dietro, ma si sentiva pulita nell'anima. 

I loro rapporti erano stati inusuali tuttavia, in qualche modo, le erano parsi anche naturali, non riusciva a vederci nulla di male o di insano, data la piacevolezza dello stare insieme. 

Sotto il getto dell'acqua, rifletté su se e come proseguire la frequentazione dell'uno o dell'altro o di tutti e due!

'Erin è fantastica, capisco perché ti sia piaciuta tanto.' commentò il Capitano.

'Gesù, sapessi quanto era stretta' commentò l'altro.

'Hai goduto parecchio, l'ho capito, maialino: più che con me?' si avvicinò all'amico, gli carezzò un ciuffo di capelli castani, per posizionarglielo dietro l'orecchio e appiccicò la bocca alla sua. Che fu subito pronta a schiudersi, per leccargli le labbra.

'No, quello mai' controbatté, ironico.

'Rimangiati quello che hai detto, che lasci l'appartamento, che traslochi, che mi abbandoni. Rimangiatelo!' lo pregò, l'inguine che si strusciava a quello del partner.

Bucky si sfregò, convulso, contro le carni di Rogers 'Resto!' cedette, con un sospiro.

Era stato un bluff, fin dall'inizio. Erin era stupenda e l'adorava, una donna splendida, dentro e fuori dal letto. Però, quello che avevano loro: era diverso e non si batteva.

Si stese con la schiena sul materasso, duro come l'acciaio.

La bocca umida del Capitano, immediata e convulsa, gli cinse il glande, in un risucchio spaventoso. Emise un urletto, reggendosi con la mano al lenzuolo, tentando di contenersi.

'Sai di buono, degli umori della nostra ninfetta. Invitala più spesso. Preparati, ora viene il bello' Steve lo schernì per tornare a dedicarsi di nuovo a lui, ancora più fomentato, nel lavoretto in cui riusciva in maniera eccellente.

La ragazza, appena uscita dalla doccia, udendo rumoreggiare nella camera, aprì la porta. Che spettacolo! 

Le fu tutto chiaro, in un lampo.  I due erano anche eccitanti a vedersi... due maschi... mai pensava che il proprio corpo ne sarebbe stato sollazzato, in quel modo. 

Era già impregnata del proprio desiderio e la farfallina era tesa, indolenzita. 

Notò la poltrona di fronte al letto e ci si piazzò con  le dita di una mano, fra le gambe, che scorrevano dentro e fuori, quelle dell'altra a carezzarsi il pistillo, intensamente.

James alzò gli occhi. Era la prima volta che una ragazza assisteva ai loro giochetti, di solito le sbattevano fuori prima di cominciare. Si compiacque di farle quell'effetto. 'Ti piace guardare' non era una domanda.

Steve si rialzò, e data un'occhiata superficiale in direzione della poltrona, si mise in ginocchio, col sedere verso Bucky, che si abbassò, bacio la parte più interna del corpo dell'amico e ci si piazzò davanti, assai in tiro.

Lo  possedette, immediato. Voleva prenderlo in quel modo, da quando avevano iniziato. 

Era molto più aperto di Erin e scivolò in lui con estrema naturalezza e zero incertezze, facendolo sospirare, un'erezione folle fra la gambe, assieme. Con spinte indolenti e complete, mille baci e carezze sulla schiena e sulle spalle; seguirono colpi di bacino vigorosi e virili. 

Erano affiatati e sincroni. James afferrò il collo del compagno con la mano destra per tenersi, nel momento dell'orgasmo. Gridò il suo nome, appassionato, riempendolo di sé.

La ragazza si sentì montare di un godimento infinito, dai lombi fino alla spina dorsale. 

Si unì idealmente al piacere che vedeva vivere, materializzarsi, dinnanzi ai propri occhi. Sussultò, tremando, in ogni parte del proprio essere. 

Restò in attesa, perché toccava al Capitano.

Era curiosa di capire cosa sarebbe accaduto, date le dimensioni.

Buck si stese con la bocca aperta e Steve, in ginocchio, gli porse il membro, accostandoglielo alle labbra, con un sorriso incredibile nel viso.

Bucky lo leccò teneramente a mo' di un gelato goloso, lo succhiò sulla punta rosea, carezzandogli con la mano i morbidi globi per dedicarsi, con le dita, al sedere marmoreo dell'altro, entrando e spingendolo fino in fondo.

Rogers aumentò il movimento della propria mano su di sé, e strillò, come un ossesso, schizzando nella bocca aperta dell'amato compagno la sua divina ambrosia. Quello inghiottì, soddisfatto e lo ripulì con la lingua in ogni dove, in ogni lembo e centimetro di pelle morbida e delicata.

Il Capitano si abbassò per baciarlo sulle labbra con le pupille dilatate per il desiderio appena soddisfatto e con una dolcezza che non aveva dimostrato neanche con lei 'Amore mio, grazie...'.

James gli carezzò il volto e dette uno sguardo a Erin - con  le cosce lascivamente spalancate alla loro vista - e uno all'amico. 

I due maschi si alzarono insieme, dal letto, mano nella mano, per dirigersi lentamente verso la ragazza.

Si misero in ginocchio sul parquet, baciandole e leccandole insieme il triangolino pulsante, zuppo della lussuria della loro visione. 

La loro ninfetta andava premiata: in fondo non era diversa da loro, aveva le medesime istintive pulsioni.

Godendo, per l'ennesima volta, Erin pensò che non avrebbe potuto rinunciare a nessuno dei due! Li amava entrambi, li voleva entrambi...

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