Capitolo 29

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Capitolo ventinove

Jennifer's Pov

"Ho interrotto qualcosa?",chiede Michael educato.

"Si" "No",diciamo io e Josh contemporaneamente guadagnandoci uno strano sorriso da Michael. 

"Tu sei il figlio di Cliver vero? Quello della cena",chiede Michael guardando Josh.
"Si sono io tu chi sei?",chiede Josh con fare annoiato.

Che bugiardo di primo ordine! Sa benissimo chi è,l'ha chiamato 'irlandese da quattro soldi' per giorni.

"Michael.Ero a cena con mio padre quel giorno",risponde per niente offeso alla domanda di Josh,"A proposito anche mio padre doveva venire ma il lavoro lo ha trattenuto,mi ha detto di salutarti e assicurarmi che tu stessi bene".
"Oh non preoccuparti tanto domani torno a casa".

Il sorriso di Michael è simile a quello di Meredith,ti scioglie e ti fa venire voglia di essere gentile,ma a quanto pare Josh non la pensa allo stesso modo visto che a momenti gli ringhia contro.

"Tieni sono per te",riprende Michaeel porgendomi un mazzo di fiori violacei.
"Ma che premuroso",dice ironico Josh.
"Grazie Michael,Josh se ne stava andando",dico io guardando Josh in cagnesco.

Josh guarda me,poi Michael e di nuovo me. Sostiene il mio sguardo e sembra non voler alzarsi dalla sua posizione. Già non mi va di averlo attorno,figurati averlo attorno mentre fa battute di poco gusto.

"Vero Josh che te ne stavi andando?",domando più seria con una tacca in più nella mia voce.

Josh si alza bruscamente,raccogliendo veloce le sue cose e uscendo dalla porta sbattendola,senza salutare nessuno.
Sbuffo un sospiro e mi siedo il più composta possibile,per quanto possa sedermi composta io. Mio padre dice che a volte ho la grazia di un'orango tango.

"È successo qualcosa?",mi chiede gentilmente Michael sedendosi sulla sedia.
"No nulla di importante".
"Sicura? Sembrava abbastanza arrabbiato".

Una piccola risata esce involontaria dalle mie labbra. Io dovrei essere quella arrabbiata invece è lui quello che esce teatralmente dalla stanza.

"Lo è sempre",giustifico io il suo comportamento,"Allora? Come hai fatto a sapere che ero qui?",chiedo cercando di deviare l'argomento.
"Tuo padre è venuto da noi ieri e ci ha avvertiti dell'accaduto. Mi dispiace tantissimo di non essere venuto prima".

È realmente preoccupato? Come puo essere cosi preoccupato e dispiaciuto per me? Mi ha vista una sola sera e non eravamo nemmeno da soli.

"Ma va là,tranquillo, come ho già detto non è stato niente di grave mi dimettono domani".
"Volevo invitarti a una nostra festa ma sarà per la prossima volta data la situazione",dice ridendo.
"Si probabilmente non è il caso e poi non sono il tipo da feste",rispondo sempre ridendo.

"Lo immaginavo".
"Lo immaginavi?".
"Si che non eri il tipo da feste,lo immagginavo",risponde ovvio.
"E da cosa?",domando incuriosita.
"Si capiscono molte cose di una persona anche solo stando con lei qualche ora",dice facendomi l'occhiolino.

Rido alla sua risposta e passiamo il resto del pomeriggio a parlare del più o del meno.
Mi ha raccontato di un'importante mostra d'arte che si terrà la prossima settimana e che sarebbe stato contento se ci fossi andata anche io.
Michael è cosi pieno di energie,idee,vivacità che rende anche la cosa più semplice divertente e stravagante. Rimango affascinata dai suoi piani futuri,dai suoi discorsi,di quanto ama la sua scuola e della passione che mette nel disegno.

"Michael posso farti una domanda?",chiedo bloccando il suo discorso sull'arte contemporanea.

Michael cambia subito posizione e mi guarda...preoccupato?
Forse il mio tono deve essere sembrato troppo serio,effetivamente è una domanda seria ma credo che non dovrei parlarne con lui,lo conosco da pochissimo.

