Capitolo 25

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Capitolo venticinque

Josh's Pov

"Josh cosa stai facendo? Non fare il coglione",mi ridice Drake per la mia milionesima volta da quando siamo in palestra.
"Non sto facendo il coglione,sto cercando quello che mi serve".
"Proprio per questo sei un coglione!".
"Senti...",dico spazientito,"Se vuoi aiutarmi bene,se non vuoi vattene!".
"Certo che non aiuterò non voglio averci niente a che fare con questa merdata,sopratutto se c'è di mezzo Jennifer",risponde serio.

Perché deve sempre difenderla in questo modo?

"Bene allora vai,io devo cercare quel che mi serve".
"Mi spieghi solo perché?",mi chiede Josh sedendosi sulle scalinate della palestra.
"Perché lei sa",rispondo con un filo di rabbia.
"Lei sa cosa?".
"Sa tutto".
"Josh non sono un cazzo di indovino,di cosa stai parlando?".
"Sa tutto! Sa di Caroline,di come mi ha lasciato e il perché mi ha lasciato!",dico rabbioso,quasi urlando,gesticolando davanti alla faccia di Drake con le mani.

Seguono attimi di silenzio. Non so se è perché sta cercando di assimilare la notizia o semplicemente non vuole parlarmi in questo momento,ma in entrambi i casi gli e ne sono grato.

"Sa anche di Kevin?".

La preoccupazione balena subito dentro di me. Quanto sa Jennifer? Le ho raccontato di Kevin? Perché diamine ho bevuto cosi tanto?

"No credo che sappia nulla di lui",dico non essendone sicuro.
"Come fa a sapere?",chiede dopo un lungo silenzio.
"Gli e l'ho detto io",dico ancora nervoso per essermi scavato la fossa da solo.
"Eh?",domanda Drake ovviamente confuso.
"Dopo la festa ero ubriaco e ho incontrato Jennifer raccontandole tutto".
"E quindi? Lei non dirà niente,non è il tipo".
"E tu cosa ne sai? Potrebbe usarlo contro di me oppure dirlo a qualcun'altro. Voglio solo farle capire che con me non si scherza".
"Josh...",dice Drake piano.
"No cazzo! Mi da fottutamente fastidio il fatto che lei sappia di una parte cosi buia e oscura della mia vita,le persone sono delle merde e usano i punti deboli degli altri per vincere e io non perderò".
"Non sono tutti cosi! Lei non farà nulla,perché dovrebbe?".
"Lei lo farà, mi starà sicuramente deridendo adesso! Ma vedrai che non riderà più".
"Quindi? Vuoi fare questo giochetto del cazzo per cosa? Perché sa di quella storia vecchia decenni che tra l'altro gli hai raccontato tu?".
"Lei sa il mio punto debole,non può battermi se gioco la prima carta".
"Josh non è un fottuto gioco",dice Drake alzandosi dalle scalinate,"Non è una fottuta partita a carte tra te e lei, e le persone non sono delle pedine da gioco. Quello che vuoi fare è una cosa seria!".
"È solo uno scherzo!",ripeto io stancandomi di ascoltarlo.
"Quindi vuoi farlo? Nonostante ti abbia aiutato mentre eri ubriaco sul prato? Nonostante ti abbia riportato a casa e tu le hai vomitato sul vestito?".
"Questo non vuo...",no ma aspetta un attimo,"E tu come lo sai?".
"So cosa?",Drake entra nel panico.
"Come sai del vestito e tutte le altre cose? Io non te ne ho parlato",chiedo curioso di sapere la risposta.
"Io beh ecco, cioè ",dice farfugliando,"Me l'ha detto Meredith".
"Meredith?",chiedo con lo sguardo confuso,"Quando?".
"Ieri,al telefono",dice sempre non guardandomi negli occhi.
"Da quando tu e Meredith parlate al telefono?".

Più che altro da quando Drake e Meredith parlano? Cioè si, si conoscono ma parlano solo quando ci sono anche io.

"L'avevo solo chiamata per ringraziarla..sai...",continua a parlare impastando le parole,"Mi ha aiutato a tornare a casa,quindi l'ho chiamata per dirle grazie".
"Solo per quello?".
"Si e poi...".
"Trovato!",dico interrompendo Drake.

Finalmente ho trovato quello che cercavo. Drake e Meredith ultimamente si comportano in modo strano, Meredith sopratutto,ma ora devo fare questa cosa prima di impazzire.
Meredith e Drake potranno aspettare. Mi dirigo verso l'uscita mentre Drake continua a ripetermi che non devo farlo.
Si invece lo farò, le farò capire che non si deve mettere contro di me,che nessuno può usare il mio punto di debolezza.

