13 Paura, Lipsia Halle, antefatto, ottobre 2016

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'Come hai capito ciò di cui avevo bisogno per tornare in me?' le chiese Barnes, seduto nel bagno di una delle carrozze del treno che avevano preso per raggiungere l'aeroporto di Lipsia Halle, in Sassonia.

'Mi è venuto spontaneo, lo facciamo sempre...sempre, Bucky' la Reynolds arrossì leggermente, con sguardo preoccupato. Con le salviette di carta della toilette tamponava il sangue che fuoriusciva copioso dalla spalla del suo ragazzo, all'attaccatura del braccio metallico.

'L'emorragia non si ferma, devi aver preso un colpo forte. O dato' rise 'mai visto nulla di simile. Formidabile! Però, l'arto bionico si sta quasi separando dalla carne. Ho paura che non riuscirai a sostenerlo ancora per molto senza l'aiuto di qualcuno. Quanto ti fa male?' lo interpellò, aveva una pessima cera; il suo stato avrebbe complicato la loro fuga.

'Sopporto!' lui minimizzò, il dolore era lancinante ma dovevano andarsene prima possibile.

'Tieni duro. Ray ha lasciato i nostri documenti ed una piccola valigia nella zona dell'aeroporto destinata ai bagagli smarriti. E sta facendo scorrere delle immagini in cui ti si vede prendere un treno dalla stazione centrale di Berlino, in direzione Russia, al posto di quelle reali. Ci crederanno separati. Era il nostro accordo, ci eravamo già organizzati con un piano alternativo...impreparati...mai!' spiegò la moretta.

'Grazie...Robin...Pettirosso...ti amo!' James la cinse a sé con la mano destra, spostandola sul suo petto per sentire i battiti del suo cuore.

Lei fece altrettanto, gli occhi zeppi di quelli dell'azzurro del suo compagno 'Ed io amo te, Bucky Barnes...perché tu sei Bucky, ricordalo sempre!'.

'West non ci sarà, vero? 'le domandò, triste, scendendo dal vagone.

'Temo di no!'. L'idea era di non incontrarsi, per evitare situazioni di pericolo.

'Mi spiace, desideravo salutarlo e ringraziarlo di ciò che ha fatto per me, per noi!' a parte Steve e Robin stessa, il giovane amico era la persona che aveva sentito più vicina in un secolo di vita, che rischiava per lui senza alcuna contropartita, che non fosse il loro legame.

'Lo sa già, non angosciarti!' la Reynolds, sorreggendolo per i fianchi ad ogni passo, si diresse verso il magazzino segnalatole dal suo collega. Era all'erta, aveva visto pochi passeggeri ed addetti, e le era parso strano.

Arrivata nella struttura prefabbricata dalle pareti di alluminio, depositò James a terra, iniziando a cercare la valigia promessa da Ray 'Eccola!'.

La reperì facilmente, era la propria, il trolley blu con le rotelle. La aprì con la combinazione ed all'interno trovò una bustina portadocumenti trasparente, con i biglietti aerei, i passaporti falsi e traveller cheque in quantità.

'Il tuo collega è un genio del male. Non vorrei mai averlo come nemico!' Bucky fischiò, alla vista del contenuto.

'Il volo per Madrid parte fra cinque ore, ci nasconderemo nella stiva dell'aereo, per poi prendere lì quello per Buenos Aires, regolarmente, come due turisti; riposiamoci, è inutile muoversi con troppo anticipo!' gli consigliò, udendo, al contempo, chiamare il proprio nome dall'esterno con un megafono, da una voce che riconobbe: il Segretario Ross.

Pensò fosse tutto perduto...guardò James, più affranto di lei 'Sanno che tu non ci sei, per loro qui sono sola...' lo tranquillizzò, si affacciò alla porta del magazzino e vide una scena surreale, che le stonò nella testa. Gli Avengers erano schierati ma non contro di lei, né la stavano cercando. Grazie a Dio, l'aeroporto era enorme, Ray lo aveva scelto per l'estensione, stanarla sarebbe stato complesso.

La colpì proprio che i Vendicatori fossero opposti gli uni di fronte agli altri e che stessero per darsi battaglia, spaccati in due team, che facevano capo a Stark ed a Rogers, un passo in più degli altri.

Alle spalle di Iron Man c'era qualcuno; udì dei lamenti e rabbrividì...avrebbe giurato fosse...no, era impossibile!

