10 Riunioni, Berlino, ottobre 2016

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Nella sede dei Servizi di Berlino, le voci urlanti degli occupanti del ligneo tavolo ovale rimbombavano persino in corridoio.

Rogers difendeva, a spada tratta, l'amico d'infanzia, Stark ne chiedeva la testa insieme al Principe T'Challa, un uomo di colore dai tratti somatici gradevolissimi, di grande intelligenza e incredibili doti fisiche, che vestiva i panni di Black Panther ed era disperato per la recente scomparsa del padre, re dello Stato africano del Wakanda; Natasha Romanoff e Sharon Carter tentavano, vanamente, di calmare gli animi; il Segretario di Stato, abbandonata la giacca su una seggiola, meno formale del solito, strillava al telefono.

Entrando in quella bolgia infernale, Robin e Ray notarono, in contrapposizione, la pacatezza di Nick Fury, che li attendeva, scrutando il panorama col suo fare apparentemente imperturbabile.

'Alla buon'ora, Pettirosso' interloquì la donna, indicandole la seggiola accanto a quella dove prese posto.

I presenti che strepitavano, all'arrivo inaspettato dei due giovani agenti, si zittirono, incuriositi.

La Reynolds, tailleur pantalone blu e camicia bianca di seta, si diresse verso Steve, che recuperò il suo volto in un cassetto della memoria: era la ragazza dell'ascensore che aveva incrociato il giorno in cui si era dichiarato a Sharon! Senza ombra di dubbio!

Si alzò nel momento in cui lei gli tese la destra 'È un vero onore, Capitano Rogers' si presentò la moretta, scandendo il proprio nome, e poggiò la sinistra sulle loro due mani unite, con l'orologio che, largo sul polso, fece capolino da sotto il polsino della giacca.

Steve ebbe un tuffo al cuore che dissimulò, mettendosi a sedere in silenzio. Il ricordo di quell'oggetto lo aveva tormentato per anni. Era stato l'ultima cosa che Rogers aveva visto, quando aveva perso la presa sulla mano di Bucky Barnes, su un maledetto treno in corsa su territorio europeo.

***

Germania, campo base militare americano fuori Stoccarda, febbraio 1944

'Dimmi se ti piace. Tanta fatica per diventare Sergente e combattere la nostra malaugurata guerra e questo è il misero ringraziamento?! Il mio destino è segnato' Bucky bevve un sorso di caffè solubile da una tazza di metallo, seduto sulla sua branda, sotto la tenda che riparava lui e Steve dalla pioggia battente che aveva investito il campo base vicino Stoccarda, che occupavano da un paio di mesi, e passò a quest'ultimo un astuccio rettangolare di pelle rossa a stelle e strisce, con un'espressione ammiccante.

L'amico storico lo aprì, rimirando all'interno un orologio con il cinturino di cuoio marrone, e il quadrante di acciaio di forma rotonda, all'interno l'effige dello scudo di Capitan America.

Ridacchiò, rigirandolo tra le mani con una battuta 'Mi spiace, Buck, in effetti è proprio bruttino...sono tutti fissati con la storia del mio scudo...sarà un modo per avermi sempre nel tuo cuore'.

'Certo, già siamo appiccicati come una coppietta di fidanzati, ci mancava solo la testimonianza del nostro amore' lo schernì e Rogers iniziò a ridere a crepapelle, così forte che l'orologio gli cadde dalle mani e rimbalzò a terra, con un rumore sinistro. Lo raccolse, subito, e si sincerò del danno: il vetro era leggermente scheggiato...invece la lancetta che segnava i minuti era spezzata e vagava all'interno del quadrante 'L'ho rotto...scusa!' mormorò, dispiaciuto.

Barnes gli dette una pacca sulla spalla e, riprendendolo, indossò l'orologio al posto del proprio 'Sempre maldestro come ai tempi di Brooklyn...poco male, Stevie...Sarà l'unico orologio al mondo che segnerà l'ora che desidera il suo proprietario!' lo prese in giro, con una sonora risata a cui lui si unì.

***

'Signori, gli agenti federali Robin Reynolds e Ray West, nomi in codice Pettirosso e Rondine, sono stati reclutati da me e dal Segretario Ross il mese successivo alla vicenda degli Helicarrier. Hanno studiato Barnes, per circa un anno e...beh, lo hanno stanato!' Fury sembrò vantarsi delle proprie scelte.

