Test di gravidanza

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 Rientro a casa dopo una lunga giornata di lavoro al commissariato. Sono esausto, il mio corpo è rigido, e tutto ciò che desidero è una doccia calda per rilassarmi. Salgo le scale lentamente, ogni gradino mi sembra un'impresa titanica. Finalmente raggiungo il bagno e inizio a spogliarmi, lasciando cadere i vestiti sul pavimento.

Mentre cerco un asciugamano nell'armadietto, un oggetto nel cestino della spazzatura attira la mia attenzione. Mi avvicino, sposto qualche carta e vedo qualcosa che mi fa gelare il sangue nelle vene. Un test di gravidanza positivo. Il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Octavia, la mia sorellina adorata, incinta? Com'è possibile? E chi diavolo è il bastardo che l'ha messa incinta?

Mentre cerco di elaborare queste informazioni, da sotto sento delle voci. Sono le voci di Octavia e di Clarke. Mi infilo rapidamente la maglietta e scendo le scale con il cuore pesante. Entro nel soggiorno, Clarke mi saluta con un sorriso e io le do un bacio veloce. Poi mi giro verso Octavia, i miei occhi ardono di preoccupazione e rabbia.

«Mi spieghi cosa significa questo?»

Le chiedo, alzando il test di gravidanza davanti al ei.

Octavia mi guarda sorpresa, gli occhi spalancati.

«Bellamy, non è quello che pensi...»

La mia rabbia esplode.

«Non è quello che penso? Allora spiegamelo tu, Octavia! Come hai potuto essere così irresponsabile? Chi è lo stronzo che ti ha messa incinta?»

Clarke cerca d'intervenire, mi chiama per nome, ma io la ignoro completamente, concentrato solo su mia sorella. Octavia cerca di difendersi, ma le sue parole si perdono nel mio urlo furioso.

«Bellamy, calmati, ti prego! Non è come sembra!»

Improvvisamente, Clarke urla: «Non è di Octavia, è mio! Te lo avrei detto stasera...»

Le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Mi giro lentamente verso Clarke, che abbassa lo sguardo, visibilmente imbarazzata. Mi sento uno stupido, un completo idiota. Mi passo le mani tra i capelli, cercando di trovare le parole giuste per scusarmi con Octavia. Il mio cuore si stringe nel petto, ma una cosa è certa: se amavo Clarke prima, ora la amo ancora di più.

«Clarke...»

Mormoro, avvicinandomi a lei.

«Mi dispiace, non avevo idea...»

Octavia sospira e scuote la testa.

«Bellamy, sei proprio un idiota, lo sai? Ma almeno ora sai la verità».

Clarke solleva gli occhi e mi guarda, con una scintilla di comprensione e amore nei suoi occhi.

«Volevo dirtelo in un modo diverso, Bellamy. Non così».

La mia voce è soffocata dall'emozione.

«Clarke, ti amo. E sono felice, davvero. Solo... mi dispiace di aver fatto questa scenata».

Clarke sorride leggermente e mi prende la mano.

«Anch'io ti amo».

Mi volto verso Octavia, sperando che possa perdonarmi.

«Mi dispiace. Non avrei dovuto saltare a conclusioni».

Lei annuisce lentamente.

«È tutto a posto, Bellamy. Ma la prossima volta, cerca di ascoltare prima di sbraitare, ok?»

annuisco, sentendomi meglio.

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