"Dimmi",risponde calmo.
"Nono,nulla,scusami continua pure con il tuo discorso".
"Jennifer",mi guarda sorridendo,"Parla".

Un sorriso cosi premuroso,cosi affidabile,forse di lui posso fidarmi,almeno un pochino.

"Ecco tu perdoneresti qualcuno che ti ha fatto un torto?".

Michael sembra pensarci un po' prima di rispondere, il che mi rassicura, vuol dire che ha preso seriamente il mio discorso e non vuole darmi risposte a caso.

"Dipende dalla gravità del torto"risponde dopo un po'.

Ecco bella merda,penso tra me e me.

"Diciamo abbastanza grave",dico senza entrare nei dettagli.
"Ci sono due fattori per capirlo",sorride.

Ma sorride sempre? Non gli fa male la mascella?

"E quali sarebbero?",chiedo curiosa.
"Fattore numero uno",dice mettendomi l'indice davanti come per indicare il numero uno, "Dipende quanto è importante questa persona. Se per te non ha importanza e ti ha fatto un torto abbastanza grave direi che è ovvio che non si merita il tuo perdono".

Il suo ragionamento non fa una piega. Il punto è che io non so cos'è Josh nella mia vita.
Non è una costante ma non è nemmeno una persona qualsiasi.

"Allora è importante questa persona nella tua vita?".

Importante? No,non lo era. Lo conosco da davvero poco tempo anche se a me sembra che ci conosciamo da secoli. Non facciamo altro che litigare e ci siamo ritrovati più volte in situazioni ambigue. Tra sgabuzzini,muretti e bagni sono state poche le volte che abbiamo trascorso insieme dei momenti normali. L'unico momento in cui abbiamo condiviso realmente qualcosa mi ha vomitato addosso pochi minuti dopo.

"No non lo è",dico riportando lo sguardo verso Michael.
"Bugia",risponde lui.
"Come scusa?",mi sta dando della bugiarda?
"Ho detto che è una bugia,che stai mentendo,solo che non te ne rendi conto nemmeno tu".
"Michael...",mi avvicino,"Non ti seguo,davvero".
"Se davvero questa persona non fosse importante per te ,non avresti nemmeno preso in considerazione di farmi quella domanda e non ci avresti nemmeno pensato cosi tanto quando ti ho chiesto se era importante".

Continuo a guardare Michael confusa e frustrata mentre lui continua a esporre la sua diagnosi sicuro di se. Mi sento come una paziente davanti al suo psicologo.

"Se davvero questa persona non è importante per te allora non mi avresti mai chiesto 'Tu perdoneresti qualcuno che ti ha fatto un torto?'. Se non ti importasse di questa persona non sprecheresti nemmeno tempo a pensarci,semplicemente non la perdoneresti e basta. Tanto non ti importa di lei no? Il fatto di perdonarla non ti dovrebbe nemmeno passare per la testa. Invece mi hai chiesto un'opinione,sei confusa e non sai se perdonarla o meno,chiunque sia,quindi ha un ruolo nella tua vita".

Guardo Michael e cerco di realizzare nella mia mente il suo discorso complesso ma cosi vero. Ha senso. Quindi Josh è importante nella mia vita? Ha un ruolo? Ma quale?
Non ci capisco più niente! A me sembra me la stia solo complicando.
È un discorso troppo complesso per la tua testolina.
Zitta! Ho compreso tutto benissimo!

"E il secondo fattore?",chiedo non sapendo come ribattere al suo discorso da 'sono un genio della mente umana'
"Il secondo fattore mi sembra piu che ovvio,perché l'ha fatto?".
"Perché l'ha fatto dici eh?".

Cerco di assimilare nella mia testa tutto quello che mi ha detto Josh da quando sono in ospedale. Il suo rancore nei miei confronti quando ho scoperto di Caroline,la rabbia quando il suo nome è uscito dalla mia bocca,la preoccupazione nei suoi occhi quando sono svenuta per terra,il senso di colpa che lo portava a non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi.
"Ero cosi annebbiato dalla rabbia e dal dolore" mi disse. Si alla fine è questo che l'ha portato a farmi quello scherzo di cattivo gusto.

