Un brutto scherzo

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 Il sole è appena sorto e già l'intero campo è in fermento. Mi aggiro tra le tende e i recinti, cercando di evitare gli sguardi e i commenti dei miei compagni. Non posso fare a meno di notare quanto mi irritino, specialmente quando si divertono a fare battute su Bellamy. Lo amano, lo so, ma il loro modo di dimostrarlo mi fa salire il sangue alla testa.

Mi avvicino al bordo del campo, sperando di trovare un po' di tranquillità lontano dalle chiacchiere incessanti, quando improvvisamente sento qualcuno gridare. Mi giro di scatto e vedo Jasper correre verso di me, il viso contorto in un'espressione di puro terrore.

«Clarke! Clarke! Hanno ferito Bellamy! Era fuori a fare una perlustrazione e... oh Dio, c'è tanto sangue!»

Il cuore mi si ferma per un istante, poi riprende a battere, ma è come se qualcuno lo stringesse in una morsa d'acciaio. Non sento più nulla, solo il rimbombo sordo del mio stesso respiro e il fruscio disperato dei miei passi mentre corro. Le lacrime mi offuscano la vista, ma non mi fermo. Non posso fermarmi. Non finché non lo vedo, non finché non sono sicura che è ancora vivo.

Le voci attorno a me diventano un brusio indistinto mentre spingo via chiunque si trovi sulla mia strada. Continuo a correre, superando le tende, le persone che mi fissano confuse. Arrivo finalmente al punto in cui Jasper ha detto che si trova Bellamy e mi fermo di colpo, il cuore che martella contro il petto.

Ed eccolo lì, Bellamy, in piedi con un sorrisetto colpevole stampato sul viso. Intorno a lui, gli altri ridono, piegati in due dalle risate. Capisco subito: è stato uno scherzo. Un maledetto scherzo.

Il sollievo mi travolge, ma è seguito rapidamente dalla rabbia.

«Siete impazziti?»

Urlo, la voce rotta dal pianto e dalla furia.

«Sapete cosa mi avete fatto provare?»

Bellamy si avvicina, alzando le mani in segno di resa, ma il suo sorriso è ancora lì, quasi divertito.

«Clarke, mi dispiace. Volevamo solo divertirci un po'...»

«Divertirvi? Con una cosa del genere?»

Lo spingo via, troppo arrabbiata per riuscire a fermarmi.

«Non è divertite, Bellamy. Nemmeno un po'».

Lui smette di sorridere e la sua espressione diventa seria, preoccupata.

«Hai ragione. È stato stupido».

Le sue parole mi calmano un po', ma la rabbia non se ne va del tutto.

«Solo... non farlo mai più. Non scherzare su queste cose».

Bellamy annuisce, prendendomi delicatamente la mano.

«Promesso. Non succederà più».

Annuisco a mia volta, il cuore che inizia a rallentare, ma la sensazione di paura e sollievo mescolati mi lascia ancora tremante. Stringo la sua mano, cercando di trovare conforto nel suo tocco, sperando che capiscano finalmente quanto sia serio per me tutto questo, quanto lo sia Bellamy.  

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