Rogers contrasse le gambe, spostandosi sul bordo della seggiola, incerto se fossero buone notizie.

'E poi lo hanno perso, è evidente! Perché diavolo non lo avete fermato, prima che quasi ci uccidesse, a Vienna? Che razza di operativi siete?!' Tony si inalberò, toccandosi il pizzetto, nervoso.

'Il programma di avvicinamento al Soldato d'Inverno non è un protocollo ordinario e non hanno mai avuto il compito di confrontarsi fisicamente con il loro bersaglio, bensì di conoscerlo per creare un rapporto di amicizia!' ribatté Ross, piccato. Era un piano molto più sottile e l'obiettivo non era Barnes, ma ciò che solo lui sapeva. I suoi due assi nella manica lo avevano intercettato e erano diventati più che amici...purtroppo, informazioni diverse da quelle che già conosceva, finora, non erano pervenute...il maledetto segreto che Pierce si era portato finanche nella tomba!

'Non è stato Bucky a mettere l'ordigno a Vienna' Robin lo affermò, lapidaria, scrutando i compagni di tavolata, nessuna espressione particolare nel viso; fece deflagrare una bomba più difficile da gestire che l'esplosione vera e propria.

'Prego? E' impossibile! Le sue immagini parlano chiaro, non vi sono dubbi...' Vedova Nera la contraddì.

'Era con me, al momento dello scoppio dell'ordigno' la Reynolds spiegò, laconica.

'Davvero?' ironico, Tony la squadrò, scuotendo la testa 'E presumo avrà le prove di quanto afferma, Pettirosso!'.

'Certo, ovviamente...' Robin si voltò verso Ray, polo di Fred Perry gialla e jeans indosso, che fece volare, letteralmente, un tablet in direzione di Stark.

Tony poté vedere gli scatti della moretta e di James, seduti a terra su un prato verde, probabilmente in un parco pubblico, con le schiene poggiate sul tronco di un albero, che leggevano uno stesso plico di fogli, forse un romanzo, sorridenti. Sotto, era riportata l'indicazione del giorno e dell'ora della ripresa. La stessa dell'attentato!

Iron Man, borbottando, passò l'apparecchio a Nat, che, guardatolo, lo dette a Rogers...era Bucky, stava bene e in confidenza con la donna accomodatasi accanto a Fury. Aveva l'espressione imbambolata di quando si invaghiva seriamente della ragazza di turno, peggio stavolta!

Mentre Steve ci rifletteva, West continuò 'Non sono foto contraffatte, potete effettuare qualsiasi test o controllo'. A tutela di James, ogni volta che era uscito dall'albergo di Bucarest, Ray gli si era messo alle calcagna, nel caso vi fosse stato un risveglio del Soldato e per sua tutela, per evitare strumentalizzazioni delle varie agenzie. Ed era servito! Anche se ciò che aveva mostrato agli Avengers non era esattamente reale ma frutto delle sue immense capacità professionali.

'Quindi è confermato quanto ho sostenuto dall'inizio! Bucky non è l'attentatore, lo sapevo! Dobbiamo battere un'altra pista!' il Capitano fece sentire la sua voce.

'Lo faremo. Dov'è Barnes, adesso?' sibilò Ross all'indirizzo dei due agenti: era l'informazione che gli premeva di più sapere...più o meno!

'Si è sentito scoperto e vulnerabile, visto il suo viso su ogni teleschermo acceso del pianeta e si è volatilizzato...ne abbiamo perso le tracce a Bucarest, a seguito del diffondersi della notizia della bomba' Robin spiegò, tranquilla.

'Lo avete lasciato andare, come nulla fosse? Fatemi capire?' il nero, scettico, chiese spiegazioni.

'Signore, parliamo di un potenziato con un braccio in vibranio che è piuttosto abile a dileguarsi: tempo cinque secondi e non c'era più...' aggiunse West.

Non faceva una piega come ragionamento, e nessuno controbatte'; gli Avengers lo avevano combattuto a Washington, senza sconfiggerlo, Rogers in testa. Sapevano perfettamente che tipo di avversario fosse: imbattibile!

'Idee di dove possa essere?' Stark provò.

'In effetti, no. Mi spiace...abbiamo impiegato più di un anno per trovarlo la prima volta, adesso sarà un'impresa improba riacciuffarlo e noi siamo compromessi' la Reynolds rispose, chiudendo la conversazione.