"Per rabbia e dolore",dico dopo averci pensato,"Si mi sembrano due parole perfette per riassumere tutto,rabbia e dolore".
"Oh beh allora è un discorso molto complesso".
"Complesso? Perché? Cioè in che senso?",comincio a chiedere a raffica. Avevo bisogno di meno complicazioni possibili.
"Calmati non allarmarti",risponde Michael ridendo,"Vedi la rabbia e il dolore sono due emozioni davvero comuni purtroppo,vanno quasi a braccetto. Quando una persona è addolorata automaticamente prova rabbia per chi gli ha provocato quel dolore,invece una persona arrabbiata prova dolore nel provare un'emozione cosi spiacevole. Non si sceglie di provare emozioni del genere capisci? Chi mai vorrebbe provare dolore e rabbia spontaneamente?".
"Nessuno", rispondo io senza neanche pensarci.
"Certo! Nessuno vuole provare dolore Jennifer, è un vortice buio che ti trascina con se e non sempre se ne esce illesi. Scavi in quel vortice di dolore alla ricerca di uno spiraglio di luce ma anche quando riesci a uscirne,hai le cicatrici. Avrai sempre il ricordo del dolore attaccato alla pelle e potrai cercare di mandarlo via in tutti i modi possibili ma non se ne andrà mai puoi solo conviverci. Il dolore è un'emozione buia e subdola e ti porta a compiere azioni di cui nemmeno ti rendi conto. Non so chi ti abbia fatto questo torto ma se le sue motivazioni sono 'rabbia e dolore' come hai detto tu,allora prendi davvero in considerazione di perdonarlo,perché la rabbia annebbia la mente e il dolore tutto il resto del corpo".

Guardo Michael e rivivo le sue parole dentro di me. Il dolore è un vortice in cui scavare alla ricerca della luce? Mi viene in mente la mia fossa di dolore. La fossa in cui cado sempre mentre cerco di uscirne. Sento che piano piano sto tornando in superificie ma continuo ad avere delle cicatrici immagginarie sparse nella mente e nel corpo che mi ricordano costantemente il mio dolore.

"Grazie Michael",dico semplicemente incapace di dire altro.

Questo ragazzo mi sembra il Dalai Lama,potrebbe aprire un tempio spiritico.

"Prego ma ora devo davvero andare si è fatto tardi",mi dice gentilemente alzandosi.

Di fuori ormai è buio e io non mi sono nemmeno accorta che il tempo era passato cosi veloce. La sua compagnia è davvero piacevole e sono davvero contenta sia venuto a trovarmi.

"Scusami se ti ho trattenuto per una cosa cosi stupida",gli dico io mentre lui si mette la giacca nera.
"Non scusarti mi ha fatto davvero piacere vedere che stai bene,spero verrai a quella mostra con me".
"Ma certo che verrò".

Sono davvero entusiasta di vedere questa mostra e sopratutto di vedere la sua scuola.
Michael si avvia verso la porta salutandomi un'ultima volta ma prima di uscire si ferma sull'uscio.

"Jennifer".
"Si?".
"Pensa alle mie parole e sopratutto prendi davvero in considerazione di perdonare Josh".
"Va bene lo far...aspetta cosa?",chiedo quasi urlando e un Michael sorridente mi lascia da sola con occhi e bocca spalancati.

Come diavolo fa a sapere di Josh? L'ha capito da solo?
Non mi sorprenderebbe è abbastanza intuitivo e intelligente.
Beh,in effetti..
Più intuitivo di te sicuramente.
Io sono una persona intuitiva!
Si certo sei intuitiva come la tua infermiera vero?
L'infermiera che è solita portarmi il cibo e medicarmi è davvero uno scandalo. Ha messo a dura prova la mia pazienza in questi giorni,mi sono davvero trattenuta dal lanciarle la flebo addosso. Dove l'ha presa la laurea? In un pacco di biscotti?
Avrei potuto vomitarle davanti e lei non si sarebbe accorta che stavo male!
Nonostante fossero solo le otto le mie palpebre cominciarono a farsi pesanti. Mi stesi sul mio lato sinistro e osservai i fiori di Michael appogiati sul comodino.
Le sue parole rieccheggiano nella testa assieme all'immaggine di Josh mentre esplodeva di rabbia uscendo dalla stanza,finché non caddi in un profondo sonno sapendo che domani finalmente sarei tornata a casa.