Nella stanza di Jennifer.

"Finalmente ho finito una parete",dico guardando soddisfatta la parete sinistra di camera mia .
"Anny,vieni a vedere!",urlo in modo che riesca a sentirmi

Ho finalmente dipinto la parte di azzurro,schizzandola a spruzzi con un po' di blu,l'effetto è bellissimo.

"Si signorina?",dice Anny stando fuori dalla mia porta.
"Vieni a vedere",entusiasta la trascino per la mano,"Ho finito di dipingere questa parete".
"È molto,mm...",dice Anny pensierosa,"Astratta".
"Astratta?",chiedo io sentendo formarsi un cipiglio sulla mia fronte,non le piace? Eppure a me sembra cosi bello..
"Si,astratta,particolare come preferisce. Le assomiglia molto,sapevo non avrebbe semplicemente colorato la parete di azzurro,davvero un bell'effetto,disordinato ma bello", dice ridendo leggermente.

È vero,una persona da fuori,potrebbe semplicemente pensare che è stato un lavoro andato a male,ma a me piace la mia parete.
Rispecchia ciò che ho dentro. Un azzurro mare calmo con uno tsunami all'interno.

"Farà cosi anche le altre pareti?".
"No in realtà pensavo di fare ogni parete di colore diverso".
"Ovviamente",sorride Anny,"Vado a finire di preparare la cena".
"Perché che ore sono?".

Ho cominciato a verniciare alle quattro ma da quel momento non mi sono più fermata,troppo presa dalla mia parete,succede sempre cosi quando ho un pennello in mano.
Non disegnavo qualcosa da quando sono arrivata a Mahnattan,troppe cose sono successe in cosi poco tempo.
La scuola,Meredith,Drake,Josh,la cena,la rivelzione di Anny su mio padre,Melissa,persino Michael.

"Sono le sette signorina".
"Mio padre dov'è?".
"Ha chiamato dicendo che tarderà un po' perché sta concludendo un' affare importante",dice uscendo dalla stanza.

Un'affare importante? Probabilmente starà concludendo gli ultimi dettagli con il padre di Josh. Quell'uomo non mi piace molto,beh nemmeno il figlio,chissà com'è la madre.
Ma cosa centra la dolce e innocente Meredith con quei due uomini? Proprio non capisco.
Parlando di Josh...
Strano che parli di lui.
Non ho ancora nemmeno iniziato il mio discorso e già rompi?
Sono qui per questo!
Scaccio via la mia coscienza dispettosa e comincio a riflettere sul comportamento di Josh.
Perché se la prende tanto? È stato lui a rivelarmelo,sotto effetto dell'alcool, ma me l'ha comunque detto lui. Pensa davvero che andrei in giro a fare la piccola detective Conan?
Beh, eri abbastanza curiosa al riguardo.
Si,ma non da andare a chiedere in giro. Non potrebbe fregarmene di meno della vita sentimentale di Josh e il fatto che sia scattato cosi con me mi ha fatta infuriare.
Era cosi arrabbiato e in preda al nervosismo che ho avuto davvero paura potesse alzare le mani su di me.

Perché Caroline,anche solo nel nominarla gli procura tutta questa rabbia e dolore? So quello che è successo in realtà, ma perchè prendersela con me? Non metterò a stampare cartelloni in cui c'è scritto cosa Caroline ha fatto a Josh, oppure lui pensa di si? Pensa che potrei dirlo a qualcuno o deriderlo? Per questo si è agitato tanto? Non lo farei mai,nemmeno al mio peggiore nemico,so cosa si prova a essere lasciati da solo e non deriderei mai nessuno per questo.
E lui come fa a saperlo?
Beh,mi conosce.
Davvero?
Non lo so...mi conosce abbastanza da saperlo? Io non sono proprio un libro aperto,ma dovrebbe almeno aver capito che non spiattelerei in giro situazioni del genere.Lo sa vero?

*******
Jennifer's Pov

Le mattine stanno andando sempre in modo peggiore,devo davvero cominciare a prendere in considerazione l'idea di cominiciare a usare la macchina. Mio padre mi guarderà con un ghigno soddisfatto tutte le mattine quando metterò in moto,ma ne varrà la pena se non dovrò sempre correre per prendere un taxi.
La mia scuola a Londra era molto più vicina e qui a Mahnatann sto collezzionando ritardi su ritardi.