Inquieto, Fury fece un cenno col capo, in direzione dell'uscita 'Il ragguaglio lo avete fornito. Ottimo lavoro, nel complesso, comunque...sarò onesto, speravo in indicazioni più utili. Potete andare'.

'Buonasera...' la mora salutò, porgendo di nuovo la destra a Steve 'è stato un piacere, Capitano'.

Lui contraccambiò, con una smorfietta, sentendo, nel palmo della mano, una scheda di plastica rettangolare che Robin gli aveva passato, in quell'attimo.

***

Steve non faceva che rigirarsi fra le mani la chiave magnetica della porta di una stanza d'albergo. La camera 252 dell'Holiday Inn sito nella zona più centrale di Berlino, vicino Alexander Platz. La scheda che gli aveva dato Pettirosso.

'È assurdo...pensi debba andarci? Sarà una trappola?' lo aveva domandato a Sharon per la centesima volta, agitatissimo, camminando su e giù, nell'appartamento del residence riservatogli da Fury nella capitale tedesca.

'Amore' la fidanzata lo bloccò, per un braccio 'Robin Reynolds ha detto che non è stato Bucky a mettere la bomba, sono state le sue parole testuali...non ha usato l'espressione Soldato d'Inverno o Barnes...denota...intimità! Ed aveva al polso il suo orologio!' suggerì che esistesse ben più che un semplice rapporto professionale fra l'agente federale ed il suo amico.

Rogers sospirò 'Hai sempre ragione. Prendo un taxi, dalla via parallela all'uscita del residence; meglio fare attenzione a non essere seguiti, Tony ed i suoi fedelissimi sono sul piede di guerra!'.

'Prendiamo, vorrai dire!' la bionda afferrò la borsa a tracolla e agganciò la pistola alla cintura, precedendolo.

Trascorsi venti minuti, si erano ritrovati alla porta della camera 252 dell'Holiday Inn; Steve aveva inserito la tessera nella relativa fessura, udendone scattare il meccanismo. Aveva spinto sul legno e si era affacciato con la testa all'interno della stanza dove la Reynolds lo aspettava, in piedi, limitrofa allo scrittoio davanti al letto.

'Buonasera, Capitano Rogers' aveva mormorato la moretta.

'Solo Steve, per piacere...lei è Sharon, la mia fidanzata' indicò la Carter, alle proprie spalle, che richiuse l'uscio.

Robin commentò 'Sarebbe stato meglio se fossi venuto da solo...ora siete compromessi entrambi. È stato stupido, però lo capisco...'.

'Già...' Rogers la fissò, accorato 'sta bene? Dimmi dov'è!' era chiaro a chi si riferisse.

La Reynolds sorrise e si voltò verso il bagno, da cui fece capolino Bucky in persona, timidamente, con un'espressione incerta.

Steve emise un gemito, lasciando cadere a terra la chiave magnetica che gli era rimasta fra le mani, andandogli incontro, non esitando.

Non si incontravano da circa settant'anni, eccezion fatta per i pochi minuti di battaglia a Washington e non era trascorso un solo giorno in cui non fosse stato nei suoi pensieri: anche quando non aveva nessuno, beh, aveva Bucky!

Titubante ed intimidito, Barnes mosse qualche passo in direzione dell'amico. Era talmente emozionato da non riuscire a trattenere le lacrime che percorsero le sue guance 'Stevie...' sussurrò, nell'attimo in cui l'altro uomo, stringendolo in un sentito abbraccio maschile, mormorò, singhiozzando 'Buck!'.

Fu come se il tempo che li aveva separati non fosse mai trascorso; erano molto diversi ma paradossalmente ancora i due bambini e adolescenti newyorkesi che scorrazzavano per le strade di Brooklyn e i due coraggiosi soldati che avevano combattuto mille battaglie fianco a fianco, al fronte.

La loro commozione era stata così grande, nel ritrovarsi in quella piccola stanza d'albergo, che Robin si sentì in obbligo di spostarsi e si mise accanto a Sharon, nel punto della camera più lontano da loro, a voler preservare il momento che i due amici stavano vivendo, turbata e intenerita come la Carter.