****

"Signorina ma ne è proprio sicura?",mi chiede Greg per la milionesima volta.
"Si sono sicura,sono stanca di rimanere a casa,ho avuto tutto il week end per riposarmi vogio andare a scuola. Cioè non voglio ma devo".
"Ma signorina non è sicuro".
"Si invece",cantileno io,"Ora posso uscire e andare a scuola?",chiedo spazientita.
"Eh va bene",sospira Greg rassegnato,"Stia attenta miraccomando".
"Starò attenta",dico portando gli occhi al cielo e uscendo dalla macchina.

So che è solo preoccupato ma è stato davvero esasperante stamattina tra mio padre,lui e Anny. Sto dicendo che voglio andare a scuola che hanno da lamentarsi? Dovrebbero tipo venerarmi e buttarmi petali di rosa dietro mentre cammino.

"Jennifer!",sento un urlo fortissimo e poi due braccia attaccarsi al mio collo,"Rientri già a scuola?",mi chiede Meredith.
"Oh ti prego non mettertici anche tu".
"Perché cos'è successo?".
"Stamattina volevano costringermi a rimanere a casa,ma sono stanca di stare stesa in un letto e poi ho già perso troppe lezioni,arte compresa".
"Ahia ahia",dice Meredith mentre camminiamo nel parchetto.
"Già infatti e ora chi lo sente quello? Non ho davvero voglia,perfortuna per oggi non ho lezione con lui".
"Lezione con chi rossa?".

Sento un braccio attornarmi una spalla e i miei occhi intravederono di lato dei riccioli biondi.

"Drake",dico guardando verso Meredith,ma Meredith non c'é piu'. Dove si é dileguata?
"Cosa stai guardando?",mi chiede notando che non gli prestavo attenzione.
"Ecco prima qui...no niente,lascia stare".

Ovviamente Meredith non gli aveva ancora parlato,avrei davvero voluto dire tutto io a Drake ma non sarebbe stato giusto.

"Che bello riaverti tra noi,sai tutte queste chiome marroni e bionde cominciavano a stancarmi",ride lui.

"Quindi ti mancavano solo i miei capelli?",chiedo io non troppo seria.
"Si esatto solo quelli",sorride guadagnandosi un pugno sul braccio,"Ecco Josh".

Sta venendo verso di noi fissandomi dritta negli occhi quasi credo potrei congelare sul posto. Maglietta nera,giacca di pelle, jeans scoloriti e i suoi capelli ramati che contrastavano contro i suoi occhi scuri.

"Vado a lezione",dico velocemente staccandomi dalla sua presa del suo braccio.

Vado verso la mia classe cosi veloce che Usain Bolt ne sarebbe rimasto sorpreso.
Il discorso di Michael mi ha reso le idee abbastanza chiare ma non sono ancora pronta per affrontare un discorso con lui.
La giornata passa in fretta e per le quattro e mezzo sono già a casa,mi preparo un panino di nascosto da Anny e salgo in camera mia. Se mi avesse visto in cucina mi avrebbe voluto aiutare e sarei passata da un semplice panino a una portata di tre piatti,frutta e dolce compreso,la conosco troppo bene.
Entro in camera mia e osservo la mia parete colorata e le altre tre bianche,per colpa dell'incidente non ho fatto in tempo a finirle e con tutte le materie che devo recuperare chissà tra quanto altro tempo riuscirò a concludere.

"Posso entrare?",mi domanda una voce femminile da dietro la porta. Nascondo il panino sotto il cuscino e do il permesso di entrare.

"Dimmi Anny hai bisogno di qualcosa?".
"Le sono venuta a portare questo,lavato e stirato".
"G-grazie",balbetto
"Qualcosa non va?",mi chiede preoccupata.
"Nono nulla,ora lo metto nell'armadio grazie mille".