"Vuoi un passaggio?",mi chiede mio padre mentre scendo le scale freneticamente con un toast in bocca.
"Non c'è problema",rispondo infilandomi le scarpe.
"È tardi e io oggi non devo andare in ufficcio,ti accompagno".
"Va bene ma sbrigati,sono in ritardo",mio padre sbuffa.
"Prima dici che non c'è problema e ora mi dici di sbrigarmi".
"Senti accompagnami e basta",dico dandogli un colpetto sulla spalla per non fare il mio tono troppo aggressivo.

Dieci minuti dopo siamo al semaforo prima della mia scuola,perfortuna il traffico era quasi zero,stranissimo.

"Allora?Come va? Tutto bene?",chiede mio padre un po' in imbarazzo. Non è mai stato un grande conversatore quando si tratta di conversazioni intime.
"Si e tu?",gli chiedo io.
"Bene".

Che conversazione intensa e piena di particolari.

"Non ti serve nulla? Non ti manca niente?",so dove vuole arrivare.
"Non mi provoca depressione la vista di Mahnatann e nemmeno il ricordo della mamma,tranquillo. Non mi chiuderò in bagno con delle lamette".
"Jennifer!",guaisce mio padre.
"Tanto per dire...",dico io annoiata.

Non ho intenzione di affrontare questa conversazione alle otto del mattino. Ma quando diavolo spunta il verde?

"Ho notato che hai degli amici ora", accenditi verde!!
"In realta no",rispondo secca.
"Beh quel Josh,sembrava vi conosceste".
"Esatto ci conosciamo e basta".

Non saprei definire in modo sociale Josh,non lo definisco un amico ma nemmeno un nemico.
Semplicemente una persona che conosco,forse nemmeno questo.

"E quella Merion? Con qui sei andata alla festa?".
"Meredith",lo correggo,"L'ho solo accompagnata alla festa".

Perfortuna il verde scatta e mio padre non proferisce parola finché non mi saluta quando scendo dalla macchina. So che si preoccupa per me,ma decido io come gestire la mia vita,non c'è bisogno che si metta in mezzo.

"Jennifer buongiorno",mi saluta Meredith all'entrata del cancello.
"Buongiorno,ti serve qualcosa?",chiedo notando che aspettava nel cancello.
"No,ti stavo solo aspettando",dice dolcemente mentre camminiamo verso l'entrata.
"Aspettavi me?",domando incredula.
"Si Jennifer aspettavo te",ride,"ma cos hai stamattina?".

"Nulla nulla",dico fingendo un mezzo sorriso

Perché mi aspettava? Non è costretta ad aspettare me per entrare.
È quello che fanno le amiche sai?
Amiche..amiche..siamo davvero amiche?

"Cos hai alla prima ora?".
"Mm non mi ricordo,aspetta che prendo il foglietto".
"Non hai ancora memorizzato l'orario delle tue lezioni?",mi chiede ridendo.
"Ovvio che no, a malapena so arrivare in mensa e in segreteria",rispondo facendola ridere di nuovo.

Dopo aver tirato fuori tutto il mio zaino e la mia pazienza,riesco finalmente a trovare l'oraro delle mie lezioni.

"Prima ora, arte, professor Lennon".
"Oh buonafortuna",dice Meredith.
"Per cosa?".
"Come per cosa? Non sei mai stata a una sua lezione?".
"No,la prima volta che avevo la sua lezione sono arrivata in ritardo e non ho potuto partecipare".
"Jennifer!", urla Meredith,"Sei almeno andata a giustificarti con lui?".
"No perché dovrei? Avrà un sacco di studenti sicuramente non morirà per l'assenza di un'alunno".
"Jennifer no non hai capito, il professor Lennon è perfido,bravissimo in quello che fa ma perfido,anche io seguivo il corso d'arte all'inizio".
"Davvero? E come mai hai lasciato?".
"Non gli andava bene mai nulla,regalava commenti poco educati agli studenti sminuendo i loro lavori e dopo che metà del corso se ne era andato,me ne andai anche io".
"In pratica è uno stronzo",concludo io.
"Se cosi vogliamo chiamarlo",ride leggermente Meredith per il mio linguaggio,"Ma non farlo arrabbiare davvero".
"Sono abbastanza brava in arte,me la sono sempre cavata".
"E questo sicuramente lui lo noterà e riuscirai a imparare molto da lui,ma ti metterà alle strette".
"Va bene anche se continuo a credere che nemmeno si sarà accorto della mia mancanza".
"Ora vai,non vorrai arrivare in ritardo".
"Va bene,va bene",dico sconfitta.