La persona in questione era nascosta alla sua visuale e doveva accertarsi della sua identità, aveva avuto un pessimo presentimento.

Provò a non mostrarsi turbata e a non allarmare troppo James, che sudava copiosamente e si reggeva il braccio metallico, prostrato. Il sangue gocciava finanche a terra, attraverso la maglietta già inzuppata di rosso.

'Vado a dare un'occhiata, rimani nascosto. Torno subito!' Robin gli fece una carezza sulla guancia e lo baciò, sulle labbra.

'Stai attenta!' lui non tentò di dissuaderla, sapeva non ci sarebbe riuscito ed avevano necessità di verificare cosa stesse accadendo. Soprattutto non poteva quasi più a muoversi, il dolore era pulsante e lo stava facendo sragionare.

Lentamente, la ragazza uscì dalla rimessa dei bagagli e si spostò, per avere una prospettiva migliore. Maledizione, aveva visto giusto!

Si sentì morire. Dietro Tony, a terra, massacrato in viso e con una ferita profonda da arma da taglio che partiva dalla tempia fino ad arrivare a metà guancia destra, manette a mani e piedi, la bocca chiusa con dello scotch da pacchi marrone, l'agente West si contorceva, il piede di Vedova Nera sul petto a tenerlo fermo. Maledizione! Che poteva fare, di concreto, per liberare il suo collega e preservare il nascondiglio di Bucky?

'Reynolds, lo sai cosa voglio. Vieni fuori, dimmelo, consegnami Barnes e si risolverà tutto!' gridò Ross, accanto alla Romanoff.

'Robin, stanne fuori!' le suggerì il Capitano, che temeva per la sua incolumità, rivolgendosi esclusivamente a lei, giacché era convinto si fosse davvero separata da Buck, per fargli avere più possibilità di fuga.

Alla luce dei metodi utilizzati per far parlare Ray, catturato all'uscita dell'aeroporto, e di cui era stato incaricato il gruppo facente capo a Stark, la frattura apertasi da mesi fra gli Avengers era stata inevitabile.

Steve era schierato con Sharon, ovviamente, Barton, Sam e ...contrapposti Stark, Romanoff, il principe T'Challa, il colonnello Rhodes.

'Rogers, fatti da parte. Non condivido le decisioni del Segretario, ma dobbiamo prendere Barnes, è prioritario e molto più complesso di quanto tu creda' Fury, in piedi sulla terrazza dell'edificio limitrofo tentò di far ragionare Steve.

'No! Voi non mi avete dato ascolto su nulla! Avengers...uniti!' al chiaro ordine d'attacco dato ai suoi, quelli si precipitarono contro i colleghi, in uno scontro dalle tinte nefaste.

Una guerra in piena regola, senza vincitori né vinti, sotto lo sguardo attonito di Robin.

'Pettirosso, poni fine a questo scempio! Fai il tuo dovere! Sei un agente e potrai continuare a esserlo. Rivelami dove è fuggito il Soldato! E il resto!' Ross insistette, un gesto con la mano alla Vedova che, in quell'attimo, prese la pistola dalla fondina alla vita e sparò, due volte, con l'arma silenziata, all'agente West, cattiva e senza esitare; un proiettile lo colpì alla rotula destra, spappolandola, l'altro alla scapola opposta.

Ci fu un'esplosione di dolore, simultanea.

Nel corpo di Ray, che con piedi e mani legati, si muoveva a scossoni, un urlo dopo l'altro morti nella bocca tappata.

Nella mente della Reynolds, che emise un grido straziante, disperata.

Nel cuore di Bucky, che non riusciva a fare un passo per la pesantezza dell'arto e la perdita cospicua di sangue che lo aveva indebolito; gli si offuscò la vista, intanto che, accovacciato sul pavimento, diventava incosciente... nelle orecchie, il lamento sfumato di Pettirosso e, negli occhi, la figura di lei che, correndo, si allontanava, esponendosi, verso il centro della pista di atterraggio.

La scena del ferimento di West fu celata allo sguardo, e non ebbe alcuna consapevolezza di ciò che accadesse realmente fuori dal magazzino.

Due sensazioni, prima del buio, lo avvolsero; l'impotenza di non poter aiutare Robin in alcun modo e il terrore che lo stesse abbandonando, che stesse volando via da lui.

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