Anny perfortuna non si è soffermata a chiedere più di tanto,il che è strano visto che insiste sempre.
Il vestito celeste è posato sul mio letto,il vestito che mi regalò Josh il giorno dopo la festa,un brivido mi percorre il corpo e scrollo le spalle come per levarmelo di dosso.
Sono sicura che se non avesse detto quella stupida frase riguardo al fatto di 'giocare insieme' quella sera in bagno mi sarei lasciata andare. Mi costa ammetterlo ma è vero,mi sarei lasciata trasportare dalle sue braccia che mi accarezzavano la schiena e la coscia, mi sarei beata di quei piccoli baci che mi porgeva sul collo e sulla mascella. Sarei rimasta in quel bagno sotto l'effetto della sua voce roca e sotto il suo tocco leggero in alcuni punti e prepotente in altri. Ma a me piaceva quella prepotenza che aveva su di me in quel momento,mi sentivo bene mi sentivo viva.

"Aaaaaaahhh",faccio un gridolino di disperazione nella mia stanza mentre mi porto il cuscino in faccia.

Non so più cosa pensare,ne cosa fare!
Come sempre direi.
È come se in realtà esistessero tre Josh.
Tre Josh? Ma sei impazzita.
Si il Josh premuroso e divertente di quando è venuto a portarmi il cibo e gli appunti in ospedale e poi il Josh arrabbiato con cui mi sono riscontrata più volte.
E il terzo?
Il Josh malizioso,quello del ristorante e quello che si era avvicinato a me al bancone alla festa. Ah si ! Anche un'altro,ci sono quattro Josh!
Addiritura?
Si il quarto e il Josh che ho visto ubriaco. Barcollava tra la tristezza e il dolore e non sapeva come gestire il tutto. Continuava a dirmi di non andarmene che tutti lo facevano e io ho davvero visto la paura che lo attornava in quel momento.
E a te quale piace di più?
Credo Josh uno e Josh due,non lo so e poi non è che posso andare li e dirgli: "Senti in realtà tu hai quattro personalità,non è che potresti essere per il resto della tua vista il Josh numero uno e due?".
Io ti prenderei per pazza.
Esatto.
Quindi a che conclusione sei giunta?
Non ne ho idea.
Ovviamente.

**** 

Cinque giorni. Cinque giorni da quando sono tornata a scuola e cinque giorni in cui io e Josh non ci rivolgiamo parola. Quando ci incontriamo nei corridoi ogni tanto mi guarda ma poi torna sulla sua via,i pranzi sono abbastanza strani. Drake e Meredith ovviamente ancora non si parlano e nemmeno io e Josh quindi a volte calano silenzi imbarazzanti,non mangiamo in un silenzio tombale anzi tutti parliamo solo che io e Josh no. A volte io esprimo una mia opinione su qualcosa e Josh esprime la sua totalmente diversa dalla mia e Meredith e Drake ci guardano come se aspettassero che io mi scagli contro di lui,ma non lo faccio mai. 

A volte credo che lo faccia apposta a dire l'opposto di quello che dico io come se pur che gli parlassi sarebbe disposto a beccarsi una marea di insulti. L'unico contatto che abbiamo avuto e stato quando ho sbattuto per sbaglio la mia spalla sulla sua e un brivido mi ha portata a spostarmi subito all'indietro,si potrebbe quasi pensare che io abbia paura di lui,ma in realtà è tutto il contrario. So che questa situazione non potrà andare avanti per molto,ma per adesso è cosi.
Melissa il primo giorno ha semplicemente abbassato il capo non guardandomi in faccia e ha fatto bene perché se avesse osato rivolgermi la parola le avrei schiantato addosso una delle sue bamboline che si porta sempre addosso. I giorni seguenti ha cominciato a sostenere il mio sguardo e ieri si è messa addiritura a ridere,penso che se non fosse stato per Meredith le sarei saltata addosso.
Parli del diavolo salta la bionda ossigenata.

"Ragazzi",saluta una Melissa squillante raggiungendo il nostro tavolo. Ma con quale faccia tosta?
"Che vuoi Melissa?",le domanda Josh.
"Oh avanti non tenermi il broncio",e si passa una mano tra i capelli,"Allora? Venite alla festa di domani?".
"Quale festa?",le chiede Drake.
"Al 'Rose' in città. Quel nuovo pub che ha aperto la settimana scorsa,ci vanno tutti ,fa apertura. Sono sicura che sara' una festa scoppiettante",e nel dire l'ultima parola si gira verso di me.