Quando si staccarono, il Capitano, asciugandosi gli occhi con la mano, si girò verso Pettirosso, confessandole 'Grazie...non sono mai stato tanto in debito con qualcuno in vita mia!'.

***

'È Ray' al lieve bussare alla porta, la Reynolds, qualche ora dopo - trascorsa con Steve e Bucky presi da una fitta conversazione di ricordi d'infanzia - si era precipitata ad aprire.

'Ciao a tutti!' il collega, un saluto collettivo, si infilò al volo, veniva dalla camera accanto dove aveva navigato in rete per fare il punto della situazione 'Nonostante la riunione odierna, ancora nessuna smentita sul ruolo del Soldato d'Inverno nell'attentato a Vienna...certamente, non sapendo chi abbia messo l'ordigno non vogliono sbilanciarsi. E sei sempre il ricercato numero uno del pianeta!' ridacchiò, in direzione di Barnes.

'Che intendi fare?' Rogers lo aveva intuito...purtroppo.

'Steve...devo dileguarmi, prima possibile. Pensavamo di andare in Sudamerica e ricominciare una nuova vita, insieme' James strinse la mano di Robin, che aggiunse, a voce bassa 'Ray ci fornirà i documenti per passare i controlli della sicurezza negli aeroporti. Sappiamo come mimetizzarci e fra qualche anno ci avranno dimenticato'.

Il Capitano percepì più di un'incertezza nel tono della voce della moretta, un'inflessione preoccupata nei toni.

Intanto che West, svaligiato il frigo bar, intratteneva le ragazze, Rogers, in vena di confidenze personali, si spostò più vicino al vecchio amico che, subito, commentò, con un ghigno, fissando la Carter 'È carina. Finalmente ti sei dato una mossa!'.

'È stato merito di Pettirosso. Mi sono dichiarato a Sharon il giorno che incrociammo Robin in ascensore. È una coincidenza stranissima...mi piace, Robin, dico sul serio'.

'Anche a me...' Barnes arrossì, vistosamente.

'Buck...siete molto legati, si percepisce! Si è adombrata, prima...per qualcosa in particolare?'.

'A parte mollare la sua esistenza e la sua carriera per seguire un assassino con un braccio di metallo e la testa sgangherata, braccato da mezzo mondo? Perché mai?' rise, con amarezza 'Al di là dell'evidenza, teme non smetteranno di darmi la caccia, visti i segreti che mi porto dentro'.

Steve si chiese quali, senza interromperlo, dato che stava continuando 'soprattutto è angosciata per il braccio. Ultimamente, mi dà parecchio fastidio'.

'Notavo che lo tocchi spesso, sulla parte della spalla e quasi lo reggi con il destro'.

'Sta diventando pesante da gestire nella quotidianità; per di più, i medici dell'HYDRA lo sostituivano spesso con un impianto più moderno. Onestamente, non saprei a chi rivolgermi per risolvere il problema, forse dovrei farmelo togliere e basta!'.

'Se restassi, potrei trovare una soluzione. Tony ha le capacità per aiutarti, o tramite Nick Fury' Cap provò a convincerlo.

'Uhm...il tuo avversario principale, e l'ex Direttore dello S.H.I.E.L.D. che ho tentato di uccidere e che ha assoldato Robin e Ray per trovarmi? Mi attira poco l'idea!' lo dissuase.

'Ci siamo appena ritrovati...e già sparisci di nuovo. Rifletti sulla mia proposta, ti faciliterei per reintegrarti e riabilitare il tuo nome. Potremmo lavorare insieme, come una volta' Steve non mollava.

'Negli Avengers? Sappiamo che siete spaccati a metà, e che tu hai questionato con Tony Stark su molti argomenti diversi, non ultimi gli accordi di Sokovia e...me! Non è un buon presupposto per ciò che desideri per me. E vorrei lasciarmi alle spalle combattimenti, armi, e il resto, per rifarmi una vita con Robin' la fissò, con gli occhi pieni d'amore.

Il Capitano, si arrese all'evidenza 'Va bene, Buck! Un pettirosso ha preso il posto del gracile e rachitico amico di Brooklyn, nel tuo cuore! Ammetto che sia molto più attraente di me! Posso venire a salutarti un'ultima volta, prima che vi eclissiate? Ci terrei tanto ed è meglio se io e Sharon ora torniamo al residence, per evitare di insospettire gli altri!'.

James acconsentì, ovviamente.

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