In realtà ora che ci penso anche Josh mi aveva parlato poco bene di questo professore.

Cosa potrà mai fare? Ho avuto prof che si scaccolavano pensando che noi non li guardassimo e prof che cominciavano a urlare se non trovavano le graffette. Quanto potrà mai essere peggiore lui?
Mi siedo nel posto più appartato possibile,ci sono molti studenti ma meno di quanti me ne aspettassi,un ragazzo dai capelli blu si siede vicino a me.
Ci sono praticamente tre file vuote e lui si deve sedere qua?

"Sei nuova? Non ti ho vista l'altra volta",mi dice il ragazzo dai capelli blu.
"Già ",rispondo io semplicemente.

Spero che capisca che non mi va di conversare.

"Io sono Leo",mi porge la mano.

A quanto pare non l'ha capito.
Avanti salutalo,non ti mangia.

"Jennifer",e gli stringo debolmente la mano
"Tranquilla non mordo",ride.
"Non si sa mai",rispondo io e lui mi guarda stranito ridendo di nuovo.
"Allora ragazzi,un po' di silenzio",tuona un'uomo entrando in classe.
"Ecco Prof.Satana",sento sussurrare Leo.

Un'uomo alto,distinto,con capelli castani e qualche capello bianco che lo segna.
Poche rughe,ma un volto molto serio. Occhi color nocciola e un pizzico di barba..
Mette soggezzione solo stare nella stessa stanza con lui. Lui quindi è il professor Lennon? Il famoso professore di arte che semina terrore tra gli studenti?

"Tu cosa ci fai qui?",chiede guardando dalla mia parte.Sta parlando con me?
"Si sto parlando con te ciuffo rosso,hai intenzione di rispondermi?".

Ciuffo rosso? Cosa pensa che ci facca qui seduta in un banco? Regalo pomodori agli studenti? Ma chi si crede di essere?
Ricordati ciò che ti ha detto Meredith!
Calma,ci vuole calma..

"Io sono iscritta al suo corso di arte",rispondo cercando di scordarmi del suo commento ai miei capelli.
"E perché è la prima volta che la vedo?",mi chiede burbero.

Cazzo. Davvero si ricorda che non ero presente?

"Sono arrivata tardi nel semestre per il mio trasferimento e per la sua prima lezione ero in ritardo".
"Qui non si arriva in ritardo,non mi interessano scansafatiche nel mio corso, se sa che arriverà in ritardo altre volte,può benissimo andarsene",dice aprendo la porta della stanza.

Non può essere serio. Stringo i pugni dalla rabbia.

"Non farlo,non cedere a lui",mi sussurra piano Leo dai capelli blu e io mi ricompongo prima che possa sbraitargli in faccia.
"No io rimango in questo corso",rispondo raddrizzando la schiena.
"Ah davvero".

"Si davvero,mi piace arte".

Dopo la mia risposta si zittii ma sono sicura di aver udito un "vedremo se ti piacerà ancora".
Due sfuriate dopo e svariate occhiataccie regalate dal mio adorabile professore,la lezione di arte si conclude.
È stato un'inferno,ma devo ammettere che il modo in cui ha spiegato la versione di ombra che i dipinti di Van Gogh rappresentano mi ha affascinata. Come se mentre spiegasse i dipinti il suo modo di essere cambiasse.

"Pesante eh?",sento dirmi da Leo che mi si era affiancato. Troppa confidenza in poco tempo per i miei gusti.
"Già ",rispondo semplicemente.
"Non sei molto loquace eh?".
"Tu invece lo sei troppo",rispondo stizzendolo.

Non volevo essere sgarbata ma la conversazione con il professor Lennon mi ha innervosita anche se lui mi ha aiutata a non farmi cacciare il primo giorno di lezione.

"Scusa non volevo essere maleducata".

Non vuoi esserlo ma lo sei sempre.

"Ma il Prof.Lennon mi ha innervosita e sai...",biascico io senza trovare una motivazione sensata al mio comportamento.
"Si lo so,fa cosi con tutti, ma credo proprio che ti abbia puntato".
"Si lo credo anche io",dico sospirando.

Ci manca solo lui,già la professoressa di matematica non prova un grande amore per me.

"Sono sicuro andrai bene",dice sorridendo.

Il suo sorriso è molto dolce. Un contrasto molto strano tra i suoi capelli blu elettrici e i suoi piercing al labbro e al sopraciglio. Non li avevo notati prima forse ero troppo distratta a non prendere a calci il mio professore.