Forse la mia mente mi sta facendo brutti scherzi,sono sicura di aver frainteso.

"Non lo so vedremo,non credo",risponde Josh annoiato.
"Oh avanti non ti sparano mica se vieni",e mentre lo dice guarda me.

Vedo Meredith e Drake guardarmi strano,sta veramente facendo riferimento a ciò che è successo in palestra? Non può far sul serio.

"Non lo so. Ho detto che ci penserò",risponde ancora un Josh scocciato.
"Va bene",gira completamente il capo verso di me,"Sono sicura che sarà una festa col botto".


A quel punto anche Josh si accorge di ciò che sta facendo e spalanca gli occhi guardandomi. Ora basta sono davvero stanca di questa Barbie versione troia.
Mi alzo dal mio posto spingendo il vassoio verso il centro e raggiro il tavolo andando verso di lei.

"Sai Melissa",dico quasi raggiungendola,"Io avrei potuto farti passare molti guai",concludo mettendomi davanti a lei.

Alcuni dei ragazzi attorno si girano verso la nostra direzione come per ascoltare meglio.

"Ma non l'hai fatto",risponde sorridendo sorniona.
"Oh no non l'ho fatto e sicuramente non per fare un piacere a te,c'erano di mezzo anche altre persone e siccome io ho un cervello qui dentro",dico indicandomi la testa,"A differenza tua,che devi averlo bruciato a forze di tinte bionde,ho preferito lasciare stare".

Melissa diventa leggermente rossa e si stringe una ciocca di capelli tra le mani. Le due bamboline si avvicinano a lei,ma quando sono arrivate? Ma se le porta nella borsetta?

"Oppure avevi semplicemente paura. Sai non è stata una bella figura cadere come una pera sul pavimento,sicuramente non hai detto nulla perché senno la voce si sarebbe sparsa e tu avresti fatto la figura della...",ma non la lascio finire la frase.

Sento un leggero pizzicore percorrermi la mano,d'istinto il mio braccio si alza e la mia mano si schianta violentemente sulla guancia.
L'impatto è cosi forte che la testa di Melissa si gira dall'altra parte. Le ho dato uno schiaffo inconsciamente ma non provo nemmeno un pizzico di rimorso. I ragazzi attorno ridono mentre Drake,Josh e Meredith sbarrarono gli occhi.

"Fottuta troia",e fa per ridarmi lo schiaffo indietro,ma a quanto pare i suoi riflessi sono simili a quelli di un bradipo in sviluppo visto che lo evito benissimo e gli e ne do un'altro.

Dopo due schiaffi la sua guancia destra è ormai violacea e il suo viso rosso dalla rabbia.

Si riprende e mi viene addosso come una iena impazzita ma la spintono in modo che non mi venga addosso. Ho un'enorme rabbia repressa dentro di me e l'adrenalina a mille,la spingo cosi forte che cade per terra e subito le bamboline corrono ad aiutarla.
Nessuno osa fermarci,forse perché hanno capito che è inutile mettersi in mezzo.
Mentre Melissa si rialza vado verso il mio tavolo e prendo il mio zainetto, torno verso Melissa che tiene la sua guancia con la mano.

"Devi ringraziare loro se non ho detto niente",e indico il gruppetto seduto al tavolo,"Perché se tu fossi stata l'unica arteficie di tutto ciò potrei giurarti su tutto quello che ho di più caro che ora saresti in giro a raccogliere spazzatura dai bidoni. Sono stata gentile con te,non azzardarti mai più a provocarmi perché la prossima volta avrai più di un semplice schiaffo".

E mi giro andandomene,lasciando tutti li mentre assistono alla scena.
Non volevo dare spettacolo,non sono il tipo,ma dopo che ha fatto quelle allusioni sulla festa davanti a me non ho saputo davvero trattenermi. Mi stavo trattenendo da giorni e sono scoppiata. Non mi importa quello che deciderà di fare,se andrà riferirlo a qualcuno,non mi importa delle conseguenze perché si merita il peggio dopo quello che ha fatto a me.

"Jennifer,Jennifer",mi giro per vedere chi mi ha chiamato e mi ritrovo un Josh col fiatone che cerca di raggiungermi. Mi rigiro e continuo per la mia strada,"Jennifer hai dimenticato il tuo cellulare!".


Mi fermo di colpo in mezzo al corridoio vuoto.Il mio cellulare? Devo averlo dimenticato sul tavolino, eppure mi sembrava di averlo preso con me. Mi tocco la tasca dei jeans e ne tiro fuori il mio cellulare,ma cosa diamine sta dicendo?

"Jennifer",dice Josh che ormai mi ha raggiunto e ora era davanti a me.

Gli dondolo il cellulare davanti agli occhi per fargli capire che si è sbagliato ma non sembra dargli importanza.

"Lo so",cerca di riprendere fiato. Ma quanto aveva corso?,"Volevo solo che ti fermassi".

Mi rigiro per andarmene infastidita dal suo trabochetto infantile in cui ero cascata ma mi trattiene per il polso.

"Perché l'hai fatto?",mi chiede serio.
"Cosa? La stai difendendo?",dico strappando il mio polso dalla sua presa.

Non mi importa di aver rotto questo stupido gioco del silenzio! Sta davvero difendendo Melissa?

"Nono!",si sbriga a dire "Non la sto difendendo,sto chiedendo perché con lei si e con me no".
"Eh?".

Non riesco a seguire il suo discorso,non ha un senso logico.

"Perché a lei hai rivolto la parola? Perché hai tirato uno schiaffo a lei e a me no?".
"Stai parlando seriamente? Ti stai lamentando del fatto che non ti ho tirato uno schiaffo".
"Si!",dice guardandomi,"Jennifer sto impazzendo,letteralmente,il tuo silenzio mi sta facendo diventare matto. Preferirei che tu prendessi una mazza da baseball e cominciassi a picchiarmi a sangue o che mi sbraitassi addosso tutti i peggio insulti del mondo per ore ore e ore. Non reagirei non farei niente perché me lo merito,ma il tuo silenzio è ancora peggio,non riesco a sostenerlo. Perfavore parlarmi,insultami picchiami ma fai qualcosa,Jennifer ti scongiuro qualsiasi cosa".

Lo guardo stralunata,sta davvero cosi? Mi sta davvero chiedendo di insultarlo o di menarlo? Ma cosa ha in mente?

"Avanti",mi prende la mano e me la mette sulla sua guancia,"Avanti tirami uno schiaffo,tiralo,Jennifer cazzo tirami uno schiaffo!",urla Josh.

La mia mano fredda sulla sua guancia calda è in netto contrasto. Tutto tra di noi è un contrasto,come il giorno e la notte,il bianco e il nero. Non c'è una sfumatura tra di noi,non esiste il tramonto o il grigio,siamo semplicemente gli opposti.
Alzo il palmo della mia mano per riuscire a dare l'impatto sulla sua guancia e i suoi occhi si chiudono per riuscire ad attutire il mio schiaffo.
Mi ha davvero pregata per uno schiaffo? Pur di avere un contatto con me mi sta chiedendo di prenderlo a sberle? Lui che quando gli diedi un pugno nello stomaco o quando gli risposi male mi attaccò al muro dicendo che non dovevo mancargli di rispetto? È la stessa persona?
Mi fermo a guardare i suoi capelli che gli ricadono belli e disordinati sulla fronte e le sue palpebre chiuse che nascondono quegli occhi cosi oscuri.
Non posso farlo,non voglio farlo.
Ritraggo il braccio e faccio un passo indietro mentre Josh apre gli occhi accorgendosi che non sto facendo nulla. Lo vedo mentre mi guarda con speranza ma mi giro dall'altra parte proseguendo il mio cammino in silenzio e questa volta non mi segue.

****

E anche questa volta Josh rimane di sasso sotto il silenzio di Jennifer.

Niente perdono per Josh nemmeno in questo capitolo,mi dispiace ma dovra' patire ancora un po' ahaha

Voi cosa ne pensate? Doveva tirargli lo schiaffo? Doveva perdonarlo questa volta? Meredith e Drake si decideranno a parlare?

Al prossimo capitolo,Saluti Sara :)


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