"Ti stai chiedendo perché ho i capelli blu?",mi chiede Leo.

In realtà no,ma ora che mi ha posto la domanda sono incuriosita.
Mi risponde senza che io gli porga la domanda.

"Me li sono fatti da ubriaco",risponde ridendo.
"Da ubriaco?",chiedo stupita.
"Si ero ad una festa,mi avevano sfidato a farlo e essendo ubriaco marcio ho accettato".
"E perché non hai tolto il colore il giorno dopo?".
"Perché alla fine cominciarono a piacermi. In realtà erano verdi,quello è stato il primo colore,ma dopo che i giorni passavano cominciò a piacermi il fatto di avere un colore di capelli cosi stravaganti. Sai mi faceva sentire diverso dagli altri,cosi...".
"Speciale?",concludo io al posto suo.
"Esattamente",dice sorridendomi,"Ora vado,ci becchiamo in giro "ciuffo rosso",e ride di nuovo.

Troppe risate e troppa confidenza. Decisamente tutto troppo,ma non mi lamento. Sembra abbastanza simpatico,dovrebbe andare più o a meno bene.

"Jennifer!",chi è adesso? Vedo Meredith correre verso di me.

"Meredith dimmi,tutto bene?",respira affannata sembra aver corso per una maratona.
"Ti ho cercata ovunque".
"Qualcosa non va?".
"Jos", risponde ancora respirando a fatica?
"Josh?", adesso che ci penso non l'ho visto in giro stamattina. Ne lui,ne Drake e nemmeno Melissa e le sue bamboline ora che ci faccio caso.
"Mi ha mandato un messaggio dicendo di raggiungerlo in palestra".
"E io cosa centro in tutto questo?".
"Ha detto che deve parlare urgentemente sia a me che a te e di raggiungerlo il prima possibile in palestra".
"Cosa pensi sia successo?".
"Non lo so, ho provato a chiamarlo ma non mi risponde".
"Va bene dai andiamo".

Cosa starà succedendo ora? Non si può mai avere un po' di pace?
Perché mai Josh dovrebbe voler parlare con me e Meredith insieme? Sopratutto perché in palestra e non in mensa nell'ora di pranzo. Ma ricordiamoci che è di Josh che parliamo.

"Quanto ci vuole ancora?",chiedo a Meredith spazientita,di questo passo salterò la prossima lezione.
"Siamo arrivate, in fondo al corridoio".

Ci dirigiamo in fondo al corridoio e vedo Meredith agitarsi sempre di più. È ovviamente preoccupata per il fratello,la sta rendendo più grande di quello che è preoccupandosi cosi ma questo mi fa capire quanto ci tenga a suo fratello quindi posso solo che ammirarla.
Meredith apre la porta della palestra e entro insieme a lei. La palestra è deserta e buia,solo alcuni spiragli di luce provenienti dalle finestre la illuminano

"Josh? Sei qui?",domanda Meredith a bassa voce.
"Non fare il coglione e fatti vedere",dico io a tono molto più alto entrando nel mezzo della palestra.

Il resto accade tutto velocemente in un nano secondo sono raggomitolata per terra con le mani sulle orecchie.

"Noo,basta,nooo!", comincio a urlare.

Un botto,un'altro botto e un'altro ancora sempre più forte. No,non sono botti,sono spari,stanno sparando,mi stanno sparando.
Urlo ancora e ancora sempre più forte,finché sento scendere le lacrime sul viso e arrivare al collo.

"Jennifeer! Jennifeer",Meredith mi chiama ma le lacrime mi coprono la vista.

Un'altro sparo. Vedo mia madre stesa affianco a me colma di sangue.


"No! Ti prego non fatele del male,non fatemi del male".


Urlo a squarcia gola ma nessuno mi sente,nessuno mi sente nemmeno questa volta.
Sono di nuovo in quel vicolo lurido e freddo di Mahnatann,sta piovendo,il ragazzo con la medaglietta ci sta guardando e io piango sul sangue di mia madre.
Continuo a tremare e a urlare,finché il corpo di mia madre si dissolve vicino a me.
Le orecchie mi fischiano,le gambe mi tremano e le lacrime non cessano.
La voce di Meredith è sempre più lontana e i miei muscoli sempre più pesanti.

Vedo le luci accendersi improvvisamente. E quelli chi sono? Josh? Melissa?
Non ci capisco più niente,è successo di nuovo,l'ho lasciata morire un'altra volta.
Le luci si sono accese ma io vedo solo buio e sento solo silenzio. 


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